Presente e futuro dell'arte. Facciamo il punto. (1 Viewer)

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Non ero io. Non riesco ad apprezzare nessuna spiaggia anche se poi, non so perché, mi piace sapere che le ho vicine. Mi incuriosisce il modus operandi che mi attribuisci .
Semplicemente intendevo dire che era attivo (non ricordo secondo quali parametri, se come critico, faccendiere, organizzatore, mercante ...) nell'ambito di organizzazione di mostre, secondo quanto hai dichiarato tu di te stesso. Nulla di più.
Ti ringrazio per gli apprezzamenti diretti e indiretti. E li ricambio.
 

baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Mi trovi in disaccordo. Come diceva il grande Pliniio de Martiis, l'artista è il miglior critico dei lavori altrui. A Roma quando i vari artisti internazionali come Cy Twombly, Rauschenberg che negli anni 60' hanno frequentato la capitale, vedevano i lavori di Schifano si mettevano sull'attenti e sulla difensiva...diventavano immediatamente rispettosi del lavoro altrui. L'artista sà riconoscere spesso il lavoro di qualità di un altro artista..."lo fiuta" come diceva De Martiis de la Galleria La Tartaruga. Altro esempio di artista e critico è Gilardi, grande artista e con alle spalle un gran lavoro di critico (costruttivo) che per qualità di concetti e testi asfalterebbe la metà dei critici più blasonati.
Il senso era. l'artista deve creare, fare critica è altra cosa. Certo che quello che dici è vero, l'artista è un ottimo critico delle cose altrui. Magari molto meno delle proprie, anche se in effetti un buon artista è sempre assai critico ed esigente verso sé stesso.
Ma, rtipeto, la frase era ambigua, il suo vero significato è (certifico :p ): l'artista quando fa opere che non siano artistiche ma sostanzialmente "critiche", non fa arte.
La critica si fa con le parole (quasi esclusivamente, direi). Può essere critica artistica, ma non è arte nel senso del visivo.
Se un artista spende un sacco di parole per giustificare le sue opere, o se le sue opere esprimono solo concetti e non arte, egli non sta facendo arte.
Dài che si capisce :ombrello:
 

Account

Nuovo forumer
Apro una parentesi per offrire un mio modo di concepire l'artista a Lastra.biffata. Un artista deve avere sulle spalle uno zaino colmo di storia, di cultura e deve avere nelle mani e nella testa le capacità di un temibile cecchino. Deve saper lavorare in totale autonomia e deve essere in primissima linea. E quando si è in prima linea si ha davanti l'ignoto. Una volta un giornalista, che ora è morto e per rispetto non azzarderò più di tanto, ha intevistato in mia presenza un bravissimo fotografo, purtroppo morto anche lui, e nell'intervista ogni tanto gli chiedeva se consceva quel famoso fotografo o quell'altro famosissimo artista. Queste domande stavano spiazzando l'intervistato e ad un certo punto, senza perdere la calma, si è interrotto, si è messo a pensare in silenzio e dopo lunghissimi secondi gli ha risposto che probabilmente non conosceva i nomi ma che di certo le loro opere erano in lui. Non può un artista essere un critico perché un artista matura dentro di se delle convinzioni estreme che lo conducono a lottare per non cadere nell'assolutismo. Guido Ballo raccontava in "Occhio critico" che un artista deve essere critico, ma lo faceva senza essere un artista! Raffaele De Grada junior, che era anche un po' artista, ci andava cauto su questo argomento. Poi, ripeto, ci sono artisti che potrebbero scrivere libri sugli altri artisti contemporanei e quando iniziano a parlare a me vien voglia di cercare su di loro la manopola per abbassare il volume e metterli a tacere.
Ma ripensandoci questa forse non è una divagazione dal tema questa, perché parlando di "quale futuro" sarebbe anche interessante parlare di "quali artisti". Se andassimo a vedere che studi hanno fatto gli artisti famosi viventi, scopriremmo che moltissimi di loro hanno studi classici e non artistici. Padroni del linguaggio verbale che utilizzano per mettere le gambe alle loro opere. E qui mi fermo perché mi sto scaldando e temo che RedArrow mi tiri le orecchie :).
 

sans souci

Nuovo forumer
Account, mi piace la tua definizione di artista che completerei con la capacità di esprimere con un proprio personale stile qualcosa di interessante, ossia quanto chiami l'ignoto.
Ma a questo punto, ed è precisamente una mia radicata idea, di artisti ne restano davvero molto pochi in un mondo nel quale ce ne saranno, a spanne, almeno 500.000 che ambiscono a vivere del loro lavoro.
Quanto agli studi, in quasi tutti i settori - escludendo quelli estremamente specialistici - compreso finanza e alta manegerialità prevalgono le estrazioni classiche. E' questione di una verificata apertura mentale nella lettura di realtà complesse.
 

RedArrow

Forumer storico
Sento il dovere di rassicurare RedArrow, che saluto cordialmente, dicendo che saprò rispettare le regole di questo tavolo di discussione dove, a mio parere, vale ciò che si dice per approfondire la nostra conoscenza e soprattutto per aggiungere gradini utili per sviluppare quanto l'affascinante titolo chiede con un bel punto interrogativo. Se è un avvertimento scaturito da qualcosa che ho detto chiedo gentilmente di avvertirmi senza problemi permettendomi di chiarire. Quando si parla d'arte mi accorgo a volte di procedere senza freni perché la chiarezza e la trasparenza spesso conducono ad infervorarsi, però procedo sempre rispettando il pare degli altri interlocutori.
Assolutamente no, nessun riferimento a tuoi comportamenti.
 

Account

Nuovo forumer
Buon giorno. Sono ancora vivo. Preoccupatissimo per chi, dovendo obbligatoriamente andare al lavoro, non può cercare protezione tra le mura domestiche, resto sconcertato dal cinismo con cui si divide la popolazione in chi deve stare a casa per legge e chi deve andare al lavoro. Ricevo notizie rassicuranti dalla mia amica cinese che da ieri ha ripreso la sua attività, ma mi racconta che ancora sono in vigore le leggi sulla distanza minima da mantenere tra le persone e sull'obbligo di indossare le mascherine.
Non mi dilungo ad esprimere i miei personali risentimenti sui tanti aspetti derivati da scelte politiche sbagliate, errori che stiamo pagando a suon di vittime, e nemmeno sullo strano fenomeno che la paura sta causando convincendo mercanti o semplici galleristi a svendere a prezzi mai visti. In contrapposizione noto un aumento, esiguo, della domanda, ma vorrei parlarvi d'altro.

Mi sono confrontato con la mia amica cinese che sta respirando aria di vittoria, o almeno di scampata sconfitta, e le ho chiesto di descrivermi come sta vivendo questo momemto.
Per descrivermi il suo tornare alla vita quasi normale non ha potuto evitare di parlarmi della vita trascorsa in casa dove le pareti hanno assunto un valore medievale di protezione e dove i suoi quadri appesi hanno, col trascorre dei giorni, cambiato importanza. In sintesi mi ha raccontato che una stampa di Cui Jie ("psedudofuturista" o meno criticamente "neofuturista") è arrivata a disgustarla dopo un primo momento in cui non riuscìva più a capirla. E che, giorno dopo giorno, trovava solo piacere nel rifugiare lo sguardo e i pensieri in una riproduzione lenticolare dell'onda Hokusai.

Credo che anche in noi stia per avvenire un processo che ci condurrà a provare sensazioni in modo diverso dopo questa immersione violenta nella consapevolezza della nostra fragilità che, spero, abbia fatto crollare nell'uomo ogni residua illusione di essere al centro dell'universo. Credo che la responsabilità di essere noi, animale uomo, alla cabina di pilotaggio del nostro pianeta abbia cambiatp o stia cambiando il modo di apprezzare l'arte e le sue diverse espressioni.
 

lastra.biffata

Forumer attivo
Personalmente ti dico che mi sono auto-messo in quarantena dal 3.03 quindi da 22 giorni e ti dico che mai come oggi l'arte che mi circonda a casa mi ha rasserenato e stimolato intellettualmente come mai prima d'ora. Al contrario di chi dice "ritorno all'essenziale" io oggi più che mai dico che circondarsi di arte daà un valore aggiunto alla qualità della vita, lo dicevo prima e lo dico ancora più fermamente oggi. Riguardo il mercato non mi risulta che ci sia chi sta svendendo, probabilmente credo che è una cosa che vogliano fare più i privati per alleggerirsi perchè spaventati. Da mercanti e gallerie invece continuo a vedere proposte ed attività.
 

sans souci

Nuovo forumer
Mi pare, Lastra.biffata, che Account abbia toccato il tema del rapporto tra opera d'arte e spettatore nel tempo, ovvero, essendo l'arte una trasmissione biunivoca di un qualcosa, chiamiamoli significati, le differenti sensazioni che la stessa opera desta in tempi diversi, con l'umore o la predisposizione che abbiamo in quel preciso momento rispetto ad un altro. In tal modo "cambia" anche l'opera.
 

Account

Nuovo forumer
differenti sensazioni che la stessa opera desta in tempi diversi, con l'umore o la predisposizione che abbiamo in quel preciso momento rispetto ad un altro. In tal modo "cambia" anche l'opera.
Esattamente così SansSouci. Penso che in situazioni come quella che stiamo vivendo, tutto assume un peso diverso ed ogni istante di vita porta in sé una diversa consapevolezza che oscura o accende quanto il vivere la nuova quotidianità ci mostra. Mi spiego meglio facendo un esempio. Immaginiamo di dover restare chiusi per mesi in un'unica stanza di un museo d'arte, ma non chiusi dentro semplicemente, chiusi dentro con la certezza che fuori si muore e che migliaia di persone sono già morte. Non potendo scegliere le opere d'arte da collocare nella sala dove resterò prigioniero per mesi, di certo sceglierei l'espressione artistica che più di tutte mi parla dell'uomo, dei suoi sentimenti, della natura e del nostro percepirne la sua più intima essenza.
 
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baleng

Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Riprendiamo da uno spunto di @Cris70 in altro 3d

con le risposte che son seguite
Forse, Cris, ci si dimentica spesso che una nazione - non si sa come - è un organismo unico che agisce parimenti in tutte le sue componenti. Ossia non vi sono comparti in crescita e, contemporaneamente, comparti in flessione, bensì un percorso quasi omogeneo di tutte le parti.
Oggi l'Italia è un Paese triste che si raggomitola su se stesso e sui pochi o tanti fasti del passato, senza energie. E' un Paese che ha smesso di sognare per cui anche i settori in cui abbiamo storicamente una indiscussa eccellenza sono in crisi: prendi ad esempio il design ormai privo di idee. Il Salone del mobile è rimasto una stanca rappresentazione, sembra quasi una fortuna che la virulenza ne abbia impedito l'apertura.
L'arte segue lo stesso destino, non credo per mancanza di artisti ma per la mancanza di ideali dei medesimi.

p.s. - la pochezza quasi ridicola degli attuali politici sono diretta conseguenza di quanto sopra; sono la faccia dell'Italia di oggi.

Veramente, ricordando Gassman ne l'Armata Brancaleone ("O mago dei maghi, mo' parla come caghi") mi verrebbe da osservare "O señor Roberto Ago, tu hablar como yo cago")
Se queste sono le lezioni di critica (paracalcistica) direi che il personaggio appare non poco autogonfiatello. Certo, il narcireferenzialismo non è un peccato, è solo una malattia, ma sarebbe meglio non esibirla tanto in giro.
La differenza con il Bar Sport è che lì bene o male si capisce e si cerca di farsi capire. Ma è la sola.

Sono d'accordo su molte cose ... come rimedio, non ci starebbe male anche una critica che faccia spietatamente il suo dovere. Io non posso proprio vedere i film italiani (seh, italiani, ormai quasi tutti napoletani, più qualcuno romanaccio, sai che profonda cultura ...), mal recitati, senza una sceneggiatura nemmeno decente, con sempre questo ca22o di famiglia in mezzo come il monumento ai caduti che deturpa la piazza del paese. La stessa cosa per le poche inquadrature televisive di sceneggiati che mi appaiono prima di chiudere inorridito lo schermo. Certo, posso salvare per motivi lunghi da dire Montalbano, anche perché non mira troppo in alto e accetta di essere un prodotto dignitoso. Però anche i film americani, fatti benissimo dal punto di vista della realizzazione, ma stereotipati nelle sequenze e poveri di contenuto come un riso ai funghi senza funghi, mi fanno orrore.
Ho ammirato opere come ad esempio Gatto nero, gatto bianco, di Kusturica, o i migliori W.Allen, il cinema si può ancora fare, ma trovarne di livello è raro, in Italia è impossibile, nei casi migliori è leccato come una statua decò, ma molto più immobile di questa.
Come per il virus, l'Italia si ritrova più esposta e malata anche nell'arte. Sulle cause, c'è molto da dire.
Scrivo per dissentire con l'amico Baleng riguardo alle sue notazioni cinematografiche. Recentemente ho avuto modo di vedere ad esempio il film di Pupi Avati (ambientanto nel Veneto!) "Il signor Diavolo", piccolo capolavoro noir, i film di Paolo Sorrentino (La Grande Bellezza ad esempio) e un film (Perfetti sconosciuti) del quale hanno fatto remake in Francia, in oriente, in America ecc.). Poi nella norma concordo che la qualità sia molto bassa e non sopporto nemmeno io i film dialettali.
 

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