PER QUEST'ANNO LASCIATE PERDERE LA PROVA COSTUME... VI VEDO PIU' PRONTI PER LA PROVA DEL CUOCO (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Questa mattina, dopo tanto tempo, ho avuto la malaugurata idea di guardarmi Omnibus La7.

Oltre a le innumerevoli castronerie che i suoi mediocri ospiti, anche oggi, hanno propinato al prossimo, tipo:

“montano problemi sul Mes (ndr giornale la Voce e i nazionalisti tutti) per mascherare carenza di idee,
con Sure e CIG Europea a noi il Mes non serve… Smentisco che il governo lo voglia”

o

“adesso anche i partiti antieuro capiscono che sto problema del virus va vinto a livello europeo, dove andiamo come italietta?”

Ad un certo punto la mitica conduttrice si lancia in un folle proclama globalista:

“perché passare all’autarchia, ad esempio nella produzione del paracetamolo,
se poi il prodotto cinese comunque arriva (ad es. Il paracetamolo) e al consumatore questo costa molto di meno?”


E niente, A LA7 PROPRIO NON C’È LA FANNO A RAGIONARE IN TERMINE DI SISTEMA PAESE,
nonostante i morti da virus importato, da mancanza di produzione autoctona di mascherine e apparecchi di ventilazione,
nonostante le carenze di posti letto in terapia intensiva (da sistematici tagli alla spesa pubblica) ,
questi continuano A RAGIONARE COL MONONEURONE DELL’INDIVIDUALISMO NICHILISTA.

Il problema è che in certe posizioni chiave ci mettono persone
il cui unico neurone tutte le mattine ripete sistematicamente “sono solo, sono tanto solo!”.

Cosa mai possiamo pretendere da questi idioti ?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Alla fine doveva arrivare ed è arrivato. L’appello congiunto degli “intellettuali”.

E quando arriva l’appello, cari miei, bisogna mettersi tutti sull’attenti.

Perché qua, nell’eurozona, quando si muovono gli “intellettuali” si parla solo di roba grossa, da leccarsi le orecchie.

Scordatevi le scartine di un tempo:
Oriana Fallaci, chi era costei?
Pierpaolo Pasolini, chi?
Goffredo Parise, ma vogliamo scherzare?

Tutta roba vecchia, del Novecento.

Oggi ci possiamo permettere vertici del pensiero siderale come, nell’ordine: Tito Boeri, Carlo Cottarelli, Mario Monti, Emma Bonino, Enrico Letta.

Ora, dalle vette inattingibili dell’intellighenzia sovrumana torniamo rasoterra e chiediamoci: cosa mai avranno da dirci costoro?

Perché, sia chiaro, quando i maestri parlano gli allievi prendono appunti.
Soprattutto se si tratta di alunni discoli e impenitenti come noi che – lo ricorderete bene, non fate gli indiani –
abbiamo sempre evaso le regole, mal rispettato i parametri, dribblato i pareggi di bilancio.
Insomma, siamo seri e onesti, non abbiamo fatto i compiti per casa. Però, mai disperare.
A volte, non si viene bocciati a giugno, ma solo rimandati a settembre.

E poi, se la classe è “tutta” indisciplinata, i prof talora sono clementi.

Gli scappa la lacrima, capite, come alla Fornero quando licenziò la famosa “riforma delle pensioni” che, a sua volta, “licenziò” una marea di esodati.

E così, adesso, vista la malparata, i nostri severi insegnanti hanno deciso di correre ai ripari.

Han fatto l’appello:
Draghi? Presente!
Von der Leyen? Presente!
Lagarde? Presente!
Costituzione? Assente (ingiustificata)…

A parte gli scherzi, l’appello è una specie di “intercessione” nei confronti del Sistema responsabile della crisi, ben prima del Covid:
dalla UE all’euro, dal Fiscal Compact al MES.

Un “modello” portato ad esempio, se non concepito e realizzato addirittura, da quasi tutti i firmatari dell’appello di cui sopra.

Ma in che diavolo consiste, poi, l’appello?

Nel chiedere nientepopodimeno che “solidarietà europea adesso” e una specie di “MES sanitario senza condizioni”.

Dobbiamo trattenerci dal rotolarci a terra per le risate.

Se cadiamo in tentazione, non finiamo prima di domani mattina.

E non possiamo permettercelo perché c’è da fare la spesa: con la mascherina di titanio per non slogarsi le mascelle (dal ridere).

Dopo aver avallato per un trentennio un sistema costruito sull’egoismo “codificato” nei trattati,
concepito per strozzare la classe media, capace di azzerare i sogni e i progetti di vita di almeno due generazioni di giovani,
in grado di desertificare interi distretti industriali, questi chiedono solidarietà “adesso”.

E con che tono, amici!

Come se fossero reduci da decenni di appelli inascoltati a favore della “solidarietà”.

E non invece da decenni di “esperimenti sociali” come quelli del vero “MES” responsabile dell’eccidio politico
e democratico e della catastrofe economica e sociale del popolo greco.

Quello, per intenderci, dei settecento bambini immolati sull’altare dell’austerity
di cui non possiamo sapere né i numeri, né tantomeno i nomi; che, se no, mi si turbano le masse.

Ma non sono (solo) le ricette di queste menti illuminate a doverci preoccupare.

Quelle le abbiamo già sperimentate.

È auto-evidente che seguirle sarebbe come accettare di andare a bere un spritz con Nosferatu.

Ci deve preoccupare, assai di più, il loro “sogno”.

Leggo, testuale, di cazzata in cazzata:

“Transizione verde, trasformazione digitale, condivisione degli oneri”.

Tradotto, per gli ingenui: cogliere la “opportunità” del Covid per spingere verso gli Stati Uniti d’Europa.

E quindi?

E, quindi, non c’è più tempo. Prima che loro riescano a costruire gli USE, noi dobbiamo assolutamente evadere dalla UE.

Appello e contrappello.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Tu mi turbi, diceva un noto attore.

Ormai si abusa di tutto anche del termine intellettuale, anche dove c'è il deserto più totale.

Si definiscono economisti dei maldestri contabili obbedienti.

Si definiscono politici dei piccoli arrivisti, senza arte ne parte, privi di un’adeguata formazione socio politica, con visione pari a zero.

Si confondono per intellettuali dei guitti addestrati e formarti, con un minimo uso della parola,
nella stragrande maggioranza dei casi, personaggi inconsistenti e noiosi, ma perfetti per il ruolo assegnatoli,
non abbaiano mai contro il padrone, tantomeno mordono.

INTELLETTUALI! MA MI FACCIA IL PIACERE!.

 

Val

Torniamo alla LIRA
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Il capogruppo al Senato del PD Marcucci ha proposto, al DL di prossima approvazione,
un emendamento contenente una forma di impunità completa non solo per i medici
che si sono trovati ad agire in una situazione di emergenza per il Coronavirus, ma anche il personale amministrativo.

Ecco il testo dell’emendamento:

“1. Per tutti gli eventi avversi che si siano verificati o abbiano trovato causa
durante l’emergenza epidemiologica COVID-19 di cui alla delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020,
le strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private e gli esercenti le professioni sanitarie
– professionali- tecniche amministrative del Servizio sanitario non rispondono civilmente, o
per danno erariale all’infuori dei casi in cui l’evento dannoso sia riconducibile”

Ovvio esentare il personale medico, che ha fatto ciò che ha fatto nel limite delle sue dotazioni,
ma perchè quello amministrativo, anche elevato, il cui compito è anche quello di predisporre gli strumenti per eventuali emergenze?

Eccovi il perchè, che potete leggere nel sito RAI:

l segretario del Nursid Toscana, Giampaolo Giannoni, ha firmato un esposto
alla Procura della Repubblica di Firenze sostenendo che sono state violate le norme penali
in ambito di sicurezza del lavoro per non aver fornito agli infermieri dispositivi di protezione idonei al rischio biologico da affrontare.


Nonostante Rossi ed il capo della protezione civile toscana affermino che sono state fornite le mascherine necessarie,
minacciando addirittura delle sanzioni, al contrario il responsabile sindacale dei medici ha denunciato penalmente l’amministrazione.

Quindi in Toscana (la regione di Marcucci) si viene a creare un problema penale nei confronti dell’amministrazione Rossi.

La Pubblica Amministrazione dovrebbe aver previsto che le emergenze possono accadere.

Invece, per motivi economici, si è sacrificato questo aspetto ed ecco che ora vogliono l’immunità.

Però per averla dovrebbero, prima di tutto, rinunciare ad ogni diritto politico attivo e passivo,
perchè non si può poi pretendere di continuare a fare dei danni.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ignobile tentativo del Pd di inserire nel “Cura Italia” un emendamento per rendere impunibili i politici responsabili del tragico esito dell’emergenza Covid-19

Uno “scudo penale” per coprire le responsabilità politiche e porre il governo al riparo dalle denunce – anche penali –
che stanno cominciando a essere presentate in tutta Italia.

È questa “l’urgenza” che la maggioranza intende far approvare, inserendola fraudolentemente, nel decreto “Cura Italia”.

La scusa, poi, è vergognosa… “proteggere medici e infermieri” estendendo poi l’immunità a ospedali,
case di riposo pubbliche e private e aziende per arrivare – ecco il punto – agli amministratori e ai politici.

Niente galera per Sala e Gori che con le loro belle uscite (tipo #milanononsiferma) hanno fatto galoppare il virus.
Niente galera per Conte che con i suoi decreti di mezzanotte ha favorito il dilagare del contagio al Sud.
Niente galera per Borrelli e Arcuri per i mancati approvvigionamenti e gli acquisiti incauti.

L’emendamento- truffa è stato presentato dal capogruppo dei senatori del Pd, Andrea Marcucci,
e ha già incassato lo scontato parere favorevole del governo.

È il terzo comma quello che allarga il campo della protezione legale ai politici, laddove prevede
«per tutti gli eventi avversi che si siano verificati o abbiano trovato causa durante l’emergenza epidemiologica
COVID-19 di cui alla delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, la punibilità penale è limitata ai soli casi di colpa grave».

Emendamento che ha già provocato proteste ed è destinato a provocarne ancora,
ma che con il passare del tempo sembra più che necessario, addirittura urgente,
per Conte e sodali che sanno benissimo che non è vero (come spudoratamente dichiarato da Conte) che “non abbiamo sottovalutato nulla”.

È vero esattamente l’opposto e, dopo le polemiche, le accuse e le denunce sul web,
seguite da rari approfondimenti giornalistici, sono arrivati anche gli annunci di richiesta
di una Commissione parlamentare d’inchiesta da istituire fatte sia da parte dei renziani, sia del centrodestra.

Da giorni è la volta delle denunce da presentare all’autorità giudiziaria (quando riapriranno i tribunali).

Le prime due iniziative portano la firma di altrettanti illustri penalisti: l’avvocato Carlo Taormina, già parlamentare,
e il professor Augusto Sinagra, già docente universitario, noto per essere riuscito a far processare i partigiani comunisti slavi responsabili delle foibe.

L’accusa a Conte e compagni non è solo quella di aver sottovalutato l’emergenza e di non aver agito in modo tempestivo
“omettendo nei tempi e nei modi necessari ogni misura di contenimento e di prevenzione” ma, soprattutto,
di aver favorito la “enorme diffusione” del virus con “l’impressionante numero avutosi di contagiati e di deceduti”.

Il che potrebbe portare a una imputazione per strage.

Cinque i passaggi dell’attività di governo che hanno destato maggiormente l’attenzione dei penalisti.

Il primo è relativo al 31 gennaio, quando il governo dichiarò lo stato di emergenza
senza poi porre in atto alcuna misura tra quelle previste: nessun piano preventivo,
nessun potenziamento delle strutture sanitarie e – cosa più grave – nessuna provvista di mascherine,
tute, guanti che ancora mancano in tutta Italia e hanno provocato più di 10 mila contagiati e 70 vittime tra i medici e sanitari.

Il secondo è il rifiuto opposto alla richiesta dei governatori delle Regioni del nord di porre a quarantena di 15 giorni tutti coloro che rientravano dalla Cina.

Terzo: il 26 febbraio, quando Conte, come titola l’Ansa: «cambia strategia e smorza allarme»
e intervenendo in tv a L’Aria che tira affermando: «La vita deve continuare in Italia. Dobbiamo mantenerci flessibili».
Quindi, a parte le zone rosse di Codogno e Vò, si possono riprendere le attività
con il ministro Franceschini che il giorno dopo si reca a Milano per riaprire i musei,
con il sindaco Sala che rilancia cene, Zingaretti che prende l’aperitivo (e il virus) sui Navigli
e Gori che li imita lanciando #bergamononsiferma. I bergamaschi se ne ricorderanno…

Il quarto punto della denuncia riguarda il no del governo alla zona rossa nella bergamasca,
richiesta ai primi di marzo dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’assessore Gallera,
perché Alzano e Nembro avevano già superato il numero di casi di Codogno.
Inoltre, come mostrato nella puntata di mercoledì di Chi l’ha visto? c’è il mistero del contingente di carabinieri
trasferito e ospitato in un grande albergo della zona, proprio per essere impiegato e che, invece, dopo un paio di giorni, è stato richiamato.
Che ne dice il ministro della Difesa (a patto di ricordarci chi sia…)?

Infine, il quinto punto è il ritardo nell’emanare il decreto di chiusura della Lombardia preceduto però dalla “fuga” di notizie,
per cui la sera del 7 marzo i treni verso il Sud vennero presi d’assalto e anche successivamente non venne fermato l’esodo verso le regioni meridionali.

Come abbiamo visto le prove d’accusa non sono poche (e altre si stanno accumulando)
ed è ovvio che “l’avvocato del popolo” (come si definiva Conte) farà di tutto per evitare ogni rischio giudiziario.

Ma non potrà sottrarsi al giudizio finale, proprio quello del popolo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Fatto sta che dopo i due nostri articoli di oggi, che sono stati condivisi da migliaia di persone sul web,
la capogruppo del Partito Democratico al Senato Paola Boldrini abbia deciso di fare dietro-front
e di ritirare il sub-emendamento:

«per evitare “equivoci e strumentalizzazioni, in una fase drammatica come quella che sta vivendo il nostro sistema sanitario nazionale,
che va tutelato nel suo complesso, tenuto conto dell’eccezionalità dell’emergenza,
ritiro il sub-emendamento che ho presentato all’emendamento Marcucci al dl Cura Italia” sullo scudo per i medici»,

spiega, aggiungendo poi che «è chiaro che la nostra priorità rimane quella di tutelare il personale sanitario
che si trova ad agire in questa drammatica evenienza ed è in prima linea nella difesa della salute della nostra popolazione».

Ebbene, essendo stati noi gli unici a rilanciare la notizia – che, osserviamo, non è stata ripresa né da media mainstream
né tantomeno da rappresentanti politici di altri partiti – siamo orgogliosi di poter affermare che sentiamo di aver fatto
la nostra parte per impedire che quel sub-emendamento passasse nel silenzio generale.

Per questo motivo ringrazio il direttore Giraudo, Federico Gennaccheri e insieme a loro tutta la redazione di Orwell.live che,
anche in questo momento di difficoltà, continua a rendermi fiero di essere editore di questo piccolo grande giornale,
grazie al quale vinciamo tutti insieme la più importante delle battaglie, ovvero quella che, come diceva il grande Indro Montanelli,

«s’ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio».
 

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