quanto ci costa la guerra in Afganistan? (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
almeno 600 milioni di euro all'anno

dal 2001 anno di invasione ad oggi fanno almeno 6 miliardi dei nostri sacrifici


POTREMMO RISPARMIARLI
sono soldi sprecati per occupare ed uccidere altri esseri umani


Il costo della guerra
il costo della guerra

Quanto costa al contribuente italiano la guerra in Afghanistan? Dal 2001 ad oggi è stato un crescendo di costi e un continuo depauperamento del bilancio dello stato.
blindato.jpg
In base al decreto legge che rinnova il finanziamento della missione militare in Afghanistan per il primo semestre del 2010, il contribuente italiano spenderà 308 milioni di euro.
Su base annua, salvo complicazioni, vuol dire che si spenderanno non meno di 600 milioni di euro.
Attualmente (1° marzo) la legge di conversione del decreto legge è stata votata, rigorosamente con voto bi-partisan, al Senato.
All’inizio della missione (novembre 2001) la presenza dei nostri militari era giustificata dal concetto della “missione di pace” dietro al quale si è cercato di dissimulare l’aperta violazione della Costituzione italiana che all’art. 11 vieta alla nostra Repubblica la partecipazione alle guerre di aggressione.
Ma che fosse una vera guerra era evidente da subito: perché allora, in base alle norme che autorizzavano la nostra “missione militare di pace” si dovrebbe applicare il codice penale militare in tempo di guerra?
Ormai non c’è più nessuna foglia di fico, nessun termine ad effetto studiato dai maghi della propaganda militare, per definire quella in Afghanistan come una missione di guerra. Sono infatti caduti gli ultimi caveat e anche il ministro La Russa non ha più ritegno e l’ha più volte definita con il proprio nome e cognome: guerra. Che a dirla in farsi, una delle lingue afghane, si chiama JUNG (giang).
Per i primi sei mesi del 2010 dunque si spenderanno 51 milioni di euro al mese e che serviranno per mantenere operativi sul fronte afgano
3.300 soldati,
750 mezzi terrestri tra carri armati, blindati, camion e ruspe
30 velivoli di cui 4 caccia-bombardieri, 8 elicotteri da attacco, 4 da sostegno al combattimento, 10 da trasporto truppe e 4 droni.
Ma anche:
2 milioni a sostegno dell’esercito afgano,
2 milioni per l’addestramento della polizia afgana e
367 mila euro per il personale militare della Croce Rossa Italiana che assiste le nostre truppe.
Lo stanziamento però non copre il preannunciato invio in Afghanistan di altri mille soldati che il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha ribadito che avverrà dopo l’estate e che riguarderà quindi il rifinanziamento del secondo semestre 2010.
Insomma non ci facciamo mancare nulla perché giustamente un esercito che deve mantenersi operativo deve poter contare su un sacco di equipaggiamento.
Vediamo però cosa il contribuente italiano avrebbe potuto fare con un investimento alternativo. scegliendo di non andare in Afghanistan lo stato italiano avrebbe a disposizione una somma di denaro che potrebbe coprire quasi integralmente l’intero stanziamento annuale di un 5 per mille che in sostanza finanzia quasi tutto il settore non profit italiano, ricerca scientifica e medica comprese, il cui tetto per l’anno 2009 era di circa 320 milioni di euro.
E’ perciò abbastanza semplice calcolare che per ogni ora del primo semestre 2010 il contribuente italiano spenderà almeno 70.900 euro per mantenere un contingente militare impiegato teoricamente in un’azione di pacificazione ma in realtà illegalmente in un’azione di guerra.
Quasi nove anni di guerra non hanno portato ad alcun risultato di stabilizzazione di un paese come l’Afghanistan. Al contrario lo hanno reso ancor più instabile e alla mercè di signori della guerra che si finanziano con la coltivazione del papavero da oppio se non addirittura il commercio dell’eroina.
Sarebbe perciò ora di cambiare registro. La cura verso la pace si può praticare per esempio con ospedali dove sono garantite cure gratuite per tutti i pazienti.
Se la guerra annienta la socialità dell’uomo, negli ospedali spesso rinasce attraverso il percorso che accomuna i pazienti, uniti da un’identica sofferenza. Non è retorica è vita di tutti i giorni
E se si deve cambiare registro, potremmo partire dal fatto che il budget di spesa per un ospedale di Emergency in Afghanistan è di circa 1,8 milioni di euro/anno.
Per inciso, in Afghanistan, Emergency ha tre ospedali.
Facendo un conto banalissimo, si può concludere che sono sufficienti circa 26 ore di permanenza del nostro esercito in quel paese per raggiungere il budget annuale di un ospedale di Emergency.
Con poco più di tre giorni di permanenza militare italiana si coprono le spese di tre ospedali funzionanti, dotati di standard occidentali, una TAC in quello di Kabul, ciascuno dei quali ha un centinaio di posti letto e le foresterie per i parenti dei pazienti, sale di lettura e svago per i bambini e altre cosucce.
E dopo aver idealmente pagato gli ospedali di Emergency resterebbero così tante risorse che si potrebbe avviare un programma di rifondazione di uno stato sociale, all’interno del quale si potrebbero sostenere lo sviluppo della scuola, della cultura, della salute e altro ancora.
Se i lettori avranno la coscienza di interpretare il significato oggettivo dei numeri e degli effetti di opzioni scellerate, avranno capito che questo è un articolo di inutile buonsenso.
Per saperne di più: qui lo speciale sull’Afghanistan pubblicato da Peacereporter.net



 

tontolina

Forumer storico
ma quanto ci costano tutte queste guerre di okkupazione?
senza considerare la Libia
da I costi della guerra
ITALIA
19 miliardi di euro
: spesa per la difesa nel 2002
1.15 miliardi di euro: il costo previsto per l’acquisizione della nuova portaerei “Andrea Doria”.
1.75 miliardi di euro: il costo previsto per l’industrializzazione e l’acquisizione di 56 elicotteri NH90 (modello compatibile con la portaerei).
900 milioni di euro: il costo previsto per l’acquisizione di 16 elicotteri EH101 (modello compatibile con la portaerei).
(Fonti: Ministero della Difesa)
 

tontolina

Forumer storico
ma quanto ci costano tutte queste guerre di okkupazione?
senza considerare la Libia
da I costi della guerra
ITALIA
19 miliardi di euro
: spesa per la difesa nel 2002
1.15 miliardi di euro: il costo previsto per l’acquisizione della nuova portaerei “Andrea Doria”.
1.75 miliardi di euro: il costo previsto per l’industrializzazione e l’acquisizione di 56 elicotteri NH90 (modello compatibile con la portaerei).
900 milioni di euro: il costo previsto per l’acquisizione di 16 elicotteri EH101 (modello compatibile con la portaerei).
(Fonti: Ministero della Difesa)
mica poco
una ventina e passa di miliardi all'anno
rubati dalle nostre tasche

ci fanno pagare il tiket
hanno distrutto la scuola
e tagliano le pensioni per fare i guerrafondai


tutti queti miliardi potremmo pure non spenderli
 

tontolina

Forumer storico
Quanto costerà all'Italia la guerra in Libia?

Il conflitto libico peserà sull'Italia almeno per 700 milioni di euro: ecco le spese voce per voce.
Quanto costerà all'Italia la guerra in Libia?


anche questa inutile spesa che serve solo a distruggere una nazione.....

anche questi soldi sono rubati ai nostri vecchi, ai nostri bambini e ai nostri ammalati
 

tontolina

Forumer storico
Infine quanto ci costa tutto questo apparato politico fascita guerrafondaio?
TROPPO fanno schifo

NON rispettano mai neppure la Costituzione
 

tontolina

Forumer storico
mercoledì 3 agosto 2011

La casta armata: ieri altri 800 milioni di euro per lo sviluppo sono scomparsi dalle casse dello stato.


Oggi la notizia di 9 miliardi di investimenti per il sud. Per sapere che fine faranno, e quanta ipocrisia si nasconda in quest'annuncio, basta volgere lo sguardo indietro nel tempo. Nemmeno troppo indietro nel tempo. Bastano 24 ore.
Ieri infatti la Camera dei deputati ha approvato in modo bipartisan la dissipazione di 800 milioni di euro per il solo secondo semestre 2011. Erano fondi per lo sviluppo del nostro paese, sono finiti da tutt'altra parte.
Di questi 800 infatti 10,8 milioni sono per la cooperazione internazionale (oggi tutti i giornali segnalavano questa cifra), mentre 790 milioni (oggi nessun giornale parla di questa cifra) sono per la proroga degli interventi militari nel mondo, in particolare oltre la metà è destinata alla missione ISAF in Afghanistan.
Significa che ogni 5 minuti spendiamo per mantenere i nostri soldati in quei paesi il corrispondente di uno stipendio parlamentare. Ogni ora del giorno vanno via 200.000 euro. Ogni giorno 4 milioni e mezzo.
Non siamo ancora ai 20 miliardi di dollari che gli USA spendono ogni anno solo per l'aria condizionata in Iraq e Afghanistan (http://www.corriere.it/esteri/11_gi...ta_107c64e8-a175-11e0-ae6a-9b75910f192b.shtml), ma poco ci manca.
Per portare avanti le missioni militari in giro per il mondo, il Parlamento ha deciso di sperperare le risorse economiche finalizzare al rilancio dell'economia nel nostro paese: 725.064.192 euro sono stati saccheggiati dal "Fondo per interventi strutturali di politica economica" e 17.000.000 di euro finanche dal "Fondo per le aree sottoutilizzate".
Oggi annunciano miliardi di investimenti per il sud: quanta ipocrisia!
Proroga delle missioni di pace all'estero, così recita l'allegato B del dl 21/11.
Negli altri paesi hanno il coraggio di chiamare la guerra con il loro nome, da noi l'ipocrisia sfacciata della classe politica nostrana cerca goffamente di nasconderla chiamandola nel suo opposto e contrario.
La pace diventa guerra, la guerra diventa pace: il 1984 di George Orwell è qui ed ora.
Centrodestra e centrosinistra, ministri, deputati e presidenti vari, in modo pressocchè unanime, hanno cercato con questo ridicolo escamotage di mettersi a posto con la coscienza, e con i dettami costituzionali.
I nostri ragazzi, poco più che ventenni, continuano a morire: i ministri accorrono all'aereoporto militare di Ciampino per accogliere i loro feretri, un abbraccio caloroso ai familiari, un bel discorso commosso e accuratamente stracolmo di retorica patriottica sul martirio in nome della pace e della libertà. Poi di corsa negli studi televisivi, in aula o in giro per l'Italia, a recitare altri copioni, altri skecth teatrali.
Alle madri, alle mogli e agli orfani , non resta che un mucchio di telegrammi di condoglianze delle più alte cariche dello stato e una pensione di guerra, che in questo caso non hanno avuto la sfrontatezza di chiamarla pensione di pace.
Quasi sempre meridionali, di quel sud dove le Forze Armate sono l'unico settore lavorativo ancora oggi in grado di garantire una stabilità e una prospettiva, i nostri ragazzi sono schierati in una guerra senza senso e senza prospettiva.
Gli stessi analisti militari ci consegnano periodicamente, in modo quasi sempre secretato e riservato alle alte sfere istituzionali, un quadro disarmante della situazione in Afghanistan.
Riporto qui alcuni stralci del documento n.078 DSC 11 E "TRANSITION IN AFGHANISTAN: ASSESSING THE SECURITY EFFORT" - redatto in occasione della Spring Session 2011 della NATO Parliamentary Assembly.
Il documento afferma non solo le difficoltà dell'intervento militare, ma anche il rischio che si dimostri controproducente rispetto agli obiettivi di stabilità e pacificazione dell'area.
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58. Sulla strategia per la costruzione dello Stato afgano, i comandanti militari responsabili a livello tattico hanno avanzato delle riserve sull'attuabilità della strategia nel lungo periodo. Le loro preoccupazioni si concentrano in particolare sull'incapacità di trovare un'autorità afgana credibile in grado di occupare lo spazio creato dai successi tattici dell'ISAF. La dottrina della lotta contro l'insorgenza, e l'approccio civile globale che essa supporta, rappresenta un quadro operativo ad uso dei militari piuttosto che una strategia vera a propria per la costruzione di uno Stato, in particolare in un paese sottosviluppato come l’Afghanistan. Molte voci critiche fanno notare che un'impostazione «più leggera e a lungo termine», basata su un impegno sostenibile e più contenuto che preveda l'intervento di consiglieri «incorporati», forze speciali e droni, sia l'opzione da preferire.
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60. Un altro motivo di preoccupazione è il calo del consenso della popolazione locale rispetto alla presenza dell'ISAF in Afghanistan. Diversi incidenti occorsi durante l'anno passato dimostrano che anche tra la popolazione afgana la pazienza comincia a mancare, e lo testimoniano le critiche sempre più aperte del presidente Karzai in occasione degli incidenti che hanno causato vittime civili, o ancora le diffuse manifestazioni contro gli USA e l'ISAF nell'aprile del 2011.
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24. Finora in Afghanistan la situazione generale della sicurezza è migliorata solo lentamente.
In questo settore si sono registrati successi tattici localmente circoscritti, ma a questi non hanno fatto seguito risultati sul piano strategico. In molte regioni problemi seri e significativi nel settore della sicurezza e della governance attendono ancora una soluzione. In determinate aree i ribelli continuano a essere forti. Tra i mesi di marzo e di settembre 2010 la violenza ha raggiunto livelli senza precedenti, con un aumento delle azioni di combattimento di quasi il 55 % rispetto al trimestre precedente.
In linea con questa evoluzione, la percezione della sicurezza riferita dalla popolazione afgana ha raggiunto il livello più basso da quando sono stati avviati i sondaggi di opinione nel settembre 2008. Le autorità militari fanno rilevare che l'aumento della violenza è dovuta a una più forte presenza dell'ISAF e delle Forze di sicurezza afgane nelle zone in passato controllate dagli insorti.

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41. Al momento attuale la Missione NATO di addestramento in Afghanistan gode di un finanziamento di un miliardo di dollari dagli Stati Uniti e di altri 400 milioni messi a disposizione dalla stessa Alleanza. Della spesa annua sostenuta per l'Afghanistan, pari a oltre 110 miliardi di dollari, il comandante della Missione prevede altresì che le forze di sicurezza afgane necessiteranno da 6 a 8 miliardi di dollari all'anno per funzionare a organico pieno nel periodo post transizione. Visto che il Pil annuale dell'Afghanistan viene valutato in 16,63 miliardi di dollari, l'interrogativo è ovviamente se, una volta conclusa la fase di transizione, gli afgani saranno in grado di mantenere le loro forze di sicurezza senza l'aiuto economico massiccio e prolungato degli Stati membri della NATO.
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59. E' innegabile che i paesi contributori auspicano di arrivare presto alla fine dell'operazione.
La pazienza dell'opinione pubblica rispetto al conflitto si sta esaurendo. Da un sondaggio realizzato negli Stati Uniti nel marzo 2011 risulta che il 64% delle persone interpellate «pensano che non vale la pena combattere la guerra». Consapevole del problema, il generale Petraeus, nella sua relazione al Congresso nel marzo scorso ha riconosciuto che l'obiettivo principale è stato ampiamente raggiunto: attualmente i membri di Al Qaida presenti sul territorio del paese sono meno di cento.
Gli Stati Uniti si sono impegnati a condurre operazioni di combattimento fino al 2014.
L'anno scorso i Paesi Bassi sono stati il primo paese membro della NATO a porre fine alla missione di combattimento in Afghanistan e a ritirare i 1900 soldati olandesi.
Il Canada richiamerà i suoi 2.800 militari prima della fine dell'anno.
La Polonia ha segnalato che il rimpatrio dei suoi 2.600 soldati si concluderà entro il 2012.
In gennaio il Parlamento tedesco ha votato a favore del ritiro dei suoi 4.900 uomini prima della fine del 2011: è la prima volta che il terzo contributore più importante dell'ISAF stabilisca una scadenza per il rientro dei suoi soldati.
Il Regno Unito, che con 9.500 uomini ha schierato il secondo contingente più importante in Afghanistan ha dichiarato in dicembre che è possibile che le sue forze cominceranno a lasciare il paese nel corso di quest'anno.

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