Pro life e obbligo di sepoltura dei prodotti abortivi. Il caso di Legnano. (2 lettori)

Claire

ἰοίην
La legge 194 sull’ interruzione volontaria di gravidanza è il bersaglio privilegiato di associazioni religiose e di fanatici fondamentalisti cattolici.

Soggetti e soggette che dovrebbero essere allontanati dai consultori e dagli ospedali pubblici che trovano invece le porte sempre spalancate.

In Piemonte, la situazione dei consultori piemontesi dopo l’applicazione della delibera Ferrero vede il benvenuto ai movimenti volontari per la vita all’interno dei consultori pubblici del territorio.

Nel comune di Fano la consigliera delle PariOpportunità ha aderito all’iniziativa di respiro europeo “Uno di Noi” per il riconoscimento della vita sin dal concepimento, organizzando banchetti di raccolta firme per i diritti dei non nati, il giovedì pomeriggio, all’interno del consultorio pubblico della città. Questo in una regione, le Marche, con un tasso di obiettori altissimo.

Nel Liceo scientifico statale Righi di Cesena si organizzano dibattiti sull’aborto dove sono chiamati a parlare esclusivamente esponenti del mondo cattolico e dei movimenti prolife.

L’associazione no194 lavora per un referendum abrogativo della legge sull’ivg e nel frattempo prega, naturalmente non in Chiesa, luogo adibito alla preghiera, ma davanti agli ospedali pubblici, gli “ospedali della morte” li chiamano loro. (A questo proposito io e altre amiche abbiamo organizzato un sit-in di contro preghiera, del quale ho parlato alla radio, come vi ho raccontato).

Gli attacchi alla legge 194 sono di diverso tipo. Diretti, come la richiesta di abrogazione. Indiretti, come quelli che si servono della violenta retorica per colpevolizzare le donne e per imporre la propria idea di vita a tutti.

Uno di questi metodi indiretti è la sepoltura dei prodotti degli aborti.

Ultimamente i cimiteri dei “non nati”, come vengono definiti in maniera non proprio neutra, sono sorti in diverse città italiane con l’autorizzazione e la benedizione delle amministrazioni locali.
Nel comune di Legnano la sepoltura dei feti è stata affidata a una associazione di carattere religioso dall’evocativo nome “Difendere la vita con Maria” il cui scopo è quello “di lavorare capillarmente perché la cultura della vita cresca sempre di più e si faccia ogni sforzo per difendere l’uomo lungo tutto l’arco della sua esistenza, a partire dal concepimento fino alla morte naturale”
Secondo questo protocollo d’intesa tra il comune di Legnano e l’associazione, quest’ultima viene autorizzata a gestire la sepoltura dei prodotti abortivi in un’area del cimitero cittadino denominata “area dei bambini mai nati”.

Hanno anche sito dove si può sostenere la caritatevole premura di Difendere La Vita con Maria per i “bambini non nati”, che non sembra essere altrettanto presente per i bambini nati, acquistando un lume per 2 euro, un fiore per 3 euro, un lenzuolino “come una piccola sindone” per soli 5 euro.
Una forma di violenza macabra e infima, perché la sepoltura, le preghiere, i lumini e tutto il santo rituale avvengono con o senza il consenso della donna.

I regolamenti, con varianti che vanno da regione a regione, prevedono in generale che i prodotti abortivi possano essere seppelliti qualora la donna ne faccia esplicita richiesta.

Per quanto riguarda la Lombardia, regione in questione, sono state apportate delle modifiche al regolamento in materia di attività funebri e cimiteriali le quali prevedono l’obbligo da parte del personale sanitario di informare i genitori sulla possibilità della sepoltura, che si tratti di un aborto volontario o di un aborto non volontario.

Qualora non venisse scelta la sepoltura “ si procede in analogia a quanto disposto per le parti anatomiche riconoscibili”, in pratica si procede con la sepoltura anche senza consenso. Arrivano le sante donne e i santi uomini in difesa della vita e seppelliscono i prodotti dell’aborto e li chiamano “bambini non nati” . Le donne invece le chiamano assassine.

Tra i vari “ritrovati” dei pro-life per attaccare indirettamente la legge 194 e le donne questo è probabilmente uno dei più crudeli. E’ obbligatoria la richiesta di sepoltura, è già questa di per sè è una violenza incomprensibile, ma addirittura, qualora non ci fosse consenso, si procederebbe ugualmente con il macabro rituale. Questa si chiama crudeltà.

Copio e incollo qui il comunicato del Gruppo Consiliare Sinistra Legnanese in merito al protocollo d’intesa del comune con l’associazione pro-life:

IL 28 DICEMBRE 2012 LA GIUNTA DI LEGNANO HA FIRMATO UN PROTOCOLLO DI INTESA CON L’ASSOCIAZIONE RELIGIOSA “DIFENDERE LA VITA CON MARIA”, CHE PERMETTE ALLA STESSA LA SEPOLTURA DI PRODOTTI ABORTIVI NEL LOCALE CIMITERO PARCO, IN UNA APPOSITA AREA DETTA DEI “BAMBINI NON NATI”.
QUESTOPROTOCOLLO E’ DIVENTATO OPERATIVO DAL 15 GENNAIO 2013.

L’associazione “Difendere la vita con Maria” è un’organizzazione di volontari che opera, presso i centri ospedalieri dove vengono effettuati aborti, con la finalità di promuovere la sepoltura di prodotti abortivi. L’associazione combatte la legge 194 con i sistemi di pressione che le sono più consoni, facendo mostra di spirito caritatevole, ma con l’intento reale di equiparare, nel sentire comune e nella giurisprudenza, l’ovulo fecondato ad una persona dotata di diritti riconosciuti dalla legislazione italiana. Il passo successivo – obiettivo di questa concezione – sarebbe: se l’ovulo fecondato fosse un soggetto giuridico, l’aborto sarebbe un omicidio.

Le loro funzioni funebri finiscono con una preghiera di Consacrazione a Maria in difesa della Vita, nella quale si afferma: “Siamo consapevoli che la vita è costantemente al centro di una grande lotta. Il maligno, omicida fin dall’inizio, attenta continuamente alla vita dell’uomo e della umanità. A Te è affidato il compito di difenderci dal dragone infernale fino al giorno in cui il frutto benedetto del tuo seno riporterà vittoria definitiva. Accogli, dunque, o Maria, la nostra consacrazione , il nostro amore e il nostro impegno perché con Te possiamo efficacemente lavorare nella promozione e nella difesa della vita”.

È evidente il pesantissimo e colpevolizzante carico che con questo accordo si vuol gettare sulle spalle delle donne che hanno affrontato l’immenso dolore dell’interruzione di gravidanza, quasi si volesse, attraverso cerimonie come quelle previste, assegnare loro un marchio di colpa e di condanna per le loro scelte.

La maternità e la genitorialità dovrebbero essere sempre scelte libere e consapevoli. Interrompere o portare a termine una gravidanza è una scelta che riguarda solo la donna, una scelta che questa deve poter compiere senza essere marchiata come assassina.

Le legge 194 si tocca solo per apportare miglioramenti, cosa che andrebbe fatta. Andrebbe garantita la sua effettiva applicazione riducendo, fino a eliminare, l’obiezione di coscienza.
La libertà femminile si basa sulla possibilità di disporre di sè, della propria sessualità e della propria fertilità. A quanto pare dobbiamo ancora lottare questo.


:down:
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
Su questa cosa sono d'accordo al 100% con Claire . Penso
che dovrebbe essere proibito per legge l'obiezione di
coscienza sull'interruzione della gravidanza . Se proprio
uno non vuole farla venga spostato ad altra mansione. Poi
pare che alcuni fanno i furbi , obiettori in ospedale e
operativi a pagamento a casa propria.........resta solo un
problema , l'aspetto legale della cosa. Cioe' , oggi è
perfettamente legale fare l'interruzione di gravidanza ai
sensi della legge 194. OK. Ma se arriva tra 10 /20 anni un
governo di estrema destra , bigotto , clericale , potrebbe
abolire la legge 194 e considerare l'interruzione di
gravidanza un grave reato , equiparato all'omicidio . OK .
Pero' la legge non dovrebbe essere retroattiva . Ma siamo
proprio sicuri che in italia il reato di omicidio non puo'
MAI essere retroattivo ? E allora eric priebke cosa ci fa
in galera ancora oggi a 99 anni? Accusato di omicidio
retroattivamente , assolto e poi di nuovo condannato solo
perche' qualcuno a urlato contro i giudici in tribunale. In
italia non si sa mai con la nostra giustizia......
 

timurlang

Etsi omnes , Ego non
Su questa cosa sono d'accordo al 100% con Claire . Penso
che dovrebbe essere proibito per legge l'obiezione di
coscienza sull'interruzione della gravidanza . Se proprio
uno non vuole farla venga spostato ad altra mansione. Poi
pare che alcuni fanno i furbi , obiettori in ospedale e
operativi a pagamento a casa propria.........resta solo un
problema , l'aspetto legale della cosa. Cioe' , oggi è
perfettamente legale fare l'interruzione di gravidanza ai
sensi della legge 194. OK. Ma se arriva tra 10 /20 anni un
governo di estrema destra , bigotto , clericale , potrebbe
abolire la legge 194 e considerare l'interruzione di
gravidanza un grave reato , equiparato all'omicidio . OK .
Pero' la legge non dovrebbe essere retroattiva . Ma siamo
proprio sicuri che in italia il reato di omicidio non puo'
MAI essere retroattivo ? E allora eric priebke cosa ci fa
in galera ancora oggi a 99 anni? Accusato di omicidio
retroattivamente , assolto e poi di nuovo condannato solo
perche' qualcuno a urlato contro i giudici in tribunale. In
italia non si sa mai con la nostra giustizia......

il "pare che " è gossip da quartierino : e quindi non ne parliamo

noto invece che sta partendo la campagna contro l'obiezione che origina da un motivo molto semplice : quasi il 70% dei ginecologi sono obiettori e se lo sono è perché probabilmente risuona ancora nelle loro menti quello che era il giuramento a cui erano tenuti
Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo.

E non mi risulta che Ippocrate fosse un estremista cattolico

O forse hanno solo ben chiaro quello a cui sarebbe tenuti a fare.

Ma vedo che rimane l'abitudine di aver cura dei propri diritti e rabbia per quelli degli altri.
 

patatina 77

Creatore di UGC
avrei diverse cose su cui mi piacerebbe discutere, ma preferisco andare a lavorare finchè me lo permettono, tanto ognuno resterebbe nelle sue posizioni.

intanto chiedetevi perchè c'è chi non la pensa come voi
 

nera.luce

come un'onda
La libertà femminile si basa sulla possibilità di disporre di sè, della propria sessualità e della propria fertilità.
Escludendo i casi di aborti terapeutici o aborti in seguito a violenze subite, ritengo che le donne hanno già la libertà di scegliere fra diversi sistemi anticoncezionali.

Questo eviterebbe di arrivare ad invocare la libertà solo quando si
ha commesso un "errore" e ci si vuole "liberare" di quell'errore.
 

Claire

ἰοίην
Escludendo i casi di aborti terapeutici o aborti in seguito a violenze subite, ritengo che le donne hanno già la libertà di scegliere fra diversi sistemi anticoncezionali.

Questo eviterebbe di arrivare ad invocare la libertà solo quando si
ha commesso un "errore" e ci si vuole "liberare" di quell'errore.

Alcune donne, la libertà di scegliere un sistema anticoncezionale non ce l'hanno.

Sembra ridicolo, eppure...
Oggi al centro antiviolenza è arrivata una ragazza ITALIANA, che ci chiedeva aiuto perché il marito non vuole usare il preservativo e lei che ha problemi di salute non se la sente di usare la pillola o la spirale.
Ci ha chiesto se poteva essere configurato come un caso di violenza sessuale o psicologica.

Ragazzina alla quale si rompe il preservativo.

Ragazza di 32 anni, arrivata da noi lo scorso mese. 5 Figli, di cui uno gravemente malato. Si sta separando, ha scoperto di essere incinta (non so se del marito o di un altro).
Il marito la picchia, le ha rotto un piede.
Il bambino non lo vuole e non vuole che il marito sappia che è incinta.

.....

Io ne vedo tante di storie come queste.

:(
A nessuna piace l'aborto, ma è un diritto fondamentale, che non si tocca.
Le veglie di preghiera le indirizzerei ad altro, francamente.

Appena ci saranno VERI AIUTI per le ragazze madri, le famiglie e tutto quel che concerne la tematica "maternità", le violenze, e il sostegno alla genitorialità consapevole, quando ci sarà una seria educazione sessuale nelle scuole, allora forse ne riparlerò.

Inoltre, facciamo il caso che io mi presenti, incinta, al consultorio
"Vorrei interrompere la gravidanza"
"Perché?"
"Perché sono stata costretta al rapporto sessuale"
"Da chi?"
"Da mio marito"
"Ha fatto denuncia?"
"no"
"Ha segni sul corpo?"
"no".

........

:mmmm:
E' vero? Non è vero?
come lo sai?
E intanto che lo accerti che si fa? Interrompi la gravidanza o no?

Vedi bene che subordinare il diritto ad interrompere una gravidanza ai casi di violenza sessuale innescherebbe meccanismi perversi.

E sorvolo sul fatto che se mi recassi in un ospedale per abortire con dolore (fisico e psicologico), fossi anche rimasta incinta "per errore", e trovassi un manipolo di gente che prega per me, brutta peccatrice cattiva e mi obbligasse a conservare e seppellire quel che mi verrebbe fatto espellere dalla pancia, mi scoccerebbe non poco. Chi dà loro il diritto di giudicare un mio comportamento? Tanto più che sto esercitando un diritto sancito dalla legge.
 
Ultima modifica:

Aliens

Hola!
Alcune donne, la libertà di scegliere un sistema anticoncezionale non ce l'hanno.

Sembra ridicolo, eppure...
Oggi al centro antiviolenza è arrivata una ragazza ITALIANA, che ci chiedeva aiuto perché il marito non vuole usare il preservativo e lei che ha problemi di salute non se la sente di usare la pillola o la spirale.
Ci ha chiesto se poteva essere configurato come un caso di violenza sessuale o psicologica.

Ragazzina alla quale si rompe il preservativo.

Ragazza di 32 anni, arrivata da noi lo scorso mese. 5 Figli, di cui uno gravemente malato. Si sta separando, ha scoperto di essere incinta (non so se del marito o di un altro).
Il marito la picchia, le ha rotto un piede.
Il bambino non lo vuole e non vuole che il marito sappia che è incinta.

.....

Io ne vedo tante di storie come queste.

:(
A nessuna piace l'aborto, ma è un diritto fondamentale, che non si tocca.
Le veglie di preghiera le indirizzerei ad altro, francamente.

Appena ci saranno VERI AIUTI per le ragazze madri, le famiglie e tutto quel che concerne la tematica "maternità", le violenze, e il sostegno alla genitorialità consapevole, quando ci sarà una seria educazione sessuale nelle scuole, allora forse ne riparlerò.

Inoltre, facciamo il caso che io mi presenti, incinta, al consultorio
"Vorrei interrompere la gravidanza"
"Perché?"
"Perché sono stata costretta al rapporto sessuale"
"Da chi?"
"Da mio marito"
"Ha fatto denuncia?"
"no"
"Ha segni sul corpo?"
"no".

........

:mmmm:
E' vero? Non è vero?
come lo sai?
E intanto che lo accerti che si fa? Interrompi la gravidanza o no?

Vedi bene che subordinare il diritto ad interrompere una gravidanza ai casi di violenza sessuale innescherebbe meccanismi perversi.

E sorvolo sul fatto che se mi recassi in un ospedale per abortire con dolore (fisico e psicologico), fossi anche rimasta incinta "per errore", e trovassi un manipolo di gente che prega per me, brutta peccatrice cattiva e mi obbligasse a conservare e seppellire quel che mi verrebbe fatto espellere dalla pancia, mi scoccerebbe non poco. Chi dà loro il diritto di giudicare un mio comportamento? Tanto più che sto esercitando un diritto sancito dalla legge.

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Aliens

Hola!
Escludendo i casi di aborti terapeutici o aborti in seguito a violenze subite, ritengo che le donne hanno già la libertà di scegliere fra diversi sistemi anticoncezionali.

Questo eviterebbe di arrivare ad invocare la libertà solo quando si
ha commesso un "errore" e ci si vuole "liberare" di quell'errore.

E allora ciappa lì, hai commesso un errore e ora paga per il resto della tua vita tenendoti un figlio non desiderato (il più delle volte quando si abortisce).
 

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