Riforma pensioni (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
mentre in Argentina ritornano al pubblico
in ITALIA?
Tre milioni di italiani in carcere, di Beppe Scienza
"Per gli italiani la previdenza integrativa è come una prigione. Sindacati ed economisti di regime (Marcello Messori, Giuliano Cassola, Elsa Fornero ecc.) gli hanno tirato un bel bidone coi fondi pensione. Circa tre milioni di lavoratori hanno rinunciato al loro TFR e ora sono ingabbiati per sempre. Per giunta presi in giro da chi voleva arricchirsi alle loro spalle, come la società di gestione Anima che aveva l’impudenza di affermare: “L’investimento in un fondo pensione è una scelta intelligente”. Si è visto che razza di scelta è stata: dall’estate del 2007 una batosta dopo l’altra.
La trappola è scattata a giugno dell’anno scorso. Da allora è andata prima male e poi malissimo nel 2008. Ne sanno qualcosa i lavoratori chimici (fondo Fonchim) che a fine settembre perdevano il 14,8% da inizio anno, i metalmeccanici (fondo Cometa) con un risultato negativo del 10% o i ferrovieri (fondo Eurofer) con un deficit del 17%. Questi sono i minus delle linee azionarie, ma anche le altre hanno fatto peggio del TFR.
Però la cosa più grave è la mancanza di libertà. Chi ha aderito a un fondo pensione, soprattutto per le insistenze dei sindacati, è come condannato a vita. Finché lavora, il suo TFR continuerà a finire lì, volente o nolente. Ma anche andando in pensione otterrà soltanto la semilibertà. Metà di quanto si sarà salvato (il cosiddetto montante), non potrà ritirarlo perché verrà convertito in una rendita, a condizioni decise da altri.
Purtroppo non può neanche sperare nella grazia del Capo dello Stato. Per la previdenza integrativa non è prevista. In compenso ogni due anni può cambiare cella. Cioè può passare per esempio da una linea azionaria e a una garantita, restando nello stesso fondo. Peccato che tali garanzie sia solo propaganda, con linee “garantite” in negativo del 3% da inizio 2008 (fondo Fonchim)! Volendo può anche cambiare prigione. Cioè non solo la linea di gestione, ma anche il fondo. Non può però riacquistare la libertà: l’ergastolo è l’ergastolo!
È rimasto in libertà solo chi si è tenuto il TFR. Tranquillo e sicuro, lo vede crescere giorno dopo giorno (circa +3,5% da inizio 2008). Se cambia lavoro o va in pensione lo riceve tutto subito; ed è libero di farne cosa vuole.
Quindi ha fatto bene chi ha ascoltato i consigli di Beppe Grillo, i miei o anche di Famiglia Cristiana.
Per altro la faccia tosta dei sindacati non ha limiti. Non contenti delle figuracce collezionate col fondo per la scuola (Espero), pochi giorni fa Cgil, Cisl, Uil ecc. si sono incontrati per farne partire due per coprire tutto il settore pubblico (Sirio e Perseo). Sembra una barzelletta." Beppe Scienza
 

tontolina

Forumer storico
31 ottobre 2008
La crisi si abbatte sui fondi pensione del Messico
La crisi finanziaria globale si abbatte anche sui pensionati messicani. I fondi pensione del Paese - infatti - hanno perso quasi un miliardo di dollari in soli due mesi: settembre e ottobre. Una situazione simile a quella che stanno vivendo i contribuenti californiani che hanno «affidato» la propria vecchiaia al fondo Calpers. Quest'ultimo, infatti, ha fatto segnare un meno 20% nel periodo che va dal 1 luglio al 20 ottobre di quest'anno. Una situazione che preoccupa molto, dal momento che i fondi pensione, negli Usa, comprendono complessivamente 2700 fondi per una raccolta di 1400 miliardi di dollari investiti da 21 milioni di lavoratori. E che ora, appunto, investe anche ...
 

tontolina

Forumer storico
Usa, scatta l’allarme fondi pensione: perdite fino al 50% - 27/10/2008

I fondi pensione pubblici negli Stati Uniti stanno fronteggiando il peggiore anno in termini di perdite nella loro storia...

I fondi pensione pubblici negli Stati Uniti stanno fronteggiando il peggiore anno in termini di perdite nella loro storia. Alimentando così la crisi complessiva dei fondi di investimento e mettendo pressione sul governo americano affinché intervenga anche in questo campo. Nei primi nove mesi dell'anno, le perdite medie fatte registrare dai fondi pensione sono state infatti del 14,8%, secondo la rivelazione della Northern Trust, riportata oggi dal Financial Times. In precedenza, le perdite per il settore non erano mai andate oltre il 7,9% (era il 2002). E il trend non è destinato a migliorare anche in ottobre.
Il fondo californiano Calpers, uno dei più grandi negli Stati Uniti, ha fatto segnare un meno 20% nel periodo che va dal 1 luglio al 20 ottobre di quest'anno. Una crisi che preoccupa molto non solo gli investitori, ma anche gli amministratori locali e il governo federale, dal momento che i fondi pensione, negli Usa, comprendono complessivamente 2700 fondi per una raccolta di 1400 miliardi di dollari investiti da 21 milioni di lavoratori.
Il risultato è che, ad oggi, ben il 40% dei fondi in questione sono considerati «underfunded», il che significa che non saranno in grado di pagare le pensioni promesse ai lavoratori. Richard Daley, il sindaco di Chicago, lo scorso anno ha organizzato una taskfoce per analizzare i fondi dell'Illinois, in grave difficoltà. In particolare, gli esperti si sono concentrati sulla situazione del Police Fund. crollato di oltre il 50%.
Secondo gli analisti interpellati dal Financial Times l'unica via d'uscita alla complessa impasse è un incremento dei contributi pubblici all'interno degli stessi fondi. Ma le casse degli Stati americani, in questo momento, non sono in grado di far fronte a nuove spese…
 

ZYGMUNT

Forumer attivo
Riforma pensioni:

Premessa : la revisione dei coefficienti riguarda le pensioni calcolate con il metodo "contributivo" e non le pensioni "retributive".

Ciò detto , a mio avviso, il problema non è la revisione periodica dei coefficienti (che ha una logica nel sistema contributivo, altrimenti il sistema non reggerebbe) bensì le modalità con cui si rivaluta il montante dei contributi versati.

Si dice che quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito..ecco io penso che si parla sempre troppo dei coefficienti per non parlare delle modalità di rivalutazione del montante.

Vi rendete conto l'effetto negativissimo che avrà sulla rivalutazione del montante la crescita negativa nominale del PIL e l'effetto devastante sulle pensioni future se la recessione durasse a lungo?
La legge purtroppo non prevede rendimento minimo garantito e nemmeno un rendimento minimo = a zero!!!!
Quindi i rendimenti potrebbero addiritura diventare negativi: vale a dire che il montante dei contributi su cui si calcola la pensione diminuirebbe anzichè aumentare.
Altro che revisione dei coefficienti!!!
 

tontolina

Forumer storico
Premessa : la revisione dei coefficienti riguarda le pensioni calcolate con il metodo "contributivo" e non le pensioni "retributive".

Ciò detto , a mio avviso, il problema non è la revisione periodica dei coefficienti (che ha una logica nel sistema contributivo, altrimenti il sistema non reggerebbe) bensì le modalità con cui si rivaluta il montante dei contributi versati.

Si dice che quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito..ecco io penso che si parla sempre troppo dei coefficienti per non parlare delle modalità di rivalutazione del montante.

Vi rendete conto l'effetto negativissimo che avrà sulla rivalutazione del montante la crescita negativa nominale del PIL e l'effetto devastante sulle pensioni future se la recessione durasse a lungo?
La legge purtroppo non prevede rendimento minimo garantito e nemmeno un rendimento minimo = a zero!!!!
Quindi i rendimenti potrebbero addiritura diventare negativi: vale a dire che il montante dei contributi su cui si calcola la pensione diminuirebbe anzichè aumentare.
Altro che revisione dei coefficienti!!!
però tremorti vuole abbassare anche i coefficienti per diminuire le pensioni

insomma taglia di tutto e di più
solo gli emolumenti dei politicastri sono al sicuro!
ghigliottiniamoli!
 

ZYGMUNT

Forumer attivo
però tremorti vuole abbassare anche i coefficienti per diminuire le pensioni

insomma taglia di tutto e di più
solo gli emolumenti dei politicastri sono al sicuro!
ghigliottiniamoli!

mi dispiace, non sono tremontiano (anzi) ma lui non c'entra niente.
La revisione decennale dei coefficienti è uno dei pilastri della riforma Dini e doveva essere già esser stata fatta nel 2005.
 

tontolina

Forumer storico
da http://www.finansol.it/?cat=4
Le pensioni ai tempi della crisi

Una delle conseguenze più dolorose portate dalla crisi finanziaria in atto è quella relativa al pesante andamento dei risultati dei fondi pensione; i giornali - in particolare quelli anglosassoni, ma non solo - negli ultimi mesi sono pieni di storie in proposito.
Dal gennaio alle prime settimane del dicembre 2008, come ci informa il Financial Times del 15 dicembre 2008, i fondi pensione a livello mondiale hanno perso più di 3.000 miliardi di euro, con la minaccia di ulteriori gravi perdite, in particolare per quanto riguarda quelli statunitensi ed inglesi, che sono quelli che hanno accumulato i problemi maggiori.
A proposito dell’isola britannica, il deficit dei fondi del paese era ormai pari a 155 miliardi di sterline alla fine di novembre sempre del 2008.

Come è noto, in media ben l’80% delle risorse dei fondi pensione a contribuzione definita- che riguardano 4 milioni di persone - è collocato in borsa. Molti tra tali fondi - dice Le Monde del 29 Novembre - presentano poi passività superiori come importo allo stesso capitale netto delle imprese di riferimento. Molte di tali imprese non hanno in questo momento né la volontà né i mezzi per incrementare i versamenti e ripianare i deficit (come sarebbe necessario) fiduciose anche che alla fine, se le cose andranno male, pagherà lo stato attraverso il “Pension Protection Fund”. Ma questo non è sempre vero sino in fondo.
Sempre in Gran Bretagna il recente fallimento della catena di grandi magazzini Woolworth ha messo in luce il fatto che migliaia di lavoratori (more…)
 

tontolina

Forumer storico
da
Granello di sabbia N°189

3) I fondi pensione nella crisi: PATAPUNF!




Ad essere sinceri, era un pò di tempo che eravamo curiosi di sapere
come la COVIP (anagramma di Commissione per la Vigilanza sui fondi
Pensione) avrebbe parlato della crisi, dopo che la stessa era passata
rapidamente dalla vigilanza ad una sfacciata propaganda della bontà
dei fondi, quasi fossero l'anticipo del paradiso in terra.
Abbiamo dovuto aspettare un bel pò, il 21 di novembre – ma la COVIP,
evidentemente pentita del ritardo, ha promesso a partire dal 2009 una
relazione ogni tre mesi.

Comunque, l'attacco della relazione COVIP ("La crisi del sistema
finanziario internazionale ha avuto evidenti ripercussioni sui
rendimenti dei fondi pensione italiani") è sommesso, quasi pentito; e
tale rimane per tutto il testo presentato. Nessun riflesso, comunque,
del tono entusiasta delle altre relazioni. Ma entriamo nel merito. In
primo luogo, ci ha fatto evidentemente piacere che anche lei si sia
accorta di un problema che noi avevamo segnalato fin dall'inizio: il
problema di chi, volente o nolente, deve andare in pensione in periodi come questo, quando la somma da incassare è inferiore al capitale che ognuno ha versato.
Andiamo avanti.

Nulla di nuovo nelle sei pagine di relazione, salvo quanto appena
accennato, e una conclusione impegnativa, quella di "creare un vero e
proprio portale della previdenza complementare" (qualcuno ci spiega
cosa avranno voluto dire con questa solenne affermazione?).
E ora, la parte che più ci ingolosisce, le tabelle. Pagina 1,2,3... e
finalmente l'ultima: "Fondi pensione e PIP. Rendimenti netti. Valori
medi per categoria di fondo/comparto".
Un Patapunf! Generale e clamoroso.
Non possiamo qui, per ovvi motivi di spazio, riportarla tutta; basti
dire che figurano voci come -23,6, -21,9, -12,4, e via perdendo (i
nostri soldi).
Un paio di veloci calcoli ci dicono che 1.000 euro investiti
all'1/1/2003 sono diventati 1.173,32 euro se investiti nel TFR
1.165,67 euro se investiti nei fondi negoziali,
1.095,73 euro se investiti nei fondi aperti.


E uno.
Finora siamo riusciti a capire che chi ha lasciato i soldi nel TFR ci
ha guadagnato di più.
È vero che sono dati approssimativi, perché i fondi sono messi tutti
insieme, con la sola distinzione del tipo più o meno rischioso (e
quindi più o meno redditizio), ma sono gli unici dati sicuri che la
COVIP ci ha dato finora. E noi vogliamo ragionare sui dati COVIP,
perché siamo sicuri che sono oggettivi.
Però qualcosina in più riusciamo a sapere: ad esempio, quanto hanno
reso i famosi 1000 euri del 1992 non per singolo fondo, ma per
raggruppamento di fondi; raggruppamento basato sul tipo di
investimenti, e quindi (in teoria) di rendimento ma, in pratica, sul
rischio.
Ecco allora questi dati:

Fondi negoziali Obbligazionario puro 1138,24
Obbligazionario misto 1156,41
Bilanciato 1187,82
Azionario 1128,06
Fondi aperti Obbligazionario puro 1127,89
Obbligazionario misto 1125,53
Bilanciato 1089,00
Azionario 1028,13


Ma così non è divertente. Chi è il primo e chi l'ultimo? E,
soprattutto, a che punto è il TFR?
Ecco allora la classifica, arricchita dei dati sul TFR:

Fondi negoziali Bilanciato 1187,82
TFR 1173,32
Fondi negoziali Obbligazionario misto 1156,41
Fondi negoziali Obbligazionario puro 1138,24
Fondi negoziali Azionario 1128,06
Fondi aperti Obbligazionari puri 1127,89
Fondi aperti Obbligazionari misti 1125,53
Fondi aperti Bilanciati 1089,00
Fondi aperti Azionari 1028,13



Oh, adesso finalmente ci possiamo ragionare.

La prima cosa che si vede è che il TFR si colloca ad un onorevole
secondo posto, ma non è al primo. Dimentichiamo però una cosa: come è
andato, dall'1/11/2008 ad ora, il fondo bilanciato? Se pensiamo che è
un fondo ricco di azioni, e ci ricordiamo che le azioni sono andate e
vanno giù alla velocità di una cometa (come si ricorda chi viveva
quando non c'era tanto smog e le comete si vedevano ancora), la
risposta è facile.

Secondo ragionamento, forse un pò più insolito.
Il range (che poi sarebbe molto più chiaro usare il termine
"differenza", ma così va il mondo ora) tra il primo e l'ultimo è di
euro 159.69; che, rapportato ai 1000 investiti inizialmente, sono il
6,26%.
E valeva proprio la spesa combinare tanto casino per avere dei
risultati che, tra il primo e l'ultimo, hanno una differenza del
6,26%?
A meno che – e qui sta l'inghippo, e qui torneremo, le motivazioni
vere non c'entrino niente con il rendimento dei fondi.

Ci sarebbe un ultimo ragionamento che vogliamo fare: le commissioni
che spettano ai gestori (banche, assicurazioni, SGR, e chi più ne ha
più ne metta).
Niente. Nisba. Zero. Non un numero.
Siamo costretti a lavorare di fantasia.
Al 31 ottobre 2008 gli iscritti ai veri fondi pensione erano 4.827.152
(unico dato COVIP). Supponiamo che, per le spese di gestione dei 1000
euri, ogni iscritto abbia dato, nel solo 2008, 2 euri a testa.
Risultato?
9.654.304 euri. Oltre 19 miliardi (19.000.000.000) delle vecchie lire
– e parliamo di mezzo caffè per un anno solo!

Che sia da queste parti il motivo vero della riforma delle pensioni?

ULTIMA ORA
Giusto prima di andare in macchina (si dice ancora così?) apprendiamo
che ora Confindustria vorrebbe affondare i denti nel TFR di
quest'anno. Se lo scordi! E si ricordi che esso non è a disposizione
delle aziende ma è salario accantonato dai lavoratori.

15 febbraio 2009

Umberto Bardella (Attac Torino)

GRANELLO DI SABBIA (n°189)
Bollettino elettronico quindicinale di ATTAC
Venerdì 20 febbraio 2009

______________________________

Vi preghiamo di diffondere il Granello nella maniera più ampia
possibile.
Numero di abbonati attuali: 7 867

Versione web: http://www.italia.attac.org/spip/spip.php?article2513

Archivio: http://www.italia.attac.org/spip/rubrique.php3?id_rubrique=3

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