Riforma pensioni (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Riforma pensioni: anche per Ciampi
Maurizio Blondet
22/01/2007
Il «miracolato» Carlo Azeglio CiampiApprendo dalla radio che la «riforma delle pensioni» varata da Dini nel ‘95 ha già ridotto le pensioni in essere a quella data, in termini reali, del 30 %.
Ma non basta.
La legge Dini prevede una «revisione dei parametri» decennale, che in pratica provoca un calo del 7 % ogni dieci anni.
La revisione è in ritardo, doveva essere fatta nel 2005; l’Europa preme, i pensionati se la godono… Dunque presto, prestissimo un altro taglio del 7 %.
Ma non basta.
Ci vuole una «profonda riforma», e dunque un altro taglio.
Perché gli italiani vivono troppo a lungo.

Anche Ciampi, francamente, vive troppo a lungo.
E risulta che già nel 1999, a 79 anni, godeva di tre pensioni: una INPS dall’81, pari a 8.222.150 lire mensili.
Una Bankitalia dal 1980, di 45 milioni e mezzo di lire mensili.
Una seconda pensione Bankitalia da 12 milioni e mezzo.
Al mese, 71 milioni e passa.
All'anno, 852 milioni e mezzo.
In più, nel ‘99, Ciampi godeva del principesco emolumento di capo di stato: un settennato d’oro, senza spese di casa, d’affitto e di auto.
Oggi, oltre alla pensione di ex-presidente, percepisce lo stipendio di senatore a vita più tutti i benefit della carica, autoblù eterna, voli gratis, omaggi e gratifiche.
Ed ora va per gli 87 anni.
Ma quando muore una buona volta Ciampi, che ci costa così tanto?
Visto che gli italiani con pensione sotto i mille euro dovranno subire il taglio di un altro 7 % da «revisione dei parametri» - dunque la loro pensione si ridurrà a 930 euro - perché non cominciare da Ciampi? Un taglio del 7 % non lo ridurrà in miseria, probabilmente ha messo da parte qualcosa nella sua lunga vita di grand commis, governatore di Bankitalia, presidente della repubblica e senatore non eletto da alcuno, e che per anni ed anni non ha dovuto pagare l’affitto né le rate della macchina. Inoltre, ha il privilegio - negato ai comuni cittadini - di cumulare più pensioni, e pensioni con redditi «di lavoro» (se così si può definire quello che fa Ciampi).



Anche il riformatore Dini dovrebbe dare il suo contributo.
Prendeva nel ‘99 (poi i dati sono diventati segreti) due pensioni, una INPS da 13 e passa milioni al mese, e una Bankitalia da quasi 37 milioni.
All’anno, 650 milioni e passa.
Oltre, si capisce, agli emolumenti e ai benefit di ex-ministro, di ex presidente del Consiglio, di parlamentare.

Giuliano Amato?
Nel ‘99, aveva una pensione del Tesoro da quasi 442 milioni l’anno.
Padoa Schioppa? Pensione da 600 milioni annui.
Rainer Masera riceve da quando aveva 44 anni una pensione di Bankitalia di 85 milioni l’anno.
Pur essendo giovanissimo, e occupato in carriere bancarie da miliardario (come direttore generale di San Paolo IMI, nel ‘98 prendeva un miliardo e trecento milioni).


E i parlamentari?
Non è solo che con una unica legislatura già hanno diritto a una pensione di 5 milioni mensili, e dopo sette un senatore ne prende 15.
E’ che se prima lavoravano come dipendenti ed hanno abbandonato il posto mettendosi in aspettativa, il loro ente di previdenza continua a pagargli i contributi (cioè li paghiamo noi contribuenti), e finirà per avere una seconda pensione gratis.


Non si osa pensare quanto prenderà di pensione - o già prende - un tipo come Cimoli, coi suoi 179 mila euro mensili di stipendio; e gli altri grand commis, e i consiglieri regionali, i direttori generali regionali, la folla dei dirigenti provinciali e comunali… a Milano, anche il presidente di un consiglio di zona già «ha diritto» a 2 mila euro mensili.



Sono i numerosissimi, avidi ladri che «vivono di politica», che fanno politica come mestiere, e a cui non basta mai arraffare, e per questo s’ingegnano a pelare i poveri d’Italia, gli undici milioni di poveri che ogni giorno di più s’impoveriscono.

Ecco perché i pensionati da mille euro devono pagare.
Per pagare lorsignori, altrimenti non ce la fanno.
Eppure, un taglio del 7 % a Ciampi dovrebbe far risparmiare allo Stato una settantina
di milioni annui, molto più di quanto si recupera pelando migliaia di pensionati minimi.
E l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge dovrebbe imporre a tutti i percettori di denaro pubblico (Ciampi, Amato, Masera il baby, Dini) gli stessi sacrifici della popolazione meno fortunata.
Ecco una bella battaglia da proporre ai sindacati, che adesso stanno cominciando a discutere «la riforma delle pensioni» con Prodi.
Scommettiamo che non la combatteranno?
Anche loro hanno il loro tornaconto.
Quella che chiamiamo democrazia è una grande associazione, a delinquere.

Maurizio Blondet

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1716&parametro=
 

tontolina

Forumer storico
capitale o rendita?

I nuovi fondi pensione: capitale o rendita?
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=151078

di Matteo Bardizza - lunedì 22 gennaio 2007, 07:00
Continua il nostro viaggio all’interno dell’universo della previdenza complementare, esaminando un altro aspetto peculiare, che forse più di tutti influenzerà la scelta se lasciare il Tfr in azienda o destinarlo alla previdenza complementare: le prestazioni. In generale parleremo di due tipologie di prestazioni: in capitale, corrisposta cioè in un’unica soluzione o rateizzata in maniera periodica ed in questo caso è definita rendita. È convinzione comune che le forme previdenziali integrative possano erogare esclusivamente una pensione complementare a quella erogata dal sistema previdenziale di base, ma è proprio così? Vediamo.

Il trattamento di fine rapporto

Il lavoratore che deciderà entro il 30 giugno 2007 di accantonare il proprio Tfr maturando in azienda (o presso il fondo gestito dall’Inps per le aziende con almeno 50 dipendenti) si vedrà liquidare, una tantum, in caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato una prestazione sottoforma di capitale, comunemente chiamata «liquidazione», disciplinata secondo l’articolo 2120 del Codice civile.

Tale trattamento si calcola sommando per ciascun anno di lavoro dipendente la quota annua maturata che si ottiene sommando tutte le retribuzioni mensili percepite da gennaio a dicembre (comprese le mensilità aggiuntive) e dividendo tale somma per un coefficiente annuo pari a 13,5.

Fondo pensione: capitale o rendita?

Per i lavoratori che invece decideranno di destinare il Tfr a una forma pensionistica complementare (le condizioni di erogazione delle prestazioni sono imposte dalla legge ed indistinte per tipologia di forma previdenziale integrativa) le prestazioni pensionistiche potranno essere erogate dal momento in cui si matureranno i requisiti di pensionamento previsti dal sistema previdenziale di base. La prestazione potrà essere percepita in forma di rendita (pensione complementare) o in capitale, nel rispetto dei limiti fissati dalla legge.

L’aderente che al momento del pensionamento scelga di percepire una prestazione in forma di rendita, si vedrà erogare per tutta la durata della vita, una pensione complementare pagata periodicamente proporzionale al capitale accumulato e all’età a quel momento raggiunta, determinata applicando al montante accumulato dei «coefficienti di conversione» che tengono conto dell’andamento demografico della popolazione italiana e sono differenziati per età e per sesso. Ma al contrario di quello che molti pensano, il fondo pensione può anche erogare prestazioni in forma di capitale, secondo ben precise condizioni imposte dalla legge. Infatti l’aderente, al momento del pensionamento, ha facoltà di richiedere la liquidazione della prestazione pensionistica sottoforma di capitale nel limite del 50% della posizione individuale maturata. Traducendo, si potrà percepire metà del capitale accumulato, nel corso degli anni lavorativi, in un’unica soluzione e la restante metà sottoforma di assegno mensile.

Ma la normativa prevede anche la possibilità di entrare in possesso di tutto il capitale accumulato nel caso in cui si verifichi una particolare condizione.

Nel caso in cui, al momento di richiesta della prestazione (ricordiamo che la prestazione può essere richiesta in qualsiasi momento da quando si maturano i requisiti di pensionamento previsti dal sistema previdenziale di base), l’importo che si ottiene convertendo in rendita vitalizia immediata annua il 70% della posizione individuale maturata risulti inferiore al 50% dell’assegno sociale (per il 2006 era pari a € 381,72 mensili, corrispondenti a 4.962,36 su base annua), l’aderente può optare per la liquidazione in capitale dell’intera posizione maturata.

Spieghiamo meglio con un esempio: ipotizzando un coefficiente di conversione in rendita vitalizia immediata all’età di 65 anni pari a 0,05779 (come da tabelle reperibili nel Regolamento o Statuto della forma previdenziale integrativa) e un montante accumulato di 60mila euro, si può vedere come risultando la conversione in rendita del 70% del maturato (pari a 2.427 euro = 60.000 euro x 70% x 0,05779) inferiore al 50% dell’assegno sociale (2.481 euro = 4.962,36 euro diviso 2) sia concessa la liquidazione dell’intera posizione sottoforma di capitale.

La normativa conferma anche la possibilità di richiedere la liquidazione dell’intera prestazione pensionistica complementare in capitale per gli aderenti a forme di previdenza complementare, iscritti alla previdenza obbligatoria prima del 29 aprile 1993 ed entro tale data iscritti a una forma pensionistica complementare purché già esistente alla data del 15 novembre 1992.

E in caso di decesso?

1) Ipotesi vecchio Tfr. Secondo l’articolo 2122 del Codice Civile, in caso di morte del lavoratore, il Tfr accantonato è corrisposto al coniuge, ai figli e, se vivevano a carico del prestatore di lavoro, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo grado. In mancanza delle persone indicate sopra, le indennità sono attribuite secondo le norme della successione legittima.

2) Ipotesi fondo pensione prima del pensionamento. In caso di decesso dell’aderente prima del pensionamento, il capitale accumulato può essere corrisposto, oltre che agli eredi, ad altri beneficiari designati dallo stesso, siano essi persone fisiche o giuridiche. In mancanza di tali soggetti, la posizione individuale resta acquisita al Fondo o devoluta a finalità sociali.

3) Ipotesi fondo pensione dopo il pensionamento. Ben diversa è la disciplina applicata al decesso dell’aderente durante la fase di erogazione della pensione complementare. L’iscritto al momento del pensionamento potrà scegliere tra diverse tipologie di rendita che garantiranno prestazioni complementari tanto più ridotte, tanto maggiore sarà il grado di tutela offerto ai familiari.

Infatti, solamente con la scelta di una rendita vitalizia reversibile (descritta in tabella) l’aderente è in grado di garantire, nell’eventualità di un suo decesso, la corresponsione della pensione complementare al beneficiario da lui designato. In caso contrario, il montante non ancora erogato sottoforma di rendita, rimarrà alla Compagnia di assicurazioni convenzionata con il fondo pensione per l’erogazione delle rendite.

Un’ulteriore tutela è stata introdotta dal decreto legislativo, n. 252/2005, consentendo ai Regolamenti e Statuti delle forme previdenziali integrative di prevedere, in caso di morte del titolare della prestazione pensionistica, la restituzione ai beneficiari dallo stesso indicati del montante residuo, cioè quello non ancora erogato come rendita all’aderente prima del decesso.

Importante. Sul sito www.ilgiornale.it sono disponibili alcuni esempi che mostrano quanto incide il costo sulla prestazione di rendita man mano che aumenta il grado di sicurezza verso gli eredi.
 

tontolina

Forumer storico
Cosa fare in caso di decesso
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=151251

di Matteo Bardizza - lunedì 22 gennaio 2007, 12:11

1) Ipotesi vecchio Tfr. Secondo l’articolo 2122 del Codice Civile, in caso di morte del lavoratore, il Tfr accantonato è corrisposto al coniuge, ai figli e, se vivevano a carico del prestatore di lavoro, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo grado. In mancanza delle persone indicate sopra, le indennità sono attribuite secondo le norme della successione legittima.

2) Ipotesi fondo pensione prima del pensionamento. In caso di decesso dell’aderente prima del pensionamento,il capitale accumulato può essere corrisposto, oltre che agli eredi, ad altri beneficiari designati dallo stesso, siano essi persone fisiche o giuridiche. In mancanza di tali soggetti, la posizione individuale resta acquisita al Fondo o devoluta a finalità sociali.

3) Ipotesi fondo pensione dopo il pensionamento. Ben diversa è la disciplina applicata al decesso dell’aderente durante la fase di erogazione della pensione complementare. L’iscritto al momento del pensionamento potrà scegliere tra diverse tipologie di rendita che garantiranno prestazioni complementari tanto più ridotte, tanto maggiore sarà il grado di tutela offerto ai familiari. Infatti, solamente con la scelta di una rendita vitalizia reversibile (descritta in tabella) l’aderente è in grado di garantire, nell’eventualità di un suo decesso, la corresponsione della pensione complementare al beneficiario da lui designato. In caso contrario, il montante non ancora erogato sottoforma di rendita, rimarrà alla Compagnia di assicurazioni convenzionata con il fondo pensione per l’erogazione delle rendite. Un’ulteriore tutela è stata introdotta dal decreto legislativo, n. 252/2005, consentendo ai Regolamenti e Statuti delle forme previdenziali integrative di prevedere,in caso di morte del titolare della prestazione pensionistica, la restituzione ai beneficiari dallo stesso indicati del montante residuo, cioè quello non ancora erogato come rendita all’aderente prima del decesso. Importante. Sul sito www.ilgiornale. it sono disponibili
 

lociaio

Nuovo forumer
tontolina ha scritto:
Riforma pensioni: anche per Ciampi
Maurizio Blondet
22/01/2007
Il «miracolato» Carlo Azeglio CiampiApprendo dalla radio che la «riforma delle pensioni» varata da Dini nel ‘95 ha già ridotto le pensioni in essere a quella data, in termini reali, del 30 %.
Ma non basta.
La legge Dini prevede una «revisione dei parametri» decennale, che in pratica provoca un calo del 7 % ogni dieci anni.
La revisione è in ritardo, doveva essere fatta nel 2005; l’Europa preme, i pensionati se la godono… Dunque presto, prestissimo un altro taglio del 7 %.
Ma non basta.
Ci vuole una «profonda riforma», e dunque un altro taglio.
Perché gli italiani vivono troppo a lungo.

Anche Ciampi, francamente, vive troppo a lungo.
E risulta che già nel 1999, a 79 anni, godeva di tre pensioni: una INPS dall’81, pari a 8.222.150 lire mensili.
Una Bankitalia dal 1980, di 45 milioni e mezzo di lire mensili.
Una seconda pensione Bankitalia da 12 milioni e mezzo.
Al mese, 71 milioni e passa.
All'anno, 852 milioni e mezzo.
In più, nel ‘99, Ciampi godeva del principesco emolumento di capo di stato: un settennato d’oro, senza spese di casa, d’affitto e di auto.
Oggi, oltre alla pensione di ex-presidente, percepisce lo stipendio di senatore a vita più tutti i benefit della carica, autoblù eterna, voli gratis, omaggi e gratifiche.
Ed ora va per gli 87 anni.
Ma quando muore una buona volta Ciampi, che ci costa così tanto?
Visto che gli italiani con pensione sotto i mille euro dovranno subire il taglio di un altro 7 % da «revisione dei parametri» - dunque la loro pensione si ridurrà a 930 euro - perché non cominciare da Ciampi? Un taglio del 7 % non lo ridurrà in miseria, probabilmente ha messo da parte qualcosa nella sua lunga vita di grand commis, governatore di Bankitalia, presidente della repubblica e senatore non eletto da alcuno, e che per anni ed anni non ha dovuto pagare l’affitto né le rate della macchina. Inoltre, ha il privilegio - negato ai comuni cittadini - di cumulare più pensioni, e pensioni con redditi «di lavoro» (se così si può definire quello che fa Ciampi).



Anche il riformatore Dini dovrebbe dare il suo contributo.
Prendeva nel ‘99 (poi i dati sono diventati segreti) due pensioni, una INPS da 13 e passa milioni al mese, e una Bankitalia da quasi 37 milioni.
All’anno, 650 milioni e passa.
Oltre, si capisce, agli emolumenti e ai benefit di ex-ministro, di ex presidente del Consiglio, di parlamentare.

Giuliano Amato?
Nel ‘99, aveva una pensione del Tesoro da quasi 442 milioni l’anno.
Padoa Schioppa? Pensione da 600 milioni annui.
Rainer Masera riceve da quando aveva 44 anni una pensione di Bankitalia di 85 milioni l’anno.
Pur essendo giovanissimo, e occupato in carriere bancarie da miliardario (come direttore generale di San Paolo IMI, nel ‘98 prendeva un miliardo e trecento milioni).


E i parlamentari?
Non è solo che con una unica legislatura già hanno diritto a una pensione di 5 milioni mensili, e dopo sette un senatore ne prende 15.
E’ che se prima lavoravano come dipendenti ed hanno abbandonato il posto mettendosi in aspettativa, il loro ente di previdenza continua a pagargli i contributi (cioè li paghiamo noi contribuenti), e finirà per avere una seconda pensione gratis.


Non si osa pensare quanto prenderà di pensione - o già prende - un tipo come Cimoli, coi suoi 179 mila euro mensili di stipendio; e gli altri grand commis, e i consiglieri regionali, i direttori generali regionali, la folla dei dirigenti provinciali e comunali… a Milano, anche il presidente di un consiglio di zona già «ha diritto» a 2 mila euro mensili.



Sono i numerosissimi, avidi ladri che «vivono di politica», che fanno politica come mestiere, e a cui non basta mai arraffare, e per questo s’ingegnano a pelare i poveri d’Italia, gli undici milioni di poveri che ogni giorno di più s’impoveriscono.

Ecco perché i pensionati da mille euro devono pagare.
Per pagare lorsignori, altrimenti non ce la fanno.
Eppure, un taglio del 7 % a Ciampi dovrebbe far risparmiare allo Stato una settantina
di milioni annui, molto più di quanto si recupera pelando migliaia di pensionati minimi.
E l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge dovrebbe imporre a tutti i percettori di denaro pubblico (Ciampi, Amato, Masera il baby, Dini) gli stessi sacrifici della popolazione meno fortunata.
Ecco una bella battaglia da proporre ai sindacati, che adesso stanno cominciando a discutere «la riforma delle pensioni» con Prodi.
Scommettiamo che non la combatteranno?
Anche loro hanno il loro tornaconto.
Quella che chiamiamo democrazia è una grande associazione, a delinquere.

Maurizio Blondet

http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1716&parametro=

No, non me li toccate, poveracci, con soli 400 milioni come farebbero a sbarcare il lunario. E hanno sempre servito l'Italia e cioè tutti noi. Trattiamola bene la servitù.
 

axlpado

Forumer attivo
bello il primo articolo!! fa veramente impressione e anche se la fonte non sarà autorevolissima non si fatica a crederlo :ciao:
 

tontolina

Forumer storico
SPECIALE FREGATURA

Per 11 milioni di dipendenti del settore privato è l'ora delle scelte. La partita del nuovo Tfr ha preso il via e si concluderà il 30 giugno 2007. I lavoratori del settore pubblico sono per ora esclusi e attendono un provvedimento ad hoc. Si aprono diverse possibilità di scelta in base all'assunzione. La guida interattiva che vi proponiamo consente di individuare il percorso desiderato cliccando sulle schede che si aprono in sequenza.

http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...b7-11db-9a68-00000e25108c&DocRulesView=Libero
 

banobano

Nuovo forumer
fino a qualke anno fa esistevano le br
oggi siamo tutti un po piu demotivati
oggi forse risanerebbero questa italiota da dei vekkiardi mangioni a tradimento della vera ugulglianza da pensionati
:V :V :V :V :V :V
 

slowdown

Forumer storico
Crediti agricoli, via libera consiglio Inps a cessione a banche
giovedì, 25 gennaio 2007 6.00


MILANO, 25 gennaio (Reuters) - Parere favorevole da parte del Cda Inps, riunito oggi in seduta straordinaria, in merito alla cessione dei crediti agricoli cartolarizzati, la cui proprietà verrà trasferita dal veicolo Scci a Deutsche Bank e Ubm.

Lo si legge in una nota dell'ente, che precisa come sul tema il consiglio si sia espresso all'unanimità "dopo una puntuale analisi della documentazione".

Per quanto concerne gli aspetti economico-finanziari - aggiunge il comunicato Inps - la cessione viene valutata come "congrua e conveniente per il bilancio patrimoniale dell'Istituto".

La delibera - conclude la nota - è stata inviata ai ministeri vigilanti (Economia e Lavoro) "per evidenziare l'opportunità di eventuali adeguamenti normativi" su "un equo rapporto tra contributi e prestazioni".

La cessione dei contributi agricoli è stata studiata dal ministero guidato da Paolo De Castro per superare l'impasse del virtuale blocco delle riscossioni causato negli ultimi due anni dalle aspettative di condono o moratoria.

Il prezzo corrisposto dalle banche per rilevare un portafoglio del valore nominale di poco inferiore ai 6 miliardi di euro varierà da poco più di 500 milioni e poco più del miliardo in funzione del numero di adesioni nel periodo di offerta.

Soddisfazione e apprezzamento per il passo odierno esprime Confagricoltura, che in una nota parla di "opera chiarificatrice del governo e in particolare del ministro De Castro".





....poi l'INPS - per centinaia di ragioni di simile origine - non riesce a pagare la pensione a coloro che i contributi versano e continueranno a versare...


ma il problema è solo di natura demografica... :lol: :lol: :lol: :lol:

:(
 

tontolina

Forumer storico
slowdown ha scritto:
Crediti agricoli, via libera consiglio Inps a cessione a banche
giovedì, 25 gennaio 2007 6.00


MILANO, 25 gennaio (Reuters) - Parere favorevole da parte del Cda Inps, riunito oggi in seduta straordinaria, in merito alla cessione dei crediti agricoli cartolarizzati, la cui proprietà verrà trasferita dal veicolo Scci a Deutsche Bank e Ubm.

Lo si legge in una nota dell'ente, che precisa come sul tema il consiglio si sia espresso all'unanimità "dopo una puntuale analisi della documentazione".

Per quanto concerne gli aspetti economico-finanziari - aggiunge il comunicato Inps - la cessione viene valutata come "congrua e conveniente per il bilancio patrimoniale dell'Istituto".

La delibera - conclude la nota - è stata inviata ai ministeri vigilanti (Economia e Lavoro) "per evidenziare l'opportunità di eventuali adeguamenti normativi" su "un equo rapporto tra contributi e prestazioni".

La cessione dei contributi agricoli è stata studiata dal ministero guidato da Paolo De Castro per superare l'impasse del virtuale blocco delle riscossioni causato negli ultimi due anni dalle aspettative di condono o moratoria.

Il prezzo corrisposto dalle banche per rilevare un portafoglio del valore nominale di poco inferiore ai 6 miliardi di euro varierà da poco più di 500 milioni e poco più del miliardo in funzione del numero di adesioni nel periodo di offerta.

Soddisfazione e apprezzamento per il passo odierno esprime Confagricoltura, che in una nota parla di "opera chiarificatrice del governo e in particolare del ministro De Castro".





....poi l'INPS - per centinaia di ragioni di simile origine - non riesce a pagare la pensione a coloro che i contributi versano e continueranno a versare...


ma il problema è solo di natura demografica... :lol: :lol: :lol: :lol:

:(
la riforma diventa necessaria perchè
il caro governo italiano
paga le pensioni sociali con i contributi versati dai lavoratori
invece dovrebbero gravare sulla tassazione generale

a questo aggiungi che ora pagano pure agli extracomunitari le pensioni minime naturalmente a carco dei contributi dei lavortatori

e NESSUNO riesce a porre freno a questo FURTO

già i pensionati percepiscono davvero poco ma sono DERUBATI dai vari governi che fanno beneficenza "pelosa" in quanto è a carico proprio dei meno abbienti


inoltre

Economia: Eurispes, poche risorse per spesa sociale

ROMA (MF-DJ)--L'Italia e' tra i paesi che destinano meno risorse alla spesa sociale spendendo nel periodo 2000-2006 un valore medio annuo pari al 25,18% del Pil. E' quanto sottolinea l'Eurispes nel Rapporto Italia 2007. Assumono un peso fortissimo le spese sanitarie e quella per gli anziani che corrispondono nel complesso al 19,8% del Pil e rappresentano poco meno del 75% della spesa sociale complessiva. Se a questo si aggiungono le politiche per la disabilita' e per i superstiti, si arriva ad un valore corrispondente al 23,9% del Pil che rappresenta oltre il 90% della spesa sociale. Il rimanente (meno del 10% della spesa totale) e' distribuito tra famiglia e infanzia (3,82% del totale pari allo 0,96% del Pil), disoccupazione (1,65% del totale pari allo 0,42% del Pil), abitazioni (0,06% del totale pari allo 0,01% del Pil) e altre forme di esclusione sociale (0,16% del totale pari allo 0,04% del Pil). red/ren (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. January 26, 2007 07:29 ET (12:29 GMT)

se spendono solo il 25.18% del pil... l'altro 75% cghi lo ruba? gli stipendi dei parlamentari e le loro pensioni
sono degli affamapopolo!
 

slowdown

Forumer storico
Cartolarizzazione Inps, stop recuperi da agricoltori fino luglio
giovedì, 6 aprile 2006 5.19

ROMA, 6 aprile (Reuters) - Il Consiglio dei ministri ha bloccato oggi fino al 31 luglio tutte le azioni di recupero anche forzoso legate ai crediti cartolarizzati vantati dall'Inps nei confronti degli agricoltori.
Lo si legge in un comunicato del ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, in cui si dice che la sospensione è da mettere in relazione ai lavori di una commissione, istituita oggi, che dovrà affrontare il problema del pagamento del debito da parte degli agricoltori.
Nella nota si legge che fino al "31 luglio sono sospesi tutti gli atti ingiuntivi e tutte le procedure di recupero messe in atto dalle società che gestiscono i crediti cartolarizzati. Ugualmente sono sospesi sino a tale data tutti gli adempimenti aggiuntivi imposti alle imprese agricole per ottenere l'emersione del sommerso e per contrastare il fenomeno delle dichiarazioni scorrette".
La commissione dovrà studiare una soluzione al problema del rimborso attraverso "una forma di sanatoria che, utilizzando lo strumento della rateizzazione o del condono una tantum, regoli definitivamente il rapporto delle imprese agricole con l'Inps per i pagamenti pregressi".
Dell'istituzione della commissione e della relativa sospensione delle riscossioni non viene fatta menzione nel comunicato di palazzo Chigi sui lavori del Consiglio di oggi.




..........e ancora....



Inps: C.Conti, peggiorata gestione finanziaria nel 2005

ROMA (MF-DJ)--E' peggiorata nel 2005 la gestione finanziaria dell'Inps. E'
il giudizio espresso dalla Corte dei Conti al termine di un approfondimento
sul bilancio dell'istituto. "Le valutazioni della Corte dei conti sulla
gestione finanziaria 2005 dell'Inps - si legge - mettono in luce dati
finanziari ed economici globali, coerenti con il giudizio gia' reso a
commento dei risultati del precedente esercizio 2004, relativamente al
ridimensionamento dei risultati positivi di quest'ultimo esercizio, dovuto
a fattori "congiunturali" e "strutturali" difficilmente ripetibili, quali
gli esiti delle cartolarizzazioni degli immobili Inpdai (2.114 mln). Ed
infatti i dati macro dell'esercizio 2005 evidenziano: quanto al profilo
finanziario un disavanzo finanziario di competenza di -431 mln a fronte di
un +3.912 mln del 2004; analogamente risulta ridimensionato l'avanzo
economico da 5.264 mln nel 2004 a 2.033 mln; ed infine, per effetto
dell'avanzo economico di 2.033 mln la situazione patrimoniale netta
migliora da 22.248 mln a 24.281 mln. com/ren (END) Dow Jones Newswires
Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. January 02, 2007 07:00 ET (12:00
GMT)



Inps: C.Conti, peggiorata gestione finanziaria nel 2005 -2-

Sono di particolare interesse, secondo la Corte dei Conti, i dati afferenti
alla gestione previdenziale in senso stretto: il valore delle contribuzioni
risultanti dal conto economico al netto della Gias (Gestione Interventi
Assistenziali e di Sostegno alle Gestioni Previdenziali) e' stato di 115
mld (112 mld nel 2004), a fronte delle prestazioni ammontanti a 125 mld
(120 mld nel 2004). Il differenziale contabile negativo e' stato coperto
con un trasferimento a carico dello Stato dei mancati gettiti contributivi,
dovuti a puntuali interventi legislativi a sostegno della produzione, pari
a 14 mld complessivi. Per l'effetto di tale ripianamento, il conto
economico dell'Ente chiude in attivo per circa 2 mld.

In tale contesto,merita evidenziare che le singole Gestioni previdenziali non presentano unandamento omogeneo.

Infatti, registrano un saldo positivo limitatamente

il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (al netto delle separate contabilita'),

il Fondo dei cosiddetti Parasubordinati

e quello delle cosiddette Prestazioni Temporanee.



Agli stessi si contrappone lo squilibrio strutturale delle

Gestioni dei Coltivatori diretti, mezzadri e coloni,
Artigiani, Commercianti, oltre alle contabilita' separate degli ex Fondi
sostitutivi, Trasporti, Elettrici, Telefonici ed ex Inpdai.

red/ren (END)
Dow Jones Newswires Copyright (c) 2007 MF-Dow Jones News Srl. January 02,
2007 08:15 ET (13:15 GMT)




....oltre a tutti gli altri ingiustificati prelievi assolutamente ingiustificati ( i CAAF sono tangentizzati dall'inps...per es... ma ce ne sono a centinaia di prelievi assolutamente ingiustificati ed ingiustificabili..)



...ecco perchè serve il tfr dei



Lavoratori Dipendenti (al netto delle separate contabilita'),

dei cosiddetti Parasubordinati

e quello delle cosiddette Prestazioni Temporanee.






:(
 

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