Presente e futuro dell'arte. Facciamo il punto. (2 lettori)

sans souci

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Uno dei miei sogni (incubi?) ricorrenti, Sans Souci, è proprio di scendere. Tra i più tragici c'è stato uno scendere una scalinata stretta e ripida che dalla cima del Monte Rosa mi portava a valle passando attraverso cunicoli come quelli delle cave. Ultimamente sogno scale e discese meno pericolose e l'opera che hai scelto di ospitare mi prende molto anche perché in realtà mi evoca il ricordo di quando da bambino scendevo le scale così velocemente da provare il brivido della velocità, brivido che poi da ragazzo riprovavo scivolando con le scarpe di cuoio sugli spigoli dei gradini...a volte perdendo il tacco. Profetico quel quadro! La velocità invece di farci salire ci ha fatto sprofondare !
 
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Cris70

... a prescindere
@Account seguono le mie aspettative riguardo la qualità di un'opera in base al suo prezzo.

Per me un'opera d'arte deve spingermi a conoscere e ragionare su qualcosa di ancestrale o di nuovo e "dei ns giorni" con una pluralità di prospettive. Mai banale o semplice l'opera deve innescare in me un meccanismo di riflessione e analisi. Sono anche abbastanza attento alla tecnica realizzativa, senza preclusioni ma con attenzione ai particolari. Il prezzo non è un fattore determinante sul valore artistico. Se è in linea con il miei budget la compro, in alternativa attendo, seguo l'artista e mi compro una grafica in attesa del pezzo unico.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Dopo l'intervento dadaista di Baleng, il "cambiare ciò che si aspetta dall'arte" appare superato e superfluo :)
Ma, continuando le azioni di Obrist, mi permetto di intervistare Cris70 chiedendogli se riesce in 5 righe a descrivere quali sono le sue aspettative sulla qualità di un'opera in base al suo prezzo.
E a Baleng invece se mi è permesso chiederei di fronte a quale opera d'arte esistente o futura sceglierebbe di restare seduto davanti un'ora in contemplazione.
E a Sans Souci chiederei: in un'era post coronavirus, potendo per ragioni igieniche collocare ognuno a casa propria solo un'opera d'arte scelta tra quelle dei musei che hanno dovuto chiudere, quale sceglierebbe di ospitare ?
Certamente l'Annunciazione di Simone Martini (Uffizi) :angel:. Molti minuti li ho gia' passati li' davanti, un'ora sarebbe ancora poco. :pollicione::melo:

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La considero l'apoteosi del ''contatto evitato con eleganza''
 

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La considero l'apoteosi del ''contatto evitato con eleganza''
l'Annunciazione di Simone Martini è una tempera che cattura e fa pensare. Quando la guardo, interpretando le espressioni dei volti, mi faccio un film mentale. Vedo sul volto della Madonna tutto meno che una felice sopresa o gaudio o comunque un qualcosa di positivo e nemmeno la mancanza di sguardo umano a favore della sacralità tanto celebrata dai bizantini e non solo, guardando ad est. Sembra una ruota che ripresenta l'espressione (pathos) dopo l'idealizzazione nell'antica Grecia. Il solito passaggio da divino ad umano. Mi viene in mente l'annunciazione di Troisi in cui l'angelo è severo nell'annunciare un fatto divino e la Madonna molto preoccupata nell'apprenderne il disegno.
Ho come l'impressione che ci si debba soffermare un attimo, a proposito di presente e futuro dell'arte, sul ripresentarsi in epoche diverse di quel su e giù che l'arte contiene nella sua evoluzione. A volte è l'uomo ad immaginare guardando in alto, altre volte è l'uomo ad elevarsi a divinità per guardare in basso.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
l'Annunciazione di Simone Martini è una tempera che cattura e fa pensare. Quando la guardo, interpretando le espressioni dei volti, mi faccio un film mentale. Vedo sul volto della Madonna tutto meno che una felice sopresa o gaudio o comunque un qualcosa di positivo e nemmeno la mancanza di sguardo umano a favore della sacralità tanto celebrata dai bizantini e non solo, guardando ad est. Sembra una ruota che ripresenta l'espressione (pathos) dopo l'idealizzazione nell'antica Grecia. Il solito passaggio da divino ad umano. Mi viene in mente l'annunciazione di Troisi in cui l'angelo è severo nell'annunciare un fatto divino e la Madonna molto preoccupata nell'apprenderne il disegno.
Ho come l'impressione che ci si debba soffermare un attimo, a proposito di presente e futuro dell'arte, sul ripresentarsi in epoche diverse di quel su e giù che l'arte contiene nella sua evoluzione. A volte è l'uomo ad immaginare guardando in alto, altre volte è l'uomo ad elevarsi a divinità per guardare in basso.
Sinceramente, non sono ben sicuro di aver capito. Probabilmente imesi passati a Cuba mi hanno spento il cervello. Se potessi rispiegarmi meglio il concetto ...
Forse vuoi dire che qui l'idealizzazione è massima, ma più tardi (es Caravaggio) si andrà all'eccesso opposto? E che nel futuro dell'arte c'è maggior idealizzazione ???? :-?:mmmm:
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Per me un'opera d'arte deve spingermi a conoscere e ragionare su qualcosa di ancestrale o di nuovo e "dei ns giorni" con una pluralità di prospettive. Mai banale o semplice l'opera deve innescare in me un meccanismo di riflessione e analisi. Sono anche abbastanza attento alla tecnica realizzativa, senza preclusioni ma con attenzione ai particolari. Il prezzo non è un fattore determinante sul valore artistico. Se è in linea con il miei budget la compro, in alternativa attendo, seguo l'artista e mi compro una grafica in attesa del pezzo unico.

Mi hanno fatto pensare molto le tue aspettative. Condivido ogni parola. C'è un qualcosa che mi tormenta. Chi si esprime col linguaggio visivo sa molto bene di "usare la menzogna per descrivere la verità" quasi sempre volendo sorprendere giocando con i limiti dei nostri organi recettori e con la nostra mente. Un po' come fa un prestigiatore che fa apparire un coniglo dal suo cilindro o che sega una donna in due dopo averla messa in una scatola. Nell'opera La Trahison des images, Magritte lo dice chiaramente. Credo che senza il lavoro mentale degli impressionisti per opporsi alla fotografia la pittura avrebbe preso un'altra strada.

Negli ultimi post di questa discussione abbiamo un esempio di pittura che esplora la dimensione "velocità" intesa come movimento che mette in crisi lo spazio volume ed un esempio di pittura in cui prevale la bellezza e la sacralità, una sorta di grande icona che incanta.

Queste stimolanti vostre scelte e le parole di Cris70 mi portano ad arenarmi in un anfratto da cui non riesco ad uscirne.
Mi trovavo su un'isola greca in una stsgione in cui la luce è così limpida da descrivere ogni dettaglio del paesaggio come se ogni particolare fosse contenuto da una linea di contorno. Tutto entrava nei miei occhi ed arrivava al mio cervello con la stessa incisività e profondità di un "taglio" di Lucio Fontana. Questo appercepire mi ha cambiato il modo di osservare un'opera d'arte. Ora trovo piacere nel cogliere in un'opera la magia che trasforma ogni pennellata, ancora ben distinguibile come gesto, in un messaggio diverso, in una forma che appartiene alla realtà nota che mi appare e scompare frantumandosi e tornando ad essere segno, pennellata.

Torno al prestigiatore: ovviamente so che il coniglio che appare e scompare dal cilindro non è un fenomeno magico, ma l'abilità del prestigiatore di certo è magica. Se mi trovo fermo in questo anfratto e non ne trovo la via d'uscita forse è perché è piacevole stare qui ad osservare. Anche perché se guardo verso gli orizzonti che mi si presentano oggi consacrati dalla critica e dai musei ne resto un po' male, mi subentra una noia immobilizzante.

Mi ha colpito, scritta da Baleng, la parola "rispetto". Se cerco nella Treccani i sininimi di questa parola ci trovo anche in contrari che sono: "disprezzo, impertinenza, insolenza, (lett.) spregio, (pop.) strafottenza" , insomma: arroganza.

Quindi le tue esigenze o desideri, Cris70, che esprimi con "Mai banale o semplice l'opera deve innescare in me un meccanismo di riflessione e analisi. Sono anche abbastanza attento alla tecnica realizzativa" mi riempiono di speranze. Non so nulla di te e posso solo dedurre, trovandoti qui in "Investireoggi", che tua sia tra le persone che comprano arte. Se questa mia deduzione è esatta, mi fa piacere scoprire questa tua sensibilità. È vero che oggi tutto è possibile, ma dopo il virus che sta mietendo vittime incessantemente, credo che ogni nostro sguardo non potrà più soffermarsi sulla banalità e tantomeno essere attratto dall'arroganza. Credo che la comsapevolezza della nostra fragilità e dei nostri limiti ci possa portare ad apprezzare l'umile "prestigiatore" che in pittura sa conservare la verità dei segni lasciati dal pennello permettendo che essi si trasformino per magia nella nostra mente in ciò che recepiamo come "bello" anche se semplicemente frutto del nostro cercare la bellezza.
 

Cris70

... a prescindere
Si @Account io compro arte e dopo circa 3 anni sono anche tornato ad acquisire un olio su tela scoprendo, ma quanta ricerca, che anche nelle giovani generazioni ci sono germogli che meritano di essere preservati.

Artista: Diego Gualandris
TItolo: Auguri
Anno: 2019
Tecnica/Materiali: olio su tela
Dimensioni: 200x225cm

"Auguri vuole essere una mappa per la lettura del futuro. Affascinato dalla figura degli augures, che nell'antica Roma e nel periodo etrusco erano in grado di prevedere il futuro attraverso l'osservazione del volo degli uccelli, ho voluto creare uno stormo, in cui lo spettatore potesse riconoscere il proprio auspicio. Durante il processo pittorico ho apportato numerose velature e cancellature sovrapponendo immagini tra loro autonome. La parte centrale del dipinto presenta quattro egrette tratte da uno schizzo di Pisanello, che ho accorpato fra loro riprendendone poi i contorni e rendendolo una sorta di stemma o effige"

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Sinceramente, non sono ben sicuro di aver capito. Probabilmente imesi passati a Cuba mi hanno spento il cervello. Se potessi rispiegarmi meglio il concetto ...
Forse vuoi dire che qui l'idealizzazione è massima, ma più tardi (es Caravaggio) si andrà all'eccesso opposto? E che nel futuro dell'arte c'è maggior idealizzazione ???? :-?:mmmm:
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Cuba!?!? Ho lasciato il cuore a Cuba. Nel 2000 circa sono stato invitato ad organizzare due mostre e ho potuto conoscere molte persone stupende. Conservo ancora due amici ai quali purtroppo non riesco a dedicare tutte le attenzioni che vorrei.
Voglio dire che, con l'idealizzazione che è al massimo, non troviamo più i volti inespressivi tipici delle icone . Troviamo volti con marcate espressioni molto umane. Un po' come accaduto nell'antica Grecia quando all'idealizzazione dei corpi necessaria ad esprimere le caratteristiche divine, improvvisamente appaiono le espressioni sui volti.
Credo che la storia sia un continuo alternarsi di epoche in cui l'uomo, grazie alle scoperte filosofiche e scientifiche, ha creduto di poter dominare le proprie paure e altre epoche in cui la potenza della natura ha spento ogni illusione.
Ecco perché dico: "Ho come l'impressione che ci si debba soffermare un attimo, a proposito di presente e futuro dell'arte, sul ripresentarsi in epoche diverse di quel su e giù che l'arte contiene nella sua evoluzione. A volte è l'uomo ad immaginare guardando in alto, altre volte è l'uomo ad elevarsi a divinità per guardare in basso."

A Cris70 porgo i miei sinceri complimenti per aver avuto il coraggio di acquistate nuovamente un olio. Un'opera che racchiude, sotto la bidimensionalità degli estetismi di klimtiana memoria, ipotesi propiziatorie e citazioni. Spero che quest'opera possa essere l'inizio di una evoluzione, non certo ne del gusto ne culturale perché è satura di buon gusto e di cultura, ma di quella particolarissima consapevolezza che solo la tragedia può infondere quando ci è passata vicino sfiorandoci e risparmiandoci.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Beh, oggi ero vergine di impressioni e ho dato un'occhiata al 3d di Cris su Art Fair. E ho percepito qualcosa che qui descrivo come prima impressione (ci tornerò su).
Mi sono disposto a guardare "arte" con "il cervello rilassato". Ero pronto a farmi trasportare in un mondo di armonie, anche nuove, ma con certi requisiti. Ogni problema NON relativo all'arte avrebbe dovuto restarne fuori, o essere marginale.Ho iniziato da pag 14 (quelle che non potevo vedere a Cuba per lentezza della connessione). E subito ho visto che gli autori non si proponevano altro che crearmi problemi. Per lo più, spesso fittizi. Qualcuno in realtà propone anche soluzioni
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che però soluzioni non sono, la prima per povertà, la seconda per eccesso di intellettualismo.
Poi salta fuori "dai gradi di libertà, recupero e invenzione", che non riporto, e il cervello, diciamo così, prova un grande dolore, viene distolto dal suo atteggiamento contemplativo ed invitato a soffrire.
Che cosa mi danno queste fotografie+scritte arbitrarie e gratuite? Solo dolore.
Nella lettura dell'arte viene principalmente messa in moto una certa parte del cervello. Le altre, quelle più recenti, devono tenere un piano secondario. Altrimenti sarebbe come pretendere che il corpo viva non perché respira, non perché digerisce (attività automatiche, poco conscie, legate a parti limbiche del cervello) ma perché gli si danno solo parole, e parole che creano problemi, mettendo cioè in moto in maniera eccessiva le parti di noi che "consumano" la vita. Tra anabolismo e catabolismo deve esistere un equilibrio, sennò si muore.
Inserire immagini simboliche che verranno facilmente decifrate (Re e regine, draghi, mostri, corone, croci ecc) non comporta un eccesso di catabolismo. Lo comporta invece inserire domande, richiami teorici, schemi e quant'altro opera su altri livelli della mente, che sono estremamente in grado di "consumarci". Il dolore provato di cui sopra non è altro che l'avvertimento da parte del corpo che si sta andando verso la morte, come ogni dolore (il dolore segnala che stiamo oltrepassando un limite, è utile, ma ha un costo: guai ignorarlo, questo costo, e guai ignorare il dolore. Ma se questo viene provocato gratuitamente si tratta di arbitrarietà, di violenza, nel "migliore" dei casi di tortura.
 

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