ecco... la gente vuole sapere come si amministra l'INGIUSTIZIA... ormai tutti hanno capito che Bossetti è innocente e che la signora PM ha favorito un amico mafioso e trovato un colpevole
Yara, Bossetti torna in aula
Lunga coda davanti al tribunale
A Brescia anche la mamma Ester Arzuffi e la sorella Laura Letizia
di Redazione Bergamo online
Il furgone blindato della polizia giudiziaria con a bordo Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, è da poco entrato al Palagiustizia di Brescia dove verso le 9.30 inizierà il processo d’appello. Il carpentiere di Mapello, che come ha ripetuto in questi giorni dal carcere di Bergamo è «fiducioso di avere giustizia in appello», seguirà le udienze del secondo grado così come ha già fatto in primo grado. Una decisione dei giudici, o la sentenza o la riapertura del processo, è attesa per metà luglio.
Dall’alba di oggi (venerdì 30 giugno) si è formata una lunga coda davanti al tribunale di Brescia per partecipare alla prima udienza del processo d’appelloa carico di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello condannato in primo grado all’ergastolo per la morte di Yara Gambirasio. Le porte del Palazzo di Giustizia si sono aperte da poco. La mamma e la sorella di Bossetti, Ester Arzuffi e Laura Letizia Bossetti, insieme ad alcuni sostenitori, che hanno seguito tutte le fasi del processo davanti alla corte d’Assise di Bergamo, si sono messi pazientemente in fila già un’ora prima dell’inizio del processo. Fuori dai cancelli, nel frattempo, si è radunata una piccola folla.
In molti sono convinti della «assoluta innocenza» del carpentiere, accusato di aver caricato Yara sul suo furgone a Brembate di Sopra (Bergamo) il 26 novembre 2010, mentre la ragazzina stava tornando a casa dalla palestra, e di averla uccisa. Il corpo della 13enne è stato ritrovato solo tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola, a pochi chilometri dal suo paese. Bossetti, invece, è stato arrestato nel giugno del 2014 dopo una lunga e complicata indagine condotta dal pm di Bergamo Letizia Ruggeri.
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Bossetti, curiosi
