Recessione 2008 (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
da http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=1046

Banziger (Deutsche Bank): «La fine della crisi è lontana» - 31/03/2009
La fine della crisi finanziaria e del credito è «lontana»
e servono nuove regole per restituire fiducia agli investitori...


La fine della crisi finanziaria e del credito è «lontana» e servono nuove regole per restituire

fiducia agli investitori. È l'opinione di Hugo Banziger, dirigente di Deutsche Bank che,
intervistato da Bloomberg, ha spiegato come l'industria finanziaria oggi abbia l'opportunità di

costruire un sistema stabile, che sia dotato di capitali sicuri e sia in grado di incoraggiare gli

investitori a restituire il flusso di denaro che oggi manca al mercato.
La riflessione di Banziger muove dall'analisi degli spread sul credito, che oggi sono più alti

rispetto a prima del crack di Lehman Brothers: un segnale che la crisi è lontana dalla sua fine.

Il costo della protezione dei corporate bonds aziendali in Europa, inoltre, è in crescita, il che

indica un deterioramento nella qualità del credito stesso.
Parlando della propria banca, invece, il dirigente ha spiegato come una delle sue «principali

priorità» sia quella di «assicurare che chi ha perso denaro lo riceverà indietro». Grazie

alla buona patrimonializzazione (l'indice Tier 1 capital è stato centrato rispetto agli obiettivi

del board dell'istituto) - prosegue Banziger - Deutsche Bank sarà in grado proteggere i propri

azionisti.
Fino ad ora, la banca ha potuto evitare il ricorso ad un aiuto statale, nonostante a febbraio

abbia registrato la sua prima perdita annuale in 50 anni di attività.

Complessivamente, la crisi finanziaria ha fatto registrare in tutto il mondo perdite per 1.300 miliardi

di dollari che, conclude Banziger, potrebbero raggiungere nel prossimo futuro i 3 mila miliardi.
 

tontolina

Forumer storico
da http://www.longshortinvest.com/4576.html

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I corsi delle azioni sono il risultato di domanda ed offerta ma spesso ci si dimentica che questo processo é basato sul valore fondamentale che ogni investitore attribuisce alla società di cui tratta le azioni. Ci sono molti modi per determinare il valore di un'azienda ma tutti dipendono dal patrimonio e dagli utili, presenti e futuri.
Questa valutazione, che in tempi normali é già un processo difficile, é diventata ora un'avventura dal risultato incerto. Nessuno sembra in grado di valutare la situazione patrimoniale delle imprese (specialmente nel settore finanziario) o stimare l'impatto della recessione sugli utili. Gli sconvolgimenti dell'ultimo anno hanno reso questo lavoro improbo.

Le stime ufficiali per gli utili 2009 delle più grandi società americane comprese nell'indice S&P500 sono a fine aprile scese a circa 30 USD. Se anche crediamo a questa stima dobbiamo poi scegliere un rapporto prezzo utili (P/E) con il quale capitalizzare questo valore per sapere quanto „vale“ l'indice.
Dobbiamo prendere un P/E di 10, rapporto che nel passato é stato raggiunto al termine di un bear market? O dobbiamo prendere il valore di lungo periodo che corrisponde circa a 15? O dobbiamo partire dal reddito delle obbligazioni del Tesoro USA a 10 anni (2.8%) aggiungendo un premio rischio (diciamo 3%) arrivando quindi ad un P/E di 17.2?
Difficile da dire ma se accettiamo i 30 USD per buoni e li capitalizziamo con un generoso P/E di 16 arriviamo ad un valore corretto per l'S&P500 di 480 punti. I 666 punti di minimo sull'S&P500 raggiunti il 6 di marzo sembrano ancora troppi senza parlare degli 875 toccati ad aprile durante il bear market rally in corso.
Ma forse prendere i valori attuali degli utili delle aziende é sbagliato come consiglia il nostro collega Giuseppe Bertoncello (leggete a questo proposito il suo ottimo post dal titolo „Rendimenti azionari attesi: come stimarli“). Bisogna quindi, come consigli lui, utilizzare P/E normalizzati e stime decennali degli utili per smussare i picchi inveritieri che non rispecchiano la vera situazione di un'impresa?

Mah, la verità é che non sappiamo con un minimo di sicurezza se gli indici azionari sono attualmente sottovalutati o sopravvalutati poiché i fattori di incertezza sono talmente tanti che raccapezzarsi é impossibile. Non bisogna poi dimenticare che molti investitori agiscono su impulsi psicologici senza fare grandi calcoli di value. Un'azione che cade da 80 CHF a 10 CHF invoglia il compratore (che la ritiene a buon prezzo) e spaventa il venditore (che pensa che a questo livello non conviene più vendere) ed il risultato é che la quotazione del titolo sale. Questo tipo di ragionamenti li sentiamo ogni giorno dagli investitori privati e sono quelli che da situazioni di ipervenduto scatenano i bear market rally.

Detto quindi che valutare ora il mercato é molto difficile, dobbiamo aggiungere che per gestire dei patrimoni dobbiamo avere un'opinione su cui basare le nostre decisioni. Noi pensiamo che il bear market non é terminato. L'S&P500 (e con lui la maggior parte degli indici azionari conosciuti) deve ancora scendere e probabilmente quest'anno vedremo un nuovo minimo sui 600 punti.

Pubblichiamo oggi ancora un contributo di Giuseppe Turani, giornalista di La Repubblica. Egli riprende alcuni dei temi da noi affrontati: i bilanci inveritieri delle banche, l'aspetto emozionale dei movimenti degli indici azionari e non da ultimo la profondità e probabile durata di questa recessione. La sua opinione é che

LA RISCOSSA DELLE BORSE E' ANCORA LONTANA

di Giuseppe Turani (20.04.2009)

«Poveri noi, i matti si sono impossessati del manicomio». Qualcosa del genere si potrebbe dire, oggi, a proposito dell´attuale rally di Borsa: i matti si sono impadroniti del mercato.

Quando nel 1919 Charlie Chaplin e alcuni suoi amici fondarono la United Artists per fare in proprio i film a cui tenevano, i capi delle case di produzione commentarono acidi: «Poveri noi, i matti si sono impossessati del manicomio». Qualcosa del genere si potrebbe dire, oggi, a proposito dell´attuale rally di Borsa: i matti si sono impadroniti del mercato.

Per rendersene conto, bastano poche riflessioni. Fra i protagonisti più accesi del rialzo ci sono tutti i vecchi shortisti di ieri. Presi in contropiede (perché pensavano che i listini sprofondassero sottoterra), adesso sono costretti a ricomprare in fretta i titoli che avevano venduto per ricoprirsi: in caso contrario rischiano di saltare per aria (ma forse qualcuno salterà lo stesso). E´ tutta gente, insomma, che sta lì in un equilibrio abbastanza instabile e che quindi, non appena se ne presentasse l´occasione, regolerebbe i conti con questo mercato che li ha traditi, mandandolo a picco nel giro di appena un paio di sedute. Questo rialzo, cioè, è un po´ come quel tale che attraversava il fiume su una barca, ma in compagnia dell´elefante: non è detto che arrivi dall´altra parte.

La seconda categoria di persone (e istituzioni) che si distingue in questo rialzo è quella fatta dai soggetti che, avendo perso tutto quello che potevano perdere nel ribasso precedente, adesso hanno paura di arrivare troppo tardi sul rialzo e quindi si affrettano a comprare qualsiasi cosa.

Il tutto, infine, sta appoggiato su mezze verità e palesi bugie. Queste ultime sono rappresentate dai bilanci delle grandi banche americane (protagoniste, a suo tempo, del crac). Banche che oggi si presentano (miracolosamente) con bilanci in utile e in qualche caso addirittura smaglianti, cosa che ha fatto da carburante all´ottimismo dei mercati (e che ha preso in contropiede gli shortisti). Peccato che quei bilanci così fascinosi siano tutti falsi, dal primo all´ultimo. Frutto non tanto di una buona e rinnovata gestione, ma semplicemente di nuove regole contabili. Regole fatte apposta per consentire ai banchieri di chiudere un occhio sulle loro recenti malefatte.

In realtà, le grandi banche americane non si sono affatto risanate, fa solo comodo dire che è così. E sembra che dentro abbiano ancora tonnellate di roba marcia, di titoli tossici. Inoltre, continua il traffico sui tanto deprecati titoli derivati: insomma, più o meno come «prima» dello scoppio del caos.
Infine, si dice che la Grande Crisi ha ormai i giorni contati. E questa è un´altra mezza bugia. La recessione non durerà ancora dieci anni, questo no. Ma parecchi mesi sì. Per l´Italia, ad esempio, è quasi certo che la produzione industriale continuerà a calare almeno fino a agosto. Dopo, forse, arriveranno piccoli segnali di inversione di rotta, ma niente di clamoroso. La disoccupazione rimarrà alta (e i consumi bassi).

E l´economia italiana, invece, volerà bassa per anni. E questo perché il nostro principale partner in affari (la Germania) crescerà molto poco per un certo numero di anni, grosso modo sotto la linea del 2 per cento.
Insomma, è vero che stiamo uscendo dalla crisi, ma non lo stiamo facendo puliti e lindi come si dovrebbe. Ci trasciniamo dietro un bel po´ dello sporco accumulato negli anni passati e non stiamo correndo verso un nuovo Eldorado, ma verso una stagione che nei primi anni sarà difficile e faticosa, deludente.
E, dietro le quinte, ci sono gli shortisti di ieri, sempre pronti a dare una botta in testa a questo mercato e a sistemare i conti una volta per tutte. C´è chi dice che il momento buono arriverà verso maggio-giugno, e c´è chi sostiene che lo stop è ancora più vicino.

I mercati sono bizzarri e imprevedibili per loro natura, e quindi non resta che stare a vedere. Ma questi non sembrano proprio tempi per una lunga e orgogliosa riscossa dei listini.



Michele Bernasconi, 23 aprile 2009
 

tontolina

Forumer storico
Il FMI stima che le perdite di questa grave crisi si aggirino attorno ai 4 mila miliardi di dollari

ora sappiamo che la sola inghilterra ha pagato 2mila miliardi... altri li ha scuciti il gorverno USA
Noi dell'UEURO dovremmo essere quasi salvi o no?

da http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=1116
GB, la crisi finanziaria è costata fino ad ora come l'intero Pil - 23/04/2009

Due trilioni di dollari. Ovvero 2 mila miliardi. È la cifra record che ha dovuto sborsare fino ad ora il governo inglese per supportare il sistema bancario del Paese...

Due trilioni di dollari. Ovvero 2 mila miliardi. È la cifra record che ha dovuto sborsare fino ad ora il governo inglese per supportare il sistema bancario del Paese. Una quantità di denaro che - riporta l'agenzia Bloomberg - secondo gli analisti potrebbe crescere, a causa soprattutto del perdurare delle difficoltà del settore immobiliare, che potrebbe costringere molti istituti a chiedere ancora una volta aiuto allo Stato.
Il primo ministro Gordon Brown, ieri, ha offerto la possibilità di garantire una serie di obbligazioni "mortgage-backed", aggiungendo di fatto 50 miliardi di sterline alla maxi-operazione di salvataggio che prese il via in seguito al collasso della Northern Rock Plc già nel 2007. E il totale stanziato dall'amministrazione di Londra è così pari, ormai, all'intero prodotto interno lordo britannico: 22.800 sterline per ciascun cittadino di Sua maestà.
«Una manovra senza precedenti - ha spiegato Alan Clarke, economista presso la BNP Paribas di Londra -. Il timore però è che possa non essere sufficiente e che il governo sia costretto nel prossimo futuro ad attingere nuovamente alle casse dello Stato».
Fino ad ora, l'amministrazione guidata da Gordon Brown ha salvato quattro banche dal fallimento, assicurato asset e sottoscritto prestiti nel tentativo di rivitalizzare il sistema finanziario e di alleviare il credit crunch. Il Tesoro, nel prospetto di budget presentato al parlamento ieri, ha ipotizzato che la crisi potrebbe costare 50 miliardi di sterline ai contribuenti inglesi: una previsione comunque più ottimistica rispetto a quella del Fondo monetario internazionale, che prevede un "conto" pari al 91% del Pil, ovvero 132 miliardi di sterline.
 

tontolina

Forumer storico
Il FMI stima che le perdite di questa grave crisi si aggirino attorno ai 4 mila miliardi di dollari

ora sappiamo che la sola inghilterra ha pagato 2mila miliardi... altri li ha scuciti il gorverno USA
Noi dell'UEURO dovremmo essere quasi salvi o no?

Pare di NO!
da http://www.cobraf.com/forum/topic.php?topic_id=4832&reply_id=157284#157284
23 04 2009 Perchè le Agenzie di Rating non Abbassano il Rating Sovrano della Germania ?

di Alberta - 23/04/09

Prendo spunto da un Post di Trucco, giustamente allarmato per le previsioni uscite oggi di un Debito Italia al 121% del PIL nel 2010. Non credo che si tratti della previsione più pericolosa ed allarmante in tema di Debito, Deficit e rapporti con il PIL. Basandosi su quanto si legge oggi, il problema grosso lo avrà breve , o meglio lo ha già oggi, la Grande Germania: http://www.ilsole24ore.com Oggi sul SOLE24ORE, Isabella Bufacchi riportava in terza pagina alcuni numeri raccapriccianti sul debito attuale tedesco, proiettato dalla FMI sempre al 2010, che le ammissioni del ministro delle Finanze, Peer Steinbrueck, circa un probabile Pil tedesco che scenderà quest'anno di almeno il 5%, fanno diventare ottimistiche quelle sull'Italia.


I maggiori Istituti di ricerca interni parlano infatti di una Germania ad almeno -6%.

A questo punto le proiezioni per il 2010 di un rapporto Debito/PIL poco sotto al 90%, fatte nell' articolo della Bufacchi, sono sicuramente fin troppo ottimistiche. Si basano infatti su di un PIL invariato, da quanto è dato capire, ma se questo scende del 6% e nel 2010 non risale, i rapporti Numeratore/Denominatore non lasciano scampo.

E' certo infatti che il Debito aumenterà e molto fra questo e il prossimo anno, si parla di quasi 2.200 miliardi di Euro, mentre il PIL scenderà.

Quindi vedere la virtuosa Germania ad un rapporto Debito/PIL vicino al 100 %, non è forse una bestemmia.

Tutto questo perchè, finalmente, si stanno intanto alzando i veli sui dettagli della o delle Bad Bank che il Governo Tedesco si è da poco convinto a mettere in campo, per ripulire dei titoli tossici i bilanci dei propri istituti di credito. Era Ora, direte ma.......E qui i numeri diventano drammatici:

la BAFIN tedesca parla di titoli tossici per 853 Miliardini di EURO, loro dicono "fino ad un massimo", ma arrotondare a 1000 Miliardi è del tutto realistico, visto che sinora si è sempre ragionato per difetto e si è sempre sbagliato: ricordo che a Giugno 2007 Ben B. parlò di non più di 200/300 Milioni e solo in USA, ora la stima più realistica si avvicina, a livello globale alla cifra astronomica di 5.000 Miliardi di dollari !!!!! E sicuramente andremo oltre........

Ma torniamo alla Germania: come si neutralizzano circa 1000 Miliardi di Euro di titoli che nessuno vuole e che non si sa quanto valgono ( che sono 1.300 di USD al cambio di oggi )? Facilissimo, più o meno come fa la FED in USA: le banche riceveranno certificati di debito garantiti dallo Stato in cambio dei titoli tossici, poi lo Stato si occuperà, previo pagamento di una commissione, di gestire questa immensa mole di titoli, dal valore incerto, nel corso degli anni, diciamo uno o due decenni, sempre per essere realistici. Se i Tedeschi saranno bravissimi, potranno magari recuperare anche il 60 o il 70% del valore nominale di questa immondizia (sono troppo ottimista ? E' probabile), ma, attualizzando, l' importo reale si riduce, ad oggi, a meno della metà. Ed ipotizzando che i tassi di interesse non tornino a salire, altrimenti il valore scende e di parecchio.

Un momento: allora qual' è il debito pubblico della Germania che oggi possiamo ipotizzare per il 2010, che è poi fra 12 mesi 12? Nell' ipotesi dell' FMI ci sono i 1.000 Miliardini di "Certificati di Debito" consegnati alla Banche tedesche in cambio dei titoli tossici che hanno oggi in pancia ed indispensabili per far ripartire il mercato del credito, l' economia e quindi il PIL? Oppure li dobbiamo aggiungere ai 2.200 già dati per certi da qui a 12 mesi? E se la matematica non è un' opinione, il Debito Pubblico dei Crucchi a quanto salirebbe nel 2010, fatta la pulizia nei bilanci delle banche? Siamo a 3.200 Miliardi ! e di conseguenza, sempre che il PIL non scenda ancora nel 2010, la Germania veleggerà ben oltre il 120 % della nostra povera Italietta. Questa si che è una notizia! Ed allora la Tripla A, cosa stiamo aspettando a metterla sotto osservazione, signori di Moody's, S&P e Fitch: un declassamento mi sembra inevitabile......E, lo sappiamo tutti, la Germania e gli USA, bè non è lo stesso ed il FOREX mi sembra che l'abbia capito......, il resto dei mercati forse ancora no....Vi lascio con questi incubi notturni e la domanda: ma nel 2010 saranno meglio i BTP, gli OAT o i BUND ?
 

tontolina

Forumer storico
da http://www.valori.it/italian/mondo.php?idnews=1120

Usa, ancora difficoltà nella raccolta di denaro delle maggiori banche - 24/04/2009

Brutte notizie dagli “stress test” condotti dall’amministrazione statunitense sulle banche del Paese...

Brutte notizie dagli “stress test” condotti dall'amministrazione statunitense sulle banche del Paese. Gli istituti di credito che otterranno oggi i risultati preliminari dei test potrebbero avere difficoltà nella raccolta di denaro: gli asset tossici dei maggiori gruppi di credito sono infatti quasi triplicati rispetto all'anno precedente. I test realizzati sulle 19 più grandi banche del Paese dovrebbero far luce sulla qualità dei prestiti e rappresentare un termometro della salute del sistema creditizio. Secondo un rapporto KBW di ieri, gli istituti bancari avrebbero necessità di un trilione di dollari di aumento di capitale per compensare le perdite subite: in una simile situazione, essi potrebbero avere difficoltà a ottenere denaro contante dagli investitori. “Siamo alquanto titubanti nell'investire denaro sugli istituti finanziari” ha spiegato Douglas Ciocca, managing director del Renaissance Financial Corp.
Alla fine dello scorso anno, il tasso di morosità nei prestiti ha toccato il livello più alto dal 1992 - rivela la Federal Reserve Bank di Saint Louis - e la crescita potrebbe aumentare se l'economia statunitense non dovesse riuscire a rafforzarsi in tempi brevi.
 

ilbiondo17

Banned
http://www.trend-online.com/?stran=izbira&p=ansa&id=217051

G7: la crisi morde ancora ma rallenta

25.04.2009 13:41
(ANSA) - WASHINGTON, 25 APR - La crisi morde ancora il sistema ed e' difficile fare previsioni ma la velocita' di caduta dell'economia mostra i primi rallentamenti. Il G7 finanziario di Washington, e anche il governatore Mario Draghi, nelle vesti di presidente del Financial Stability Board, mettono un punto fermo alla caduta degli indicatori economici. ''Ci sono segni di miglioramento - ha detto il ministro del Tesoro Usa Timothy Geithner - ma sarebbe errato concludere che siamo vicini ad uscire dal periodo buio''. Il G20 di Londra e l'azione congiunta dei Governi stanno cominciando ad ottenere i primi effetti ed i segnali di ripresa - recita il comunicato finale del G7 - potrebbero iniziare a manifestarsi alla fine dell'anno. I rappresentanti delle principali economie mondiali, nel solco della strategia avviata a Londra, hanno confermato a Washington il binomio delle priorita': crescita e occupazione. I sette grandi si impegnano inoltre ad affrontare il problema degli asset tossici, continuando ad agire per ripristinare il credito e la liquidita'. (ANSA).
 

tontolina

Forumer storico
LA RECESSIONE DURERA' ALMENO 4 ANNI

Iker Aranburu intervista Michael Hudson

"Bush e Cheney sono criminali, gangsters, ma li trattano con rispetto, perché sono ricchi. E due milioni di famiglie perderanno la loro casa perché non possono pagare, in quanto i prestiti sono stati concessi da truffatori".

Michael Hudson (Chicago, USA, 1939) ha una cattiva notizia per coloro che credono che la crisi si concluderà entro la fine di quest'anno o all'inizio del prossimo anno. Secondo questo analista di Wall Street, durerà ancora 4 o 5 anni, e si risolverà solo quando li si avvertirà che il debito delle famiglie, imprese e Stati è eccessivo e si smette di pagare. Tuttavia, non si vede un ambiente propizio per questo. Più che una crisi finanziaria, Hudson vede una crisi politica, "la crisi della democrazia sta diventando oligarchia."

Ci sembra di non poterci aspettare nulla dalla riunione del G20. La cosiddetta Gang dei 20 (il gruppo dei 20 malvagi) ...

No. Ci sono differenze troppo grandi. Gli Stati Uniti vogliono che l'Europa finanziano il disavanzo di bilancio e l'Europa non vuole aumentare i suo deficit. Risulta molto difficile aumentare le tasse se questo non aiuta l'economia. La Cina dispone di tre miliardi di dollari in titoli degli Stati Uniti e non vuole perdere più soldi. Dopo tutto, per la prima volta dal 1945, ogni paese guarda i propri interessi. Negli ultimi cinquanta anni gli americani sono stati in grado di imporre la loro volontà per l'Europa, ma adesso hanno messo un freno.

Perché ora?
Perché costa molto denaro. Dopo tutto, i cittadini sono arrabbiati perché hanno messo gli interessi degli Stati Uniti, prima degli interessi nazionali.

Che cosa succederà a Londra, allora?
Niente. Tutti potranno sorridere e dire che è stato molto piacevole.

Come può risolversi la crisi?
Il problema è che il debito è superiore alla capacità di pagarlo. Nel corso degli ultimi 400 anni il debito si è ridotto in diversi tempi. Ma in questa occasione non esiste alcun segno di nulla di simile. Stanno cercando di salvare le banche. I debiti li hanno lasciati nei libri, perché pensano di poter sopportare il rallentamento del ciclo economico. Ma non possono. Le cose peggioreranno nel corso dei prossimi due anni, fino a quando non realizzano che dobbiamo attaccare il debito, questo richiederà altri due anni per il recupero. Avremo una recessione di almeno quattro anni. Da allora in poi non posso fare previsioni.

Dobbiamo ridurre il debito di tutti?
Almeno quelli che hanno valore negativo, vale a dire quando il debito è superiore al valore di mercato degli immobili, o che sono di maggiori della capacità di pagare della gente. Ad esempio, negli Stati Uniti, l'istituzione che garantisce i depositi delle banche, la FDIC ha detto che il debito deve essere ridotto in modo che il prestito non superi il 32% del reddito. È una misura adeguata. In alternativa, il prestito non deve essere superiore al valore della casa. Attualmente, un quarto dei proprietari di case si trova in quella situazione. Donald Trump e quelli che hanno investito in beni immobili se ne sono già andati da quel mercato, e le banche non mandano sfratti alle case perchè non sanno a chi spetta pagare il prestito. Sono stati venduti agli europei. Questo è il successo degli Stati Uniti, che gli europei paghino per la loro sfortuna. Ma finalmente gli europei mettono in discussione che questa è una buona idea. Quindi, non vi sarà alcun accordo a Londra. Bisogna ridurre i debiti accumulati in denaro degli altri, una regola fondamentale deve essere quella che il debito colpisca solo il denaro che ognuno ha. Vedi quello che è successo in Ungheria e paesi baltici.

Stai parlando solo dei debiti delle famiglie?
No, i debiti delle imprese sono troppo grandi. Ma è peggio del debito è la stessa struttura del sistema finanziario. Ad esempio, dare la pensione prima di prendere il congedo e risparmiando per la pensione mettendo i fondi della pensione in borsa crea la bolla. Le pensioni dovrebbero essere pagate al momento del congedo, e non attraverso il sistema finanziario. Fondamentalmente, si tratta di un problema del sistema fiscale: invece di tassare i redditi delle imprese, devono essere tassate proprietà e monopoli. Come una volta, la tassa dovrebbe essere sulla terra, non sul reddito.

Però ridurre i debiti, non produrrà nel sistema finanziario, un collasso anche maggiore di quello attuale?
Collasso non è una brutta parola. Adam Smith ha osservato che ogni paese ha sempre pagato tutto il suo debito estero e lo stesso si può dire ora dell'imposta privata. Si ridurrà in un modo o nell'altro, farlo attraverso la bancarotta non è una buona idea, affonderebbe la società impresa per impresa e la famiglia per famiglia. Un altro modo è quello di fare come nel 1945, iniziare da zero. Dopo la Seconda Guerra Mondiale abbiamo avuto poco debito e molto risparmio. Questa situazione economica utopica attualmente è anche possibile, perché la parte del risparmio è in crescita ed è nelle mani del 10% di chi sta in alto e spesso nell'1% di chi è ricchissimo. È disfunzionale ed è necessario ridurre il debito, eliminando in tal modo anche i risparmi. Poiché il debito di una persona è risparmio per un' altra. Il risparmio dovrebbe essere rivolto alla formazione del capitale stesso, per l'industria. Invece sono andati a finanziare, gli strumenti finanziari, però questi non creano ricchezza. La gente pensa che è arricchimento, ma si sta indebitando. Nel corso degli ultimi cinquanta anni, il modello non ha funzionato, deve disfarsi e ricominciare da capo. Fino a quando non inizia non vi sarà alcun recupero. Ci vorranno molti anni per rendersi conto di questo. I ricchi si sono resi conto a New York e ora stanno accumulando il più possibile. Sembra che solo i creditori si sono resi conto il debito non si può pagare e solo i debitori continuano a pagare. E' una pazzia.

Quanto tempo?
Non lo so, ma non accadrà è successo a tutte le economie in tutta la storia, fin dai tempi antichi fino ad oggi. Nessuna società ha pagato il debito.

Non vi è alcuna discussione.
A Wall Street ne parlano, ma non pubblicamente.

E' finito il mondo controllato da Wall Street o troveranno il modo di continuare a dominare?
Non scomparirà. Perché il loro potere è legato alla gestione degli Stati Uniti. La via d'uscita sarà diplomatica e lascieranno che l'Europa, la Vecchia Europadi Rumsfeld, vada per conto proprio, perchè si raffreddi.

E 'molto critico nei confronti della politica economica di Obama. Perché?
Non sono politiche veramente sue. Le istituzioni finanziarie hanno messo tanti soldi nella campagna elettorale e i candidati hanno bisogno di soldi per fare annunci in televisione. Obama ha convenuto di migliorare le relazioni razziali e lasciare l'Iraq, ma ha promesso che non cambia la politica economica. Nella sua squadra economica ci sono le stesse persone che erano con George Bush e Bill Clinton. Due settimane fa, Frank Rich ha scritto un bell' editoriale al New York Times in cui dice che la crisi finanziaria è il Katrina di Obama, perché, con la gente che ci ha rimesso, non può far nulla. Ad esempio, Larry Summers, per vedere cosa faranno gli Stati Uniti e l' Europa basta guardare ciò che hanno fatto in Russia sotto Eltsin. Vogliono ridurre i costi del lavoro, abbassare del 20% il tenore di vita, la percentuale che vogliono aumentare è per quelli che fanno parte dell' 1% (di cui sopra).

Stiglitz e Krugman hanno chiesto a Obama di nazionalizzare le banche. Che cosa ne pensa?
Correttamente, quando si parla di nazionalizzazione si parla di dare più soldi alle banche. Le grandi banche hanno i maggiori problemi a togliere tutto ai suoi azionisti, significherebbe togliere tutto ad Arabia Saudita, Kuwait e Cina. Questo è un problema politico. Ma, in fondo, la Bank of America è un cospirazione criminale. Molti magistrati hanno avviato azioni penali contro BofA, Citibank che hanno concesso prestiti marci, ma l'amministrazione Bush ha bloccato l'applicazione della legge. Bush e Cheney sono criminali, gangster, ma li trattano con rispetto, perché sono ricchi. E due milioni di famiglie che perderanno la loro casa perché non sono riuscite a pagare, in quanto i prestiti sono stati concessi da delinquenti.

Dove ci porterà la rabbia per Wall Street?
Io non vedo rabbia, ma rassegnazione. Fino a quando non ci si arrabbia non succederà nulla. Fino a che l' instabilità non passa dall'economia alla politica non vi è alcuna via d'uscita.

Michael Hudson è un ex economista di Wall Street specializzato nei bilanci dei pagamenti e beni immobiliari a Chase Manhattan Bank (ora JPMorgan Chase & Co.), Arthur Anderson e poi al Hudson Institute. Nel 1990 ha collaborato alla creazione del primo fondo per il debito sovrano Scudder Stevens & Clark Mondo. Dr. Hudson è stato consigliere economico capo di Dennis Kucinich nelle recenti primarie democratiche della campagna presidenziale e ha fatto consulenza ai governi degli Stati Uniti d'America, Canada, Messico e Lettonia, così come le Nazioni Unite per la Formazione e la Ricerca. Distinto Professore di ricerca presso l'Università di Kansas City nel Missouri, è autore di numerosi libri, tra cui Super Imperialismo: The Economic Strategy of American Empire.

Fonte: http://www.sinpermiso.info/textos/index.php?id=2527
Pubblicato da Alba kan. a 10:20
da http://www.vocidallastrada.com/2009/04/la-recessione-durera-almeno-4-anni.html
 

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