Presente e futuro dell'arte. Facciamo il punto. (1 Viewer)

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Si @Account io compro arte e dopo circa 3 anni sono anche tornato ad acquisire un olio su tela scoprendo, ma quanta ricerca, che anche nelle giovani generazioni ci sono germogli che meritano di essere preservati.

Artista: Diego Gualandris
TItolo: Auguri
Anno: 2019
Tecnica/Materiali: olio su tela
Dimensioni: 200x225cm

"Auguri vuole essere una mappa per la lettura del futuro. Affascinato dalla figura degli augures, che nell'antica Roma e nel periodo etrusco erano in grado di prevedere il futuro attraverso l'osservazione del volo degli uccelli, ho voluto creare uno stormo, in cui lo spettatore potesse riconoscere il proprio auspicio. Durante il processo pittorico ho apportato numerose velature e cancellature sovrapponendo immagini tra loro autonome. La parte centrale del dipinto presenta quattro egrette tratte da uno schizzo di Pisanello, che ho accorpato fra loro riprendendone poi i contorni e rendendolo una sorta di stemma o effige"

Vedi l'allegato 546961
Non so se te ne sei accorto, ma nel tuo quadro sono presenti molti rimandi (contenutistici e formali) ai lavori di Max Ernst.
 

Cris70

... a prescindere
Grazie caro me lo sto godendo da ieri, provenienza Berlino, ed è tutto da scoprire

IMG_20200311_150235.jpg
 

Cris70

... a prescindere
caro @lastra.biffata il problema non è che mi sono rotto dei soliti nomi, tutt'altro, sto finalizzando l'acquisizione di un'opera molto particolare di Penone del '72; quando sarà il momento ve la farò vedere.
Semmai ho la necessità, termine quanto mai appropriato, di soddisfare la mia curiosità e tenere sempre acceso il cervello. Quale migliore strada se non quella di aprire nuovi fronti di indagine?

Non ti nascondo che seguire l'arte contemporanea è molto complicato ma anche stimolante perchè vivi le situazioni, parli con gli artisti e in generale con chi fa parte del mondo direttamente legato alla produzione dell'arte dei ns tempi.
Conoscere il proprio tempo e viverlo cercando di intravedere spiragli di futuro come stiamo facendo in questo 3d, ritengo sia molto più stimolate che vedere e parlare sempre al passato.
Ho trascorso circa 10 anni e interi pomeriggi a parlare con curatori, critici, galleristi, mercanti e gli artisti sopravvissuti (tra questi anche Gilardi con una cena a Vienna memorabile) sull'Arte Moderna e in generale dal dopoguerra fino alla Transavanguardia.
La mia fame di Arte è stata soddisfatta e una discreta preparazione ha condito il tutto, ma ti garantisco che il divertimento che ho provato e sto provando da quest'ultimo quinquennio è impagabile e, sorpresa, spendo anche meno.

Sugli anni '70 con me sfondi una porta aperta e di Fontana ne ho posseduti (pezzi unici e grafiche) e ne posseggo ancora.
Ma dopo aver letto tutto quello che c'era da leggere, aver studiato la sua produzione e visto quello che c'era da vedere (fine di Dio),
cosa cacchio potrebbe più sfrugugliare la mia "curiosità" su Lucio? niente. Lo colleziono e me lo godo. Punto.

Ringrazio anche io @Account per i suoi contributi sempre di alto livello ma soprattutto costruttivi, aspetto quest'ultimo che apprezzo sempre, suppongo a causa della mia formazione e mestiere.
 

Account

Nuovo forumer
Sono io a ringraziare Voi per avermi accettato in questo forum dove, come posso intuire dalle vostre parole, vi conoscete da molto tempo.
Anch'io da decenni ho a che fare con artisti e galleristi e, al contrario di Cris70, non ho in me ricordi di gente simpatica, fatta eccezzione per pochi. Ho in me ricordi dolcissimi lasciati da Luigi Veronesi e da Giancarlo Sangregorio, Enrico Baj , un po' meno da Lucio Fontana. Ho dei ricordi molto positivi ed accesi di Giuseppe Motti col quale ho trascorso nel suo studio vicino a corso Magenta a Milano infinite ore. Con loro ho conosciuto altri artisti stupendi ma che non hanno avuto la stessa fortuna. Devo però ammettere di aver conosciuto soprattutto artisti insopportabili, la maggior parte, gente piena di sé e arrivata alla fama solo grazie a bravi commercianti e alla frequentazione di salotti importanti. Mi rendo perfettamente conto che qui in Investireoggi l'aspetto economico è determinante e vi confesso che sono proprio qui per questo motivo. Spero di ottenere da questo forum e soprattutto da questa discussione gli elementi utili per mettere a tacere la mia logica che cerca pace. Ho seguito molto da vicino, ma solo come casuale osservatore, una speculazione milionaria di opere prodotte in Italia e vendute in USA. Opere terrificanti eppure piazzate a prezzi spropositati. Tutto grazie ad una questione fiscale americana che qui da noi non c'è. Parlo ancora abbastanza spesso con galleristi e tutte le volte, a dire il vero, assisto ad un loro monologo. Tutto questo per dirvi che ho un grande rispetto delle idee e dei gusti altrui, ma anche che sto vivendo un periodo in cui sono l'umiltà con l'intelligenza e la cultura a rapirmi quando sono espresse con sentimento ed assoluta competenza pittorica su una tela. Sono affasinato dall'uomo sempre e soprattutto inteso come soggetto. Quando l'uomo nei panni di artefice mi dona le risultanze del suo io escludendo la sua diretta visione dell'uomo resto un po' rigido perché ho necessità arcaiche improvvisamente riemerse dopo decenni di emancipazione. Vi sottopongo questo fenomeno da valutare: credo di essere tra chi, dopo aver creduto nel potere della democrazia, oggi si domanda cosa fare di fronte ai limiti sempre più pericolosi della democrazia. Non sono impazzito. Mi era indispensabile fare questa premessa perché nell'arte colgo lo stesso identico problema. Oggi, dopo aver celebrato con tutti i miei sentimenti tutta l'espressione artistica fino alla Abramivic e a Vanessa Beecroft, ora guardo verso il futuro e vedo opere ad olio magistralmente eseguite il cui soggetto è l'uomo e i conntenuti delle quali sono la ricerca della bellezza come fatto ancestrale in cui emerge la storia di un popolo e l'orgoglio di farci parte, il rassicurante e protettivo senso di appartenenza..
 

giustino

Art is looking for you
Sono io a ringraziare Voi per avermi accettato in questo forum dove, come posso intuire dalle vostre parole, vi conoscete da molto tempo.
Anch'io da decenni ho a che fare con artisti e galleristi e, al contrario di Cris70, non ho in me ricordi di gente simpatica, fatta eccezzione per pochi. Ho in me ricordi dolcissimi lasciati da Luigi Veronesi e da Giancarlo Sangregorio, Enrico Baj , un po' meno da Lucio Fontana. Ho dei ricordi molto positivi ed accesi di Giuseppe Motti col quale ho trascorso nel suo studio vicino a corso Magenta a Milano infinite ore. Con loro ho conosciuto altri artisti stupendi ma che non hanno avuto la stessa fortuna. Devo però ammettere di aver conosciuto soprattutto artisti insopportabili, la maggior parte, gente piena di sé e arrivata alla fama solo grazie a bravi commercianti e alla frequentazione di salotti importanti. Mi rendo perfettamente conto che qui in Investireoggi l'aspetto economico è determinante e vi confesso che sono proprio qui per questo motivo. Spero di ottenere da questo forum e soprattutto da questa discussione gli elementi utili per mettere a tacere la mia logica che cerca pace. Ho seguito molto da vicino, ma solo come casuale osservatore, una speculazione milionaria di opere prodotte in Italia e vendute in USA. Opere terrificanti eppure piazzate a prezzi spropositati. Tutto grazie ad una questione fiscale americana che qui da noi non c'è. Parlo ancora abbastanza spesso con galleristi e tutte le volte, a dire il vero, assisto ad un loro monologo. Tutto questo per dirvi che ho un grande rispetto delle idee e dei gusti altrui, ma anche che sto vivendo un periodo in cui sono l'umiltà con l'intelligenza e la cultura a rapirmi quando sono espresse con sentimento ed assoluta competenza pittorica su una tela. Sono affasinato dall'uomo sempre e soprattutto inteso come soggetto. Quando l'uomo nei panni di artefice mi dona le risultanze del suo io escludendo la sua diretta visione dell'uomo resto un po' rigido perché ho necessità arcaiche improvvisamente riemerse dopo decenni di emancipazione. Vi sottopongo questo fenomeno da valutare: credo di essere tra chi, dopo aver creduto nel potere della democrazia, oggi si domanda cosa fare di fronte ai limiti sempre più pericolosi della democrazia. Non sono impazzito. Mi era indispensabile fare questa premessa perché nell'arte colgo lo stesso identico problema. Oggi, dopo aver celebrato con tutti i miei sentimenti tutta l'espressione artistica fino alla Abramivic e a Vanessa Beecroft, ora guardo verso il futuro e vedo opere ad olio magistralmente eseguite il cui soggetto è l'uomo e i conntenuti delle quali sono la ricerca della bellezza come fatto ancestrale in cui emerge la storia di un popolo e l'orgoglio di farci parte, il rassicurante e protettivo senso di appartenenza..

Bellissimo post @Account.
Ti domandi "cosa fare di fronte ai limiti sempre più pericolosi della democrazia?"
Per me si tratta di ri-trovare in se stessi il senso stesso dell'esistere, ristabilire le priorità che la natura ci detta.
Cosa viene prima e cosa dopo?
Quando il profitto in tutti i campi è originato dalle provocazioni a scapito del lavoro serio ed onesto la mia impressione è che le priorità si siano capovolte. E quando questo succede ciò che sta dietro l'angolo è il disastro. E' come mettere il carro davanti ai buoi, non si va da nessuna parte.

Quali sono le priorità?
1- sono vivo anche oggi e il respiro che entra mi porta la vita ed uscendo se la porta via.
2- ogni respiro è un evento unico ed irripetibile
3- la salute è il bene primario e tutto ciò che la favorisce sta davanti a ciò che l'attenta
4- la Conoscenza, ma quale? Quella dei libri? Quella che inonda i media? Va tutto bene ma dovremmo domandarci quali sono le cose fondamentali o meglio prioritarie da sapere e per questo direi di tornare al punto 1 e 2.

Dopo aver seguito con interesse i discorsi intorno alla "banana di Cattelan", niente mi sembra adesso più lontano e più insignificante perchè se c'è una cosa positiva e democratica del coronavirus è che non guarda in faccia a nessuno. Attori, calciatori, scrittori famosi ne vengono colpiti come chiunque altro mortale.

Tu dici "...guardo verso il futuro e vedo opere ad olio magistralmente eseguite il cui soggetto è l'uomo e i contenuti delle quali sono la ricerca della bellezza come fatto ancestrale in cui emerge la storia di un popolo e l'orgoglio di farci parte, il rassicurante e protettivo senso di appartenenza".
Il rischio è proprio quello di affrontare l'incertezza ripiegandosi in un passato consolatorio e apparentemente di "sicurezza", ma temo che non possa funzionare.
In realtà ogni "respiro è un evento unico" e dobbiamo attrezzarci a viverlo come tale e la società globalizzata offre tante ed interessanti opportunità di futuro che sarebbe un peccato sprecare il tempo a rinvangare il passato per quanto glorioso possa essere.
 

Pink Cat

Forumer attivo
Si @baleng mi hai anticipato mi ricorda molto alcuni lavori di Ernst e devo dire anche le aquile di Franco Angeli.

Devo ringrazire @Account che è approdato su questo forum con dei contributi da togliersi il cappello :accordo:

Presente e futuro sono sulla stessa linea temporale per cui per forza di cose devono essere collegati. Io mi pongo tra i brontoloni antiquati, quelli che non ancora riescono a digerire l'arte contemporanea. Forse perchè sono un grande estimatore degli artisti italiani anni 60-70' che ritengo dei giganti dell'arte il cui lavoro come importanza sarà irripetibile. Parlo di Burri, Manzoni, Gilardi, Rotella, Arman, Fontana e via dicendo. C'è tanta di quella bibliografia oltre a curiosità ancora da scoprire su questi artisti rivoluzionari che non ho gran motivazione nel guardare all'arte contemporanea che a volte trovo un pò sciapita.

Anche perchè potrei prendere alcuni cicli di Christo, Cesar, Arman od altri e contestualizzarli nel 2020 senza stare a sentire "artisti emergenti" che si svegliano oggi riproponendo cose già fatte 70 anni fa giusto per seguire i trend odierni. Arman parlava di consumismo già nel 60' con le Poubelle, Gilardi delle tematiche ambientali a fine 60' con i tappeti natura...tutti temi che sono caldissimi oggi. Capisco anche la transizione di @Cris70 che probabilmente ne ha abbastanza dei soliti nomi (a volte anche io) e cerchi la novità cosi come capisco @baleng che se paragona Gorky a un pincopallo di oggi c'è da ridere.
Gilardi? Gilardi? Devo ammettere la mia grande ignoranza sul contemporaneo ma poi citi i tappeti natura ed immediatamente mi ricordo di un articolo della benemerita rivista Kermes (restauro) che ne parlava. Magari ti puo' interessare "entrare" nell'opera di Gilardi e conoscerne anche i materiali.
Allego un vecchio articolo che ne descrive il restauro. Statemi bene ;-)
 

Allegati

  • Kermes-n.-98-ebook 14-23-min.pdf
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baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Sono io a ringraziare Voi per avermi accettato in questo forum dove, come posso intuire dalle vostre parole, vi conoscete da molto tempo.
Anch'io da decenni ho a che fare con artisti e galleristi e, al contrario di Cris70, non ho in me ricordi di gente simpatica, fatta eccezzione per pochi. Ho in me ricordi dolcissimi lasciati da Luigi Veronesi e da Giancarlo Sangregorio, Enrico Baj , un po' meno da Lucio Fontana. Ho dei ricordi molto positivi ed accesi di Giuseppe Motti col quale ho trascorso nel suo studio vicino a corso Magenta a Milano infinite ore. Con loro ho conosciuto altri artisti stupendi ma che non hanno avuto la stessa fortuna. Devo però ammettere di aver conosciuto soprattutto artisti insopportabili, la maggior parte, gente piena di sé e arrivata alla fama solo grazie a bravi commercianti e alla frequentazione di salotti importanti. Mi rendo perfettamente conto che qui in Investireoggi l'aspetto economico è determinante e vi confesso che sono proprio qui per questo motivo. Spero di ottenere da questo forum e soprattutto da questa discussione gli elementi utili per mettere a tacere la mia logica che cerca pace. Ho seguito molto da vicino, ma solo come casuale osservatore, una speculazione milionaria di opere prodotte in Italia e vendute in USA. Opere terrificanti eppure piazzate a prezzi spropositati. Tutto grazie ad una questione fiscale americana che qui da noi non c'è. Parlo ancora abbastanza spesso con galleristi e tutte le volte, a dire il vero, assisto ad un loro monologo. Tutto questo per dirvi che ho un grande rispetto delle idee e dei gusti altrui, ma anche che sto vivendo un periodo in cui sono l'umiltà con l'intelligenza e la cultura a rapirmi quando sono espresse con sentimento ed assoluta competenza pittorica su una tela. Sono affasinato dall'uomo sempre e soprattutto inteso come soggetto. Quando l'uomo nei panni di artefice mi dona le risultanze del suo io escludendo la sua diretta visione dell'uomo resto un po' rigido perché ho necessità arcaiche improvvisamente riemerse dopo decenni di emancipazione. Vi sottopongo questo fenomeno da valutare: credo di essere tra chi, dopo aver creduto nel potere della democrazia, oggi si domanda cosa fare di fronte ai limiti sempre più pericolosi della democrazia. Non sono impazzito. Mi era indispensabile fare questa premessa perché nell'arte colgo lo stesso identico problema. Oggi, dopo aver celebrato con tutti i miei sentimenti tutta l'espressione artistica fino alla Abramivic e a Vanessa Beecroft, ora guardo verso il futuro e vedo opere ad olio magistralmente eseguite il cui soggetto è l'uomo e i conntenuti delle quali sono la ricerca della bellezza come fatto ancestrale in cui emerge la storia di un popolo e l'orgoglio di farci parte, il rassicurante e protettivo senso di appartenenza..
Io non credo che tu stia ripiegandoti verso il passato. Credo che, come ogni uomo dopo un prolungato stress catabolico (riprendo così l'argomento) abbia bisogno di riposo. Di sonno. Noi vediamo le cose molto più chiaramente durante il sonno e ci risvegliamo con nuove forze e, magari, con nuovi traguardi. La saggezza che è in noi, e che ci fa vivere, sa selezionare, sa digerire i problemi, sa produrre. Poi sta all'uomo sveglio, l'uomo attuale, mettersi in azione "con le sue mani" per creare il nuovo.
Certamente oggi la società propone soprattutto situazioni che ci "consumano", e lo fa con un eccesso sempre maggiore. La risposta degli artisti a questo proposito è passiva: si ripropongono le stesse pressioni negative senza riuscire ad elaborare una risposta, anche per timore di sembrare inattuali. Le accumulazioni di oggetti, le fotografie "critiche", tutto quanto in un post precedente ho riferito all'artista come organizzatore e non più creatore: si tratta sempre di risposte passive.
L'ambito della critica d'arte può permettersi di scatenarsi con i concetti e i ragionamenti, poiché, nonostante quanto sosteneva Wilde, il suo primo scopo non è "creare", ma spiegare (poi lo può fare bene, in modo creativo, o male, intellettualisticamente, che significa in modo morto). Ma l'artista no, non può divenire un critico, così come l'attore che interpreta Einstein non può pretendere di essere uno scenziato, per quanto si sia informato sull'argomento.

PS @Account , per caso eri a Cuba, spiaggia di Siboney, 4, 5 o 6 anni fa? Lì ho conosciuto un italiano che aveva operato in modo simile al tuo. Ero in compagnia di un veronese che conosceva l'amico con cui eri (se eri proprio tu)
 
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RedArrow

Forumer storico
Ragazzi però siete stron*etti :D, lascio un attimo lì un nuovo 3D ripromettendomi di leggere il tutto quando il tempo me lo consentirà e scopro che dentro si sta sviluppando un mondo.
E qui c'è un problema rilevante per me, il tempo, diamine, il tempo. Nel senso che a differenza dell'affascinantissimo 3D dei mercatini dove l'intervento spot per postare una scoperta richiede pochi secondi, o la ricerca di scoperte di altri può richiedere anche solo pochi minuti, in questo 3D bisogna avere abbastanza tempo per analizzare i vostri post, riflettere, scrivere.
Vediamo, non so se riuscirò a dare un contributo perchè peraltro mi dichiaro, come Platone, esperto di nulla tranne che di questioni d'amore.

Sono io a ringraziare Voi per avermi accettato in questo forum dove, come posso intuire dalle vostre parole, vi conoscete da molto tempo.
Ci conosciamo da molto tempo e su tavoli separati molti di noi si sono conosciuti di persona. Sono accolti automaticamente tutti, ci mancherebbe non è il Club di Giacobini, è un forum aperto, non di nostra proprietà, dove può scrivere chiunque. Esiste solo una conventio ad excludendum (e funziona, funziona) verso quelli che entrano a gamba tesa (ogni tanto capita) senza alcuno scopo costruttivo ma con intenti di altro genere. La prima volta vengono con cortesia avvertiti :mbe:, la seconda volta vengono invitati a darsi una calmata :no:, la terza volta ricevono il cartellino rosso :stop:.
 

Account

Nuovo forumer
anche per timore di sembrare inattuali.
Ma l'artista no, non può divenire un critico
Il rischio è proprio quello di affrontare l'incertezza ripiegandosi in un passato consolatorio e apparentemente di "sicurezza", ma temo che non possa funzionare.
Sento il dovere di rassicurare RedArrow, che saluto cordialmente, dicendo che saprò rispettare le regole di questo tavolo di discussione dove, a mio parere, vale ciò che si dice per approfondire la nostra conoscenza e soprattutto per aggiungere gradini utili per sviluppare quanto l'affascinante titolo chiede con un bel punto interrogativo. Se è un avvertimento scaturito da qualcosa che ho detto chiedo gentilmente di avvertirmi senza problemi permettendomi di chiarire. Quando si parla d'arte mi accorgo a volte di procedere senza freni perché la chiarezza e la trasparenza spesso conducono ad infervorarsi, però procedo sempre rispettando il pare degli altri interlocutori.

Hai ragione Giustino, molti artisti si sono rifugiati nel passato riproponendo opere classiche direttamente o come citazioni. Guardo i loro lavori con molta tenerezza ma nulla di più. Le mie esigenze sono diverse, credo molto nella cultura ed apprezzo alla stessa misura la tecnica produttiva. Ho visto opere ad olio, tanto per esemplificare con cautela per non far pubblicità a nessuno, che appartengono ad una ristrettissima cultura di una "minoranza etnica" nazionale cariche di passato di cui però ne sono la continuazione. Opere costruite con abili tocchi di pennello che svelano lo studio eseguito nei musei col naso a pericolosa distanza di sicurezza dalle opere per i sistemi d'allarme. Opere che mi rispettano come fruitore e che contengono tanto. Contengono una frazione di tempo dilatata fino all'inverosimile che appartiene all'eternità di cui ne cristallizzano l'atmosfera come unico dato temporale, atmosfera, sentimenti e orgoglio d'appartenenza che nulla ha a che fare con le chiusure, ma con il valore dato dalle diversità. Mi commuovo anche davanti al tempo lunghissimo dichiarato dalla tecnica pittorica fatta di pennellate sincere e ponderatissime.

Da incidere sul granito : "L'Artista non può diventare un critico" ! Ci sono artisti che ti attaccano dei bottoni da non poterne più, poi guardi le loro opere e, davanti ad un nulla anche male espresso, resti basito. Quasi sempre il timore di sembrare inattuali è alla base di moltissime, moltissime, moltissime opere! E di questo timore se ne sente la presenza molto bene e non amo i modaioli.

PS @Account , per caso eri a Cuba, spiaggia di Siboney, 4, 5 o 6 anni fa? Lì ho conosciuto un italiano che aveva operato in modo simile al tuo. Ero in compagnia di un veronese che conosceva l'amico con cui eri (se eri proprio tu)
Non ero io. Non riesco ad apprezzare nessuna spiaggia anche se poi, non so perché, mi piace sapere che le ho vicine. Mi incuriosisce il modus operandi che mi attribuisci .




 

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