Assicurazioni Generali (G) Generali riuscirà a restare italiana o sarà mangiata da Axa? (1 Viewer)

tontolina

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19 feb 2016 12:21 ITALIA, PROVINCIA DI BOLLORE' - COME DAGOANTICIPATO, È IL FRANCESE PHILIPPE DONNET IL SUPER-FAVORITO PER IL VERTICE DELLE ASSICURAZIONI GENERALI - BOLLORÉ RIESCE COSÌ A METTERE LE SUE MANONE ANCHE SUL LEONE DI TRIESTE, OLTRE A MEDIOBANCA E TELECOM

Per ''Libero'' è certa la nomina di Donnet, capo di Generali Italia. Ma quello che conta è la sua intera carriera dentro Axa, società molto ''amica'' di Bolloré, che ha appena chiesto la conferma di Donnet nel consiglio di sorveglianza di Vivendi - Gli altri grandi soci di Generali non si sono opposti: riuscirà a restare italiana o sarà mangiata da Axa?...



come dagoanticipato, è il francese philippe donnet il super-favorito per generali - Business
 
sono appena iscritto ,ma seguo da diverso tempo il forum.Trovo particolarmente interessanti gli interventi di tontolina che ringrazio.Buuona serata
 

tontolina

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il solito profittatore che ormai conosciamo bene... NOn si fa mai scappare l'occasione


Generali Ass.: Caltagirone sale e punta a 3% (CorSera) ROMA (MF-DJ)--Francesco Gaetano Caltagirone continua ad acquistare azioni Generali Ass.. Lo scrive il Corriere della Sera spiegando che con le operazioni comunicate tra febbraio e marzo l'imprenditore, vicepresidente della compagnia, e' salito al 2,63% e punterebbe ad arrotondare ulteriormente verso il 3%. E' dunque il terzo azionista a Trieste dopo Mediobanca (13,2%) eLeonardo Del Vecchio (3,18%), seguito da Blackrock con il 2,61% (che pero' in questo asset manager non e' tenuto a comunicare variazioni fino al superamento del 5%).
Quanto alla nomina dell'amministratore delegato della compagnia, anche il Corriere precisa che in pole c'e' l'a.d. di Generali Italia, Philippe Donnet. Sarebbero ancora in corso riflessioni, precisa il giornale, se assegnare al ceo anche la carica di direttore generale oppure se destinarla ad Alberto Minali, all'interno di una distruzione delle deleghe che potrebbe attribuire al responsabile della finanza del Leone quella sugli investimenti. Sarebbe esclusa, considerata l'attuale governance di Generali, l'ipotesi di due a.d. e sembra improbabile l'opzione di una doppia direzione generale.
In questo quadro, Donnet avrebbe i poteri che erano dell'ex a.d., Mario Greco, per la guida del gruppo e sarebbe affiancato da Minali, top manager ben conosciuto e apprezzato degli operatori dei mercati internazionali.
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(END) Dow Jones Newswires
March 10, 2016 03:17 ET (08:17 GMT)
 

tontolina

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Generali, pronto cambio al vertice: nuovo ceo Donnet, dg Minali

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FINANZA



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Pubblicato il: 10/03/2016 18:00
Generali è pronta al cambio al vertice. Domani il comitato nomine, che si riunirà a Roma, indicherà, salvo sorprese, il nuovo ceo della compagnia. In pole position, come già anticipato dall'Adnkronos lo scorso 18 febbraio, c'è Philippe Donnet, oggi amministratore delegato di Generali Italia. Sarà lui a sostituire Mario Greco e a guidare il gruppo assicurativo garantendo continuità al piano industriale e ai target già illustrati al mercato.
Donnet, 55 anni, vanta un'esperienza più che ventennale nel gruppo assicurativo Axa, dal 2013 ha ricoperto diversi incarichi in Italia per conto di Generali. Donnet fa parte del consiglio di sorveglianza di Vivendi e per questo è considerato vicino a Vincent Bolloré, secondo azionista di Mediobanca e socio di riferimento del gruppo francese.
La nomina di Donnet sarà accompagnata da un rafforzamento dell'attuale posizione di Alberto Minali che potrebbe diventare il nuovo direttore generale con tutte le deleghe per la finanza. Una riforma della governance, capace di garantire ai soci di Generali numeri e strategie.
 

tontolina

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Fmi: aumentano i rischi sistemici delle assicurazioni. Possibili shock dalla Cina

4 aprile 2016


In questo articolo

Argomenti: Global | Cina | Fmi | Assicurazioni


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Christine Lagarde (Afp)


Il settore assicurativo, con più di 24mila miliardi di dollari di asset, è sempre più importante all'interno del sistema finanziario e rappresenta un rischio crescente. Le grandi società sono «più esposte ai movimenti dei prezzi degli asset. E in caso di shock, quale un crollo dei prezzi, potrebbero non essere in grado di adempiere al loro compito di intermediari finanziari».


Lo afferma il Fmi nei capitoli analitici del Global Financial Stability Report. «Questi sviluppi nel settore assicurativo richiedono una maggiore enfasi su politiche macroprudenziali. Le autorità di supervisione del settore non dovrebbero guardare solo alle singole società, ma all'impatto del settore nel suo insieme , delle società le une sulle altre e nei singoli paesi» mette in evidenza il Fmi. «Una delle misure potrebbero essere i cuscinetti di capitale, che le società assicurative potrebbero accantonare durante periodi economici positivi per usarli poi durante periodi negativi».




Le compagnie di assicurazione, dice il Fmi, «sono fonte rilevante di rischi patrimoniali di lungo termine per l'economia reale e sono tra i maggiori investitori istituzionali, detenendo circa il 12% degli asset finanziari globali, ovvero 24mila miliardi, di cui circa l'85% in mano alle assicurazioni che erogano polizze sulla vita».


Per questo, secondo il Fmi, «la crisi finanziaria ha messo il settore assicurativo sotto i riflettori come fonte di possibili rischi finanziari sistemici», dal momento che hanno passività di più lungo termine rispetto alle banche, maggiore diversificazione degli asset e un'interconnessione meno estesa con il resto del sistema finanziario. Come fa notare l'istituto di Washington, «nel caso di uno shock avverso, è improbabile che le compagnie di assicurazione onorino il loro ruolo di intermediari finanziari, specie quando neppure altri attori del sistema finanziario non riescono a rispettare il proprio ruolo».


Possibili shock finanziari causati dalla Cina
Il rapporto dell’Fmi si sofferma poi sui Paesi emergenti e in particolare sulla Cina. Le ricadute di eventuali shock in Cina sui mercati finanziari globali «probabilmente cresceranno in modo rilevante nei prossimi anni», afferma il Fondo. Inoltre, secondo l'istituto, «il ruolo della Cina nel sistema finanziario globale continua a crescere», motivo per cui «diventano sempre più cruciali una comunicazione chiara e tempestiva delle decisioni politiche, la trasparenza rispetto agli obiettivi politici e strategie in linea con gli obiettivi». Secondo il Fmi, la crescita del cross-border banking negli ultimi cinque anni è stata esponenziale e, se procederà a questo ritmo, «la Cina emergerà come un notevole hub bancario globale nel medio termine»: il credito bancario è il maggiore canale di collegamento finanziario tra la Cina e il resto del mondo: tra il 2010 e il 2015 il credito bancario cross-border alle entità cinesi è cresciuto più di cinque volte a oltre 1.000 miliardi di dollari e il credito cinese all'estero è salito di tre volte a circa 600 miliardi. Per il Fondo, «con le aziende cinesi che continuano la loro espansione all'estero, è probabile che le banche cinesi seguano la stessa via».
 

tontolina

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MILANO - Ha preso il via in mattinata l'assemblea degli azionisti di Generali presso la stazione marittima di Trieste. Sono presenti in proprio soci che detengono il 14,34% del capitale, presente poi un ulteriore 32,185% del capitale per delega, per un capitale rappresentato pari al 46,827%. Il presidente Gabriele Galateri di Genola, ha reso noto che sono presenti con una quota superiore al 2%: Mediobanca con il 13,212%, Leonardo Del Vecchio tramite Delfin con il 3,163%, Francesco Gaetano Catagirone con il 3,002%, BlackRock con il 2,824%, People Bank of China con il 2,005%.

Quella odierna è la prima uscita ufficiale per Philippe Donnet nelle vesti di ceo di Generali. Dopo l'uscita quasi improvvisa a gennaio di Mario Greco, la compagnia del Leone ha provveduto a una sostituzione e a una rotazione interne degli incarichi, con l'affidamento dei ruoli di direttore generale e cfo ad Alberto Minali, mentre Gabriele Galateri resta confermato alla presidenza. Il rinnovato vertice si troverà davanti un'assise che non avrà occasione di "lamentarsi" per i risultati di bilancio, chiuso con un utile di oltre 2 miliardi, in crescita del 22%, con premi per 74 miliardi e un dividendo di 0,72 euro ad azione, anch'esso in crescita rispetto agli 0,60 dell'anno scorso. In termini percentuali, il reddito operativo è cresciuto del 6%, i dividendi del 20% e il cash flow del 30%. Ma sarà interessante vedere come il Leone si sta attrezzando in vista dell'attuazione della direttiva Solvency II e con i movimenti della Bce nell'ambito del Quantitative easing. Pare certo comunque che Donnet proseguirà la centralizzazione sul 'core' assicurativo del gruppo, avviata dalla gestione Greco. Un ulteriore interrogativo sarà sull'eventualità di un'uscita di Donnet dalla quida di Generali Italia. Al vaglio dell'assemblea anche l'aumento a 13 dei consiglieri di amministrazione, annunciato dal presidente Galateri come garanzia di "più spazio" alle minoranze e con una più solida componente femminile. E al "consenso allargato a investitori istituzionali" fa riferimento anche Mediobanca, assicurando forte rappresentanza alle minoranze in cda; una sorta di risposta ad Assogestioni, che presenta una lista di tre nomi.

Sotto i riflettori anche i recenti movimenti nel capitale, con Francesco Gaetano Caltagirone, vicepresidente delle assicurazioni, che non esclude un ulteriore incremento della partecipazione recentemente portata oltre il 3%. "Non è escluso. L'incremento ulteriore della quota dipende da due cose: dai prezzi e dalle disponibilità", ha dichiarato Caltagirone a Trieste, alla vigilia dell'assise. "Io credo nella compagnia, tanto è vero che ho fatto un investimento importante in questi giorni: abbiamo superato il 3%", ha aggiunto.
 

tontolina

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Polizze vita: in Italia sono aumentate del 29%
Di Truenumbers.it , il 8 luglio 2016 3 Comment

Polizze vita: in Italia sono aumentate del 29% - Rischio Calcolato



Sono un investimento sempre più diffuso. Sfiducia nelle banche?

Il grafico mostra la variazione in termini reali della raccolta per le polizze vita, in parole povere, i soldi versati dagli assicurati, nei Paesi dell’Ocse e in alcuni Paesi in via di sviluppo dal 2013 al 2014.

L’Italia è seconda nell’OCSE e prima in Europa


Gli italiani, nel 2014, hanno investito il 29,9% in più per le assicurazioni sulla vita, rispetto al 2013. L’unico Paese dell’OCSE in cui c’è stata una crescita maggiore è l’Australia (+ 30,7%).
Le polizze vita, nel nostro Paese erano già in aumento nel 2013, dopo un declino che è seguito alla crisi economica.
Il dato italiano è nettamente superiore alla media OCSE del 5,9%.
La tendenza alla crescita è comune a altri Paesi dell’area euro, come l’Irlanda (+18,5%), il Portogallo (+14%) e la Francia (+8,4%).
In altre nazioni c’è stata comunque una crescita, ma al di sotto della media: per esempio in Austria (+3%), Germania (+1%) e Belgio (+0,4%). In Spagna c’è stato addirittura un calo del -3,8%.
Al di fuori dell’area dell’euro, invece, la crescita nei versamenti è iniziata solo nel 2014: è il caso di Stati Uniti, Giappone e Regno Unito.

Dove vanno i soldi delle polizze vita?

In Italia, le compagnie assicurative del ramo vita investono gli incassi delle assicurazioni sulla vita soprattutto in titoli di Stato e obbligazioni (89,9%), poi in altro, in maggioranza immobili, (7%) e solo per il 3,1% in azioni. Solo nel nostro Paese la percentuale del portfolio dedicata a titoli di stato e obbligazioni è così elevata.
Per un confronto, in Germania il portfolio delle compagnie assicurative è 40% titoli e obbligazioni, 56,7% altro e 3% azioni.
Mentre le percentuali della Francia sono più vicine alle nostre: 83% titoli e obbligazioni, 12% azioni e 5% altro.
Negli Stati Uniti d’America le compagnie del ramo vita investono il 73,4% in titoli e obbligazioni, il 3,7% in azioni e il 22,9% in altro.

I dati si riferiscono al 2014
Fonte: OCSE
 

Saint Tropez

Remember
29/07/2016 08:00
*** Generali: Donnet, risultati I semestre solidi e incoraggianti
Cosi' manteniamo impegno a remunerazione in linea con target (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 29 lug - 'I risultati delle performance tecniche del nostro business dei primi sei mesi sono solidi ed incoraggianti, nonostante condizioni di mercato estremamente avverse. Le nostre elevate competenze tecniche e la capacita' gestionale ci consentono di fare fronte efficacemente a un periodo caratterizzato da una forte volatilita' dei mercati, da bassi tassi di interesse e dalla persistenza di eventi catastrofali". Cosi' il Group CEO di Generali, Philippe Donnet, commenta in una nota i dati del primo semestre del gruppo triestino. "Nel Vita, in termini di produzione - prosegue Donnet - abbiamo perseguito la strada della disciplina privilegiando la qualita' e la profittabilita', e non solo la crescita nei volumi. L'aumento dei premi nel Danni e' stato significativo, tenuto conto del contesto altamente competitivo in cui operiamo, e ci consentira' di ribilanciare progressivamente il portafoglio verso questo segmento, nel quale dimostriamo eccellenti livelli di redditivita'. Questi risultati e il lavoro di tutti i nostri collaboratori nel mondo ci permettono di mantenere l'impegno di offrire ai nostri azionisti una remunerazione in linea con i target di piano'.
com-lod (RADIOCOR) 29-07-16 08:00:33 (0029)ASS 3 NNNN
 

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