Eh sì, siamo proprio dei coglioni a tenercelo lì senza fare nulla..........ma dove sono i giovani ? .......in fila per l'Iphone.......coglioni
Dopo essere stati ripetutamente declassati dalle agenzie di rating, ecco che adesso è la volta della World Health Organization darci addosso segnalando il rischio che l’Italia divenga un Paese di affamati.
A causa della tremenda crisi economica in atto, continua infatti a crescere il numero, che ha toccato i 3,3 milioni, di connazionali poveri costretti a chiedere pacchi alimentari o di essere inseriti nelle liste di distribuzione delle eccedenze alimentari in scadenza o ad accedere a centri dove si fa la spesa gratis o ti danno direttamente un pasto come alla Caritas, quella organizzazione umanitaria che Monti si è fortunatamente ricordato di assoggettare all’Imu, così che gli affamati non rischino di ingrassare troppo.
Un dato allarmante che si ritrova in un comunicato della Coldiretti diramato in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione che si celebra oggi in tutto il mondo. Da parte sua, la FAO conferma un aumento del 7 % medio nel triennio del numero già ragguardevole di coloro che non dispongono della quantità di cibo necessaria ad una corretta alimentazione.
Se fino a qualche tempo quando si parlava di fame si pensava all’Africa, all’Asia od a zone del Sud America, adesso occorre aggiornare la “mappa della fame” per quanto riguarda l’Italia. Stando al Food Secutity Risk Index del 2013 che ci riguarda, predisposto come ogni anno dalla specializzata Maplecroft su dati FAO, l’Italia è stata declassata da “Paese a basso rischio” fame a “Paese a medio rischio”, il che ci pone in compagnia di alcune aree interne di Russia e Cina, dell’ex Jugoslavia, del Sud Africa e del Gabon, facendoci rimanere davanti ancora soltanto ad Etiopia, Somalia e Afghanistan.
Ma diamogli tempo a Monti, magari con un Monti-bis e vedreste dove riuscirebbe a portarci il prof. Questa situazione non ci sorprende.
Del resto la Cgia Mestre e la Confindustria concordano su un dato agghiacciante, cioè che con la tendenza in atto già da qualche tempo un’impresa su due è destinata a morire nel giro di 5 anni senza essere rimpiazzata da nuove entranti.
Tra 5 anni, se Monti non va in vacanza su un atollo del Pacifico adesso, il prima possibile, in Italia ci saranno la metà delle aziende, dei laboratori artigiani, dei centri commerciali, delle fabbriche e dei negozi che ci sono adesso.
Chi può si è già adeguato. Oltre 300mila del milione e mezzo di milionari censiti in Italia hanno già abbandonato, portandosi dietro i soldi, il nostro Paese.
Alcuni hanno delocalizzato la propria impresa all’estero, dalla Svizzera alla Cina/Estremo Oriente, altri invece vivono di rendita, magari investendo in BTp italiani ad un sicuro 6 % di interesse, con investimenti solo speculativi che non danno lavoro, mimetizzati tra torme di russi, cinesi ed arabi.
E c’è qualcuno come Monti, che in questa situazione, anzichè incoraggiare gli investimenti in Italia, continua a ridurre i consumi tassando le famiglie e salassando le imprese con sempre nuovi oneri e balzelli.
Altri, Bersani-Vendola &Co invece pensano addirittura alla patrimoniale ed alla TTF, la tassa sulle transazioni finanziarie, che nella loro ignoranza di tutto, ma di economia in particolare, chiamano erroneamente Tobin Tax.
Se andiamo avanti così, a chi la applicano la patrimoniale, ai bambini che giocano a Monopoli?
E chi sarà quel cretino autolesionista che accetterà di comprare obbligazioni, titoli e derivati tramite Piazzaffari pagando una tassa per ogni operazione quando con Internet lo può fare gratis a Shanghai, Londra, e New York?
E’ come la storia del beauty contest delle frequenze televisive che hanno annullato perchè a venderle le frequenze, invece di darle gratis, speravano di ricavarci 2 miliardi di euro.
Risultato: le frequenze stanno lì’, nessuno le vende, nessuno le vuole, dei 2 miliardi neanche l’ombra.
In più, se le avessero date gratis ne avrebbero comunque ricavato un lauto introito per l’erario dalle tasse sulle concessioni governative, ed avrebbero incoraggiato i concessionati, Rai, Mediaset e chiunque altro, ad investire sulla produzione di programmi, cioè a promuovere LAVORO, per creare i palinsesti con cui riempire le nuove frequenze assegnate.
Invece, invece per i tecnici di Monti nè ritorni dall’asta, nè introiti dai canoni e niente lavoro creato.
Però il capo degli incapaci o in malafede, il prof Monti, continua a prenderci in giro con la luce che lui vedrebbe “in fondo al tunnel”, salvo poi precisare che però ci aspettano mesi bui.
Finisce che se non se ne va e quelli che arrivano non annullano TUTTE le sue nefaste riforme, altro che credibilità per i mercati, tra un po’ le uniche luci che vedremo saranno quelle delle lampade votive dei cimiteri.
Pensate un po’ per un attimo se potessimo tornare alla situazione in cui ci trovavamo un anno fa, annullando tutte le misure perverse e funzionali solo agli interessi dei suoi amici banchieri varate da Monti.
Niente stabilità di bilancio, ma chi se ne frega se questo comporta ritornare ad una disoccupazione dell’8 %, che adesso siamo arrivati all’11 %, se non si paga più l’Imu sulla prima casa potendo così tornare a fare le vacanze di 15 giorni al mare ed i regali a Natale, se si può andare in pensione umanamente, prima dei 67 anni e con un assegno decoroso, se i consumi ritornano al livello di prima, se le imprese smettono di chiudere o di lavorare per le banche, il debito pubblico ritorna da 1970 a 1900 miliardi e la gente smette di scappare dal Paese con i soldi nascosti nelle mutande.