Quale Banca? (1 Viewer)

tontolina

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Due Lander mettono 1,5 mld e garanzie per 1 mld. Dalle Sparkassen altri 1,2 mld
La Germania salva un’altra banca
Le autorità tedesche usano denaro pubblico anche per Nord Lb e respingono le offerte di Centerbridge e Cerberus per il 49% dell’istituto.
Berlino conferma la doppia morale sull’uso di fondi statali nelle crisi
di Francesco Ninfole
La Germania salva un’altra banca - MilanoFinanza.it


Insomma le regole del bailin valgono solo per l'italia e non per la Germania che pure ha imposto queste regole. L'Europa Nazista dominata dai krukki che impongono a noi quello che loro non vogliono rispettare...
 
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insomma ... ma solo le banche italiane sono brutte sporche cattive e prive di aiuto ... anzi osteggiate dalla UE

BCE: aiuto da 2 miliardi a Deutsche Bank. E le banche italiane? Strangolate dalle élite
 

vetro

valgo zero ma non sono scemo
insomma ... ma solo le banche italiane sono brutte sporche cattive e prive di aiuto ... anzi osteggiate dalla UE

BCE: aiuto da 2 miliardi a Deutsche Bank. E le banche italiane? Strangolate dalle élite

Mica solo sporche e cattive...pure LADRE SULLE SPALLE AZIONISTI MENTRE CDA SI SPARTISCONO MILIONI STIPENDI BENEFIT E LIQUIDAZIONI CON CONSOB DORMIENTE E GOVERNANTI COMPIACENTI VEDI COMMISSIONE INCHIESTA PRESIEDUTA DA CASINI CHE NON HA COMBINATO UN CAZZO

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tontolina

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Banche, rapporto shock: margini a picco e 70mila posti a rischio in 5 anni
Per il settore del credito terapia shock della società di consulenza internazionale. Le banche italiane dovranno ridurre le base dei costi di circa 5 miliardi di euro. Claudio Torcellan, partner OW: «Bisogna che tutti siano consapevoli che la tempesta industriale c’è e va affrontata»
di Alessandro Graziani

https://www.ilsole24ore.com/art/ban...qJYdfcR3rPVUC5hvdyiyGMzGm8Ae-b_3sGm5TU(kevers - stock.adobe.com)



Cinque miliardi di costi da tagliare a livello di sistema per restare nei prossimi anni almeno con la (scarsa) redditività attuale. Il doppio (10 miliardi) per mettersi in pari con la media del sistema in Europa. Ma soprattutto un ripensamento totale del business model: rivoluzionando gli attivi di bilancio, utilizzando gli advanced analytics nella gestione del credito e prendendo atto che l’industria non è più labour intensive e richiede meno personale almeno per metà da riqualificare in chiave digital. È questa la ricetta che la società di consulenza internazionale Oliver Wyman evidenzia nel rapporto dal titolo «Banche italiane su un piano inclinato» che Il Sole24Ore anticipa in esclusiva.

La discontinuità industriale che, secondo Oliver Wyman, è necessaria e addirittura urgente parte da uno scenario macroeconomico prudente e “benevolo”, che ipotizza il perdurare dell’attuale bassa crescita e bassi tassi. In caso di nuove crisi finanziarie o di recessione, la ricetta potrebbe essere ben peggiore. «Senza nuove crisi, senza recessione, senza aumenti di capitale significativi dovuti alla nuova regolamentazione - spiega Claudio Torcellan, partner di Oliver Wyman - la nostra ipotesi è che nei prossimi cinque anni la media delle banche italiane vedrà una riduzione dei ricavi, in termini di margine di intermediazione, del 10% con punte del 15% per quelle più esposte sul credito e sui titoli di stato».

EVOLUZIONE ATTESA DEL MARGINE DI INTERMEDIAZIONE
Principali banche italiane. Var.% sul bilancio 2018. (Fonte: Resoconti annuali di esercizio, analisi Oliver Wyman)
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A pesare saranno i tassi d’interessi zero della Bce con la compressione della redditività degli impieghi, già scesi quest’anno di 30 punti base per i mutui e di 80 punti per i prestiti alle imprese. Con la conseguenza di una riduzione media dello spread tassi attivi-passivi di 20 punti base. Sempre l’effetto tassi comprimerà i ritorni sui titoli di debito, con una riduzione del margine di interesse del 5% rispetto ai livelli attuali.

I rimedi possibili arriveranno dalla crescita delle commissioni?
«Tranne alcuni casi di successo - spiega Torcellan - in media i ricavi commissionali non saranno di aiuto a compensare il calo del margine d’interesse: sono già su livelli più elevati rispetto alle banche europee e la regolamentazione tenderà sempre più a favorire la concorrenza mettendo sotto pressione la marginalità». E allora come farà l’industria bancaria a sopravvivere al crollo dei ricavi? Servono una serie di interventi radicali di cambiamento del modello di business, osservano da Oliver Wyman, da realizzarsi «nell’arco di due piani industriali» con l’impegno di «manager coraggiosi» e «lungimiranza dei board che devono guardare a un’ottica di medio termine e non alle convenienze immediate». Non sarà un’impresa facile.

I RICAVI DA COMMISSIONI
Rapporto tra le commissioni nette e il margine di intermediazione a fine 2018. Dati in %. (Fonte: Ecb Statistical Data Warehouse)

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Vediamo allora i suggerimenti.
La prima presa d’atto riguarda la revisione degli attuali modelli di servizio delle banche, ancora troppo imperniati sulle filiali. «Bisogna colmare il gap di produttività verso le altre banche europee che già operano con un rapporto tra costi e totale della raccolta e impieghi dell’1% rispetto all’1,4% delle nostre banche». Secondo le stime di Oliver Wyman, ipotizzando che lo scenario macro non peggiori, per neutralizzare la compressione dei ricavi e mantenere la redditività del capitale sui livelli attuali, «le banche italiane dovranno ridurre le base dei costi di circa 5 miliardi di euro che corrispondono a circa 70.000 risorse e a 7.000 filiali nel corso dei prossimi 5 anni».

Se poi il sistema volesse posizionarsi sui livelli medi di redditività allineati al costo del capitale (8-9%), il taglio costi necessario raddoppierebbe a 10 miliardi. Non solo. Dei dipendenti che resteranno in banca, «oltre il 45% della forza lavoro dovrà acquisire nuove competenze». Con quattro aree di intervento “digitali”: revisione dei processi di interazione con la clientela sfruttando gli advanced analytics per segmentare i clienti e prevedere una customer experience in linea con quella offerta dalle Big Tech; l’adozione dell’intelligenza artificiale nel sistema dei controlli; l’evoluzione delle piattaforme proprietarie It di core banking; le competenze digitali necessarie a ridurre i ruoli di filiale e back office a favore di nuove professionalità come data scientist, change manager e gestione nuove tecnologie.

MARGINI SEMPRE PIÙ RIDOTTI
Margini commerciali del sistema bancario italiano. Tassi medi applicati dai principali istituti. Dati in punti base. (Fonte: Oliver Wyman)

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Il ripensamento del business dovrà essere più profondo ed estendersi a tutte le voci dell’attivo e del passivo dei bilanci bancari. Con tre focus principali: esistono investitori terzi, a partire dalle assicurazioni come accade in Francia, che possono detenere i mutui erogati dalle banche riducendo l’impegno di capitale su un attivo che non produce valore? Quante relazioni con grandi imprese clienti remunerano il capitale di rischio impegnato? Quale è l’elasticità al prezzo dei depositi? «Il capitale andrà allocato sugli attivi che generano valore, aumentando la velocità di rotazione degli attivi stessi anche con modelli di partnership con investitori istituzionali come le assicurazioni, minimizzando il costo della raccolta e del capitale».

Più che una trasformazione, quella delineata da Oliver Wyman, sembra una rivoluzione. Che non sarà indolore. «Bisogna che tutti siano consapevoli che la tempesta industriale c’è e va affrontata - spiega Torcellan - la trasformazione richiederà il pieno supporto di tutti gli stakeholder, in primis Governo e dipendenti. Le banche dovranno ingaggiare entrambe le parti su un dialogo orientato al futuro. Ed è evidente, come più volte evidenziato, che l’aggregazione tra banche di piccola e media dimensione è una condizione indispensabile ma non sufficiente per il rilancio di un settore che può e deve restare decisivo per l’economia italiana».

PER APPROFONDIRE: 

●Sotto le banche europee una mina da 400 miliardi
 

tontolina

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attivi e passivi illiquidi

Banche, bomba da 6.800 miliardi di titoli tossici nei bilanci degli istituti tedeschi e francesi[pari al più del triplo del debito pubblico italiano]

di Morya Longo
https://www.ilsole24ore.com/art/ban...2u_l9xjtWkA7p631P7E23J-G2OOO6ysQ&refresh_ce=1

2' di lettura

Nei bilanci delle banche europee c’è una montagna di attivi e di passivi, pari a 6.800 miliardi di euro [lo riscrivo: seimilaottocento miliardi, cioè il triplo del debito pubblico italiano], con una caratteristica che non può non inquietare almeno un po’: l’opacità. A tanto ammontano infatti i cosiddetti titoli illiquidi, quelli nel gergo tecnico chiamati di «Livello 2 e 3» e nel linguaggio più popolare «titoli tossici».

Sebbene questo appellativo sia sbagliato per molti aspetti, nei bilanci delle banche europee c’è un gigantesco rischio potenziale e imponderabile: gli attivi e passivi illiquidi hanno un ammontare 12 volte superiore a quello dei crediti deteriorati e per il 75% sono concentrati in due soli Paesi. Cioè Germania e Francia. Basterebbe che subissero una svalutazione del 5% per erodere mediamente il capitale delle banche più esposte di 330 punti base. Con punte di 1.500. Insomma: se accadesse, buona parte del cataclisma patrimoniale colpirebbe gli istituti di due soli Paesi. Quelli ritenuti più solidi...

Ecco perché la Banca d’Italia, in un Convegno organizzato dall’Università Cattolica con Crif e Credit Risk Club, ricordando questi dati emersi in un suo studio, ha ancora una volta puntato il dito sugli attivi e passivi illiquidi: perché rappresentano un potenziale problema sul quale la Vigilanza europea deve alzare la guardia. «Possono non essere tossici - commenta Fabio Panetta, Vicedirettore generale della Banca d’Italia e componente del Consiglio della Vigilanza Bce -, ma producono potenzialmente rischi materiali».

«La pericolosità è sconosciuta - gli fa eco Rosario Roca, ispettore senior di Bankitalia -, ma verosimilmente non è distante da quella dei crediti in sofferenza». Questo perché gli attivi di «Livello 2 e 3» sono tutti gli strumenti (spesso complessi e opachi) per i quali non esiste un mercato di riferimento che stabilisca un prezzo: non avendo un valore certo, dunque, le banche li iscrivono nel bilancio a un prezzo ricavato o dal confronto con titoli simili (nel caso del «Livello 2») oppure da complessi calcoli matematici (nel caso del «Livello 3»). Insomma: una montagna da 6.800 miliardi di euro è iscritta nei bilanci a valori opinabili. E non verificabili da parte della Vigilanza.

È Rosario Roca ad elencare i potenziali rischi. Uno:
il processo di valutazione da parte delle banche è discrezionale. «Gli istituti creditizi sono incentivati a usare la discrezione nel valutare questi attivi a proprio vantaggio».
Due: «Le banche hanno l’interesse a classificare il più possibile gli strumenti al Livello 2 piuttosto che al Livello 3, per evitare una stigmatizzazione sul mercato». Questo perché quelli di Livello 3 sono ritenuti da mercato e agenzie di rating più “tossici”.
Tre: per le banche è difficile fare corrette coperture dei rischi (hedging).
Negli ultimi stress test l’Eba ha imposto di stimare shock esterni sugli attivi tossici, dimostrando crescente attenzione sul tema. Ma c’è un problema, evidenziato da Andrea Resti, Professore della Bocconi: il valore di partenza di questi attivi è stato, anche negli stress test, quello che le banche le banche si auto-assegnano. E, come detto, proprio questo valore è opinabile.
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però qualcosa deve essere trapelato se adesso francia e germania vogliono modificare il MES-salvaStati in MES-salvaBanche, naturlmente NON quelle italiane vistte le condizionalità imposte per accedere agli eventuali aiuti. Le banche salvabili devono appartenere ad uno STATO particolarmente forte come la Germania e/o la Francia; insomma vogliono 100 e passa miliardi di euro dagli italiani senza neppure dare loro la possibilità di prestarsi i propri soldi

questa vignetta chiarisce bene il concetto di come è stato studiato il MES-SalvaBanche
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tontolina

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POPOLARE DI BARI: Caos nel governo, piano di intervento già pronto. Banca d’Italia in azione

Banca d’Italia alla fine è intervenuta su Panca Popolare di Bari, datoche la situazione della banca del Sud era troppo grave. Visco doveva intervenire, anzi, secondo molti, è intervenuta con eccessivo ritardo “In Ragione delle perdite patrimoniali” rasando a zero CdA e Collegio Sindacale. Però non poteva fare altro. I commissari designati sono Enrico Ajello (attivo sulla liquidazione di Advance Sim) e Antonio Blandini (già commissario in Carife, Banca Base a Catania, e Cds in Tercas), assieme ai componenti del comitato di sorveglianza (Livia Casale, Francesco Fioretto e Andrea Grosso), tutta gente di esperienza in materia. Purtroppo sono almeno due anni che si conoscono le gravi condizioni della banca e se Banca d’Italia ha una colpa è quella di essere intervenuta in ritardo. Bisogna tornare ad una maggiore intensità del controllo ed a una situazione di di “Moral Suasion” dell’istituto centrale verso le singole banche. Insomma BI deve tornare ad essere quello che era ai tempi in cui svolgeva la propria funzione in modo pronto ed efficiente.

La destinazione della della banca è già decisa: la ricapitalizzazione da parte di Mediocredito centrale (controllato dalla holding statale Invitalia), in abbinamento con il Fondo interbancario, per una definitiva messa in sicurezza dell’istituto. A confermarlo è lo stesso comunicato della banca, che sottolinea come ai commissari sia stato «affidato il presidio della situazione aziendale, la predisposizione delle attività necessarie alla ricapitalizzazione della banca nonché la finalizzazione delle negoziazioni con i soggetti che hanno già manifestato interesse all’intervento di rilancio della banca».

I commissari di Banca d’Italia possono prendere tempo perchè non hanno l’obbligo di chiudere il bilancio e quindi di riportare le perdite, potendo quindi dare unpo’ più di tempo all’istituto primadi rivelare la propria insolvenza. In questo modo ci sarebbe tempo per applicare il piano di salvataggio.

Il governo ha detto:

“Dopo ampia discussione, il Consiglio dei ministri ha espresso la determinazione ad assumere tutte le iniziative necessarie a garantire la piena tutela degli interessi dei risparmiatori – possiamo leggere nella nota del Consiglio dei ministri – e a rafforzare il sistema creditizio a beneficio del sistema produttivo del Sud, in maniera pienamente compatibile con le azioni di responsabilità volte ad accertare le ragioni che hanno condotto al commissariamento della Banca”

Tutto bene quindi ? no, perchè il governo non sa cosa fare, o meglio, tanto per cambiare, è diviso.
Il Movimento Cinque Stelle chiede un “Supplemento di riflessione” ammettendo di non aver capito nulla e di non sapere cosa fare. Italia Viva cerca invece di sabotare tutto il decreto secondo il principio renziano per cui tutte le banche italiane devono fallire, solo per una ripicca dopo gli attacchi subiti per il fallimento di Etruria. Quindi il governo è diviso su tre opzioni:

  • fallimento per ripicca ,voluto da IV;
  • salvataggio e nazionalizzazione, di M5s;
  • salvataggio e regalo a qualche grande gruppo, il PD.
L’opposizione resta a guardare per ora, dicendosi disposta a collaborare. Come andrà a finire lo sapremo presto.
 

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Banche sicure: elenco delle banche italiane più sicure aggiornato a gennaio 2020
Creato: 06 Gennaio 2020
Banche sicure: elenco delle banche italiane più sicure aggiornato a gennaio 2020


In seguito alla vicenda della Banca Popolare di Bari, la domanda che nasce spontanea ad ogni investitore e ad ogni risparmiatore è “quali sono le banche italiane più sicure e solide?

Risponde a questa domanda l’ultimo studio effettuato dall’ufficio studi di AltroConsumo che ha analizzato i bilanci di decine di banche italiane ed ha stilato una classifica con un punteggio che va da 1 a 5 stelle, con quest'ultimo valore che costituisce il massimo grado di solidità.

La classifica è stata redatta sulla base di numerosi indicatori tra cui:
--CET (Common Tier Equity) 1 ratio; questo parametro descrive il rapporto percentuale tra capitale a disposizione della banca e le sue attività ponderate per il rischio.
Dal punto di vista operativo, possiamo affermare che maggiore è il valore assunto da questo parametro e maggiore è la solidità della banca.
In questa analisi il livello minimo del CeT1 deve essere di almeno il 9%.
--Total capital ratio: esprime il rapporto tra il patrimonio di vigilanza complessivo (patrimonio di base + patrimonio addizionale costituito dagli strumenti di capitale diversi dalle azioni ordinarie che soddisfano i requisiti regolamentari) e il valore delle attività ponderate per il rischio.
Dal punto di vista operativo questo parametro deve assumere un valore di almeno il 12,50%.
--Texas ratio: questo indicatore descrive il rapporto tra i crediti deteriorati lordi e la somma di patrimonio netto tangibile e accantonamenti, con lo scopo di misurare il peso dei crediti deteriorati.
Quando una banca è solida, questo parametro assume un valore inferiore al 100% mentre in caso contrario l’istituto di credito presenta una carenza di capitale.
--trasparenza e frequenza delle comunicazioni dei numeri di bilancio

Alla luce degli ultimi dati di bilancio, attualmente le banche più sicure risultano essere:

✓ Aletti e. C Banca di Investimento Mobiliare

✓ Cassa Centrale Banca – Credito Coop. del Nord Est Spa

✓Banca Profilo (gruppo)

✓ CR di Biella e Vercelli – Biver Banca

✓ Banca Profilo (spa)

✓ CRA di Castellana Grotte Credito Cooperativo

✓ Banca Santa Giulia

✓ Credifriuli Credito Cooperativo

✓ Banco di Sardegna

✓ FinecoBank

✓ Bcc di Casalgrasso e Sant’Albano Stura

✓ Iccrea Banca (spa)

✓ Bcc di Staranzano e Villesse

✓ Illimity Bank

✓ Binck Bank

✓ Intesa Sanpaolo (spa)

✓ Crédit Agricole Cariparma

✓ Unicredit (spa)

✓ Cassa Centrale Banca (gruppo)



Se hai il conto presso una di queste banche, al momento puoi dormire sonni tranquilli e puoi valutare l’opportunità di sottoscriverne il “conto deposito” o “pronti contro termine” oppure di acquistarne le obbligazioni o le azioni.
Ovviamente questo non ti esime dal rispettare alcune regole di buon senso, come ad esempio il restare aggiornato per verificare periodicamente questi parametri e lo stato di salute della banca.

Se invece non trovi la tua banca all'interno di questa classifica non significa che non sia solida e che sia a rischio.
Ricorda infatti che in questo articolo ho pubblicato solo le prime della classe, ossia le banche più sicure e solide che siedono sul gradino più alto del podio.

Nei prossimi giorni ti indicherò invece le banche che non hanno superato l’esame e che dovrebbero indurre alla prudenza i propri correntisti, creditori e azionisti…


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tontolina

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Banche a rischio: elenco delle banche italiane in difficoltà aggiornato a gennaio 2020
Nei giorni scorsi ha riscosso un grande successo l’articolo “

”, in cui indicavo le banche italiane più solide e che fanno dormire sonni tranquilli ai propri risparmiatori.
Contemporaneamente però ho ricevuto numerose richieste di indicare quali sono attualmente “le banche italiane più a rischio”.
Anche in questo caso, la risposta in merito alle “banche a rischio” proviene dall'ultima analisi dei bilanci realizzata dall’ufficio studi di Altroconsumo Altroconsumo Finanza

Alla luce degli ultimi dati di bilancio, attualmente le banche più rischiose e meno solide sono:
? CRU di Rovereto Bcc
? Banca Farmafactoring (spa)
? Banca di Credito Paolo Azzoaglio
? Banca di Filottrano
? Banca Don Rizzo
? Banca Monte Pruno
? Banca Patavina – CC di Sant’Elena e Piove di Sacco
? Banca Valdichiana
? Bcc Agrobresciano
? Bcc Bergamo e valli
? Bcc dell’Oglio e del Serio
? Bcc di Ancona e Falconara Marittima
? Bcc di Cagliari
? Bcc di Castagneto Carducci
? Bcc di Recanati e Colmurano
? Bcc Valdostana - Crédit Coop. Valdôtaine
? Bcc di Venezia, Padova e Rovigo – Banca Annia
? BTL– Banca del territorio lombardo
? CentroMarca Bcc di Treviso e Venezia
? CR di Bra
? CRU di Bolzano
? Vival Banca Bcc Montecatini Terme Bientina S. Pietro in Vincio



Attenzione ad un dettaglio: il fatto che una banca sia all’interno di questa classifica non significa che sia destinata a fallire, dal momento che c’è sempre la possibilità che nel corso dei prossimi mesi/anni i numeri del bilancio migliorino e che il patrimonio recuperi una sufficiente solidità.
Personalmente però sono un convinto sostenitore del proverbio “prevenire è meglio che curare” per cui, se io avessi un conto in una di queste banche, mi comporterei nel seguente modo:
-sarei attento a non detenere più di 100 mila euro sul conto corrente: più in generale, l’ideale è ridurre al minimo l'ammontare della liquidità presente sul conto
-non sottoscriverei i "conti deposito" o i "pronti contro termine", soprattutto se vincolati, della banca
-non acquisterei, ed anzi venderei le obbligazioni, soprattutto quelle subordinate, e le azioni della banca
-cambierei banca e trasferirei mutuo e deposito titoli nella nuova banca
 

tontolina

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HSBC: non centra le aspettative sull’utile 2019. Taglierà 35.000 dipendenti
HSBC: non centra le aspettative sull'utile 2019. Taglierà 35.000 dipendenti


HSBC: non centra le aspettative sull’utile 2019. Taglierà 35.000 dipendenti

HSBC ha registrato un calo del 32,9% dell'utile ante imposte per il 2019 a $ 13,35 miliardi, molto inferiore alle previsioni di $ 19,83 miliardi.

ByFrancesco Cerulo -Martedì 18 Febbraio 2020


HSBC ha registrato un utile al lordo delle imposte che ha mancato le aspettative degli analisti dopo che la banca ha subito una svalutazione dell’avviamento relativa alle sue attività bancarie di investimento e commerciali europee.

La banca, la più grande in Europa per attività, ha anche annunciato un’importante revisione che avrebbe comportato 35.000 tagli di lavoro nei prossimi tre anni, lo ha dichiarato il CEO ad interim Noel Quinn.

HSBC ha registrato un calo del 32,9% dell’utile ante imposte per il 2019 a $ 13,35 miliardi, molto inferiore alle previsioni di $ 19,83 miliardi.
In una dichiarazione che accompagna il rilascio degli utili, Quinn ha affermato che la svalutazione dell’avviamento di $ 7,3 miliardi in Europa “è nata da un aggiornamento delle ipotesi di crescita economica a lungo termine, che ha avuto un impatto su alcune delle nostre attività” e dal “rimodellamento pianificato” del globale della banca attività bancaria e dei mercati.

La svalutazione ha comportato una perdita al lordo delle imposte di $ 4,65 miliardi nelle attività europee della banca.

In termini di affari di HSBC in Asia, dove la banca ricava la maggior parte dei suoi guadagni, Quinn ha avvertito della pressione esercitata dall’epidemia di coronavirus in corso:

“Dall’inizio di gennaio, l’epidemia del coronavirus ha creato notevoli perturbazioni per il nostro personale, fornitori e clienti, in particolare nella Cina continentale e a Hong Kong. A seconda di come si sviluppa la situazione, esiste la possibilità che qualsiasi rallentamento economico associato abbia un impatto sulle perdite attese sul credito a Hong Kong e nella Cina continentale. A più lungo termine, è anche possibile che si verifichino riduzioni delle entrate derivanti da minori volumi di prestiti e transazioni. Possibili ulteriori perdite di credito derivanti dall’interruzione delle catene di approvvigionamento dei clienti.”

La banca con sede a Londra è una componente pesante dell’indice Hang Seng. Le azioni HSBC di Hong Kong sono diminuite di oltre il 2% negli scambi pomeridiani.


→ Consulta in tempo reale l’attuale quotazione del titolo HSBC: Clicca qui



Ecco altri dettagli finanziarie:

  • entrate 2019: sono aumentate del 4,3% rispetto all’anno precedente a $ 56,1 miliardi
  • costi operativi: sono aumentati del 22,2% a $ 42,35 miliardi, principalmente a causa della svalutazione dell’avviamento
  • Utile per azione è stato di $ 0,30
La banca ha dichiarato che prevede di sospendere i buyback di azioni per il 2020 e il 2021. Questo in quanto avvierà un “alto livello di ristrutturazione” nei prossimi due anni.

La ristrutturazione pianificata di HSBC include:

  • Imprese europee: ridurre le vendite, commercio e ricerca azionaria in Europa; capacità di transizione dei prodotti strutturati dal Regno Unito all’Asia
  • Attività negli Stati Uniti: ridurre la rete delle filiali del 30% e riposizionarsi come “banca aziendale internazionale focalizzata sul cliente”, con un’offerta al dettaglio mirata
  • Banca e mercati globali: spostare più risorse in Asia e Medio Oriente, mantenendo al contempo il centro di investimenti bancari globali a Londra
  • Gruppo: consolidare le attività bancarie al dettaglio e la gestione patrimoniale e il private banking globale in una nuova divisione
 

tontolina

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il WTI è crollato ed è sceso sottoZero

QUALI SONO LE BANCHE EUROPE PIU’ ESPOSTE ALLA CRISI DEL PETROLIO?
Scommettete che per loro partirà un salvataggio con soldi pubblici?


I forti sbalzi dei prezzi nel settore petrolifero, nel quadro comunque di un forte calo e di una crisi economica rischia di mettere in crisi tutta l’industria del settore. A questo punto è utile sapere quali siano le banche in Europa più esposte verso le aziende del settore: se l’esposizione fosse notevole potrebbe mettere in crisi la banca, soprattutto in contemporanea con la crisi generale delCOVID-19.

Le banche più esposte in Europa, sono, secondo Bloomberg:

  • Natixis che ha già il 6.4% dei crediti in default legati al settore petrolifero;
  • Credit Agricole’s sofferenze al 5%;
  • DNB, norvegese, al 5%;.
  • Commerzbank AG, ING Groep NV, SEB AB, Barclays Plc e Societe Generale SA hanno tutti già sofferenze al 2% del totale degli attivi legati al settore energetico.
Ora qui abbiamo tutto il Gotha del sistema bancario europeo, escluse, come potete notare, le banche italiane. le prime due sono francesi, ma anche tedesche ed olandesi sono messe in quella che , diversamente, avremmo definito Pole Position. La situazione potrebbe anche essere peggiore perchè sono dati del mese di marzo, quando il petrolio era ancora superiore ai 30 dollari, mentre oggi il Brent si avvicina pericolosamente ai 20. Visto il peso economico di questi istituti, e politico delle nazioni in cui si trovano, considerato come Deutsche Bank sia sempre al limite del fallimento, sono disposto a scommettere tre caffè che, a partire da domani, si inizierà a parlare di salvataggio del sistema bancario con soldi pubblici. La soluzione che è stata negata alle banche venete…..
 
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