quando vedo l'America Latina intuisco il futuro dell'Europa (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
Cile, Argentina, Venezuela e gli altri.
La crisi del Sud America è il fallimento del progetto socialista

Le proteste di Santiago hanno portato alla luce le criticità di un continente dove economia e welfare sono ridotti all’osso.
Il problema principale? Il blocco del mercato delle commodities, la corruzione dilagante, la repressione e una stanca forma di governo


Cile, Argentina, Venezuela e gli altri. La crisi del Sud America è il fallimento del progetto socialista - Linkiesta.it

Migliaia di persone in piazza, centinaia i morti, carestie epidemiche e inaudite violenze.
Non solo in Cile, lampo più recente della tempesta.

L'America del Sud è nell'occhio del ciclone, penetrata da una crisi che su tutte rievoca i fantasmi del passato: quella del socialismo è una ritirata dagli equilibri geopolitici dell’area, iniziata proprio dal golpe contro Maduro.

La rivolta di Santiago ha già provocato 11 morti e 1.700 arresti,
mentre l'Ecuador cerca ancora di raccogliere i cocci dopo 11 giorni di scontri, 8 morti e migliaia di arresti.


Secondo numeri ufficiali del governo, in Venezuela nel solo 2018 sono state uccise 5.287 persone in via extragiudiziale nel corso di operazioni di polizia, definite dallo stesso come casi di “resistenza all'autorità”, e altre 1.569 sono morte dall'inizio del 2019.

C'è poi la crisi finanziaria che sta piegando il peso argentino, l
a strage politica dei candidati alle elezioni amministrative in Columbia, i tre presidenti arrestati, uno stuolo di corrotti nella magistratura e
lo scioglimento del Congresso in Perù e, come minor male,

l'attentato costituzionale con il quale il presidente della Bolivia, Evo Morales, sta cercando la quarta vittoria e un'investitura a vita da regnante. Il tutto, condito dalla consueta dose di ingerenza estera, in particolare quella statunitense.

«Gli avvenimenti cileni, a circa trent'anni di distanza, sono un fenomeno a dir poco preoccupante. Solo per il ritorno del toque de queda (coprifuoco ndr) e per la piazza centrale di Santiago occupata dall'esercito: è da brividi» commenta Gilberto Bonalumi, ex sottosegretario di Stato per gli affari esteri nei governi Goria e De Mita, nonché Senior Advisor dell'ISPI per il programma in America Latina. «La questione sociale è ancora più in rilievo: la povertà non riesce a essere assorbita dal sistema, non riesce a dare una risposta a chi ne ha più bisogno. La lettura importante, dove l'economia cilena mostra parametri interessanti, è quella che vede tale mercato sottomesso a logiche di governo e non a istanze del popolo».

Come una sorta di chiamata correa, i Paesi dell'America Latina, a breve distanza l'uno dall'altro, sono scivolati in un baratro di repressione e povertà, figlio di un retaggio novecentesco considerato (erroneamente) estinto.
In Argentina il ritorno al potere del peronismo, incarnato da Alberto Fernández, sembra ormai scontato nelle prossime elezioni del 27 ottobre. L’attuale presidente, Mauricio Macri, esponente della destra, è stato infatti punito duramente dagli argentini in quanto responsabile della crisi (il peso è crollato, l'inflazione è del 54 per cento e il governo ha proclamato l'emergenza alimentare) e del ritorno del Fondo monetario internazionale, che ha concesso al governo argentino un prestito di 57 miliardi di dollari.

Se il “giardino” degli Stati Uniti, nominato così da Nixon e Kissinger, negli ultimi anni ha palesato rimostranze antiamericane, per l'esperimento socialista le ultime vicende potrebbero trasformarsi in una pietra tombale

Percorrendo qualche chilometro, lo scenario post guerra civile del Venezuela suggerisce il fatto che tutt'ora esistono due presidenti. Maduro e Guaidó si trovano a dover fare i conti con quello che resta del Paese più ricco in termini di giacimenti petroliferi: un cumulo di debiti, circa 4 milioni di cittadini fuggiti all'estero e almeno 650 prigionieri politici. Oltre ai prestiti di Madre Russia (4 miliardi di dollari e 400 mercenari del contingente Wagner per tutelare il protetto) e del governo di Xi Jinping (dal 2005 a oggi, circa 62 miliardi di dollari, scaglionati in 17 prestiti,12 dei quali diretti al settore petrolifero), fondamentali per salvare la baracca, il governo di Maduro ha visto in circa 10 anni la quota dell'economia gestita dai privati salire dal 65 al 71%, aggravando la già debole salute del progetto socialista basato sullo sfruttamento delle commodity estratte a basso costo all’interno del paese e rivendute a caro prezzo ai paesi occidentali.

«Oggi il pendolo dell'America Latina oscilla verso il centro destra, per cui gli unici due Paesi che rimangono in campo sono il Messico e, dopo il 27, vediamo se anche l'Uruguay. Senza contare l'Argentina, con l'unico presidente non peronista che riesce ad arrivare a fine mandato», spiega Bonalumi. Se il “giardino” degli Stati Uniti, nominato così da Nixon e Kissinger, negli ultimi anni ha palesato rimostranze antiamericane, per l'esperimento socialista le ultime vicende potrebbero trasformarsi in una pietra tombale. C'è poi la strategia attuata dal paese più ricco e popoloso dell’area: il Brasile, dove il governo Bolsonaro segue la linea pro-business e pro-Trump e a differenza di chi da sinistra difende uno status economico e umanitario privo di basi solide, cerca riparo tra le istanze populiste emerse dopo i numerosi casi di corruzione.

Sperperate le riserve del sottosuolo con il boom delle materie prime nel decennio d’oro degli anni Duemila, ora si trova a dover affrontare gravi problemi strutturali: quelli di un’economia poco complessa e alle prese con deficit e inflazione altissima, gonfiati perdipiù dal populismo fiscale

Tra il gigante malato argentino e il muscoloso Brasile, l'implosione della scena cilena mette sul tavolo anche la questione internazionale. La troppa assuefazione dal modello commerciale delle commodity hanno spinto il Cile, primo produttore di rame del mondo, alle dipendenze estere. Dipendenze che con la flessione di respiro mondiale dei mercati sono andate a squarciare il paracadute dell'area Latina, sviluppando compressioni e ripercussioni dirette sulla popolazione. Non si tratta, infatti, solamente del rincaro della metro di 30 pesos (0,04 euro), bensì di un malcontento profondo, frutto degli aggiustamenti a rialzo nel settore dell'elettricità (+9,2%) e più in generale del costo della vita, troppo per una maggioranza di popolazione non raggiunge i 500 dollari di reddito medio.

La crisi del Sud America ha quindi una didascalia storica che fa perno sulle politiche attuate in passato, quando le casse erano piene di risorse, le quali hanno distribuito ricchezze che non producevano. Sperperate le riserve del sottosuolo con il boom delle materie prime nel decennio d’oro degli anni Duemila, ora si trova a dover affrontare gravi problemi strutturali: quelli di un’economia poco complessa e alle prese con deficit e inflazione altissima, gonfiati perdipiù dal populismo fiscale. Il quale, adesso, si trova di fronte però a qualcosa di più pericoloso: l'orgoglio di un popolo.
 

tontolina

Forumer storico
la censura è già in azione
MARCO MORI:
c'è solo il partito unico liberista
la LEGA deve prendere il dissenso a destra e disattivarlo
il M5S prendere il dissenso a sinistra e disttivarlo
 
Ultima modifica:

tontolina

Forumer storico
DAL CILE AL CILE (di Marco Santero)


Dal Cile si partì con la schock economy

Che “casualmente” scattò l’11 settembre 1973, 11 settembre una data che ritorna poi quando scatta il cambio di marcia americano dopo il “provvidenziale “ attacco alle torri gemelle, che permise la svolta imperialista manifesta degli USA in medio oriente.

al Cile si torna oggi con la repressione violenta che ormai sta dilagando in tutto l’occidente.

Il Neoliberismo si è affermato dall’inizio degli anni ‘80, con l’individualismo portato come simbolo di affermazione: da “una donna in carriera” a “rochy” e “Rambo”, dalla serie “Dallas” in cui i valori famigliari venivano semplicemente sgretolati al “drive in”, dalla “febbre del sabato sera” al “giustiziere della notte” a “pretty woman” ecc., ecc.. La partecipazione popolare al bene collettivo si è via via disintegrata: i raduni di giovani ormai, dopo il 1968, sono diventati i concerti Rock dove si inneggia allo sballo, rincoglionendosi con droghe, vita sregolata e smodata.

I valori e l’etica borghesi hanno fatto la stessa fine e grazie alle teorie liberiste pompate da economisti, università, media , politica, ecc. è stato fatto credere alle masse che , caduto il comunismo, il “NEOLIBERISMO” era “la fine della storia”, cioè la verità assoluta assurta a teologia ( THIS IS NOT ALTERNATIVE = NON CI SONO ALTERNATIVE ).

Peccato che l’intera assemblea costituente (con le terga “fumanti” dalla 2 guerra mondiale appena finita si pose come punto di partenza per i propri lavori il principio fondante su cui Comunisti e Democristiani trovarono un solido accordo:

IL LAVORO RIDOTTO A MERCE SVALUTATA (LIBERISMO MERCANTILISTA) E’ STATA LA CAUSA DI 2 GUERRE MONDIALI, DI DECINE DI MILIONI DI MORTI, DI VIOLENZE INAUDITE, DI DEVASTAZIONI MAI ACCADUTE NELLA STORIA DELL’UMANITA’, DEL PUNTO PIU’ BASSO RAGGIUNTO NELLA STORIA MODERNA ( CON STERMINI DI MASSA DI VARIE ETNIE).

TUTTO QUESTO NON DEVE MAI PIÙ ACCADERE, PERCIÒ IL LAVORO MAI PIÙ DOVRÀ ESSERE MERCE DA SVALUTARE E SFRUTTARE, MA LO STRUMENTO PIU’ IMPORTANTE DELLO STATO SOVRANO E DEMOCRATICO PER ELEVARE SOCIALMENTE, CULTURALMENTE, POLITICAMENTE E ECONOMICAMENTE I CITTADINI.

Per poter far questo lo stato doveva dotarsi degli strumenti di controllo e sviluppo di un’economia sana e tesa allo sviluppo armonioso del benessere collettivo:
  1. sistema bancario con grandi banche pubbliche che possiedono una banca d’Italia pubblica che finanzia lo sviluppo a tassi reali negativi.

  2. grandi partecipazioni statali nei settori strategici: dall’energia alla chimica, dai trasporti alle telecomunicazioni, dall’agroalimentare all’acciaio, ecc., ecc.

  3. una grande e molto numerosa struttura amministrativa, magari poco efficiente, ma che garantiva una grande e solida base di consumo, come base di una VIGOROSA DOMANDA INTERNA.
E infine lo strumento fondante del boom economico: UNA MONETA DEBOLE e soggetta a svalutazioni che costringe sia il grande possidente che il piccolo operaio o commerciante a reinvestire costantemente la liquidità, appena arrivata ad essere un gruzzoletto!

Tutto questo per 30 anni (dal 1950 al 1981) fu realtà e con una progressione cinese (come % di sviluppo medie) l’Italia diventa la 5 potenza mondiale.

Poi sono arrivati i servi di Francia e soprattutto Germania che hanno lavorato alacremente per bloccare lo sviluppo esponenziale italiano e lo dicono pure apertamente:
Video:
E questo traditore del paese lo vorrebbero anche far diventare Presidente della Repubblica!!


Mentre oggi con il nostro EURONE gli anziani con 200 /400.000 euro liquidi in banca sono diventati i più strenui difensori dell’Euro, perché tornare a una moneta sovrana vorrebbe dire svalutare di un 15%.
Quindi le generazioni mature e anziane sono diventate dei CRONOS che divorano il futuro e le vite delle giovani generazioni, che a loro volta vengono IPNOTIZZATE dal cosmopolitismo, europeismo, da una vita individualista, edonistica in nome di una libertà assoluta che non ammette impegno sociale, sacrificio e creazione di una famiglia NORMALE, perché l’art. 36, come il resto della Costituzione sociale e economica, è stato ridotto a CARTA IGIENICA PER I BAGNI NEOLIBERISTI.

Un totale, completo e ignobile tradimento della nostra Costituzione, che però è ancora in vigore (nonostante l’attacco di Renzi col Referendum costituzionale) e se una Magistratura ONESTA un po’ più preparata in materia verificasse la reale costituzionalità di tutte le schifezze che i governati negli ultimi quasi 40 anni hanno firmato, si potrebbe con rapidità smantellare la terribile gabbia neoliberista in cui ci hanno rinchiusi e che ci riporterà inevitabilmente alla violenza fisica e alle guerre.

Quindi una delle priorità assolute è la cultura giuridica e il RISVEGLIO DEI GIUDICI come garanti della Costituzionalità delle leggi che devono applicare.

La sfida è dura ma, nonostante la mostruosa potenza di fuoco del sistema neoliberista a livello di media e altro, il Liberismo ormai è saturo e traballante, le masse si stanno svegliando a causa della sofferenza sociale ormai diffusa e solo la violenza le potrà trattenere,
-si vede in Cile con i carri armati nelle strade come ai tempi di Pinochet,
-si vede con la Brexit dove un Parlamento corrotto e contrario alla volontà popolare rimanda, rimanda e rimanda ancora l’uscita dalla U.E. della Gran Bretagna,
-si vede in Francia dove Macron stesso parla, a ragione, di rischi di guerra civile: secondo France Info, una radio pubblica che cita la propria fonte “Un mix di questioni d’immigrazione, radicalizzazione, comunitarismo e secolarismo” potrebbe trascinare la Francia in una guerra civile, ha detto il presidente Macron di fronte all’Eliseo davanti a una folla di genitori.
-Si vede in Italia dove è nato un governo Monster che ha l’obiettivo di massacrare le PMI per far collassare il PIL e poter ridurre l’Italia come la Grecia.

E’ arrivato il momento di una grande rivoluzione culturale pacifica ma ferma che riporti ad un’ ECONOMIA UMANISTICA, ad un nuovo ORGOGLIO ITALIANO, ad una rinascita e riscoperta di quanto è stato sancito “PER SEMPRE” nella Costituzione Italiana del 1948, come principi fondanti della Repubblica che non riconoscono fonti superiori, quindi I TRATTATI EUROPEI NON POSSONO SOTTOMETTERLI e se contrastano con essi sono i trattati europei ad essere nulli.
 

tontolina

Forumer storico
CHE SUCCEDE UN SUD AMERICA: intervista a Fabio Lugano


Intervista a Fabio Lugano sulla situazione in Sud America, ove, oltre alla polveriera Venezuela, sono scoppiate manifestazioni di massa in Cile ed Ecuador e si vota in una situazione di massima incertezza in Argentina. Una rapida panoramica sulle maggiori difficoltà della politica latino americana

Buon Ascolto
 

tontolina

Forumer storico
ABBIAMO RIVOLTE IN MEZZO MONDO. Non ci saranno dei problemi di democrazia?




Ci sono rivolte popolari in mezzo mondo, con motivazioni diverse , ma quasi tutte di carattere sociale.
Queste rivoluzioni colpiscono sia paesi avanzati , sia in via di sviluppo. Ecco una mappa completa:



Citando i casi più noti:

Hong Kong: manifestazioni contro l’amministrazione filocinese;

Cile: 1,2 milioni di persone in piazza contro la politica di austerità del governo Pinera ed il carovita

Ecuador: manifestazioni anche violente contro le politiche di austerità del governo di Lenin Moreno;

Bolivia: disordini e manifestazioni dopo la riconferma elettorale del presidente Evo Morales;

Indonesia. proteste contro la corruzione del governo;

Zimbabwe: proteste per il ritorno dell’iperinflazione

Francia: Gilet Gialli. Gilet Neri

Spagna: rivolta in Catalogna;

Iraq: proteste contro la corruzione del governo;

Albania:proteste contro la corruzione.

Ci fermiamo per non diventare noiosi. Oltre a queste manifestazioni di piazza abbiamo anche manifestazioni “Elettorali”, come le continue sconfitte della Grosse Koalitione alle elezioni locali, la vittoria di Fernandez in Argentina o il risultato disastroso del governo in Umbria. Qualcosa di serio non va al mondo:
  • in molti paesi i meccanismi democratici, che dovrebbero premettere l’espressione della volontà popolare, sono distorti, come avviene in Francia dove Macron governa in modo assoluto con il 27% dei voti dei francesi;
  • i problemi sociali imposti dalla politiche di austerità del FMI o di altri organi internazionali;
  • l’assenza di politici in grado di utilizzare la qualità della moderazione e della mediazione, come in Spagna.
Se pensate che si tratti solo di un momento di sbandamento siate pronti a ricredervi. Il 2020 porterà questi eventi alle stelle. Il mondo continuerà a bruciare
 

tontolina

Forumer storico
dopo la condanna vergognosa dei catalani... e poi dicono che in Spagna c'è la domocrazia
ora guardiamo la francia e l'america Latina

insomma l'Europa sta diventando la copia dell'america latina

ANNIVERSARIO GILET GIALLI UN ANNO DI DURA REPRESSIONE IN FRANCIA (di Marco Santero)



Secondo un calcolo fatto nei giorni scorsi ‘Le Monde’, sono state pronunciate oltre 3.100 condanne di cui 400 al carcere, ma gli arrestati sono stati moltissimi in più dei condannati e non esistono cifre certe su morti, mutilati e feriti.

Nelle prime sei settimane di blocchi delle strade e manifestazioni: dieci morti, 2900 feriti, centinaia di arresti. Con decine di manifestanti che hanno perso un occhio fra pallettoni di gomma, flash-ball e lacrimogeni, si parla di casi di mani mozzate, pestaggi a sangue.

E in parallelo di tantissimi casi di suicidi nelle forze di polizia e dell’ordine francesi.

Poi i dati non si trovano più, perché l’informazione francese ha fatto calare una cappa di cersura.

Questo è il concetto di Democrazia di Macron = durissima repressione del dissenso.

Ma i Francesi non demordono e da 53 settimane continuano a protestare e la protesta non è affatto “sedata” anche se i media cercano vergognosamente di oscurarla.[la solita censura mainstreem- giornalisti sono solo propagatori di fake news - in italia basta leggere La Repubblica]

Quindi, sempre condannando le violenze, che però sono il frutto della repressione, non posso che onorare il popolo francese [e il popolo catalano], che se per un verso è egocentrico con la loro patetica Grandeur postuma, dall’alto verso, come stato più antico d’Europa hanno un fortissimo patriottismo che li fa sollevare come un sol uomo quando chi li governa esagera, se ne accorsero Luigi XVI e Maria Antonietta [oggi emulati da Macron e consorte] e una buona fetta della nobiltà francese che opprimeva le masse.

Consiglio a Macron (che ha dovuto già fare pesanti concessioni per cercare di placare gli animi portando ben oltre IL “FAMOSO” 3% IL DEBITO PUBBLICO FRANCESE 2019) DI NON SOTTOVALUTARE LO SPIRITO DEL POPOLO FRANCESE.

Ma la Francia non è l’unico paese in cui la battaglia contro il NEOLIBERISMO da ideologica sta diventando fisica per l’Esasperazione dei popoli sempre più impoveriti e trattati come bestiame da sfruttare e macellare a piacimento:

L’intero Sud America è ormai una polveriera e un campo di battaglia con il Cile e la Bolivia ormai saltate e oggetto di una feroce repressione ( in particolare nel Cile che da Pinochet è stato il campione del neoliberismo selvaggio che ha creato il paese più disuguale del sud America e con la privatizzazione spinta di tutti i servizi essenziali acqua potabile in testa ) che ovviamente i media di tutto l’occidente stanno oscurando nella gravità!! 3.000.000 di cileni su 17 totali vuol dire che siamo in pre guerra civile.
Ma anche l’Argentina ribolle col nuovo governo che si è svenduto al fondo monetario internazionale (oltre 50.000.000.000 DI PRESTITO, una cifra inaudita per le dimensioni economiche dell’Argentina) in cambio di una vera e propria macelleria sociale, con l’inflazione al 60% che sta portando alla rivolta il popolo e i capitali a fuggire all’estero.

Anche l’Uruguay sta esplodendo ed è nato anche il partito politico espressione dell’esercito che ha già il 10% per difendere l’Ordine Pubblico, quindi un regime militare si avvicina a grandi passi.

In Ecuador proteste sempre più esplosive, il caos del Venezuela, ecc., ecc. solo per parlare del Sudamerica e per parlare del caos economico, sociale e politico causato nel neoliberismo in quasi tutti i paesi del mondo ci vorrebbe un trattato e non un articolo.

Ormai il Neoliberismo è quasi arrivato al capolinea e la fine purtroppo sarà una nuova mega crisi da cui potrebbero emergere nuove dittature e nuove guerre.[come ben sapevano i costituenti italiani.... che la sinistra ha dimenticato]

La vera emergenza è parlare di Storia Economica, di come sia il Fascismo che il Nazismo sia state causate direttamente dal Liberismo spinto dell’inizio novecento, come lo fu il Comunismo.
Perché la storia non si ripeta va conosciuta e diffusa!
Il vero potere di un popolo è la Conoscenza condivisa, per questo la scuola è stata l’obiettivo primario del liberismo che da decenni la smantella nei suoi fondamenti al fine di creare consumatori inconsapevoli e schiavi del sistema neoliberista al posto di cittadini consapevoli e attivi.

Di come solo una completa inversione economica verso un modello Keynesiano possa salvarci da nuovi disastri girando le gigantesche masse di denaro, create dal nulla per sostenere la bolla finanziaria ormai insostenibile, nell’economia reale anche per una completa ristrutturazione della società e dell’economia verso la sostenibilità.

La strada verso il mattatoio è in discesa, quella per le vette della realizzazione umana è faticosa e pericolosa ma quando si arriva da bestie si diventa umani realizzati, illuminati e in armonia con se stessi, con gli altri umani e con l’intero pianeta.

La scelta è nostra.
ANNIVERSARIO GILET GIALLI UN ANNO DI DURA REPRESSIONE IN FRANCIA (di Marco Santero)
 

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