Report del 17/12 : Il valore di un miracolo (1 Viewer)

reportdiborsa

Forumer attivo
Buonasera,

oggi riprendiamo il tema della fiducia dei risparmiatori, perchè ormai riteniamo che esso sia divenuto di primaria importanza per mondo finanziario.

In Italia, come in Europa e negli Stati Uniti gli scandali finanziari stanno davvero rischiando di minare le sorti dell'intero sistema economico ed è particolarmente in Italia che il problema è maggiormente sentito, perchè è proprio qui che le ferite sono le più fresche e la pressochè totale indifferenza delle autorità di controllo a richieste sempre più pressanti di trasparenza, vigilanza ed efficienza vengono puntualmente disattese.

In particolare ci riferiamo alla visione che ha Banca d'Italia di questo problema, perchè dal suo ultimo rapporto mensile risulta chiaro che non considera come preoccupante i pericoli derivanti da un peggioramento dei rapporti di fiducia tra risparmiatori e mondo finanziario, anzi, ribadisce che reputa l'Italia una sorta di paradiso felice rispetto al resto del mondo, motivando tale visione con il dato statistico riguardante i default conclamati; questi nel 2002 sono stati 34 in tutta l'Europa, ma in Italia vi è stato solo quello legato alla Cirio.

Per carità, non obiettiamo sull'esattezza di questo dato statistico, ma altresì anteponiamo a questo soltanto un paio di riflessioni:
1. in altri Paesi europei vi sono dei vari mezzi che può adoperare un'azienda per autofinanziarsi, mentre in Italia questi si riducono o all'emissione di obbligazioni o ad accordi con le banche, con la seconda possibilità notevolmente predominante sulla prima. Tutto questo determina certo una maggiore possibilità da parte delle società straniere di essere protagonisti di insolvenza, proprio perchè il numero complessivo dei prestiti privati è notevolmente maggiore che in Italia.
2. Proiettandoci verso un Mercato comune europeo sarà sempre più difficile porre vincoli e divieti per evitare di fare circolare in Italia obbligazioni estere e quindi, a nostro avviso, sbaglia Banca d'Italia a non porsi il problema della vigilanza e della trasparenza oggi; poichè non risolvere nel nostro piccolo questo problema e non venire così incontro alle esigenze dei risparmiatori, significherà un domani ingigantire un problema già nostro attraverso l'incremento degli investimenti obbligazionari accessibili al singolo risparmiatore.

A non porsi come urgente e primario questo problema poi si finisce con il ritrovarselo in casa, come nel caso Cirio, dove le emissioni obbligazionarie sono provenute dal Lussemburgo e dovevano essere destinate agli investitori istituzionali e potevano anche essere sprovviste di prospetto informativo per il sottoscrittore. Da quanto emerso fino ad ora, si indaga proprio sul passaggio successivo, cioè si pensa che solo alcune istituzioni, tra cui banche, abbiano sottoscritto parte di tali obbligazioni, mentre molte altre hanno rifiutato di farlo ed è dalle prime che si è sviluppato il "cancro finanziario", perchè particolarmente esposte su Cirio e con ancora minori garanzie per il rifiuto di credito da parte delle seconde, hanno pensato bene di dividersi l'onere delle obbligazioni Cirio andandole a proporre come investimenti ai loro clienti.

Certo, qualcuno a questo punto può anche sollevare l'interrogativo se possa mai esistere un istituto di vigilanza capace di potere controllare in tempi rapidi e con efficacia lo stato finanziario di tutte le società del Mercato e la correttezza delle proposte di investimento reperibili sul nostro sistema economico; ma noi ribadiamo molto pacatamente che adesso il problema risiede esclusivamente in una mancanza di sensibilità da parte degli attuali organi di vigilanza, che non sentono come preminente tale questione.

Possiamo anche andare oltre e guardare più lontano rispetto alla semplice percezione del problema e allora, tanto per precisare meglio che l'inseguire la trasparenza nel mondo finanziario non equivale a combattere contro i "mulini a vento", possiamo anche citare la soluzione che sta tentando di perseguire l'Inghilterra.

Come già precisato sopra, il Mercato inglese è maggiormente più esposto rispetto al nostro perchè è molto più ampio il numero di strumenti con cui una società può richiedere dei prestiti privati; eppure, proprio in questi anni si è dapprima avvertito come primario il problema della trasparenza e poi si è optato per una sua risoluzione attraverso una profonda riforma degli istituti di vigilanza. Si è deciso di creare un unico organo vigilante rispetto ai dieci preesistenti e con una riforma graduale che è iniziata nel 2001 e che finirà nel 2005, si cercherà di mettere sotto il suo controllo ogni proposta di investimento che le società proporranno ai singoli privati.

Tale società è la "Financial Services Authority" e sarà suddivisa in tre macrosezioni, di cui una interamente dedicata al "retail", che avrà il compito di conoscere in anticipo tutte le offerte che verranno presentate sul Mercato e verificarne la correttezza nonchè l'attuazione secondo legge e dovute garanzie. Malgrado la riforma delle authorities inglesi sia in corso d'opera, il suo impatto positivo è stato notevole, soprattutto nel corso degli ultimi due anni, quando si sono incrementate le multe emesse nei confronti di società poco rispettose delle regole; inoltre, i ritardi nell'individuare e punire i reati sono passati dalla media di due o tre anni a cinque o sei mesi. Senza dubbio un miglioramento davvero notevole.

Oltre a questa opera di controllo, la FSA si è operata anche per informare tutti, soprattutto i piccoli risparmiatori, sui rischi generali del Mercato e sui rischi specifici legati ai singoli strumenti di investimento. Per fare ciò ha reso ancora più restrittive le informazioni da rilasciare sui prospetti informativi che devono accompagnare la proposizione degli investimenti e rende pubblica, aggiornandola periodicamente, la lista delle società colpevoli di infrazioni ai regolamenti e la lista di quelle società finite sotto indagine.

Ed in ambito europeo? Se si deve andare verso un Mercato unico sempre più integrato il problema potrebbe essere risolto anche in maniera definitiva dall'Unione Europea, evitando così soluzioni di comodo, perchè destinate ad essere temporanee, prodotte dalle singoli autorità nazionali. Purtroppo, oggi il progetto dell'Eurocob giace nei cassetti di Bruxelles già da molto tempo, nè si prospetta un suo riproporsi in tempi brevi, visto che ancora prima di stabilire doveri, compiti e poteri di questo organismo è scoppiata la diatriba su quale città europea dovrà ospitarlo, con il solito riemergere degli orgogli nazionali.

A questo punto riteniamo di avere sufficientemente motivato il nostro dissenso alla visione di Banca d'Italia e ci viene spontaneo asserire che forse non siamo noi "l'isola felice" della trasparenza e della correttezza, ma che comunque la si veda, il non porsi tale problema come primario ed ineludibile è certamente un errore. Magari con più umiltà e meno soverchieria riusciremo a produrre un "miracolo" simile a quello inglese e quindi tutti ne potremmo scoprire il reale valore.
 

fo64

Forumer storico
reportdiborsa ha scritto:
Buonasera,
...
In Italia, come in Europa e negli Stati Uniti gli scandali finanziari stanno davvero rischiando di minare le sorti dell'intero sistema economico ed è particolarmente in Italia che il problema è maggiormente sentito, perchè è proprio qui che le ferite sono le più fresche e la pressochè totale indifferenza delle autorità di controllo a richieste sempre più pressanti di trasparenza, vigilanza ed efficienza vengono puntualmente disattese.
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Ottimo post :)

Fo64
 

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