La filosofia istituzionale della riforma è riassumibile in : NON DISTURBATE IL MANOVRATORE. Con la riforma a regime assisteremo allo spostamento di ogni potere nelle mani di un organo privato, il segretario del partito politico di maggioranza relativa. Nelle mani dell’oligarca di turno sarà concentrato il potere esecutivo, il potere legislativo, buona parte del potere giudiziario, il controllo di esercito e forze dell’ordine e servizi segreti, l’imperio sui mezzi di comunicazione di stato e sulle autonomie locali rimaste, che saranno comunque in tutto dipendenti dall’esecutivo.
Ovviamente questa persona non sarà eletta dai cittadini. Ciò è semplicemente intollerabile.
La riforma porterà il risparmio tanto promesso?
Pochi spiccioli per le provincie, ancor meno per il senato. Si parla di neppure due euro all’anno per ogni italiano. In compenso sarà nettamente avvertibile il tracollo della partecipazione democratica. Di 5 appuntamenti elettorali ne resteranno solo 3, e il premier continuerà a non essere eletto dal popolo…
Le regioni, virtuose o no, saranno sotto il tallone dello Stato centrale e ogni autonomia cesserà nei fatti.
Italicum e riforma sono legati a doppio filo. Questa legge elettorale è studiata per trasformare la maggioranza in minoranza e viceversa. Se un partito raggiunge il 40% dei suffragi, le persone che NON hanno votato per quel partito sono la maggioranza, e cioè il 60%. Pur tuttavia diventano minoranza in parlamento e questo è un attentato alla democrazia. Peggio ancora se si facessero i calcoli sul ballottaggio. Gli italiani sarebbero costretti a scegliere tra due minoranze, non votate che da pochi, e una di esse, col 20% dei voti, diventerebbe il partito egemone col 55% dei seggi. Mi pare semplicemente da quarto modo.
Tratto da conferenza dell'avv pillon.