Rivendere opere d'arte - fiscalità (1 Viewer)

oroscopo11

Nuovo forumer
Non sono sicuro ci sia già un thread su questo: ho cercato ma non l'ho trovato, per cui pongo qui la domanda (che a me pare complessa ma che forse non lo è realmente): come bisogna comportarsi per la rivendita di opere d'arte?

Contesto: ho acquistato delle cose che non sono come mi aspettavo e vorrei disfarmene ora che hanno più o meno lo stesso prezzo. Ho anche acquistato delle cose che possono essere rivendute con un minimo di guadagno, così da rientrare un po' da spese scellerate e semmai ricomprare altro.

Mi sono allora posto la domanda: queste vendite sono tassabili?

Cercando online mi sembra di aver capito che ci sono 3 tipi di venditori: chi colleziona e rivende (e non va tassato), chi specula ogni tanto (va tassato ma come reddito diverso), chi lo fa per mestiere (reddito d'impresa).

Mercato dell'arte, la posizione del fisco su speculazione e collezionismo - We Wealth

Non è però chiarissimo quale sia il confine tra figura 1 e 2, e tra 2 e 3. Quando si smette di essere collezionisti e si diventa speculatori? E quando da speculatori si diventa commercianti?

(Contesto: ho già una partita IVA ma per servizi web e il mio commercialista a questa domanda ha iniziato a parlare di margine e attività commerciale, che realmente non vorrei intraprendere).

Sostanzialmente vorrei:
- evitare la beffa di dover pagare le tasse su rivendite di acquisti sbagliati (per cui uno non ha documentazione d'acquisto e ha pure già buttato spese di spedizione, dazi e tasse doganali, e dovrà pagare commissioni a ebay/catawiki)

- capire quale sia eventualmente lo sbattimento della parte fiscale e l'impatto delle tasse se uno inizia a comprare delle stampe per rivenderle più avanti via ebay/catawiki/ecommerce e finanziarsi altri acquisti (scenario speculatore?)

- capire semmai quali volumi di transato e transazioni ti portano addirittura nello scenario commerciante (dove credo poi il gioco non valga proprio la candela su opere che costano 2/300€).

Qualcuno ha esperienza, consigli o parole sagge, in materia?

L'idea di finanziarmi gli acquisti con flipping di cose prese a poco mi piacerebbe ma sempre che la cosa fosse fattibile senza doverla gestire come un'attività imprenditoriale.

Grazie :)
 

RedArrow

Forumer storico
Sarebbe il caso che qualcuno iniziasse a fare chiarezza sulla materia.
Il caso tuo ad esempio è ancora diverso dal nostro, che non abbiamo una partita IVA. Nel tuo caso potresti essere controllato in qualsiasi momento mentre noi possiamo limitarci a vendere qualcosa ogni tanto senza temere conseguenze.
Credo che in caso di assenza di partita IVA la cosa si configuri così:
1) il venditore occasionale non è tenuto a dichiarare niente al fisco, ma l'occasionalità non è meglio definita (in pratica: quante opere in un anno? quanti ricavi in un anno? lo decide il fisco in maniera discrezionale).
2) il venditore abituale e organizzato a tale scopo è tenuto a dichiarare i guadagni che ha fatto e su quelli sarà tassato.
In caso di partita IVA in un settore diverso dal commercio di beni artistici potresti ancora ricadere nel caso 1) sopra se vendi solo qualcosa ogni tanto, ma non ne sono sicuro.
 

Barlafuss

Forumer storico
È meglio non approfondire. Per quanto concerne invece la compravendita di metalli preziosi la normativa è più restrittiva.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Il problema è il concetto di occasionalità, che apposta non viene definito. Siamo sudditi :-x
Posso solo aggiungere qualche informazione spicciola e non sempre certissima.
Pare che le vendite fatte in eBay e simili ricadano sotto l'occhio del fisco quando superano i 1000 € l'anno.
Se invece vendi tra privati, ma appunto privatamente, in casa, non ci sono problemi, sempre che possa essere considerato fatto occasionale. Perché, se il vicino rognoso vede che ogni giorno tu ricevi un paio di clienti, allora è danger.
Nei compravendo da un paio d'anni il fisco mette una tassa sul prezzo al pubblico, praticamente IVA. Cioè hai comprato l'oggetto a 100, lo metti in vendita a 80, di cui per te solo 40, ma il fisco chiede anche una cresta, non so se 11 o 22 %. Oltre a ciò tasserà i guadagni del proprietario del negozio. Anche lì meglio non dare troppi oggetti.
(Il tutto sempre nell'ottica folle che un oggetto venduto lo sia per sempre, cioè solo un negoziante può cedere oggetti - con POS, cioè bancomat e simili. La chiamano tracciabilità, cioè ergastolo delle cose. Poi si dichiarano ecologisti, ma la poltrona sbaghliata te la fanno buttare in discarica)
Chi fa mercatini sporadicamente come collezionista non viene subito disturbato (nel Veneto non può fare + di 6 mercati l'anno). Se cominciano a vederti troppo (a loro giudizio) nel migliore dei casi ti "consigliano" di metterti in regola o smettere. A meno che tu non sia protetto da una di quelle sigle parapolitiche ... beh, lasciamo perdere. C'è chi consiglia di dichiarare qualcosa (praticamente ad libitum) come reddito occasionale, ma altri sostengono che è controproducente.
Se vendi all'asta un pezzo all'anno, anche più corposo, tipo 2000 €, non ti disturberanno. Anche da 20.000 o più se vuoi, ma che non si ripeta troppo. Rifallo due anni dopo.
Diversa sembra la dispersione di una collezione, nelle teste dei controllori si tratta di una liquidazione privata, e poi anche l'asta paga tasse.
Se invece cedi una ventina di pezzi da 50 €, allora se ti notano puoi risultare un pericoloso evasore.
Se parli bene una lingua straniera, puoi usare eBay e simili facendo base all'estero. E' un escamotage che ho visto usare.
 

ruidavid

Forumer attivo
Provo a rispondere pondo da bancario. Se hai la partita iva puoi essere chiamato dall'Agenzia delle Entrate per un pagamento tracciabile ricevuto a cui non corrisponde fattura, e a cui è collegata una evasione di tutti i vari oneri fiscali. In pratica l'onere della prova diventa a tuo carico: vaglielo a spiegare che il bonifico ricevuto è per una grafica che non ti è piaciuta e magari ci rimetti pure qualcosa.
 

RedArrow

Forumer storico
Poi mi piacerebbe sapere in caso di vendita di opera acquistata al mercatino o da privato come dimostrare al fisco la spesa dato che non hai nessuna fattura o scontrino.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Teoricamente il problema è legato al concetto di proprietà, che può essere giuridica (casa, auto, ma anche elettrodomestico con ricevuta ecc), o soltanto di "vicinanza" (la sedia in casa mia, occhiali da sole, la penna, la giacca): in quest'ultimo caso non è sempre possibile dimostrare la proprietà, per esempio se uno mi ruba la penna.
Il mercatino funziona "per vicinanza", l'oggetto una volta che ce l'hai ce l'hai. Poi se un carabiniere o finanziere ti chiede di dimostrare la proprietà è praticamente un abuso, visto che nessuno ha le fatture di tutto quello che indossa, ha in casa ecc. Pertanto il possesso di vicinanza è legato strettamente ad una convivenza civile abbastanza pacifica, non certo ad un ambiente dove pullulano i ladri e le truffe. In tutta Europa si svolgono mercatini senza che ciò sia considerato commercio, ma se in Italia subito c'è qualcuno che abusa di tale facoltà per commerciare in nero, lo stato, credendosi severo, allora complica le leggi e toglie libertà. Ciò non blocca affatto le truffe, ma peggiora la vita civile.
 

oroscopo11

Nuovo forumer
Grazie a tutti per le informazioni; mi era sembrato giusto, allora: la legge è abbastanza interpretabile e la P.IVA è una complicazione.
Mi scoccerebbe abbastanza l'idea di dover comportarmi da commerciante anche se non lo sono, per cui sicuramente sentirò meglio il mio commercialista prima di dar via qualsiasi cosa.
(resta buona però l'opzione bancarella sotto casa come si faceva da ragazzini per vedere giocattoli e cianfrusaglie!) :lol:
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Il Fisco controlla foto e post sui social (vale anche per i divorzi) :pollicione:

... Nella circolare n. 16/E del 28 aprile 2016 dell’Agenzia delle Entrate, in cui si elencano gli indirizzi operativi per la prevenzione e il contrasto all’evasione fiscale, è scritto che alle notizie che si possono ottenere dalle banche dati «si aggiungono quelle che pervengono da altre fonti, ivi incluse fonti aperte». Un altro documento che ne attesta l’uso è la circolare della Guardia di Finanza n. 1/2018, pubblicata il 4 dicembre 2017, in cui si parla della possibilità di cercare «elementi utili non risultanti dalle banche dati», con «particolare attenzione alla consultazione delle “fonti aperte” (articoli stampa, siti internet, sociale network) al fine di acquisire ogni utile elemento di conoscenza sul contribuente da sottoporre a controllo e sull’attività da questi esercitata» ....

In Francia è previsto un algoritmo che lavora in automatico e potrà diventare fonte di innesco investigativo, :prr:
 

RedArrow

Forumer storico
Il Fisco controlla foto e post sui social (vale anche per i divorzi) :pollicione:



In Francia è previsto un algoritmo che lavora in automatico e potrà diventare fonte di innesco investigativo, :prr:
Personalmente da sempre evito accuratamente i social network perchè è come dare il permesso a tutto di entrare nelle tue mutande a qualsiasi ora del giorno e dell notte.
L'articolo però si è dimenticato di citare ebay che è l'unica fonte 'aperta' (per usare la loro terminologia) dove i privati vendono.
 

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