Russia-Cina: accordo di scambi commerciali senza il Dollaro (2 lettori)

tontolina

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anche Deutsche Bank si allinea

La Russia abbandona il dollaro per lo yuan. E la Cina sbarca a Londra - Economia - Investireoggi.it

Per questo, il responsabile di Deutsche Bank, Pavel Teplukhin, ha dichiarato che sta crescendo l’interesse delle aziende russe per lo yuan e per le altre valute asiatiche. Una conferma arriva anche da Andrei Lostin, a capo della banca statale russa VTB, che ha parlato di uso di valute diverse dal dollaro tra gli obiettivi principali del suo istituto.
E al contempo, la Cina non sta a guardare. Il presidente della Commissione Politica e delle Risorse della City, Mark Boleat, ha annunciato che entro il mese di giugno sarà creata a Londra una stanza di compensazione in yuan. La nascita segue un accordo tra Cina e Regno Unito ad aprile, mentre un altro è stato firmato anche tra Pechino e Francoforte, al fine di creare una stanza di compensazione in valuta cinese anche in Germania.
 

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Preparatevi alla morte dei petrodollari

Dov'è l'incentivo a mantenere i prezzi del petrolio in dollari e mantenere grandi riserve in dollari se gli Stati Uniti non sono più il vostro più grande cliente? di Addison Wiggin

Francesco Simoncelli 5 ore fa


La prima parte di questo saggio, Il boom energetico degli Stati Uniti metterà fine allo status di valuta di riserva mondiale del dollaro, è stata pubblicata ieri.
"Quindi diciamo che gli Stati Uniti non vogliano più importare tanto petrolio arabo", dice Erik Townsend facendo un esperimento mentale. "Beh, se così fosse, è davvero difficile capire perché gli arabi dovrebbero continuare a prezzare il loro petrolio in dollari; i loro maggiori clienti sarebbero in Cina e in Brasile e nei paesi che non hanno alcun motivo di trattare in dollari."
Siamo in debito con Townsend per averci aiutato a sbrogliare la fine dei petrodollari. Erik ha sfruttato la fortuna della sua prima carriera come imprenditore di software, per avviare la sua seconda carriera come manager di hedge fund che conosce il mercato dei futures del petrolio.
Pensateci: dov'è l'incentivo a mantenere i prezzi del petrolio in dollari e mantenere grandi riserve in dollari se gli Stati Uniti non sono più il vostro più grande cliente?
"Il crollo del sistema dei petrodollari, dove il petrolio non verrebbe più pagato in dollari a livello internazionale, rappresenterebbe in sostanza la campana a morto per il dollaro come valuta di riserva. Significa che gli USA non potranno più contrarre prestiti forti di “privilegi esorbitanti”, e significa che il mercato del Tesoro degli Stati Uniti sperimenterà un'impennata fuori controllo dei tassi di interesse."
Improvvisamente il fatto che gli USA abbiano bisogno di minori importazioni risulta ininfluente quando "il resto del mondo non userà dollari come mezzo di scambio."
Gli sceicchi arabi produttori di petrolio, hanno più dollari di quanti ne possano usare. Nei tre decenni prima del 2000, le entrate totali delle esportazioni di energia dal Medio Oriente ammontavano a $3.5 bilioni. Nei 13 anni successivi, il totale è salito a più di $8 bilioni. Secondo una stima degli esperti, nelle mani del Medio Oriente giacciono circa $8-10 bilioni di saldi in valuta, in gran parte dollari.
(Pagina 2)

Quanto a lungo vorranno conservare tutti quei dollari? Soprattutto quando l'Asia e il Pacifico rappresentano ormai un terzo del consumo mondiale di petrolio e gli Stati Uniti solo il 20%?
Nel frattempo, il primo importatore di petrolio al mondo — la Cina ha preso questa corona dagli Stati Uniti lo scorso autunno — sta facendo la sua parte per indebolire i petrodollari. Negli ultimi anni la Cina ha stretto accordi con molti dei suoi partner commerciali per fare affari con le loro valute. Cina e Russia, Cina e Brasile, Cina e Australia, anche Cina e il suo nuovo/vecchio nemico Giappone — tutti hanno fatto ricorso a currency swap e altri accordi per bypassare il dollaro.
Lo scorso novembre lo Shanghai Futures Exchange stava pensando di prezzare i suoi contratti futures sul petrolio greggio sia in yuan che in dollari, con l'obiettivo di rendere tale disposizione il nuovo punto di riferimento asiatico. "Lo yuan è diventato più internazionale e più riconosciuto che mai nel mercato finanziario", ha detto a Reuters il capo di una ditta di commercio cinese.
Ma mentre gli arabi si agitano per il valore dei loro dollari... ed i cinesi si muovono attivamente per diversificarsi dal dollaro... i russi potrebbero sferrare il colpo finale.
"Martedì 4 marzo, secondo me, è stato come la crisi dei missili di Cuba per la storia del mondo", afferma Erik Townsend, con un presagio inquietante di eventi futuri.
In superficie, il peggio della crisi tra Ucraina e Russia sembrava essere passato. I mercati si stavano calmando mentre il presidente russo Putin parlava sul tema per la prima volta — promettendo che avrebbe usato la forza in Ucraina solo come "ultima risorsa" se la popolazione russofona fosse stata in pericolo.
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Sta Per Nascere Il Primo Istituto Sovranzionale De Dollarizzato, il 14 Luglio al Sesto Summit dei Brics, il Dollaro verrà Condannato

Bene direi che ci siamo, non aspettatevi eventi shock ma “solo” una lunga teoria di eventi che relegheranno il dollaro a valuta regionale, ancora molto importante ma NULLA confronto a quello che è oggi.​
Tra il 14 e il 16 Luglio in Brasile ci sarò il sesto summit dei Brics, che ospiterà (ooopppps) il presidente Argentino perlatro invitato dal presidente del Brasile (in modo che Russia e Cina possano uscirne formalmente pulite).​
Chissà forse l’Argentina potrebbe avere un certo tipo di supporto, ad esempio avere garantite linee di credito e mercati di sbocco per le proprie merci anche nel caso decidesse per un nuovo e definitivo default e decidesse di escludere gli USA dai suoi partner commerciali per evitare confische delle proprie merci da parte dell’appartao giuridico USA.​
E d’altronde la VERITA’ è quella qui sotto:​
3.png
Quindi… beh. Sarebbe meglio fare affari con il G7, ma se proprio non si può oggi per la prima volta in due secoli esistono valide alternative.​
Ma lasciamo perdere l’Argentina che comunque ha i suoi problemi (cioè sono una banda di ridicoli cialtroni di origine italiana)​
E parliamo della Ciccia:​
Sapete cosa nascerà ufficialmente tra il 14 e il 16 Luglio in Brasile? Questo:​
Brics Development Bank
Cioè un istituto concorrente alla World Bank e probabilmente all’FMI dotato di capitali dei BRICS, che fa gli interessi dei BRICS e il cui scopo principale è la de-dollarizzazione (per quello anche la de-eurizzazione).

Questo istituto probabilmente avrà sede a Shangai (oooops), un luogo difeso da testate nucleari, come si conviene. E certamente andrà sul mercato a tassi bassissimi per farsi finanziare da soldi occidentali per poi impiegarli nell’esclusivo interesse di Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, e poi delle nazioni che si aggregheranno.
E ad esempio l’Argentina potrebbe essere la prima a farlo.​
Il bersaglio grosso, inutile dirlo è il dollaro. E ora vi faccio la road map che ho appena visto nella mia magica palla di cristallo per la de-dollarizzazione mondiale:​
Brics Development Bank (Shangai)
Brics Swift Bank (Mosca)
Circuito alternativo per il denaro elettronico (Mosca)
Internet Backbone trans-pacifica (in costruizone e se ne parlerà a questo sumit, cioè un bel tubo di fibre ottiche che non passa da USA e Europa)
Vogliamo scommettere?

Come fa notare Mauro Bottarelli sul Sussidiario:
…Ultimo particolare, per quanto riguarda il fondo di riserva, la Cina contribuirà con 41 miliardi di dollari, la Russia, il Brasile e l’India con 18 miliardi, mentre il Sudafrica con 5 miliardi. Insomma, in un mondo in cui il 38,8% dei pagamenti a livello globale è fatto in dollari e il 33,5% in euro, le nazioni emergenti alzano la testa e la voce ponendo in essere la minaccia maggiore per la credibilità degli Usa come hub mondiale e del dollaro come benchmark: dopo l’accordo Russia-Cina che Gazprom vorrebbe denominare in yuan o rubli, un altro sgarbo che Zio Sam potrebbe questa volta non digerire. Tanto più che la Cina, il cui ruolo a livello commerciale è enorme (nonché quello di detentore di debito Usa), potrebbe davvero voler aumentare la risibile quota dell’1,3% dei pagamenti internazionali fatti in yuan e imporsi come polo alternativo sia agli Usa che a un’Europa che assiste silente e forse non informata di cambiamenti epocali come quelli in atto (da noi si perdono ore e ore a parlare delle presidenze dei gruppi all’Europarlamento)….
p.s. il punto è che puoi avere l’esercito più potente e cazzuto del mondo, ma non ci fai una emerita mazza contro una nazione che ha una sufficente massa critica di mezzi militari e testate nucleari. Alla fine conta chi produce le cose e te le vende. Oddio per un po puoi pagare a debito ma comunque il conto arriva (lo capite il punto di vista dei tedeschi ora? no? e vabbeh)
 

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La Francia attacca l’egemonia del dollaro: smettiamo di usarlo per commerciare tra noi

Pubblicato il 8 luglio 2014, ore 08:59. Ultimo aggiornamento 08 luglio 2014 , ore 09:02
Anche il governo francese mette in dubbio l'egemonia del biglietto verde per le transazioni internazionali che non riguardino gli USA. Si tratta della reazione di Parigi alla maxi-multa degli USA contro la banca Bnp Paribas.


La Francia attacca l?egemonia del dollaro: smettiamo di usarlo per commerciare tra noi - Economia - Investireoggi.it
 

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NO all'estinzione della civiltà

"Mosca, 10 lug. - Sarà basata a Shangai la Banca per lo sviluppo che i Paesi emergenti che il club dei Brics intende creare in occasione del summit della settimana prossima. Lo ha riferito il Cremlino, aggiungendo che la presidenza russa proporrà anche la creazione di una associazione energetica con l'obiettivo di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e di contribuire a regolare il mercato.
"La sede avrà base a Shangai, questo è scritto nei documenti", ha detto il consigliere diplomatico di Vladimir Putin, Yuri Ushakov.

Il capitale del nuovo istituto dovrebbe essere di 10 miliardi di dollari, con la possibilità di erogare sino a 100 miliardi di dollari.
La creazione di questa banca, ma anche di un fondo valutario comune, è un obiettivo di lungo corso dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Afica del Sud), che si sentono poco e male rappresentati da Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale."


La Banca per lo sviluppo dei Paesi Brics sarà basata a Shangai
 

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finalmente una valida iniziativa per contrastare lo strapotere degli usurai! mi viene in mente una vecchia canzone degli inti illimani............quando ancora esistevano le ideologie!
el pueblo unido jamas sarà vencido! la strategia che i tiranni hanno sempre adoperato è la divisione dei popoli, l'odio razziale, l'emarginazione del diverso....divide et impera!



Equilibri mondiali sconvolti. I brics preparano l' alternativa al Fmi
I paesi del blocco appartenente al brics stanno preparando una nuova banca...
euroscettico.com
 

tontolina

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L’organizzazione è ufficialmente chiamata il ‘Gruppo dei 77 e della Cina‘, ma l’alleanza in realtà comprende 133 nazioni.

Le 133 Nazioni del G77 stanno cambiando il VECCHIO ORDINE MONDIALE | Blog di ununiverso


Cuba, Venezuela, Bolivia e un certo numero di paesi sudamericani hanno insistito di essere attualmente sotto attacco da parte degli Stati Uniti e la CIA, I quali stanno disperatamente cercando di orchestrare colpi di stato per rovesciare il loro governi democraticamente eletti, allo stesso modo in cui stanno facendo in Ucraina di recente.
 

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L’organizzazione è ufficialmente chiamata il ‘Gruppo dei 77 e della Cina‘, ma l’alleanza in realtà comprende 133 nazioni.

Le 133 Nazioni del G77 stanno cambiando il VECCHIO ORDINE MONDIALE | Blog di ununiverso


Cuba, Venezuela, Bolivia e un certo numero di paesi sudamericani hanno insistito di essere attualmente sotto attacco da parte degli Stati Uniti e la CIA, I quali stanno disperatamente cercando di orchestrare colpi di stato per rovesciare il loro governi democraticamente eletti, allo stesso modo in cui stanno facendo in Ucraina di recente.


Minacce di “secondo Vietnam” dell’America
Molti dei capi di governo presenti hanno colto l’occasione per sferrare un colpo contro quello che considerano essere il più grande nemico della pace mondiale, la democrazia e la libertà economica – gli Stati Uniti. Un leader si è spinto fino a chiamare il presidente Obama per nome ed ha minacciato gli Stati Uniti con un secondo Vietnam.
 

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