Euro/Dollaro USA Report di Analisi Fondamentale (1 Viewer)

pietrotrader

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Ciao a tutti!

Vi allego un report di analisi fondamentale forex per la settimana dal 20 al 24 Luglio per il cambio EUR/USD:

La situazione resta ancora molto incerta e potrebbe giustificare l’interruzione del trend positivo avviato dai mercati azionari dallo scorso marzo: il Fondo monetario stesso ha sì affermato che siamo in una fase di uscita dalla recessione, ma ha aggiunto che la stabilizzazione non sarà uniforme, la ripresa sarà lenta e le politiche governative dovranno continuare a dare sostegno all’economia.
Il nervosismo degli operatori è palpabile: la possibilità che il governo statunitense abbia allo studio una nuova manovra di sostegno all’economia, ventilata nei giorni scorsi, ha rafforzato l’impressione che la ripresa sia ancora lontana e che comunque sia estremamente fragile e non ha certamente sostenuto i listini azionari.
L’idea che la ripresa possa allontanarsi nel tempo ed assumere un passo più lento di quanto ipotizzato fino a qualche settimana fa è rispecchiata anche dall’andamento delle quotazioni delle materie prime che nelle scorse sedute hanno rintracciato dai massimi delle settimane precedenti.
La pausa dei mercati nel prezzare una ripresa non sembra tuttavia essere accompagnata da maggiori preoccupazioni sullo stato generale del sistema, facendo pensare più ad una pausa di riflessione che non ad una vera e propria inversione di tendenza: gli indicatori sul credito, infatti, pur trovandosi su livelli superiori rispetto ai minimi dei mesi scorsi, si mantengono entro il range laterale impostato fino dallo scorso aprile.
Riguardo alle Banche centrali, non vi sono novità da segnalare, se non la delusione del mercato davanti al rinvio, da parte della Banca d’Inghilterra, dell’eventuale ampliamento del piano di acquisto di asset sul mercato secondario rispetto agli attuali 125 miliardi di sterline.
La Banca centrale europea ha avviato il piano di acquisto di 60 miliardi di covered bond, da attuarsi sia sul mercato primario che sul secondario, e mantiene ferma la politica dei tassi ufficiali; con le operazioni di finanziamento alle tesorerie, tuttavia, sta informalmente seguendo una politica molto vicina a quella dei “tassi zero” che sembra piacere così poco al Presidente Trichet, almeno per quanto riguarda il livello dei tassi ufficiali: i tassi di mercato si collocano infatti ben al di sotto dell’1,0% del tasso repo, che normalmente ha la funzione di “tasso di riferimento”. La prossima settimana verranno pubblicate le minute della Federal Reserve relative all’incontro che si è tenuto il 24 giugno scorso; vi è in calendario anche l’incontro della Banca del Giappone: il consenso di mercato si attende la conferma dell’attuale tasso target allo 0,10%.
In settimana è proseguito il lento calo dei tassi interbancari, reso inevitabile dall’elevata liquidità immessa nel sistema dalla Banca centrale europea che, come già accennato, rende tasso di riferimento non tanto la repo Bce, come avviene quando il sistema opera condizioni “normali”, quanto il tasso di remunerazione del deposito presso l’Istituto centrale, attualmente allo 0,25%.
L’ipotesi di una invariabilità delle politiche monetarie, che resteranno ancora a lungo estremamente accomodanti, unita ad un maggior pessimismo riguardo alla ripresa, hanno spinto nuovamente al ribasso i rendimenti sui titoli di Stato, dopo la risalita dello scorso giugno dovuta in primo luogo alle speranze sull’economia accese dal dato sulla disoccupazione statunitense.
Sul mercato dei cambi, nelle sedute più recenti i principali movimenti hanno riguardato lo yen, rafforzato nei confronti delle principali divise dalla debolezza degli indici azionari, e l’interruzione del trend rialzista dell’euro nei confronti del dollaro.
Il cross si è infatti portato sui minimi di periodo mantenendosi all’interno di una fascia laterale compresa tra 1,3750 punti e 1,42 punti, inferiori al livello di massimo toccato nelle scorse settimane e pari a 1,4350 punti. Il fatto che finora il cambio non sia riuscito a superare tale area tende ad indebolire il quadro rialzista di medio periodo impostato dall’euro nei mesi scorsi, per confermare il quale è necessario che nei prossimi giorni il cambio non buchi al ribasso i supporti in area 1,3750 e superi con convinzione l’1,4350.
La debolezza degli indici azionari ha rinvigorito lo yen, che contro l’euro si è portato ripetutamente in prossimità dei minimi dello scorso marzo posti poco sotto l’area dei 127 punti, segnando al contempo massimi decrescenti: una rottura di tali supporti potrebbe far scivolare il cambio fino all’area 122 / 122,50 punti. La fase favorevole dello yen si conferma anche nei confronti del dollaro,contro cui ha già segnato minimi inferiori rispetto a quelli dello scorso marzo (93,70 punti) arrivando a scambiare sotto i 92 punti. Mediamente stabile la sterlina, tra 1,60 e 1,65 punti contro il dollaro e vicina ai minimi di periodo in area 0,85 / 0,87 contro euro: conferma quindi il recupero avvenuto nel corso del 2009 dopo che aveva concluso l’anno precedente con un forte deprezzamento che l’aveva portata rispettivamente a 0,98 contro euro e 1,35 contro dollaro.

In bocca al lupo! ;)
 

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