RESTA L’IRAN DA DEVASTARE. TRUMP non ha PROVVEDuto, ora ci pensa BIDEN (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Iraniani cercano di assalire petroliera inglese nel Golfo. Si passa alla guerra guerreggiata?



Come riportato dalla CNN cinque barchini delle Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno tentato di a bordate una petroliera inglese nel Golfo Persico, la “British Heritage”.
La notizia è stata riportata da due ufficiali USA e la marina americana avrebbe anche un video del fatto, non ancora diffuso. A quanto riferito i 5 barchini avrebbero avvicinato la petroliera ed intimato di fermarsi ed avvicinarsi alle coste iraniane dello stretto di Hormuz.
A quel punto sarebbe intervenuta la fregata inglese “Montrose” che avrebbe puntato i propri cannoni ed intimato ai barchini di allontanarsi.



L’azione è, chiaramente, la risposta al sequestro, la scorsa settimana, di una petroliera iraniana diretta in Siria al largo di Gibilterra. Dopo questo atto il presidente iraniano Rouhani aveva affermato che “Chi Sibilla l’insicurezza in mare ne paga le conseguenze”. Le Guardie Rivoluzionarie avevano quindi minacciato direttamente di sequestrare ogni nave inglese nel Golfo.

Gli USA stanno cercando di costruire una coalizione internazionale per garantire la sicurezza di transito nell’area con un sistema di scorte che copra le navi battenti la medesima bandiera, il tutto sotto controllo e con coordinamento USA. Un servizio sicuramente utile, ma che non sarebbe in grado di garantire una sicurezza assoluta in un’area spaziale te molto ristretta, soprattutto se gli iraniani utilizzassero armi di carattere più avanzato.

Teheran ha nel proprio arsenale numerosi missili anti nave, dai Noor, con gittata di 170 km e venduti anche alla Siria, ai Qader, con gittata di oltre 200 km ed utilizzabile anche contro installazioni costiere. Lo stretto di Hormuz è largo poche decine di km per cui questi missili, i cui lanciatori sono altamente mobili, possono essere nascosti nell’entroterra.



Inutile evidenziare che il loro utilizzo creerebbe un’insidia difficilmente risolvibile senza un intervento militare diretto ed intenso.
 

tontolina

Forumer storico
ecco com'è lo stato dell'arte:

UK ferma nello stretto di Gibilterra una nave irania e la sequestra [per richiesta degli USA]

per ritorsione l'Iran ferma due petroliere UK nello stretto di hormuz e le sequestra

allora UK si offende per il grave torto subito; come si permettono questi di reagire e che fanno? chiedono l'intervento dell'Europa.[che centra l'Europa? lo chieda agli Usa che hanno già schierato mezzo esercito contro l'Iran]


da Iran, Londra lancia missione Ue per proteggere navi nello stretto di Hormuz - Medio Oriente
La Gran Bretagna lancia una missione a guida Ue per proteggere le navi che attraversano lo Stretto di Hormuz. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt parlando alla Camera dei Comuni della crisi con l'Iran dopo che la petroliera britannica Stena Impero è stata sequestrata dai Pasdaran.
Hunt ha anche ribadito di non volere uno scontro con Teheran pure definendo il blocco della nave come un "atto di pirateria di stato".

Quella di Hunt è in effetti per ora solo una proposta, in attesa che la missione venga definita con Bruxelles. "Cercheremo di mettere in piedi una missione marittima diretta dagli europei per garantire il passaggio sicuro di navi cargo ed equipaggi in una regione vitale" come quella del Golfo, ha detto il ministro degli Esteri conservatore rispondendo alle interrogazioni della Camera dei Comuni sulla vicenda della 'guerra delle petroliere' con Teheran.
Hunt ha poi ribadito che il Regno Unito "lo scontro con Teheran". Ma nel botta e risposta con l'opposizione laburista ha pure sottolineato che "non vi saranno compromessi" sul diritto alla "libertà di navigazione".
Rispondendo invece alle sollecitazioni della destra Tory, il ministro ha ammesso che "la Royal Navy è diventata troppo piccola" per assicurare la protezione di tutto il commercio navale britannico nella aree sensibili. E si è detto a favore di "un incremento delle spese" per la Difesa, in particolare in favore della Marina militare.
 

tontolina

Forumer storico
22 luglio 2019
Iran, quelle guerre segrete dietro il sequestro della petroliera
I
sequestro di una petroliera britannica da parte dell’Iran ha rilanciato le tensioni del Golfo Persico, chiudendo spiragli. Quella di Teheran appare una risposta al prolungamento del sequestro della petroliera iraniana da parte di Gibilterra, avvenuto solo alcune ore prima.
Un botta e risposta che ingarbuglia tutto.
Avevamo accennato al fatto che la decisione della Corte Suprema di Gibilterra è stata un colpo di mano contro le autorità britanniche, che avevano aperto al dissequestro della nave (Piccolenote).

L’Iran e la Brexit
Sembra che in Gran Bretagna si stia combattendo una guerra sotterranea che si intreccia con uno scontro di potere interno: a giorni il premier Theresa May lascerà a un successore ancora ignoto, che dovrà guidare la nazione fuori dalle secche in cui si è arenata la controversia sulla Brexit. Così Brexit e crisi del Golfo sono cose che si rimandano.

Peraltro sia il destino della Brexit che l’intrupparsi di Londra nella crociata anti-iraniana vedono le indebite ingerenze dei neocon, come dimostra l’attivismo in tal senso di John Bolton, il quale ha affermato più volte il suo favore per una “hard Brexit”- e contro un accordo con la Ue – e salutato con entusiasmo il sequestro della petroliera iraniana a Gibilterra.

Quest’ultimo fervore ha allarmato Teheran, che paventa il ritorno di quell’asse angloamericano che, con George W. Bush e Tony Blair, diede il via alla guerra in Iraq.
Non solo, la variante Gibilterra mira a spezzare l’isolamento Usa nella crociata anti Teheran, minando la linea moderata della Ue che l’aveva allontanata da Washington.

La petroliera e l’occupazione dell’ambasciata Usa
Peraltro ciò accade mentre l’assertività Usa appariva in declino, dato il freno opposto da Trump a Bolton. Da questo punto di vista, Londra può diventare la mosca cocchiera di un intervento Usa, trascinando così sia Washington sia Bruxelles in una guerra che nessuno vuole.
Ma per capire come evolverà la situazione forse dovremo attendere il successore della May, che erediterà questa grana.

La situazione inglese, peraltro, ricorda, mutatis mutandis, quanto avvenne nelle presidenziali Usa al tempo del duello Carter-Reagan, quando la corsa alla Casa Bianca fu inquinata dall’occupazione dell’ambasciata americana a Teheran. A sequestrare la sede diplomatica furono i falchi iraniani. Interessante a tal proposito notare che due giorni fa l’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che partecipò all’occupazione, è tornato a parlare dopo lungo silenzio, dicendosi pronto al dialogo con gli Usa (il suo, ovviamente).

Riad tra guerra e distensione
Situazione più che complessa, dunque, nella quale occorre barcamenarsi con “saggezza e lungimiranza”, come da parole del ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif, esponente di punta dei moderati. Peraltro, a tale proposito, sono tanti gli inviti alla calma, sia dall’Europa, sia dal Golfo sia dall’Asia (anche il premier giapponese Shinzo Abe si era già proposto come mediatore).
In apparente controtendenza i sauditi, che hanno rilanciato la necessità di un asse contro Teheran. Eppure resta quanto accennato in altra nota, nella quale si registrava che anche a Riad inizia a farsi spazio l’idea di un appeasement col rivale regionale.
Cenno confermato da quanto avvenuto ieri: i sauditi hanno lasciato ripartire una petroliera iraniana ferma da maggio nel porto di Jeddah per riparazioni. Le autorità iraniane hanno ringraziato Riad per il gesto…

Condanne e contrabbando
In questa temperie, va segnalato un altro tassello di questo complicato puzzle. Il 14 luglio aveva suscitato clamore il sequestro di un’altra petroliera da parte dell’Iran, che secondo Teheran trasportava greggio di contrabbando.
Nonostante le usuali proteste dell’Occidente, nessuno aveva reclamato la nave, né ne era nota la nazionalità. Si apprende oggi che la petroliera batte bandiera panamense, si chiama MT Riah ed è ancora sotto sequestro.

Le autorità navali di Panama hanno revocato alla nave paternità e bandiera, condannando “fermamente l’uso di navi battenti bandiera panamense per attività illecite“.
Insomma, Teheran aveva tutte le ragioni per sequestrare la nave e le condanne di allora oggi suonano affatto strumentali.

Guerre di petroliere
Così torniamo all’inizio di questa storia e alla guerra delle petroliere tra Teheran e Londra. E proviamo a dare una spiegazione di fantasia (e più banale).
Dopo aver insistito con Londra affinché rilasciasse la petroliera sequestrata a Gibilterra, l’Iran decide di agire e sequestra una nave battente bandiera panamense, ma in realtà britannica, che trasporta greggio di contrabbando.
Un’azione trasversale, che mira a forzare la mano ma senza sfide dirette, per evitare tensioni. Le autorità britanniche capiscono la lezione e chiedono a Gibilterra di liberare la nave di Teheran. Inutilmente, date anche le tante interferenze e variabili suddette.
Così Teheran decide di rilanciare, sequestrando stavolta una nave britannica. Per un pugno di petrolio, si rischia una guerra.


Piccole Note -Iran, quelle guerre segrete dietro il sequestro della petroliera
 

tontolina

Forumer storico
ATTACCO AEREO A BASE IRACHENA (con forze USA). CHE SIA STATO ISRAELE?


In una settimana ci sono stati due attacchi a basi aeree sciite in Iraq Dopo un attacco ad una base vicino alla Green Zone di Baghdad, ieri c’è stato un secondo attacco, questa volta nella regione settentrionale di Salah Ad Din. La base in questione è quella di Balad che ospita soldati e contractor americani e perfino degli F-16.

Il raid ha colpito un deposito di armi delle milizie sciite in territorio iracheno ed ha causato esplosioni visibili a grande distanza.

#Baghdad weapons depot blast #Iraq pic.twitter.com/TzsRlCr1al

— Steven nabil (@thestevennabil) August 12, 2019

Ovviamente dopo il raid il presidente iracheno Abdul-Mahdi ha chiuso lo spazio aereo iracheno ordinando che qualsiasi volo, civile, militare e di ricognizione debba essere precedentemente autorizzato dal ministero della difesa. In Iraq la colpa è stata subito imputata ad Israele, ed è probabile che, se fosse così a colpire siano stati gli F 35 con la stella di David, già operativi ed in grado di non essere intercettati dai missili SAM. Del resto lo stesso Netanyahu ha affermato recentemente che “L’Iran non può ottenere immunità in nessun luogo”, per cui è molto probabile che sia andata veramente così. In questo caso quello che stupisce non è tanto il fatto di aver colpito una base in Iraq, paese sovrano, ma il fatto di aver colpito in modo così ravvicinato ad una base con mezzi e uomini a stelle e strisce e di aver rischiato di mettere a rischio le relazioni e le operazioni dell’alleato Trump. Vedremo se questo porterà a qualche ritorsione sulle relazioni fra Washington e Gerusalemme.
 

tontolina

Forumer storico
secondo Dinucci gli Usa stanno bombardando le "presunte" basi dell'ISIS in Iran ed in Siria

se è vero
rimpingeremo Trump
 

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