Telecom Italia (TIT) però Telecom è più sicura dello Stato italiano (1 Viewer)

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TELECOM-PRO TUTTO IO! - IL BILLIONAIRE MESSICANO CARLOS SLIM SAREBBE PRONTO AD AFFIANCARE SAWIRIS NELL’“OPERAZIONE TELECOM ITALIA” - SUL TAVOLO UN MILIARDO E MEZZO DI EURO: I DUE ENTREREBBERO IN TELECOM O IN TELCO? - CARLOS CONTROLLA AMERICA MOVIL, COLOSSO SUDAMERICANO, E NEGLI ULTIMI MESI HA RILEVATO QUOTE NELL'OLANDESE KPN E IN TELEKOM AUSTRIA – SLIM FU SONORAMENTE “BOCCIATO” COME “INAFFIDABILE” QUANDO TRONCHETTI TENTO’ DI FARLO ENTRARE IN TELECOM..

TELECOM-PRO TUTTO IO! - IL BILLIONAIRE MESSICANO CARLOS SLIM SAREBBE PRONTO AD AFFIANCARE SAWIRIS
 

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La Tac di Sawiris: lo strano caso del dottor Marco e di Mister Patuano


Quando si dice “la spontaneità”: due giorni fa, l’amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano, a proposito dell’offerta di Sawiris, aveva detto alla Reuters che il suo gruppo “non vede al momento alcuna necessità di un aumento di capitale”. Passate 48 ore, lo stesso Patuano ha trovato modo di dire una cosa ben diversa: “Se il cda considera che questi investimenti debbano essere fatti in Brasile, allora tutte le possibilità di finanziamento verranno considerate, inclusa l'offerta di Sawiris. Cosa succede? C’è in ballo uno “Strano caso del dottor Marco e di Mister Capuano” o cos’altro? Capuano non è il capo di Telecom, ma il co-capo di Telecom, dovendo dividere il potere con il presidente Franco Bernabè: è una situazione balorda, tipico frutto acidulo della “Mediobanca way of life”. E poi c'è “l’effetto Tac”. Sawiris come il “liquido di contrasto” sta permettendo al mercato di radiografare i “poteri forti”


Venerdì, 16 novembre 2012 - 09:53:00
di Forrest Gump

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Quando si dice “la spontaneità”: due giorni fa, l’amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano, a proposito dell’offerta di Sawiris, aveva detto alla Reuters che il suo gruppo “non vede al momento alcuna necessità di un aumento di capitale” e che “non ci sono altri commenti da fare sull'interesse di Sawiris”. Ieri, passate 48 ore, lo stesso Patuano ha trovato modo di dire una cosa ben diversa, sempre secondo la Reuters: “Se il cda considera che questi investimenti debbano essere fatti in Brasile, allora tutte le possibilità di finanziamento verranno considerate, inclusa l'offerta di Sawiris, che aggiungerebbe flessibilità finanziaria".
Cosa succede? C’è in ballo uno “Strano caso del dottor Marco e di Mister Capuano” o cos’altro? Perché il capo di Telecom ha chiaramente voluto mostrare – a scoppio ritardato - di non avere preconcetti?
Per varie ragioni. Intanto perché Capuano non è il capo di Telecom, ma il co-capo di Telecom, dovendo dividere il potere con il presidente Franco Bernabè: è una situazione balorda, tipico frutto acidulo della “Mediobanca way of life”, il modo di gestire di Mediobanca, roba che la politica morotea degli anni Settanta era più semplice, per cui Patuano, uomo di Nagel, deve mediare con gli altri soci che preferivano continuare guidati dall’ex capo dell’Eni. E poi per quello che ieri un acuto osservatore finanziario definiva “l’effetto Tac”. Sì, Sawiris come il “liquido di contrasto” che sta permettendo al mercato di radiografare i “poteri forti” – o quel che ne resta – e il loro stato di patologia.
Cerchiamo di capire perché: qui non è in ballo una valutazione di merito sulla mossa di Sawiris, né un processo alle sue intenzioni, per illustrare le quali basta la sua storia. L’egiziano – al cui gruppo fa capo anche il portale Libero, partener di “Affaritaliani” - è un finanziere, più che un imprenditore, ha sempre comprato e rivenduto: tanto è stabile e millenaria la Sfinge, così è mutevole e veloce la sua azione imprenditoriale, come le dune del deserto. Sbaglierebbe chi guardasse a lui come alle “Scottish Widows”, il mitico fondo pensioni americano che fa investimenti quarantennali…
Però se oggi con tante attività controllate o partecipate in giro per il mondo, può dichiarare al Financial Times di essere liquido e senza debiti – alla fine dell’annus horribilis della finanza mondiale – è perché è sveglio, intelligente e ha un ottimo fiuto degli affari. Se vuol mettere i soldi in Telecom e perché pensa di poterli prima o poi riprendere guadagnandoci. Cosa che tanti nostri efebici capitalisti non oserebbero. Non a caso Marco Fossati, il maggior singolo azionista di Telecom al di fuori del patto di sindacato, ha subito espresso il suo appoggio alla proposta Sawiris.



Il governo, nel frattempo, ha messo a punto una nuova legge sulla golden share per includere tutte le società a rete, come Telecom, tra quelle protette da una clausola anti-scalata per impedirne l’eventuale trasferimento in mani sgradite, una soluzione alla francese che può non piacere ma è ampiamente praticata nel mondo. Come dire: processi alle intenzioni a parte, chi ne avesse di cattive è avvisato, “su De Rica non si può”.


Quindi, una società come Telecom che – pur dopo gli anni di oculata gestione finanziaria voluti da Bernabè – ha ancora 27 miliardi di debiti, non ne rifiuta 3 di cassa fresca: se lo fa non è nel proprio interesse ma è perché la cosa può dar fastidio agli interessi dei propri soci-guida.

In questo caso sia quello industriale – Telefonica, spaventata dalla maggior forza che Telecom sta acquisendo e dalla possibilità che si rafforzi in Sudamerica – sia quelli finanziari, cioè Mediobanca, Generali e Intesa, che stanno patendo una colossale minusvalenza sul loro “investimento di sistema” e non gradiscono l’idea di diluirsi nel capitale. Ma è un ragionamento miope, perché vale più possedere un 5% in una società dinamica, che piaccia ai mercati e salga in Borsa a quota 1000 di un 30 per cento in una società moscia e grigia, che in Borsa fluttui a quota 100…




La Tac-Sawiris dirà qual è il grado di reattività immunitaria del corpaccione convalescente di Telecom Italia.

L’atteggiamento dei Bernabè è stato sano fin dal principio: prudente, anche diffidente, ma aperturista e comunque non interdittorio.
Ieri Patuano – spontaneamente o meno che sia – ha battuto un colpo, meglio tardi che mai.
Appuntamento il 6 dicembre, ne parlerà il consiglio d’amministrazione: pieno di amministratori indipendenti. Si capirà fino a che punto.
 

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TELECOM-MEDIA - SI BLOCCA IL PROGETTO DELLA NEWCO TRA CDP E TELECOM PER LA GESTIONE DELLA RETE - TELECOM CHIEDE 15 MILIARDI PER IL 30%, CDP NON NE VUOLE SAPERE - L’AZIENDA NON PUO’ PERDERE IL CONTROLLO SULLA RETE: E’ L’ASSET “FISICO” PIU’ IMPORTANTE A GARANZIA DEL DEBITO DA 40 MILIARDI - MA SE NON SI SCORPORA PIÙ LA RETE, I CAPITALI CHE LA CDP VOLEVA METTERE A DISPOSIZIONE PER LO SVILUPPO DELLA FIBRA OTTICA NON ARRIVEREBBERO PIÙ. A MENO CHE…

Antonella Olivieri per il "Sole 24 Ore"
Lo scorporo della rete Telecom ritorna in discussione e potrebbe non vedere mai la luce. Il tema sarà all'esame del consiglio già convocato per il prossimo 6 dicembre ed è il consiglio che avrà l'ultima parola.

Ma c'è più di un elemento per ritenere che il progetto non abbia più senso.
L'antefatto è che i negoziati con la Cdp per l'ingresso nell'eventuale newco delle rete d'accesso sono finiti sul binario morto.

Il nodo della valutazione dell'asset non è stato sciolto.

Telecom non demorde: almeno 15 miliardi, e non meno di questo.

Deutsche Bank che entro fine ottobre doveva fornire la stima di parte alla Cassa, di cui è advisor, ha sospeso il giudizio. Ma i contatti al vertice tra le due controparti hanno evidenziato che ci sono divergenze anche sul tema della governance. Cdp, tramite il Fondo strategico, avrebbe dovuto rilevare una quota del 30%, in linea con le partecipazioni detenute nelle altre reti nazionali dell'elettricità e del gas.
Franco Bernabè

La maggioranza sarebbe rimasta a Telecom, che non può permettersi di perdere il controllo della rete, anche perchè è l'asset "fisico" più importante a garanzia del debito, che sfiora i 40 miliardi. Il rovescio della medaglia è che il debito può anche essere spalmato, ma non può essere deconsolidato.


Il board della newco avrebbe dovuto essere indipendente, per ottenere i benefici regolamentari, e Cdp avrebbe voluto indicare l'amministratore delegato (tra l'altro per la posizione circolava il nome di Vito Gamberale). Se indipendenza significa che i ruoli operativi sono designati dalla minoranza è un concetto probabilmente da discutere, ma è un dato di fatto che sul punto finora non si è trovato un accordo.


In parallelo gli uffici interni che già dalla scorsa primavera sono al lavoro sul tema per esaminare i pro e i contro - considerato che l'ipotesi è sempre stata presentata come un'opzione industriale e non finanziaria - hanno maturato la conclusione che per ottenere i benefici regolamentari, promessi dal Commissario Ue all'agenda digitale Neelie Kroes, non c'è bisogno di spingersi fino a un passo che nessun altro ex monopolista europeo ha mai pensato di intraprendere, perchè dispendioso sotto molti punti di vista.


GORNO TEMPINI
Basterebbe infatti allo scopo far evolvere Open Access, la divisione che si occupa della rete d'accesso Telecom, verso la "separazione funzionale" incarnata dal modello Open Reach di British Telecom, che i dirigenti del gruppo italiano hanno esaminato da vicino in una visita ad hoc qualche settimana fa. In termini tecnici, questo significherebbe aggiungere all'equivalence of output, che oggi assicura Open Access, l'equivalence of input che garantisce Open Reach, il meccanismo antidiscriminatorio tra l'ex monopolista e gli operatori alternativi che la Kroes richiede.


C'è un ulteriore tassello: la rete fissa è definita di «rilevanza strategica» nella bozza del decreto che individua gli asset sui quali sono applicabili i "poteri speciali dello Stato" (l'ex golden share). Ergo: se Telecom è la rete, Telecom è strategica. Concetto di una certa rilevanza visto che è spuntata l'offerta del finanziere Naguib Sawiris, per la verità poco strutturata nella lettera presentata al board Telecom l'8 novembre scorso.


Ma se non si scorpora più la rete, i capitali che la Cdp voleva mettere a disposizione per lo sviluppo della fibra ottica non arriverebbero più. A meno che la Cdp valuti l'opportunità di entrare direttamente nella Telecom "strategica".

C'è un assist a riguardo.

Nella compagine Telco, mentre Intesa-Sanpaolo è aperta a considerare l'offerta di Sawiris, che già aveva aiutato nell'operazione Wind, gli altri soci - Telefonica, Generali e di conseguenza anche Mediobanca - non ne vogliono sapere.



Nell'azionariato italiano si dice che: allora piuttosto,

se Telecom ha bisogno di mezzi freschi, si può procedere con un aumento di capitale in opzione, che non necessariamente significa che Telco debba parteciparvi.

In quest'ambito sarebbero già allo studio alcune soluzioni finanziarie che si presterebbero a creare margini per l'ingresso di un nuovo socio. Se ce ne fosse la volontà politica, la Cassa, con la quale anche all'interno di Telco c'è disponibilità a collaborare, potrebbe essere il candidato ideale.
 

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1. COME MAI PATUANO HA CAMBIATO IDEA SULL’INGRESSO DI SAWIRIS DENTRO TELECOM? DOPO L’INCONTRO A BERLINO DI ALIERTA E BERNABÈ? GUAI CON LA VENDITA DELLA RETE? - 2. CHI E’ SAWIRIS? UOMO DI FIDUCIA DELLA CIA CHE COSTRUISCE BASI MILITARI USA IN AFGHANISTAN E IN IRAQ ED OTTIENE LA LICENZA TELEFONICA SIA IN IRAQ CHE IN PAKISTAN - 3. QUELLA IN CORSO È UNA PARTITA CHE TOCCA GLI EQUILIBRI INTERNAZIONALI E DECIDERÀ LA SORTE DI BERNABÈ PER IL QUALE IN QUESTE ORE SI AGITA NELLE STANZE DEL PALAZZO IL SUO BRACCIO DESTRO FRANCO BRESCIA AFFINCHÉ FRANCHINO POSSA SALIRE SULLA POLTRONA DI FINMECCANICA PRIMA CHE GLI CADA ADDOSSO LA MALEDIZIONE DI CHEOPE - 4. INTORNO ALL’ACQUISTO DI WIND BY SAWIRIS, TRA CONSULENZE E MAZZETTE, GIRO’ LA CIFRA COLOSSALE DI 414 MILIONI DI CUI ALMENO 96 NELLE TASCHE DELL’INTERMEDIARIO ALESSANDRO BENEDETTI. NEL POLVERONE SONO FINITI, SENZA ARRIVARE AD ALCUNA CERTEZZA, I NOMI DI LETTA, FASSINO, BERSANI E DEL FIDUCIARIO DI BERLUSCONI BRUNO ERMOLLI -

1. COME MAI PATUANO HA CAMBIATO IDEA SULL’INGRESSO DI SAWIRIS DENTRO TELECOM? DOPO L’INCONTRO
 

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Telecom, bocche cucite dopo 4 ore di comitato esecutivo


Di Ilaria Ammendola
Telecom, bocche cucite dopo 4 ore di comitato esecutivo - Milano Finanza Interactive Edition



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E' durato oltre quattro ore il comitato esecutivo di Telecom Italia, che si è riunito questa mattina in vista del cda del 6 dicembre.

A partire dallo scorso anno, tra i vari compiti che spettano al comitato esecutivo c'è anche quello di esprimere un parere preventivo sulle cosiddette operazioni strategiche, quelle cioè che, per via dell'incidenza che possono avere sull'attività dell'azienda, sono sottoposte all'approvazione del cda.

Al termine del comitato nessuno a voluto parlare a partire dal presidente di Mediobanca, Renato Pagliaro, tra i primi a lasciare la sede. Dopo di lui sono stati visti uscire il presidente dell'Ania e consigliere di Generali, Aldo Minucci, l'ex manager Telecom, Mauro Sentinelli, ed Elio Catania.

Il comitato non poteva certo prendere delibere, ma l'attenzione era comunque alta per la curiosità di conoscere le strategie future del gruppo tlc, dallo scorporo della rete di accesso ai piani di sviluppo in Brasile e, non ultima, l'offerta di Naguib Sawiris di investire nel gruppo. Al centro delle discussioni sta soprattutto il prezzo a cui il nuovo socio potrebbe entrare.

Un eventuale aumento di capitale dovrebbe essere a premio, hanno precisato alcune fonti finanziarie, rispetto al valore di carico perché i grandi soci di Telco (hanno in carico le azioni a 1,5 euro) siano disposti a dare il loro ok. Secondo indiscrezioni, Sawiris,



che avrebbe messo sul piatto 2 miliardi di euro, potrebbe entrare anziché nella capogruppo nella controllata Tim Participacoes per partecipare a una ricapitalizzazione di 6 miliardi da usare per l'acquisto di Gvt, messa in vendita da Vivendi.
Una parte dell'aumento di capitale verrebbe sottoscritta dalla stessa Telecom Italia e una parte dal mercato. Scettici gli analisti per i quali per una soluzione di questo genere bisognerebbe sospendere i dividendi o accelerare sullo spin off della rete. Proprio su questo fronte: ''sono tutt'ora in corso le analisi e gli approfondimenti i cui risultati saranno presentati al cda del prossimo 6 dicembre", ha anticipato ieri Telecom successivamente alle indiscrezioni che prospettavano invece un abbandono del progetto e un raffreddamento nei rapporti con la Cdp.

"Aspettate giovedì 6, quando ci sarà il cda" è stata la risposta martedì di Tarak Ben Ammar, consigliere di Telecom in merito a possibili novità. Proprio in vista del cda, ieri gli esperti di Banca Akros (accumulate su TI) hanno analizzato tutte le varie opzioni sul tavolo. Per loro lo scenario peggiore sarebbe l'ingresso della Cdp direttamente in Telco per difendere l'azienda da Sawiris (che quindi lascerebbe il campo).

In questo contesto gli azionisti di minoranza di Telecom Italia perderebbero sia la potenziale creazione di valore legata all'aumento di capitale riservato, per Sawiris, sia il de-leverage inerente al potenziale spin-off della rete (ipotesi che verrebbe meno visto il possibile ingresso della Cdp in Telco). Ancora peggio, ma improbabile, sarebbe uno scenario che vede l'abbandono di Sawiris e il mancato accordo con Cdp.

Il migliore degli scenari possibili consiste, invece, nella combinazione tra Sawiris e la Cassa depositi e prestiti con l'imprenditore egiziano che entra nel capitale di Telecom Italia a premio e allo stesso tempo la Cdp che acquista una quota nella rete a un "prezzo elevato". In ogni caso il potenziale di creazione di valore legato alla Cdp o a Sawiris potrebbe essere significativamente ridotto dagli investimenti legati al Brasile (Gvt) o nella rete in fibra.
 

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Il Dividendo Telecom è da ridurre secondo gli analisti

L'opzione di scorporo della rete non convince Equita che suggerisce un taglio del dividendo per ridurre il debito Telecom



Concluso stamattina il comitato esecutivo di Telecom Italia, dalla quale non è uscita nessuna dichiarazione sulle operazioni future della società, si attende solo il Cda del prossimo 6 dicembre. Il consiglio dovrà discutere della crescita strategica in Brasile (con il possibile acquisto di Gvt), l’entrata nel capitale di Naguib Sawiris e in ultimo l’eventuale scorporo della rete di accesso (Telecom Italia: scorporo rete e Sawiris destabilizzano un equilibrio precario). Analisti concordi nella necessità di Telecom di ridurre l’indebitamento (intorno ai 30 miliardi) proprio dismettendo la rete in gestione, con già diversi player che hanno mostrato interesse (Cassa depositi e prestiti e Fondo F2i). Tuttavia oggi spunta una voce fuori dal coro ovvero quella di Equita, che concorda con le ultime, prudenti, valutazioni del presidente Franco Bernabè in merito allo scorporo. Equita individua nell’elevato debito il problema principale per il gruppo ma rileva che la cessione della rete sarebbe “un’operazione dubbia sia a livello industriale che finanziario” dal momento che i benefici si godrebbero solo nel breve periodo. A giudizio della sim milanese, invece, sarebbe più utile tagliare il dividendo soprattutto nel caso di rafforzamento patrimoniale della holding Telco.

Dividendo Telecom Italia: ecco la situazione degli ultimi anni





http://www.investireoggi.it/tuttosu-telecomhttp://www.investireoggi.it/finanza...a-ridurre-secondo-gli-analisti/#ixzz2DA2zg5UH
 
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Sawiris: "Telecom, aumento aperto"
Il Farone indica il prezzo: 0,7 euro


L'imprenditore egiziano in un'intervista a Reuters propone un'operazione da 3 miliardi a cui possano partecipare tutti gli azionisti che, però, hanno i titoli in carico a una cifra più alta. Fossati: "La valutazione corretta è 1,5 euro"

Lo leggo dopo
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L'imprenditore egiziano Naguib Sawiris
MILANO - Naguib Sawiris propone per Telecom Italia un aumento di capitale da 3 miliardi di euro aperto a tutti gli azionisti. Lo afferma l'imprenditore egiziano in una intervista esclusiva a Reuters nella quale indica per la ricapitalizzazione un prezzo di 0,70 euro per azione, intorno all'attuale valore di Borsa (segui l'andamento del titolo in diretta). Il prezzo a cui pensa Sawiris per la ricapitalizzazione è inferiore al prezzo al quale hanno in carico le azioni i soci di Telco (Mediobanca, Generali e Intesa) e Telefonica. Anche l'azionista di minoranza Marco Fossati, che detiene il 5% del gruppo italiano, lunedì ha indicato 1,5 euro come "prezzo corretto" per qualunque aumento di capitale.

"Vogliamo partecipare all'aumento di capitale ma i soci possono scegliere di non diluirsi e partecipare per iniettare denaro", afferma Sawiris nell'intervista. "Se non vogliono farlo, arriveremo noi e li sostituiremo. Ma loro beneficeranno di un prezzo più alto in borsa, di una società più stabile e che crescerà", aggiunge. Quanto ai rapporti con Telefonica, l'ex proprietario di Wind dice che "li ho incontrati, ma mi sembra che siano in conflitto di interesse. Sono contenti di dove sono oggi e tengono Telecom Italia come un ostaggio per evitare che cresca in Sud America".
 

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per me la lasciano andare in prescrizione

A metà novembre, sempre per i dossier illeciti, il procuratore aggiunto, Alfredo Robledo, ha chiesto il giudizio diretto per Marco Tronchetti Provera con l'ipotesi di ricettazione. La vicenda verte sul compact disc contenente una serie di dati copiati dal computer di un dipendente dell'agenzia investigativa Kroll e spediti in forma anonima ai vertici della Telecom. Il pm ha utilizzato la citazione diretta, in modo da saltare l'udienza preliminare. Il processo inizierà il prossimo 18 febbraio. I fatti contestati risalgono al 2004 e la prescrizione scatterà a settembre 2014. Telecom Italia si costiturà parte civile.
da Dossier illeciti, le richieste del pm Otto anni per Bernardini, cinque per Cipriani - Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it
 

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Tim Brasil: utile netto 4* trim sale a 462,6 mln brl (+16,3% a/a) MILANO (MF-DJ)--Tim Partecipacoes, societa' brasiliana di telecomunicazioni controllata da Telecom Italia, ha chiuso il quarto trimestre con una crescita dell'utile netto del 16,3% a/a a 462,6 milioni di reais.
I ricavi lordi, si legge in una nota, sono aumentati dell'8,2% a 7,342 miliardi, l'Ebitda dell'8,2% a 1,425 miliardi per un margine in miglioramto di 40 punti base al 28,4% e l'Ebit del 10% a 737,2 milioni per un'incidenza sui ricavi del 10%. Il 2012 e' stato archiviato con ricavi in crescita del 12,1% a 27,756 miliardi, l'Ebitda del 7,6% a 5,01 miliardi, l'Ebit del 12,6% a 2,321 miliardi e l'utile netto del 13,4% a 1,449 miliardi.
Lo scorso anno la societa' ha investito complessivamente 3,765 miliardi, con una crescita del 24,4% rispetto al 2011. Il 93% degli investimenti ha riguardato le infrastrutture.
La societa' ha deciso di distribuire un dividendo complessivo di 743 milioni (533,4 milioni nel 2011). com/mur [email protected]
(END) Dow Jones Newswires
February 06, 2013 08:50 ET (13:50 GMT)
 

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