Pratica meditativa (1 Viewer)

Claire

ἰοίην
Ho ripreso seriamente la pratica meditativa, specialmente in questi ultimi giorni, ma, prima di continuare a parlarne, visto che moltissime persone anche a me molto vicine, mi "prendono in giro" per questa mia abitudine, vorrei sgombrare il campo da alcuni dubbi e fornire alcune precisazioni.

Presso noi occidentali, la parola "meditazione" viene vista quasi subito con sospetto, forse perchè richiama concetti irrazionali.

La meditazione mindfulness in particolare non proietta in nessuno stato di trance e non ha nulla a che fare con una condizione misteriosa, mistica, che porta a "visioni" e non ha significati o risvolti religiosi, o spirituali o paranormali.
Non è nemmeno una tecnica per "alleggerire" e "svuotare" la mente.

E' proprio il contrario di tutte queste cose: dovrebbe portare la mente ad essere sveglia, attenta, concentrata su quel che si sta vivendo momento per momento.

E benché nata e sviluppatasi all'interno del buddhismo, per praticare la mindfulness non occorre diventare buddhisti o abbracciare nessunissima altra fede.
 

Claire

ἰοίην
Fatta la precisazione qui sopra, continuo a parlare di mindfulness :)

Io mi ci sono avvicinata in un momento della mia vita zeppo di insicurezze. Percepivo costantemente qualcosa che non andava dentro e fuori di me, avevo molte paure.

D'altra parte la stessa società in cui siamo immersi è foriera di insicurezze e quindi si assiste ad una "corsa all'esperto" per qualsiasi cosa, anche le cose più banali.
Mi viene in mente la gravidanza e le innumerevoli ecografie che molte mamme in attesa richiedono, i numerosi esami del sangue, un ricorso all'amniocentesi spesso immotivato e addirittura la richiesta di parto cesareo che, essendo in mano ai medici e non alla mamma stessa, sembra meno rischioso, più standardizzato, in una parola più "certo".

Sono atteggiamenti che ci derivano da vari condizionamenti a cui tutti noi siamo esposti, sin da piccolissimi.
Uno di questi primi condizionamenti è quello per cui, per non sentirci diversi, esclusi o peggiori, per non sentirci in colpa dobbiamo sempre ubbidire ad una "autorità superiore", sia essa incarnata di volta in volta nei genitori, nella Chiesa, nell'opinione pubblica, nella moda, ecc ecc.

E poi non dimentichiamo il ruolo delle paure che ci vengono inculcate fin da bambini ("cosa penserà la gente di te se...?" è una frase che ho portato dentro di me fin'oltre i 30 anni :( )

Di fronte a tutte queste difficoltà e alle insoddisfazioni, spessissimo scatta il meccanismo del "Se solo...."
"Se solo avessi più denaro..."
"Se solo avessi due chili di meno..."
"se solo avessi più tempo...."
Ecc.
Si avvicendano spesso nella nostra mente e così non riusciamo a vivere appieno e con soddisfazione il momento presente.
Pensiamo sempre di dover essere qualcosa di più: più belli, più giovani, più ricchi, più....

Vabbè, magari a voi non succede...
:)
 
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