Petizione: Mattarella si dimetta, non “osi obbedir tacendo” (1 Viewer)

tontolina

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Petizione: Mattarella si dimetta, non “osi obbedir tacendo”


«Riteniamo che la sua figura sia ampiamente delegittimata rispetto alla carica».

Così Gianfranco Carpeoro si rivolge (via Facebook) al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendogli di dimettersi dopo aver bloccato il varo del governo “gialloverde” presieduto da Giuseppe Conte, ponendo il veto su Paolo Savona per il ministero dell’economia. «Non voglio entrare nel dibattito sulla legittimità di tale scelta», premette Carpeoro, ma aggiunge: «Non ho dubbi che, sul piano etico e sul piano della sensibilità democratica, ciò avrebbe già dovuto suggerire a un presidente di alta preparazione costituzionale la doverosa presentazione delle sue dimissioni». E spiega, rivolgendosi al capo dello Stato: «Se entrasse in conflitto anche con la maggioranza del prossimo Parlamento cosa farebbe? Se un governo prossimo futuro entrasse in serio confronto con le burocrazia europea cosa avverrebbe? Un vero e proprio golpe?». Per questo, Carpeoro – al secolo Gianfranco Pecoraro, avvocato di lungo corso – chiede apertamente ai lettori di aderire alla raccolta di firme lanciata su “Change.org” da Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, di cui lo stesso Carpeoro è un dirigente. «L’unica speranza degli italiani – dice – è chiedere con un autentico plebiscito le dimissioni del presidente della Repubblica».
Sul più diffuso webmagazine nazionale, “Affari Italiani”, proprio Magaldi esprime un severo giudizio politico su Mattarella, definendolo «paramassone conservatore dalla cifra servizievole e subalterna» rispetto ai poteri super-massonici neo-aristocratici che dominano la governance europea. Tuttavia, il “niet” del Quirinale su Savona ha l’aria di essere un autogoal: «I poteri “marci” che si sono serviti del servizievole Mattarella – dichiara Magaldi – hanno compiuto un clamoroso errore», perché il veto su Savona, che il presidente del Movimento Roosevelt definisce un gesto «anticostituzionale e antidemocratico», ha mostrato a tutti che il “Re” è nudo e senza veli: «Il Re (collettivo) neo-aristocratico, post-democratico, anticostituzionale e “controiniziatico” è finalmente denudato e smascherato». Scacco matto alla democrazia? «No. Era stato fatto Scacco al Re con la candidatura di Paolo Savona al ministero dell’economia». Ma adesso, aggiunge Magaldi, «grazie all’inaudita insipienza arrogante di Sergio Mattarella – ostaggio di pressioni oscure e antidemocratiche – lo Scacco al Re si è tramutato in Scacco Matto a quei poteri marci, neoaristocratici e controiniziatici che tengono in ostaggio l’Italia e l’Europa da troppo tempo, ma che ormai sono “nudi e ben visibili” allo sguardo giustamente indignato dei cittadini».
Stiamo assistendo in queste ore ad una crisipoliticamai vista, osserva Patrizia Scanu, altro esponente del Movimento Roosevelt: «Un presidente della Repubblica, forzando le sue prerogative istituzionali, non permette la formazione di un un governo che avrebbe la maggioranza parlamentare uscita dalle urne (il primo dopo molti anni) per pregiudizio di tipo politico verso il ministro dell’economiaproposto dalla maggioranza». Patrizia Scanu cita Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale: per Onida, sul piano strettamente giuridico, Mattarella può dire “io non firmo”. Di fronte all’inistenza sul nome di Savona, aggiunge Onida, «il capo dello Stato si è opposto per ragioni politiche, non personali». E aggiunge: Mattarella è andato contro l’idea che il nostro sia un sistema parlamentare. Non ha neppure posto obiezioni sul programma di governo: «Si è opposto solo a una persona, temendo che potesse mettere in pericolo la stabilità dei mercati finanziari, e la difesa dei risparmiatori. Così facendo – afferma Onida – si dà ai creditori dello Stato un potereimmenso, che va al di là delle obbligazioni di un debitore. Un debitore non può diventare così politicamente asservito da accettare ingerenza sulla maggioranza. In questo caso mi sembra sia andato un po’ troppo oltre».
Gli avvenimenti degli ultimi giorni, riassume Gianfranco Carpeoro sulla sua pagina Facebook, richiedono un chiarimento analitico di alcuni aspetti. «Una delle prime preoccupazioni della “sovragestione” reazionaria, oligarchica, familistica e aristocratica», rivela Carpeoro, è stata quella di «ridurre al lumicino l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole». Forse a qualcuno sfugge che il presidente della Repubblica resta in carica 7 anni, contro i 5 del Parlamento che lo elegge. Decisione che nacque nel contesto storico-politico del momento post-bellico, dopo la fine del regime fascista. Obiettivo: sottolineare l’autonomia e l’indipendenza della figura istituzionale più alta. «Si trattò all’epoca di una scelta condivisibile, ma col tempo – secondo Carpeoro – si è rivelata anche come la confessione della debolezza intrinseca della figura presidenziale, sotto il profilo della legittimazione democratica e popolare». Debolezza, aggiunge Carpeoro, che di recente «ha costretto a forzature personali di varia natura dei limiti delle prerogative della carica: forzature proporzionali all’arretramento generale sotto il profilo della credibilità, ma anche della efficacia della politicain generale, tanto del poterelegislativo che di quello governativo».
Gli ultimi decenni della storiapolitica dell’Italia, aggiunge Carpeoro, hanno registrato onde di flusso e riflusso tra chi voleva rinchiudere la figura presidenziale in un grigio studio notarile e che invece, nel buio della politica, voleva un cavalleresco baluardo: «Non solo unico garante di legalità e costituzionalità, ma anche garante di buon governo, secondo le varie posizioni politiche e idee che peraltro si fronteggiavano in campagne elettorali feroci e perenni». È in questo contesto, continua Carpeoro, che il nostro presidente della Repubblica si è appena rifiutato di varare un governo «scaturito dalla convergenza di una maggioranza parlamentare emersa dopo le numerose consultazioni». Così facendo, aggiunge, «il presidente si è apertamente messo in dissenso con la maggioranza democratica di un Parlamento, peraltro diverso da quello che, a suo tempo, lo aveva eletto». Il motivo del dissenso, secondo lo stesso presidente? Il timore che la nomina di Paolo Savona, «pur legittima sul piano democratico, avrebbe comportato ripercussioni nei mercati sui risparmi degli italiani». Con «affetto e deferenza», Carpeoro si rivolge direttamente a Mattarella. «Non siamo usi agli insulti e alle polemiche incivili», premette. Ma aggiunge: «Indipendentemente dallo stabilire se sia stato un ricatto dei mercati o una imposizione di altri poteri», sarebbe meglio che si facesse da parte. «Ci ascolti, presidente, si dimetta: non non “osi obbedir tacendo”, si rilegittimi e non si consegni alla storiacome un don Abbondio qualunque. Il Griso e i suoi bravi glieli rimandi indietro con le pive nel sacco a don Rodrigo».
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tontolina

Forumer storico
io temo che non ci lasceranno il tempo per arrivare in serenità a nuove elezioni ma ci massacreranno come hanno fatto con i greci

spero di sbagliarmi
ma le forze che sono in azione sono le stesse

non volevano che l'Italia potesse dotarsi di uno scudo contro i diktat della BCE come i minibot...
di certo Cottarelli non premetterà mai una difesa di quel tipo
è massone della UR-LODGE di MONTI
e preferirà i suicidi e le lacrime degli italiani
 

tontolina

Forumer storico
La lettera del professor Sinagra, ordinario di diritto alla Sapienza, è caduta in un assordante silenzio da parte di media italiani. Unico a riportarla, a nostra notizia, il sito Imolaoggi. Dato che si presenta come alternativa rispetto alla lettura dei soliti media “Dalla lingua felpata” ci permettiamo di riproporvela.


I mezzi di informazione riferiscono che il noto Sergio Mattarella in ulteriore violazione della Costituzione, che egli ha l’obbligo primario di salvaguardare, continua a interferire negli affari del Governo e per di più in modo informale e inammissibilmente ufficioso.

In violazione di ogni regola, limite e criterio costituzionale egli, come riferisce la stampa e la televisione e come è comunque notizia diffusa e non smentita dal Capo del Governo, egli è intervenuto nella vicenda dei 67 africani condotti a Trapani dalla Nave “Diciotti” della nostra Guardia Costiera.

Siamo in presenza di un ulteriore gravissimo “vulnus” alla Costituzione, che nasconde non chiare finalità, specie se si considera che il noto Mattarella Sergio è rimasto muto e quasi nascosto quando la Repubblica italiana e il suo Governo venivano volgarmente insultati e minacciati da vertici istituzionali di altri Stati, a cominciare da quell’ineffabile personaggio di Emanuele Macron e dal portavoce del suo Partito “En Marche” (ovviamente, verso la spazzatura).

È legittimo chiedersi chi siano i “danti causa” di Mattarella Sergio e a chi questi debba rispondere!

A questo punto occorre il formarsi di una diffusa coscienza e volontà popolare perché Sergio Mattarella venga esonerato dalle sue funzioni svolte in modo quanto meno non chiaro e che la questione venga valutata e decisa dal Parlamento cui spetta tale compito.

Donde, esilium Mattarellae salus Rei Publicae.



Augusto Sinagra

Professore ordinario di diritto delle Comunità europee presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.


SCENARIECONOMICI.IT

Sbarco Diciotti, Prof Sinagra: Mattarella ha agito in violazione di ogni regola e criterio costituzionale (da ImolaOggi)
La lettera del professor Sinagra, ordinario di diritto alla Sapienza, è caduta in un assordante silenzio da parte di media italiani. Unico a riportarla, a nostra …
 

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tontolina

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era ora che qualcuno se ne accorgesse..... la cosi detta sinistra che si schiera contro il populismo NON è di sinistra
[PTV Speciale] I coloni dell'Austerity
 

tontolina

Forumer storico
Non è stato di diritto. E’ il “gioco del pollo” UE contro l’Italia
Maurizio Blondet 5 ottobre 2018 432 commenti


Vorrei umilmente sapere, da cittadino qualunque, cosa significa questo titolo:
Vedi l'allegato 491356
Su Repubblica e sul Corriere sono apparsi titoli simili. E’ legittimo, è legale, regolare, che il banchiere centrale influisca su un governo attraverso un capo dello Stato che ha dimostrati di essere a questo governo ostile? E’ questo secondo lo “stato di diritto”? In che modo si qualifica – in Costituzione – questa pressione e ingerenza assolutamente irrituale?

In attesa di una risposta (che non verrà), i lettori possono constatare cosa è diventata, nell’eurozona, la mitica “indipendenza della Banca Centrale”: nel fatto che la suddetta BCE difende gelosamente la sua “indipendenza” dai governi, ma per quanto sta a lei si ingerisce nei governi; insomma i governi sono dipendenti dalla banca centrale, esssa ne rigetta l’autonomia nelle scelte politiche. E’ la dimostrazione più plateale che la UE viola lo stato di diritto.


L’altra domanda è perché “Il Colle” abbia voluto far sparare in prima pagina tale titolo. E’ noto da tempo che Mattarella dipende continuamente dai “consigli” di Draghi: lo si è visto nella sua resistenza contro la nomina di Savona, lo scrivono anche i tre media complici:
“I due si consultano il più delle volte al telefono, ma con lo spread alle stelle e il governo sotto pressione hanno preferito vedersi a quattr’occhi” .

E’ consueto che i due si telefonino (ma è costituzionale?) riservatamente; ma stavolta nessuna riservatezza, Mattarella ha voluto informarne in prima pagina attraverso i giornali amici. Sapendo quale sia la dipendenza dei giornalisti quirinalisti dagli umori personali dell’Inquilino, non è pensabile che abbiano sparato la notizia in prima e con tanto rilievo, senza l’autorizzazione diretta dell’Inquilino.

L’avvertimento che mandano è, a leggere i giornali, una minaccia già ripetuta: la BCE non difenderà l’Italia, il debito pubblico italiano, “di fronte ad una una possibile ondata di vendite” dei nostri titoli di debito. Ondata che si prevede “massiccia” quando verrà il “ declassamento da parte delle agenzie di rating. L’Italia è ancora due «tacche» sopra il livello spazzatura […] . Ma il singolo downgrading delle due agenzie più grandi [ Moodys e Standard & Poors] sarebbe, già da solo ,in grado di provocare danni incalcolabili, moltiplicando la sfiducia sui mercati. Per cui la prudenza del governo è d’obbligo”.

Ciò perché “ gli strumenti a disposizione di Draghi sono terminati: dal primo gennaio l’Italia sarà senza rete. In caso di difficoltà avrebbe come unico salvagente il ricorso al cosiddetto «Omt», lo strumento di sostegno finanziario che costringerebbe Roma ad un programma concordato con la Commissione europea e il Fondo salva-Stati. Di fatto il commissariamento del Paese”.
Il punto è che questa minaccia non ha nulla di nuovo.
Sono mesi che gli Oettinger si fanno sfuggire “saranno i mercati a insegnare agli italiani per chi votare”, mesi che sentiamo insulti e propositi punitivi da Moscovici e minacce di “durezza” assoluta da Drunker. Mesi che i media seminano il terrore sulla nostra “Insolvenza”.

Che c’è di nuovo?

Quale avvertimento di nuove e più efficaci punizioni annuncia la pubblica coordinazione fra Draghi e Mattarella?
E’ interessante constatare che i testi de Stampa e Repubblica di fatto ricalcano – copiano – un articolo uscito sul New York Times.
“Complete Insanity’ of Italy Debt Plans May Lead to Huge Restructuring-Euro Officials

Un articolo strano già dalla non-firma (è firmato Reuters, l’agenzia), dove “altissimi esponenti UE” (anonimi) avvertono l’Italia che verrà sottoposta ad una immensa “ristrutturazione del debito” da parte dell’Europa.

Strano e apparentemente contraddittorio il ragionamento: La UE, ci informano gli anonimi seniores della UE (Moscovici , Druncker di sicuro), non aiuterà l’Italia con il fondo di salvataggio del Meccanismo europeo di stabilità (MES) della zona euro, istituito per concedere prestiti ai sovrani esclusi dai mercati – in cambio di riforme”.

Sì, il MES “, ha aiutato la Grecia [sic!] a rimettersi in piedi dopo tre salvataggi successivi per un totale di quasi 250 miliardi di euro” , ma il MES non ha abbastanza fondi per fare prestiti all’Italia – e soprattutto, non c’è la volontà politica: “i membri del Nord non vogliono affatto usare il MES per l’Italia”.

Qui, veramente, i “senior officials” della UE sembrano dar addirittura ragione a Claudio Borghi: stanno dando la prova che l’Italia non ha nessun aiuto da attendersi dalla UE e della BCE. Che non la proteggere dall’assalto speculativo dei mercati, che non la soccorre con i prestiti eccezionali. Conferma che la BCE è solo inutile e dannosa per l’Italia. La conclusione logica è: perché allora dovremmo accettare le condizioni punitive della UE? Visto che la BCE dichiara di non voler funzionare da banca centrale per l’Italia, ma solo per la Francia, la Germania e i “nordici” , è come essere dipendenti dalla banca centrale cinese – che sicuramente ci tratterebbe con più cordialità.

Questa minaccia anonima non fa che spingere alla conclusione: l’Italia non ha altra via di salvezza che uscire dall’euro; invece di lasciarsi “ristrutturare” il debito dalla BCE, che ci manderà la Troika per impoverirci come la Grecia mettendo le mani nei risparmi degli italiani, ci conviene fare default. Smettere di pagare il debito impagabile.

Rovina? Terrore? Nessuno ci farà più credito? A parte il fatto che la Germania ha fatto bancarotta sette volta nella storia recente e l’Italia mai – ha sempre pagato i suoi creditori, l’Italia è dotata di mezzi che la Grecia non aveva, e Francia o Spagna non hanno: un attivo primario del 2,8 per cento.



Spieghiamo per l’ennesima volta: “avanzo primario” significa quello che resta in attivo dopo aver pagato gli interessi sul debito pubblico.
Significa che se facciamo bancarotta e “nessuno ci farà più credito”, possiamo reggere senza bisogno di indebitarci con l’estero. Anzi, se facciamo default come la Germania ha già fatto 7 volte, potremmo utilizzare a vantaggio dell’economia e dei lavori pubblici l’immensa cifra (85 miliardi) che oggi dedichiamo a pagare i nostri creditori. Inoltre gli italiani dispongono di quasi 4 mila miliardi di liquidità, più di quanto serve per “coprire” il debito acquistando BOT come abbiamo
sempre fatto prima.

I beni liquidi degli italiani, 3.793 miliardi di euro, bastano e avanzano per liberare il debito dai “mercati”.


Insomma, secondo ogni apparenza, con le sue minacce la UE ci spinge a fare ciò che ci conviene. Come dice il professor Alan Sked, docente emerito alla London School of Economics:
“La UE ha cominciato a fare il gioco del pollo con l’Italia sulle sue finanze”.


Cosa sia il goco del pollo, ricordiamolo da wikipedia: “L’esemplificazione classica è la sfida del film Gioventù bruciata con James Dean del 1955 in cui due ragazzi fanno una corsa automobilistica lanciando simultaneamente le auto verso un dirupo. Se uno sterza e l’altro continua per un tratto di strada maggiore, il primo farà la figura del coniglio, mentre il secondo guadagnerà il rispetto dei pari. Se entrambi continuano sulla strada, moriranno”.
Chi finirà nel dirupo?
Il professor Sked: “..Ma l’Italia non è la Grecia. E’ un contributore netto alla UE [da cui riceve meno di quello che paga], ha un surplus corrente del 2,8%, e un settore industriale più grosso di quello della Francia. I suoi leader possono vedere conveniente uscire dall’euro”.

Naturalmente la BCE può reagire – come ha fatto Draghi alla Grecia – facendo mancare immediatamente i fondi dai Bancomat, con ciò seminando il panico fra la gente. Però ciò renderebbe assolutamente giustificata l’emissione di una moneta parallela nazionale, insomma giustificherebbe il piano B di Savona. Irreversibilmente: che dopo alcune settimane di tempesta, sarebbe tutto a vantaggio del nostro export, i mercati che tornerebbero a prestarci perché a quel punto saremmo perfettamente solvibili – beninteso con una banca centrale nazionale che faccia da calmiere agli interessi richiesti dalla speculazione.

Insomma pare, dalla lettura accurata delle loro minacce anonime e firmate, che ‘preferiscano provocare la reazione dei “mercati”. Ovviamente le agenzie di rating abbassano il rating; lo spread salta a 500; la BCE le altre banche “sono obbligate” a vendere e svendere i titoli di debito italiani. Portando le banche italiane al fallimento, e alla perita dei risparmi depositati – secondo loro.
Che sia questo il calcolo, lo ha rivelato senza volerlo Giovanni Maria Flick,
il notorio ministro della violazione del diritto nel governo Prodi, e allora capo del procuratore Cozzi di Genova, che distaccò presso il suo ministero. Lo ha detto alla 7:
“Popolo italiano, corri alle banche. Prenditi i risparmi e portateli via”.
Flick: 'Popolo italiano corri alle banche!'
Insomma Flick invita a una corsa agli sportelli gli italiani, un bank run che precipiterebbe l’insolvenza. Essendo lui quello che è e membro interno a certi ambienti “senior”, non c’è dubbio che sta riecheggiando il Progetto di lorsignori, quelli che vengono intervistati da “Reuters” sul New York Times.

Uno di questi anonimi esala: “
“The kind of confrontation they would get is way beyond what they could imagine,” a second senior official said…
Ossia letteralmente: “Il tipo di scontro che loro [gli italiani] si beccheranno è molto oltre quello che essi possono immaginare”.

L’unica reazione per ora è quella di Barra Caracciolo, il giurista sottosegretario ai rapporti UE, che nota da giurista all’anonimo alto funzionario intervista, in cui non è difficile immaginare Moscovici o un Drunker, o il suo segretario Selmayr:

Ma ha letto il trattato o pensa che lo “Stato di diritto” sia che l’autorità minaccia i suoi sudditi creando le regole secondo interpretazioni personali?”.
Una nostra che rischia di essere ingenua. Anche l’esortazione di Flick è contraria alla legge e merita una segnalazione alla Consob: ma la Consob a chi obbedisce? Alla Giustizia..Ma quale? L’incontro ostentatamente pubblicizzato di Mattarella e Draghi è forse dentro lo stato di diritto? Sarebbe da porre il questi alla Corte Costituzionale, competente nelle cause che riguardano la presidenza della rep. Ma quale Corte? Quella dove siede Giuliano Amato che ha subito dichiarato il governo appena insediato, praticamente, nazista? Dove ha seduto Flick? No, non esiste una sola istanza dove si possa invocare il diritto.

I nostri due vicepresidenti, e i loro elettori, stiano desti e svegli.
E’ il gioco del pollo delle oligarchie, estralegale (in tedesco avrebbe un altro nome), senza limiti per terrorizzare gli elettorati. Hanno armi che loro nemmeno immaginano.


Ricordiamo solo questo, quando rischiano di saltare i nervi:



Non è stato di diritto. E' il "gioco del pollo" UE contro l'Italia - Blondet & Friends

 

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