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tontolina

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questa proposta è davvero pericolosissima
https://www.investireoggi.it/econom...hio-bail-anche-100-000-euro-lo-chiede-la-bce/

Conti bancari a rischio bail-in anche sotto 100.000 euro? Lo chiede la BCE
Conti bancari sotto 100.000 euro non più sicuri nel caso di bail-in? La proposta shock della BCE rischia di accendere lo scontro su un tema caldissimo.
di Giuseppe Timpone, pubblicato il 16 Novembre 2017 alle ore 13:58

I conti correnti degli italiani potrebbero essere più a rischio di quanto già immaginiamo. A metterlo nero su bianco è stata niente di meno che la BCE, chiamata da Consiglio d’Europa ed Europarlamento, nel febbraio scorso, ad esprimere un parere sulla “Bank recovery and resolution directive” (Brr), la direttiva comunitaria sul cosiddetto “bail-in”, la nuova disciplina sui salvataggi bancari, entrata in vigore dal gennaio dello scorso anno e già oggetto di forti critiche da parte degli stessi governi che pure l’approvarono senza battere ciglio. La Brrd prevede che nel caso di risoluzione di una banca, prima che questa possa chiedere aiuto agli stati, deve coprire le perdite azzerando il capitale dei soci-azionisti e se ciò non si rivelasse sufficiente, passando ad azzerare anche le obbligazioni subordinate e dopo ancora le obbligazioni senior e, infine, i conti correnti e deposito per la somma superiore ai 100.000 euro. Insomma, ad oggi sono totalmente garantite le somme depositate in un conto fino a 100.000 euro, che saranno integralmente restituite al titolare anche nel caso di fallimento della banca. (Leggi anche: Conti bancari sotto 100.000 euro sicuri da un prelievo forzoso?)

In futuro, le cose potrebbero andare diversamente, se fosse accolto il parere della BCE, secondo cui bisognerebbe introdurre una sorta di “pre-risoluzione” della durata di 5 giorni, nel corso dei quali i conti bancari verrebbero bloccati, consentendo l’accesso ai titolari solo per spese giornaliere e dietro autorizzazione della banca con debito preavviso. Inoltre, l’istituto dovrebbe potere essere in grado di mettere mano anche ai depositi inferiori ai 100.000 euro, in nome di quella “flessibilità” di intervento, che si rivelerebbe necessaria per affrontare al meglio i casi di crisi.

La stessa BCE, però, si mostra consapevole che la misura, ove approvata, rischierebbe di provocare una sfiducia generalizzata tra i risparmiatori, i quali si ritroverebbero senza garanzie anche per i risparmi di piccola entità. E, tuttavia, il membro esecutivo dell’istituto, la tedesca Sabine Lautenschlaeger, è apparsa colpita dalle critiche, sostenendo di non comprendere le ragioni della paura e spiega che con la rimozione del limite minimo, al di sotto del quale i risparmi sarebbero intaccabili dalla banca, i risparmiatori sarebbero incentivati a diversificare i loro investimenti, anziché parcheggiando denaro solo sui conti correnti. La donna sprona, ad esempio, a comprare oro, meglio se fisico, una garanzia storica contro i rischi.

La giravolta della BCE sulle banche
Ora, è necessario fare presente che la BCE ha rilasciato il suo parere, ma che questo non è vincolante e né è detto che verrà mai messo in pratica. E’ bene prendere atto, però, che in Europa stia prevalendo un’interpretazione sempre meno favorevole al piccolo risparmio, dopo che i casi delle due banche venete e di MPS avevano segnalato una forte flessibilità di Bruxelles nell’applicazione della direttiva sul “bail-in”. Anzi, proprio la BCE si era mostrata abbastanza benevole con i piccoli risparmiatori italiani, facendo pressione sulla Commissione, affinché fossero esclusi dalle perdite persino gli obbligazionisti subordinati del canale retail, in modo da accelerare le procedure di salvataggio degli istituti coinvolti.

Il parere depositato l’8 novembre scorso in un paper di 58 pagine pare più che altro un esercizio teorico, se vogliamo un monito al mercato, affinché non approfitti della garanzia sui depositi sotto i 100.000 euro per spostare il proprio denaro laddove sarebbe remunerato meglio, indipendentemente dalla solidità dell’istituto. Fa ancora più impressione constatare, ad esempio, che proprio il governatore Mario Draghi è colui che più di tutti da anni fa pressione sulla Germania, affinché avalli una garanzia unica sui depositi nell’Eurozona, a completamento dell’Unione bancaria. Le resistenze dei tedeschi sono note, temendo essi di dover condividere rischi a carico attualmente dei contribuenti degli altri stati membri dell’area. (Leggi anche: Garanzia unica sui depositi, cos’è e cosa cambia per i risparmiatori)

Cosa accade senza garanzie sui conti bancari
Quali sarebbero gli effetti di un’applicazione indiscriminata del bail-in, senza riguardo nemmeno per i piccoli risparmi? Uno sarebbe positivo: i risparmiatori sceglierebbero meglio la loro banca, avendo cura di depositare il loro denaro negli istituti più sicuri, consapevoli che altrimenti rischierebbero di rimetterci di tasca propria. Improbabile, però, che i piccoli capitali vengano investiti tutti in oro o altri assets, come sostiene la BCE. In primis, perché per cifre basse non vale spesso la pena né di affrontare il rischio, né di sostenere i relativi costi. Secondariamente, perché i piccoli risparmiatori tendono anche ad essere più avversi al rischio e preferiscono semmai tenere il denaro presso strumenti finanziari percepiti come “sicuri”. E pur ammesso che iniziassero a comprare assets fisici come oro, dove lo dovrebbero tenere? A casa, esponendosi ai furti o dovrebbero per caso depositarlo presso una cassaforte in banca, ma dietro pagamento di un canone annuo?

E allora, la conseguenza probabile e temibile di una misura così sciagurata sarebbe la fuga dei capitali all’estero. Miliardi prenderebbero il volo per destinazioni-rifugio come la vicina Svizzera, colpendo la liquidità delle banche nell’area. Se fino a pochi anni fa, trasferire capitali all’estero implicava la necessità di spostarsi fisicamente, adesso serve solo qualche clic, trasferendo online le giacenze di un conto chiuso su un altro di una banca estera. I banchieri centrali e i governi lo sanno ed è impensabile che arrivino a livelli di tale idiozia. A rischio vi sarebbero la pacifica convivenza e la stabilità dei sistemi bancari dell’Eurozona. (Leggi anche: Crisi banche, rischio bail-in in Italia cresce)
 
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tontolina

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Banche Europa, Nouy: Vigilanza Bce difende piano su Npl
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Mercato Azionario16 minuti fa (24.11.2017 13:10) © Reuters. Banche Europa, Nouy: Vigilanza Bce difende piano su Npl

FRANCOFORTE (Reuters) - La vigilanza bancaria europea difende la proposta di chiedere alle banche maggiori accantonamenti sui nuovi crediti deteriorati, sostenendo che la questione degli Npl è uno dei maggiori problemi che gli istituti dell'area euro devono affrontare.

"Abbiamo delle ferme aspettative su questo, e che ora abbiamo definito", ha detto il numero uno della supervisione bancaria della Bce, Daniele Nouy nel corso di una conferenza a Francoforte.

"Ma per essere chiari: quello di cui sto parlando riguarda le aspettative della vigilanza" ha aggiunto specificando che "non ci sono azioni automatiche collegate".

"La nostra guidance fornisce le basi per un dialogo strutturato con ogni singola banca".

L'addendum della Bce prevede che dal primo gennaio 2018 i nuovi crediti deteriorati debbano essere coperti al 100% in due anni se non assistiti da garanzia e in sette anni se garantiti.

Nouy ha inoltre sottolineato che una soluzione sostenibile deve andare oltre la sola questione degli Npl e che il settore bancario europeo ha bisogno di un consolidamento.
 

tontolina

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Banche, parla l'ex capo di Unicredit Ghizzoni: "Nelle banche troppi ladri"
Affaritaliani.it 21 h fa


mi pare di capire che anche Ghizzoni punti il dito contro la politica economica della TROIKA;
dice:
"Ma se le banche italiane hanno cominciato a vendere le obbligazioni in casa ai clienti, in modo anomalo, lo hanno fatto per necessità; bisogna prendere atto che ci fu nel novembre del 2011 un problema drammatico di proporzioni mai viste in termini di liquidità e che quel problema si è trascinato anche dopo, perché ha inciso sulla fiducia."
 

tontolina

Forumer storico
L’agenzia di rating cinese Dagong prova a dare il voto (rating) alle principali banche italiane.
In realtà mi interessava di più portare alla vostra attenzione alcuni importanti indicatori che servono per tastare i polso alla salute del sistema bancario italiano.
Guardate, non voglio essere di parte e nemmeno commentare questa slide. Ve la lascio così, originale e lascio a voi fare le elucubrazioni del caso.


Intanto mi sembra chiaro che c’è ancora molto marcio che deve uscire. Ma attenzione, qui abbiamo le banche TOP a livello dimensionale. Come stanno secondo voi le banche di dimensioni più ridotte?

PS: è evidente un errore di stampa sul rigo di Mediobanca. NPL che sono a 5,48% e non a 54,8%!

STAY TUNED!

Danilo DT
BANCHE ITALIANE: il punto sui principali istituti del Bel Paese | IntermarketAndMore
 

tontolina

Forumer storico
il video di Alessio Villarosa.

Una banca in Sicilia, Banca Base, ha bloccato l'accesso ai conti di famiglie e imprese, per 60 giorni, su ordine di Padoan e di bankitalia, per via delle difficoltà della banca [tutto da vedere], mettendo a repentaglio le imprese e la sopravvivenza stessa delle persone.

VIETATI PRELIEVI BONIFICI ASSEGNI TUTTO

Quando sappiamo che la moneta bancaria sono promesse di pagamento della banca nella forma di depositi, queste promesse di pagamento vanno assolutamente sopperite con bi...

Altro...


Alessio Villarosa
1 h ·
Sta accadendo l’incredibile
#BANCABASE
Paolo Gentiloni, Ignazio Visco, Pier Carlo Padoan, sbloccate immediatamente questo scempio!
Aziende oneste con i c/c b...

Altro...
 

tontolina

Forumer storico
NPL: regole di gestione delle sofferenze bancarie. La parola alla Nouy.
Scritto il 16 marzo 2018 alle 07:38 da Danilo DT


Dopo vari pareri, compreso quello della Commissione Europea, si aspetta quello della Vigilanza Bancaria Europea. E li si rischia di giocare la vera partita per le banche italiane.
La situazione delle banche europee è da anni al centro dell’attenzione delle istituzioni comunitarie. Lo spauracchio Lehman Brothers prima e poi l’alto tasso di sofferenze bancarie dopo, con Italia nel centro dell’occhio del ciclone, hanno fatto si che ci fosse da parte dei vari organismi una prudenza (anche giustificata) che è andata oltre ogni previsione.
E questa prudenza alla fine è diventata confusione. Un po’ come quella che può venire nella nostra testa.

Fateci caso. Quante sono le organizzazioni che monitorano e impongono regolamenti sul settore bancario? Beh, non ce n’è solamente una.
Tanto per cominciare la BCE, con un collegio nominato dai governi ma teoricamente indipendente da essi. E poi c’è l’EBA, altra organizzazione autonoma guidata dal connazionale Enria. E poi c’è anche la Commissione Europea.
Come mai parlo di questo proprio oggi? Perché mi sembra chiaro che forse, tra queste tre organizzazioni, che teoricamente hanno le medesime origini, ci siano delle incongruenze sulle decisioni da prendere. Anche perché poi c’è la Vigilanza Bancaria Europea, diretta dalla rigida Danièle Nouy.

Dove sta il problema? Avrete sicuramente letto in questi giorni dei nuovi criteri di gestione delle sofferenze bancarie per le banche.

Accantonamenti a copertura dei rischi insiti nei prestiti futuri che potrebbero deteriorarsi, sviluppo di mercati secondari sui quali vendere npl, agevolare il recupero crediti, assistere gli Stati nel processo di ristrutturazione delle banche fornendo uno schema per l’istituzione di società di gestione di attivi (bad bank). Queste le misure del pacchetto sugli Npl (non performing loan, crediti di difficile esigibilità) proposte dalla Commissione Ue. Gli accantonamenti si applicheranno ai prestiti emessi a partire da oggi, se la proposta passerà all’Ecofin. (Source)

Secondo l’Eba, a fine settembre 2017 il totale di NPL in pancia alle banche europee ammontava a ben 854 miliardi di euro, ovvero il 4,2% del totale dei prestiti. Ovviamente l’Italia è in pole position sull’esposizione del sistema agli NPL.
Il problema è sempre lo stesso. Come smaltirli? Come risanare i bilanci? Come far ripartire e consolidare le banche soprattutto italiane?
La ricetta della Commissione Europea è la seguente.

(…) Per coprire i crediti deteriorati che non hanno collaterale (unsecured), le banche avranno due anni. Nel primo anno dovranno coprirli del 35%, arrivando al 100% nel secondo. Quelli con collaterale (secured) dovranno essere coperti al 100% entro otto anni, con una progressione che sarà meno intensa all’inizio e più intensa dal quarto anno in poi. Ovvero: nel primo anno dovranno coprire il 5%, nel secondo il 10%, nel terzo il 17,5%, nel quarto il 27,5%, nel quinto il 40%, e così via fino al 100% nell’ottavo. Per Bruxelles è un incentivo a liberarsene. Mentre sugli stock esistenti non c’è alcuna richiesta prudenziale. (…)

La proposta sembra meno pesante del previsto. Queste nuove norme andranno applicate solo sui nuovi crediti, e non sullo “stock”. Ma attenzione. Il rischio sta sul fatto che se verrà invece varata una norma RETROATTIVA allora per le banche italiane si fa molto dura. Gli utili generati non sarebbero sufficienti e, anzi, necessiterebbero diverse ricapitalizzazioni. E cosa ne pensa la Nouy? E l’EBA?

Ieri si aspettava i parere del Consiglio di Vigilanza, ovvero della Nouy. Ed è li che si giocherà la partita assieme all’EBA. Non ho trovato notizie in merito. Problemi? Tensioni interne? Contrasti? Non lo so. Ma certo è che la sua decisione potrebbe essere una bella tegola per le banche italiane. O forse una gradita sorpresa. Attendiamo fiduciosi, sperando che, come sempre, non si faccia troppo RUMORE…

UPDATE: FRANKFURT, Germany – Introductory remarks by ECB bank supervisory chief Daniele Nouy at “Joint Governance Conference: Governance expectations for banks in a changing financial environment” organised by the ECB in Frankfurt, Germany – 0900 GMT – THURSDAY, MARCH 22

STAY TUNED!



Danilo DT
 

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