Rogue Traders (1 Viewer)

Fleursdumal

फूल की बुराई
preso da usemlab.com


Rogue Traders
(21/10/02) “Rogue Trader” è un film inglese del 1999 con protagonista il simpatico Ewan McGregor. Racconta la storia di Nick Leeson, il trader che portò al fallimento la Barings Bank. La scena che sintetizza la strategia autodistruttiva di Leeson si svolge sul floor del Simex, la borsa derivati di Singapore dalla quale gestiva le operazioni di arbitraggio per conto della Barings. Leeson aveva intrapreso anche una operatività di trading a lui preclusa che riusciva a nascondere in un conto errori grazie alla sua carica parallela di manager del regolamento delle operazioni.

Leeson era esposto sul Nikkei, l’indice della borsa giapponese, in una posizione lunga, tramite l’utilizzo contemporaneo di futures e opzioni. Per Leeson le cose si misero male quando il Nikkei cominciò a stornare pesantemente a causa del terremoto che colpì Kobe il 17 gennaio 1995. Convinto che il mercato fosse destinato a riprendersi in breve tempo, evitò di tagliare le perdite e continuò invece ad alimentare la sua scommessa, basata sul rialzo dell’indice, aggiungendo posizioni lunghe a quelle già in essere.

Un giorno, dalla sua postazione sul floor del Simex, Leeson assiste alla discesa del Nikkei verso quota 19 mila, consapevole che sotto quel livello le sue perdite comincerebbero a diventare irrimediabili.
Persa la speranza che il mercato riprenda a salire con le proprie forze (servirebbero compratori che non ci sono) non gli resta che alzarsi, andare sul PIT dove avvengono gli scambi e comprare lui stesso tutto quello che viene venduto. Ed è quello che fa. Nei primi minuti il prezzo del Nikkei torna su, spinto dai suoi acquisti, ma dopo breve tempo ricomincia a perdere quota, 19150, 19000, 18900, 18850. Leeson non si scoraggia, torna sul pit e compra ancora, a piene mani. Nuovo rimbalzo, tuttavia, sotto la pressione di ulteriori vendite l’indice riprende inesorabilmente a scendere: 19100, 18950, 18800, 18650… 17500: Nick Leeson ha perso. La Barings pure. Quando si viene a sapere che c’è un grosso operatore con posizioni lunghe nei guai e con perdite di circa 200 milioni di sterline gli altri operatori si affrettano a vendere prima che la chiusura di quelle posizioni spinga il mercato ulteriormente al ribasso. Il Nikkei crolla ancora e le perdite finali della Barings ammontano a 800 milioni di dollari. Game Over. Fallimento.

Cosa ci ricorda l’esperienza di Leeson? Ci ricorda i mercati azionari americani di oggi dove i Nick Leeson potrebbero essersi moltiplicati e potrebbero essere annidati in diverse banche d’investimento ma soprattutto in tanti mutual fund, i fondi d’investimento americani.

Il principio alla base è lo stesso: la negazione del mercato bear in corso, la lotta contro le forze dominanti del mercato. La vera regola dell’investimento non è “Don’t Fight the FED” (Non metterti contro la FED). Nonostante gli 11 tagli dei tassi di interesse nel corso del 2001 questa regola non ha funzionato, deludendo per la prima volta negli ultimi venti anni le aspettative degli operatori. La vera regola è invece, come ripete spesso a Leeson il suo collega, “Don’t fight The Market” (Non sfidare il Mercato). Il Mercato con la M maiuscola. E il mercato in corso è un potente Mercato Bear (il più potente degli ultimi 70 anni) e viene combattuto e sfidato quotidianamente da tutti coloro che ancora non ne riconoscono la forza e continuano ad accumulare posizioni lunghe su posizioni lunghe in attesa della ripresa economica.

Non c’è dubbio che i mercati hanno avuto nelle ultime 7 giornate lavorative uno splendido rimbalzo. Solo nella settimana appena trascorsa il Dow Jones è salito del 6%, il Nasdaq del 6,4% e l’S&P 500 del 5,9%. Tuttavia, nonostante lo SPIN fatto sulla presentazione degli utili (vedi l’articolo di ieri “ Spin” ), il quadro generale della situazione economica non è cambiato. Di fronte a nuovi minimi che avrebbero aperto la voragine verso la ricerca di nuovi supporti, i “DA BOYS”, come vengono chiamate le mani forti, hanno rigirato abilmente i mercati facendo compiere ai grafici una figura tecnica della quale abbiamo già parlato: il bullish outside in grado di attirare gli speculatori e di mettere le basi per un violento rally di trading.

A saltare dentro il rally con pesanti acquisti sono stati moltissimi fondi e come suggeriscono diversi osservatori è molto probabile che essi continuino a comprare fino a fine anno. Scott Reamer dal commento giornaliero di realmoney.com presentava qualche giorno fa questa chiave di lettura: dietro il rialzo ci sono i manager dei mutual fund che possono solo andare lunghi (comprare e non shortare) e sul rimbalzo nato giovedì 10 ottobre sono andati nel panico. Dopo quell’inversione essi sono stati costretti a comprare. Gli acquisti sono diventati improvvisamente per loro una strategia che non può essere perdente. Essi sanno che i mercati non hanno avuto tre anni consecutivi di perdite dagli anni trenta, sanno che l’S&P ha tenuto i minimi di luglio, sanno che il mercato obbligazionario è ipercomprato, sanno che i mesi da ottobre a dicembre godono di un favore stagionale statisticamente significativo, sanno che lo short è meno aggressivo con i mercati sui minimi degli ultimi 5 anni. Sanno che oramai chiuderanno l’anno in rosso ma vogliono riuscire a battere gli indici per non perdere la fiducia dei clienti che indirizzano i propri capitali sui fondi in grado di mostrare le migliori performance relative.

Comprando adesso e facendo una grossa scommessa sul rialzo non perderanno l’eventuale rally di fine anno e batteranno l’indice essendo entrati molto prima. Se il rally di fine anno non si realizzasse e il mercato rimanesse su questi livelli essi avrebbero comunque pareggiato gli indici senza sfigurare nei confronti dei concorrenti. Infine se le azioni tornassero a scendere sotto i livelli precedenti essi avrebbero fatto solo il loro lavoro comprando azioni ritenute sottovalutate alla luce della ripresa economica che dovrebbe materializzarsi nel 2003. Sempre in questo ultimo scenario la performance relativa non dovrebbe essere intaccata più di tanto visto che rimangono oramai solo due mesi alla fine dell’anno. Una strategia quindi con un ottimo profilo di rischio rendimento.

Parallelamente all’esempio fornito dalla storia di Leeson, le forze coinvolte in primo piano sul mercato azionario tendono quindi a sostenerlo artificialmente con i propri acquisti aggiungendo posizioni lunghe a quelle già in essere, nella speranza che il trend rialzista riprenderà il proprio corso.

L’investimento razionale sta diventando una pesante scommessa sul fatto che entro breve la ripresa economica giustificherà e premierà gli acquisti correnti. E le scommesse, a nostro avviso, si stanno accumulando nel corso dei mesi fino al punto in cui il realizzarsi dello scenario opposto a quello previsto (e dato sempre più per scontato) potrebbe mettere in crisi più di un involontario rogue trader.
Involontario perché il loro mestiere non è il trading (come non lo era per Leeson) bensì l’investimento di lungo periodo. Tuttavia la sfida al Mercato e la forte esposizione che stanno accumulando per sostenere quella sfida li sta trasformando di fatto in tantissimi Rogue Traders la cui sconfitta simultanea potrebbe scatenare vendite pesantissime (secondo la dinamica che spinse gli altri operatori ad anticipare la chiusura delle posizioni in perdita delle Barings) in grado di spingere al ribasso il mercato con una violenza inaudita.

Non sappiamo quale sarà il destino che il Mercato ha in serbo per i possibili Rogue Traders di oggi, né la tempistica con la quale un eventuale destino assimilabile a quello di Leeson potrebbe realizzarsi, ma dopo avere visto il film sul rogue trader della Barings l’analogia ci è sembrata spontanea e in grado di meritare una rapida esposizione.

Lo staff
 

Ed

Forumer storico
Fleursdumal ha scritto:
preso da usemlab.com


Rogue Traders
(21/10/02) “Rogue Trader” è un film inglese del 1999 con protagonista il simpatico Ewan McGregor. Racconta la storia di Nick Leeson, il trader che portò al fallimento la Barings Bank. La scena che sintetizza la strategia autodistruttiva di Leeson si svolge sul floor del Simex, la borsa derivati di Singapore dalla quale gestiva le operazioni di arbitraggio per conto della Barings. Leeson aveva intrapreso anche una operatività di trading a lui preclusa che riusciva a nascondere in un conto errori grazie alla sua carica parallela di manager del regolamento delle operazioni.

Leeson era esposto sul Nikkei, l’indice della borsa giapponese, in una posizione lunga, tramite l’utilizzo contemporaneo di futures e opzioni. Per Leeson le cose si misero male quando il Nikkei cominciò a stornare pesantemente a causa del terremoto che colpì Kobe il 17 gennaio 1995. Convinto che il mercato fosse destinato a riprendersi in breve tempo, evitò di tagliare le perdite e continuò invece ad alimentare la sua scommessa, basata sul rialzo dell’indice, aggiungendo posizioni lunghe a quelle già in essere.

Un giorno, dalla sua postazione sul floor del Simex, Leeson assiste alla discesa del Nikkei verso quota 19 mila, consapevole che sotto quel livello le sue perdite comincerebbero a diventare irrimediabili.
Persa la speranza che il mercato riprenda a salire con le proprie forze (servirebbero compratori che non ci sono) non gli resta che alzarsi, andare sul PIT dove avvengono gli scambi e comprare lui stesso tutto quello che viene venduto. Ed è quello che fa. Nei primi minuti il prezzo del Nikkei torna su, spinto dai suoi acquisti, ma dopo breve tempo ricomincia a perdere quota, 19150, 19000, 18900, 18850. Leeson non si scoraggia, torna sul pit e compra ancora, a piene mani. Nuovo rimbalzo, tuttavia, sotto la pressione di ulteriori vendite l’indice riprende inesorabilmente a scendere: 19100, 18950, 18800, 18650… 17500: Nick Leeson ha perso. La Barings pure. Quando si viene a sapere che c’è un grosso operatore con posizioni lunghe nei guai e con perdite di circa 200 milioni di sterline gli altri operatori si affrettano a vendere prima che la chiusura di quelle posizioni spinga il mercato ulteriormente al ribasso. Il Nikkei crolla ancora e le perdite finali della Barings ammontano a 800 milioni di dollari. Game Over. Fallimento.

Cosa ci ricorda l’esperienza di Leeson? Ci ricorda i mercati azionari americani di oggi dove i Nick Leeson potrebbero essersi moltiplicati e potrebbero essere annidati in diverse banche d’investimento ma soprattutto in tanti mutual fund, i fondi d’investimento americani.

Il principio alla base è lo stesso: la negazione del mercato bear in corso, la lotta contro le forze dominanti del mercato. La vera regola dell’investimento non è “Don’t Fight the FED” (Non metterti contro la FED). Nonostante gli 11 tagli dei tassi di interesse nel corso del 2001 questa regola non ha funzionato, deludendo per la prima volta negli ultimi venti anni le aspettative degli operatori. La vera regola è invece, come ripete spesso a Leeson il suo collega, “Don’t fight The Market” (Non sfidare il Mercato). Il Mercato con la M maiuscola. E il mercato in corso è un potente Mercato Bear (il più potente degli ultimi 70 anni) e viene combattuto e sfidato quotidianamente da tutti coloro che ancora non ne riconoscono la forza e continuano ad accumulare posizioni lunghe su posizioni lunghe in attesa della ripresa economica.

Non c’è dubbio che i mercati hanno avuto nelle ultime 7 giornate lavorative uno splendido rimbalzo. Solo nella settimana appena trascorsa il Dow Jones è salito del 6%, il Nasdaq del 6,4% e l’S&P 500 del 5,9%. Tuttavia, nonostante lo SPIN fatto sulla presentazione degli utili (vedi l’articolo di ieri “ Spin” ), il quadro generale della situazione economica non è cambiato. Di fronte a nuovi minimi che avrebbero aperto la voragine verso la ricerca di nuovi supporti, i “DA BOYS”, come vengono chiamate le mani forti, hanno rigirato abilmente i mercati facendo compiere ai grafici una figura tecnica della quale abbiamo già parlato: il bullish outside in grado di attirare gli speculatori e di mettere le basi per un violento rally di trading.

A saltare dentro il rally con pesanti acquisti sono stati moltissimi fondi e come suggeriscono diversi osservatori è molto probabile che essi continuino a comprare fino a fine anno. Scott Reamer dal commento giornaliero di realmoney.com presentava qualche giorno fa questa chiave di lettura: dietro il rialzo ci sono i manager dei mutual fund che possono solo andare lunghi (comprare e non shortare) e sul rimbalzo nato giovedì 10 ottobre sono andati nel panico. Dopo quell’inversione essi sono stati costretti a comprare. Gli acquisti sono diventati improvvisamente per loro una strategia che non può essere perdente. Essi sanno che i mercati non hanno avuto tre anni consecutivi di perdite dagli anni trenta, sanno che l’S&P ha tenuto i minimi di luglio, sanno che il mercato obbligazionario è ipercomprato, sanno che i mesi da ottobre a dicembre godono di un favore stagionale statisticamente significativo, sanno che lo short è meno aggressivo con i mercati sui minimi degli ultimi 5 anni. Sanno che oramai chiuderanno l’anno in rosso ma vogliono riuscire a battere gli indici per non perdere la fiducia dei clienti che indirizzano i propri capitali sui fondi in grado di mostrare le migliori performance relative.

Comprando adesso e facendo una grossa scommessa sul rialzo non perderanno l’eventuale rally di fine anno e batteranno l’indice essendo entrati molto prima. Se il rally di fine anno non si realizzasse e il mercato rimanesse su questi livelli essi avrebbero comunque pareggiato gli indici senza sfigurare nei confronti dei concorrenti. Infine se le azioni tornassero a scendere sotto i livelli precedenti essi avrebbero fatto solo il loro lavoro comprando azioni ritenute sottovalutate alla luce della ripresa economica che dovrebbe materializzarsi nel 2003. Sempre in questo ultimo scenario la performance relativa non dovrebbe essere intaccata più di tanto visto che rimangono oramai solo due mesi alla fine dell’anno. Una strategia quindi con un ottimo profilo di rischio rendimento.

Parallelamente all’esempio fornito dalla storia di Leeson, le forze coinvolte in primo piano sul mercato azionario tendono quindi a sostenerlo artificialmente con i propri acquisti aggiungendo posizioni lunghe a quelle già in essere, nella speranza che il trend rialzista riprenderà il proprio corso.

L’investimento razionale sta diventando una pesante scommessa sul fatto che entro breve la ripresa economica giustificherà e premierà gli acquisti correnti. E le scommesse, a nostro avviso, si stanno accumulando nel corso dei mesi fino al punto in cui il realizzarsi dello scenario opposto a quello previsto (e dato sempre più per scontato) potrebbe mettere in crisi più di un involontario rogue trader.
Involontario perché il loro mestiere non è il trading (come non lo era per Leeson) bensì l’investimento di lungo periodo. Tuttavia la sfida al Mercato e la forte esposizione che stanno accumulando per sostenere quella sfida li sta trasformando di fatto in tantissimi Rogue Traders la cui sconfitta simultanea potrebbe scatenare vendite pesantissime (secondo la dinamica che spinse gli altri operatori ad anticipare la chiusura delle posizioni in perdita delle Barings) in grado di spingere al ribasso il mercato con una violenza inaudita.

Non sappiamo quale sarà il destino che il Mercato ha in serbo per i possibili Rogue Traders di oggi, né la tempistica con la quale un eventuale destino assimilabile a quello di Leeson potrebbe realizzarsi, ma dopo avere visto il film sul rogue trader della Barings l’analogia ci è sembrata spontanea e in grado di meritare una rapida esposizione.

Lo staff

Bello, scritto anche molto bene. Ma a noi che ci importa? Siamo speculatori di breve, medio lungo periodo? Siamo investitori che vogliamo aiutare a risollevarsi la fiat?
Io no di certo, gli altri non sò.
Ed
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
In Italia, quando la borsa sale si è abili speculatori, mentre se la borsa scende si è dei piccoli risparmiatori indifesi dalla grande speculazione internazionale che, vendendo allo scoperto, distrugge il risparmio e mina le fondamenta dell'economia del paese.

Speculatori all'italiana, insomma: siamo bravi se le cose vanno bene, ma è colpa di altri se le cose vanno male.
 

pierrone

Forumer attivo
non sono d'accordo col paragone tra Nick Leeson (un mito! :smile: ) e i fondi americani che stanno comprando ora a piene mani:

Nick Leeson era uno speculatore dalla parte sbagliata del mercato, e in più era riuscito a ottenere troppo potere (apro una parentesi: se vi chiedessero, o faceste in modo di poter investire 1000 miliardi non vostri, e in caso di gain ci si becca una buona percentuale, voi cosa fate? io li rischierei nella maniera più speculativa possibile: se va bene divento strasupermiliardario, se va male vengo licenziato e al massimo passo qualche settimana in gattabuia, come Leeson)

I fondi che stanno entrando long sono una parte molto importante del mercato
 

giuseppe.d'orta

Forumer storico
pierrone ha scritto:
non sono d'accordo col paragone tra Nick Leeson (un mito! :smile: ) e i fondi americani che stanno comprando ora a piene mani:


Infatti non li paragonano.

La strategia attuale dei fondi viene, infatti, definita "con un ottimo profilo di rischio rendimento", non certo paragonabile con l'atteggiamento di Leeson.
 

Fleursdumal

फूल की बुराई
pierrone ha scritto:
non sono d'accordo col paragone tra Nick Leeson (un mito! :smile: ) e i fondi americani che stanno comprando ora a piene mani:

Pierr ti consiglio di non metter piede per un pò di tempo nel RegnoUnito: mi riferiscono fonti interne a BuckinghamPalace , che la Regina, dopo aver letto il tuo intervento in questo post, ha fatto preparare per te un confortevole posticino all'interno della Tower of London :D :smile:
 

tontolina

Forumer storico
I "fondi pensione americani" hanno investito 3 mila miliardi di $ nei giorni scorsi!


che strano di solito lo facevano alla fine di dicembre... com'è che quest'anno hanno anticipato?
Vuoi vedere che vogliono sostenere le quotazionioni per dare un aiutino-ino agli amici politici per la loro rielezione? :-o
 

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