Rabbia (1 Viewer)

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
educazione di ciascuno di noi.
Non si può dire che la TV e la scuola, per esempio, portino avanti una cultura mafiosa. Ma che portino avanti una cultura patriarcale, sì.
Skerzi !!!!!!?????? Tv e scqwkuola in italia sono commissariate dalle donne . Tra un po' avremo alle elementari i ragazzini anziche' giocare a calcio fanno pattinaggio artistico.
 

Claire

ἰοίην
E poi, volevo dire a Conterosso, che, sì, forse è vero che la cultura del possesso è più diffusa al sud, ma è altrettanto vero che le regioni nelle quali si ammazzano più donne sono Emilia Romagna e Lombardia.
Quindi, se la cultura machista è più diffusa, forse, in certe aree geografiche, è vero anche che ovunque è poco accettata l'indipendenza e l'autodeterminazione femminile.
La violenza di genere, purtroppo, è democratica e colpisce in ogni luogo, e senza stare a vedere condizioni di vita, di reddito e di scolarizzazione.
 

Claire

ἰοίην
educazione di ciascuno di noi.
Non si può dire che la TV e la scuola, per esempio, portino avanti una cultura mafiosa. Ma che portino avanti una cultura patriarcale, sì.
Skerzi !!!!!!?????? Tv e scqwkuola in italia sono commissariate dalle donne . Tra un po' avremo alle elementari i ragazzini anziche' giocare a calcio fanno pattinaggio artistico.

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Educazione sessista, la discriminazione di genere comincia sui banchi - Yahoo! Finanza Italia


Quando nasce la discriminazione tra i sessi nel nostro Paese? Quando uomini e donne entrano nel mercato del lavoro, nella politica e nella società civile, scoprendo che esistono a volte due pesi e due misure nei processi di selezione, o molto prima, sui banchi di scuola?
“Alle elementari” è l’amara risposta che emerge dallo studio di Irene Biemmi, Educazione Sessista- Stereotipi di genere nei libri delle elementari, edito da Rosenberg&Sellier (216 pagine, 25 euro). Biemmi, ricercatrice TD presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Firenze, è esperta di educazione di genere e pedagogia dei media. L’autrice, che introduce il saggio argomentando cosa sia il sessismo linguistico e cosa compartecipa alla sua creazione, analizza poi un campione di dieci libri di lettura della classe quarta di alcune delle maggiori casi editrici italiane (De Agostini, Nicola Milano, Piccoli, Il Capitello, La Scuola, Giunti, Elmedi, Piemme, Raffaello, Fabbri) per scoprire che la scuola italiana promuove una rigida stereotipizzazione dei generi, sia nella rappresentazione del mondo infantile che di quello adulto.

Un modello anacronistico che non regge più il passo e che non è nemmeno corretto, non mancando un Codice di Autoregolamentazione per gli editori, che rende centrale il problema delle prospettive di genere come criterio orientativo della stesura dei testi. Il discorso è vasto, complesso, e investe anche la formazione degli insegnanti e il ruolo delle famiglie, che dovrebbero approcciare più criticamente il compito della scuola nella formazione dell’identità di genere. Yahoo! Finanza ha intervistato l’autrice per capire di più.

Dagli studi sul sessismo linguistico, emerge, non solo in Italia, la tendenza all’immobilismo dei contenuti culturali rispetto alle conquiste legislative dei Paesi. Ma questo giudizio vale per noi? Davvero il Paese reale è molto diverso dalla sua rappresentazione libresca?
"Sicuramente. L’immaginario, lo spaccato di reale che rappresentano i testi, è assolutamente anacronistico. Basta citare i dati che emergono dalla ricerca sul fronte delle professioni; nei libri le donne non lavorano , fanno le casalinghe o le maestre, le estetiste, le parrucchiere. È evidente che nella vita reale le donne hanno accesso alle più svariate professioni; rappresentare il femminile unicamente nella sfera domestica è qualcosa che è indietro rispetto alla realtà corrente".

Gli agentivi sono spesso causa di discriminazione. Eppure, spesso sono le donne, soprattutto in ambito pubblico, a rifiutare titoli come ministra, avvocata, ecc…Sono figlie di questa cultura educativa o spesso sono le donne a frenare il progresso?
"Sul discorso dei titoli professionali la situazioni è abbastanza complessa. Ci sono una serie di motivi per cui nel linguaggio non sono ancora entrate nell’uso forme che sono del tutto legittime, leggendo la grammatica italiana, come ministra, avvocata. Ci sono cause interne alla lingua, ma c’è anche imbarazzo a nominare al femminile queste professioni, semplicemente perché suonano strane e creano ironia. Sono forme che vanno messe a regime, e i primi a farlo dovrebbero essere i giornalisti. Basta cominciare a usarle normalmente senza creare quelle storture che si leggono sui giornali, usando il titolo al maschile e facendo riferimento alle donne. Ricordo il titolo “Il ministro Gelmini è diventata mamma”, una frase sgrammatica, scorretta, perché non si ha il coraggio di nominarla secondo il suo nome. Le donne invece preferiscono usare il titolo al maschile perché porta con sé un’autorevolezza che invece il titolo al femminile deve ancora conquistare".

I bambini studiano su testi dall’immaginario anacronistico, ma poi a casa magari hanno madri realizzate nelle professioni. Come conciliano questa dicotomia?
"E’ una contraddizione che i bambini vivono fortemente, quella tra la rappresentazione dei modelli che passano i libri di testo o i mass media e i modelli di donne e uomini che sperimentano nella vita reale. Spetta ai docenti, alle insegnanti dare risposte coerenti e sofisticate, mettere in discussione il messaggio di un libro di testo che dovrebbe essere autorevole e che viene considerato dai bambini come una fonte attendibile. L’insegnante deve sottoporre a critica una fonte che dovrebbe essere istituzionale e autorevole; bisogna formare le insegnanti in tal senso, ma anche cambiare, prima, i libri di testo".


I bambini crescono e dopo un ciclo lungo vanno all’università. Spesso le lauree umanistiche sono viste come lauree da donne: è vero che bisogna promuovere anche gli studi scientifici presso la platea femminile ma questa non è un’altra forma di discriminazione all’inverso?
"Questo è un nodo centrale; il primo passo è capire che c’è un problema, va sfatato il mito della scuola come luogo di parità. C’è un sentire comune, diffuso, nella società, secondo cui la scuola è un luogo assolutamente protetto rispetto al problema della discriminazione sessuale. Nessun genitore quando manda un figlio o una figlia a scuola si pone il problema di cosa insegneranno mentre, quando un bambino o una bambina vengono lasciati davanti alla tv, ci facciamo una serie di scrupoli. Bisogna mettere in discussione la scuola italiana come luogo paritario, invece è specchio ritardato rispetto alla realtà, che replica ed estremizza gli stereotipi sul maschile e sul femminile. Una riprova è la segregazione formativa, laddove le ragazze, che spesso hanno voti più alti, si diplomano meglio, si incanalano verso scelte più deboli. Ma la scuola dovrebbe promuovere la diversificazione delle scelte".

Cita gli studi di Alma Sabatini, (studiosa e autrice delle "Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana”), intellettuale femminista, ma ammette che il sessismo linguistico resta poco indagato. E’ una situazione generata dalla perdita del dibattito femminista nella scena culturale, intellettuale, italiana?
"Il femminismo, il neo femminismo si è prolungato fino agli anni Ottanta quando è sfociato nel pensiero della differenza, ma questa è una parentesi chiusa. I nuovi studi ai quali anche io faccio riferimento sono i gender studies, gli studi di genere che assumono un’ottica differente. Mentre i primi avevano un’idea di tutela e promozione del sesso debole, questi mirano a fare un discorso più ampio di discussione e critica degli stereotipi sia per le donne che per gli uomini, promuovendo un dibattito più articolato sulle identità di genere, di rivisitazione dell’identità in ottica paritaria. Quindi, non la tutela del sesso debole, ma togliere uomini e donne dalle gabbie di genere".
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
Certo che esistono. Stupro e femminicidio SONO delitti che nascono nella cultura del patriarcato. E quindi sono delitti "maschilisti", anche se non colpiscono direttamente una donna. Vittime di questo tipo di cultura possono essere anche i bambini, i figli, che di solito vengono uccisi o colpiti, per "punire" la moglie, come nel caso dello scorso anno, a Brescia, nel quale, dopo una lite con la moglie, un uomo, ha gettato i due figli dalla finestra, cercando, poi, di far fare la stessa fine, alla moglie.
Booohhh. A me risulta che pou' del 90% dei banmbini di eta' inferiore a 6 anni , che sono uccisi, l'assassino e' la madre , quasi sempre italiana; quasi mai straniera; non vienebneppurevdefinito crimine ma tragedia, la responsabile non va quasi mai in galera e il tasso per milione dell'infanticidio in iralia e' superiore al femminicidio.
 

Claire

ἰοίην
Booohhh. A me risulta che pou' del 90% dei banmbini di eta' inferiore a 6 anni , che sono uccisi, l'assassino e' la madre , quasi sempre italiana; quasi mai straniera; non vienebneppurevdefinito crimine ma tragedia, la responsabile non va quasi mai in galera e il tasso per milione dell'infanticidio in iralia e' superiore al femminicidio.

Andersen, gli infanticidi con la violenza di genere, non c'entrano un accidente.
Ma proprio un accidente di niente.
Le madri infanticide non ammazzano i figli in quanto maschi. Li ammazzano per altri motivi, certo non perché non vogliono accettare che i figli in fasce si autodeterminino.

Non sviamo il discorso, nel peggior stile negazionista che abbia mai visto. E ne ho visti... fanno tutti come te. Si parla di A e rispondono B. Si parla di C e rispondono D.

E' un modo come un altro di sviare il discorso e di buttare nel calderone della violenza di genere, un delitto che con essa non c'entra nulla.
Inoltre è abbastanza ridicolo, anche, perché il 99% delle persone che fanno come fai tu, tirando in ballo gli infanticidi quando non se ne sta discutendo, lo fanno "per fare", nessuno lavora con queste madri rinchiuse negli ospedali psichiatrici giudiziari, nessuno lavora nei tribunali, nessuno fa il medico psichiatra....

Quindi, lascia. Non attacca.

Appena diventerai operatore sanitario, giudice, avvocato o volontario che lavora da ANNI in una struttura che accoglie o imprigiona madri che hanno ammazzato i loro figli, allora avrai qualcosa, in tema, di sensato da dire. E potrai proporre in autonomia una discussione su questo tema. E sono anche sicura che potrebbe essere interessante e utile.
Ma ora, please, lascia perdere. Lo dico anche per te. Non fai bella figura.
 
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f4f

翠鸟科
E poi, volevo dire a Conterosso, che, sì, forse è vero che la cultura del possesso è più diffusa al sud, ma è altrettanto vero che le regioni nelle quali si ammazzano più donne sono Emilia Romagna e Lombardia.
Quindi, se la cultura machista è più diffusa, forse, in certe aree geografiche, è vero anche che ovunque è poco accettata l'indipendenza e l'autodeterminazione femminile.
La violenza di genere, purtroppo, è democratica e colpisce in ogni luogo, e senza stare a vedere condizioni di vita, di reddito e di scolarizzazione.


ma, appunto, non di cultura

io sono una persona di sesso maschile, non un maschio
trovo inconcepibile pensare a me stesso prima come maschio che come individuo con ben precise caratteristiche culturali ( sociali, psicologiche, etniche eccecc)

essere maschio prima che persona significa che dovrei trovare analogia prima con il toro che con una persona di sesso femminile ??
totalmente fuori dal mio pensiero , mi spiace :help:
 

Claire

ἰοίην

Appena diventerai operatore sanitario, giudice, avvocato o volontario che lavora da ANNI in una struttura che accoglie o imprigiona madri che hanno ammazzato i loro figli, allora avrai qualcosa, in tema, di sensato da dire. E potrai proporre in autonomia una discussione su questo tema. E sono anche sicura che potrebbe essere interessante e utile.
Ma ora, please, lascia perdere. Lo dico anche per te. Non fai bella figura.

Comunque, quell'articolo è molto vago e pieno di inesattezze.
L'infanticidio in senso giuridico è PER FORZA commesso dalla madre. Quindi sottolineare che il 90% di essi è commesso dalle madri è sciocco.
Inoltre per infanticidio si intende SOLO l'uccisione del neonato durante il parto o immediatamente dopo.
Quindi, le cifre che appaiono in quel pezzo, che riguardano bambini anche più grandi di poche ore di vita, mette nello stesso pentolone, fenomeni diversi.
Quando non si sanno le cose, è meglio tacere.
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
A skwuola e' ovvio che se si studia dante verga manzoni ecc.....avremo qualche situazione di cultura maschilista. Come e' sempre stato in passato. Allora si puo' solo abolire la letteratura e studiare .....che ne so evira vanotti.....l'ex premier islandese sigurvtiikazzzdottir o lilly gruber. Studiamo quelle li' e non piu' dante.
 

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