ripristinare la possibilità per Bankitalia di comprare BTP, eliminata nel 1981 (1 Viewer)

tontolina

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i) ripristinare la possibilità per Bankitalia di comprare BTP, eliminata nel 1981, in modo da ridurre i rendimenti dei BTP dal 6% al 2% ed eliminare il problema del finanziamento del debito, della spread e in pratica eliminare la speculazione sui BTP.


anche la BUBA compra Bund




tratto da Si Schianta Tutto

>Se perdi le puntate precedenti poi intervieni alla carlona... per fortuna che sei protetto dal nickname e non sanno che insegni all'università...

il QE lo utilizzeresti oggi in Italia SOLO per ridurre le tasse, ma in realtà chi razzo ti ha detto che devi fare un QE, che è una politica rivolta a sostenere banche ? No, quello che devi fare è diverso sia dal QE degli inglesi e americani che dalla politica di spesa pubblica stile anni '70. Devi al contrario:

i) ripristinare la possibilità per Bankitalia di comprare BTP, eliminata nel 1981, in modo da ridurre i rendimenti dei BTP dal 6% al 2% ed eliminare il problema del finanziamento del debito, della spread e in pratica eliminare la speculazione sui BTP.

ii) usarla per ridurre le tasse di 100 miliardi sulle buste paga (contributi), IRAP e l'irpef (ma di 15 punti percentuali non 1) recuperando i 100 miliardi che hanno preso con l'Austerità, a livello di domanda e reddito disponibile degli italiani. In questo modo passi da -2% di PIL a +2% di PIL nel giro di qualche mese

ii) usarla per ridurre di altri 30 miliardi l'IVA su chi esporta, rimborsandogliela, come fanno i cinesi da sempre (quando l'export è debole loro stampano moneta e rimborsano le tasse a chi esporta, parliamo di 200 o 300 miliardi di dollari l'anno). In questo modo (se sei tornato alla lira) rafforzi ulteriormente l'export italiano e la bilancia dei pagamenti ed eviti i problemi di deficit estero (quelli che gli economisti italiani "eterodossi" usano per criticare la MMT)

iii) aumentare le imposte sulla ricchezza finanziaria, oltre diciamo il milione di euro pro-capite, per compensare in parte l'effetto di ridurre le aliquote IRPEF per chi guadagna di più, ma soprattutto per spingere la gente ricca a non tenere i milioni in immobili e bonds, ma rimetterli in circolo (e anche per giustizia, perchè da due decenni che ha ricchezza finanziaria investita in immobili e bonds è stato privilegiato rispetto a chi lavorava)

Questo è il programma economico, non è complicato da spiegare e da capire, mezza pagina in tutto.
 
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tontolina

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è tutta COLPA della LEGGE ANDREATTA che voleva danneggiare i lavoratori e i sindacati: Le vere cause del debito pubblico italiano. Ci è riuscita perfettamente! ha mandato a remengo tutta l'Italia governata dalla casta politica rapace sanguisuga mafiosa

Le vere cause del debito pubblico italiano

Posted by keynesblog on 31 agosto 2012 in Economia, Italia

Dal 1981 la Banca d***8217;Italia, per decisione di Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi, ha smesso di monetizzare il debito pubblico che è schizzato alle stelle. Una storia che si è ripetuta, amplificata, con l***8217;Euro e la BCE.
di Domenico Moro da Pubblico
In questi giorni la stampa tedesca ha attaccato con forza Draghi. Sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, Holger Steltzner, lo ha accusato di voler trasferire alla Bce i metodi della Banca d***8217;Italia. Questa sarebbe al servizio dello Stato, di cui alimenterebbe le casse. Se ora la Bce finanziasse i debiti statali acquistandone i titoli, scatenerebbe l***8217;inflazione e aggraverebbe la crisi dell***8217;eurozona.

Come ha fatto notare anche il Sole 24ore, le critiche di Steltzner alla Banca d***8217;Italia sono infondate. A partire dal 1981 la Banca d***8217;Italia ha ***8220;divorziato***8221; dal Tesoro e non è più intervenuta nell***8217;acquisto di titoli di Stato. Ciò che non viene detto, però, è che quella lontana decisione contribuì a produrre non solo l***8217;enorme debito pubblico ma anche il primo attacco ai salari. L***8217;attuale debito pubblico italiano si formò tra gli anni ***8217;80 e ***8217;90, passando dal 57,7% sul Pil nel 1980 al 124,3% nel 1994. Tale crescita, molto più consistente di quella degli altri Paesi europei, non fu dovuta ad una impennata della spesa dello Stato, che rimase sempre al di sotto della media della Ue e dell***8217;eurozona e, tra 1991 e 2005, sempre al di sotto di quella tedesca.
Nel 1984 l***8217;Italia spendeva ***8211; al netto degli interessi sul debito ***8211; il 42,1% del Pil, che nel 1994 era aumentato appena al 42,9%. Nello stesso periodo la media Ue (esclusa l***8217;Italia) passò dal 45,5% al 46,6% e quella dell***8217;eurozona passò dal 46,7% al 47,7%. Da dove derivava allora la maggiore crescita del debito italiano? Dalla spesa per interessi sul debito pubblico, che fu sempre molto più alta di quella degli altri Paesi. La spesa per interessi crebbe in Italia dall***8217;8% del Pil nel 1984 all***8217;11,4%, livello di gran lunga maggiore del resto d***8217;Europa. Sempre nello stesso periodo la media Ue passò dal 4,1% al 4,4% e quella dell***8217;eurozona dal 3,5% al 4,4%.
Nel 1993 il divario tra i tassi d***8217;interesse fu addirittura triplo, il 13% in Italia contro il 4,4% della zona euro e il 4,3% della Ue. La crescita dei debiti pubblici dipende da molte cause, soprattutto dalla necessità di sostenere le crisi e la caduta dei profitti privati che, dal ***8217;74-75, caratterizzano ciclicamente i Paesi più avanzati. Tuttavia, è evidente che politiche sbagliate di finanza pubblica possono rendere ingestibile la situazione del debito, come è avvenuto in Italia. Visto che l***8217;entità dei tassi d***8217;interesse sui titoli di stato, ovvero quanto lo Stato paga per avere un prestito, dipende dalla domanda dei titoli stessi, l***8217;eliminazione di una componente importante della domanda, quale è la Banca centrale, ha avuto l***8217;effetto di far schizzare verso l***8217;alto gli interessi e, quindi, di far esplodere il debito totale.
Inoltre, la mancanza del cordone protettivo della Banca d***8217;Italia espose il nostro debito alle manovre speculative degli investitori internazionali. Fu quanto accadde nel 1992, quando gli attacchi speculativi alla lira costrinsero l***8217;Italia ad uscire dal Sistema monetario europeo e a svalutare. Insomma, non solo Steltzner ha torto riguardo alla Banca d***8217;Italia, ma è il principio stesso dell***8217;***8220;autonomia***8221; della Banca centrale, da lui tanto tenacemente difeso, ad aver dato per trent***8217;anni in Italia gli stessi risultati negativi che ora sta producendo nell***8217;eurozona.
Ci si potrebbe chiedere a questo punto quale fu la ragione del divorzio tra Banca d***8217;Italia e Tesoro. Ce lo spiega il suo autore, l***8217;allora ministro del Tesoro Beniamino Andreatta. Uno degli obiettivi era quello di abbattere i salari, imponendo una deflazione che desse la possibilità di annullare ***8220;il demenziale rafforzamento della scala mobile, prodotto dall***8217;accordo tra Confindustria e sindacati***8221;. Infatti, nel 1984 con gli accordi di San Valentino la scala mobile fu indebolita e nel 1992 definitivamente eliminata. Anche oggi, come allora, le presunte ***8220;necessità***8221; di bilancio pubblico sono la leva attraverso cui ridurre il salario, in Italia e in Europa. Con la differenza che oggi l***8217;attacco si estende al salario indiretto, cioè al welfare.

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