PER NON AFFATICARMI TROPPO INIZIERO' CON UN'ORA DI DIETA AL GIORNO (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
:d:
Giusto per riprendermi dal lockdown :d:
Buona settimana a tutti :)
In Tibet (con la mountain bike) è stato il primo viaggio di mio fratello :)...
Immagine144.jpg
Immagine145.jpg
Immagine146.jpg
Immagine147.jpg
 

Val

Torniamo alla LIRA
Si parla spesso di come la “Lira” non riuscisse a difendere l’Italia dall’inflazione.

Ora vi presentiamo una breve video sull’andamento dell’infrazione dal 1960 al 2020,
con le prime 15 posizione al mondo che si evolvono nel tempo.

Potrete vedere che pochissimi paesi europei sono rientrati in questa classifica, anzi solo due, Francia ed Italia, dal 1960 al 1964.

Dopo di che nessun paese europeo vi è rientrato.

Ma se sono quasi 50 anni che nessun paese europeo si viene a trovare in una situazione di inflazione elevata,
di iperinflazione o comunque sopra la norma , dove è il problema ?

Non è che i paesi europei non sono più in gradi di sviluppare spinte inflazionistiche, essendo paesi manifatturieri?


Alla fine nelle prime posizioni si trovano spesso paesi in via di sviluppo
con forti dipendenza dei prodotti industriali dall’estero ed esportazioni di prodotti primari.


 

Val

Torniamo alla LIRA
Cambi.
I valori reciproci sono influenzati sì da fattori economici (bilancia dei pagamenti, bilancia commerciale, crescita economica, inflazione comparata fra i due sistemi),
ma anche da fattori di carattere politico, molto importanti nel medio periodo.

Del resto la media comprensione dell’italiano sul problema dei cambi, soprattutto quando filogovernativo, è che

“L’euro è meglio perchè è una moneta forte e ci vuole una moneta forte”,

mostrando di non capire molto, anzi direi proprio nulla, della dinamica che guida i cambi.

Facciamo qualche considerazione ora riguardanti il cambio fra Euro e Dollaro ed Euro e Sterlina.

Le nostre considerazioni saranno basate essenzialmente su fattori di carattere macroeconomico con alcune ipotesi su evoluzioni politiche.

Non ci baseremo sul’analisi tecnica, quella che studia esclusivamente l’andamento dei titoli,
e per la quale esistono esperti specifici sulla previsione euro-dollaro.


Iniziamo con Euro-Dollaro

eur-usd-24-05.png


Come vediamo l’andamento del cambio ha visto, nell’ultimo anno, un lento, ma progressivo, indebolimento del dollaro che però sembra essersi fermato.

L’epidemia ha portato ad un forte rafforzamento della moneta USA, che nei momenti di crisi è sempre vista come un rifugio,
ma questo effetto si è esaurito lasciando spazio a molta incertezza.

Non è chiaro quali saranno i risultati non solo di lungo termine, ma pure di medio, per le due economie.

Azzardiamo due ipotesi:

Il dollaro si rafforzerà se:

  • cresceranno le tensioni interne nell’area euro, cioè se proseguirà l’attuale divergenza che, prima o poi, porterà ad una crisi definitiva dell’area.
  • In questo caso il dollaro si rafforzerà della situazione;

  • vi sarà una crisi internazionale con la Cina o con Iran o Venezuela avremo la classica fuga verso le valute rifugio, quindi verso Franco Svizzero, Yen e Dollaro;

  • se la guerra commerciale con la Cina porterà ad un riequilibrio della bilancia commerciale USA,
  • che dopo essere arrivata ai minimi ad inizio 2019 è poi successivamente migliorata
    balance-of-trade-USA.png
Avremo un rafforzamento dell’Euro se:

  • l’area euro mostrerà una maggiore resilienza e si dimostrerà sufficientemente flessibile nei propri meccanismi interni
  • da accentuare la crescita dei paesi più deboli, Italia Spagna e Portogallo in testa;

  • se la situazione politica rimarrà stabile, nonostante le tensioni internazionali;

  • se la bilancia commerciale USA riprendesse a peggiorare, anche con il trasferimento dei flussi di import dalla Cina
  • verso altri paesi e con un calo dell’export a stelle e strisce verso Pechino.
In generale, personalmente, mi aspetto una stabilità sostanziale nel 2020, tranne eventi politici eccezionali,
ma un rafforzamento nel 2021 , soprattutto se fosse confermato a novembre Trump, se non altro per la stabilità politica che verrebbe a mostrare.



Euro- Sterlina

Gli ultimi due anni hanno visto una sostanziale stabilità nel cambio sterlina euro, e questo è quasi eccezionale,
considerando gli eventi politici intercorsi, dalla caduta del governo May, al governo Johnson, alle elezioni.

euro-sterlina-2.png


Sino allo scoppio della crisi del Covid-19 la bilancia commerciale britannica aveva dato dei segni di un riequilibrio
che l’interruzione delle attività produttive per il closedown ha interrotto:

united-kingdom-balance-of-trade-2.png


La bilancia commerciale finalmente stava segnando dei valori positivi a fine 2019 inizio 2020, segno che il cambio era giunto ad un suo equilibrio.

In questo caso i profili possibili sono tre

  • il Regno Unito recupera la propria situazione di equilibrio anche post Covid-19.
  • In questo caso il cambio non dovrebbe distaccarsi molto da quello visto a fine 2019-2020;

  • implosione dell’area euro con temporanea rivalutazione della sterlina, vista come moneta rifugio;

  • il sistema produttivo britannico non riesce a riprendersi in modo sufficiente, quindi ulteriore svalutazione della sterlina.
Nello stato attuale non è facile fare previsioni, ma dato che, personalmente, preferisco la realtà dei fatti attuali,
propendo più per il primo scenario con una sostanziale stabilità…

Certo, l’eruo può sempre saltare…
 

Val

Torniamo alla LIRA
Vittorio Feltri su Libero sgancia un’altra bomba contro Luca Palamara,
e stavolta mette nel mirino i rapporti tra giornalisti e magistrati.

Lo fa pubblicando una serie di intercettazioni tra lo stesso Palamara e la giornalista Liana Milella di Repubblica.

E ancora intercettazioni tra Palamara e Giovanni Legnini (ex vicepresidente del Csm)
in cui si parla di orientare la linea di Repubblica e di altre testate.

lg.php

Feltri commenta così la scelta di pubblicare le intercettazioni:

“A noi le intercettazioni non sono mai piaciute perché vengono trascritte alla carlona e tradiscono spesso il pensiero degli intercettati.
Ma in questo caso che attiene ai rapporti spesso stretti tra magistrati e giornalisti, ci pare doveroso informare i lettori di cosa avviene a loro insaputa (…)
Quando pm e giornalisti diventano compari di merenda e intrecciano relazioni tese a incidere sulla corretta informazione, disinteressata,
allora è bene che il pubblico sappia con chi ha a che fare”.

E ancora:

“Chi ha voglia di leggere il resoconto presente in questa prima pagina si renderà conto che siamo di fronte a una sorta di inquinamento
che non giova né ai miei colleghi scribi né agli amministratori della giustizia”.


Nelle trascrizioni si legge che Palamara a un certo punto della conversazione con Liana Milella
le dice di fare un articolo sulla sua futura nomina a procuratore aggiunto di Roma
(nomina poi saltata per l’inchiesta che ha coinvolto il magistrato):

“Mettimi a Roma e stai buona Milella”.

Ancora, parlando con Stefano Fava (pm a Roma), Palamara dice che

“Bianconi (giornalista del Corriere) è legato ai servizi”.

Infine, parlando con Giovanni Legnini, Palamara viene consigliato di parlare con Claudio Tito
per riequilibrare le posizioni di Repubblica, bypassando Liana Milella che “conta poco là dentro”.

Palamara afferma di avere un buon rapporto con Claudio Tito e Legnini risponde:

“Lo conosci bene e allora parla con lui deve passare la linea della vendetta nei tuoi confronti”.

Intercettazioni che suffragano l'accusa di Piero Sansonetti direttore del Riformista secondo il quale

“giornalisti e magistrati sono una casta, sono due facce della stessa medaglia.
Perché il giornalismo italiano dal 1992-’93 ha smesso di esistere,
accettando una sorta di vassallaggio nei confronti dei pm.
L’indipendenza non esiste: i giornalisti giudiziari sono agli ordini del partito dei pm”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
La Ronda di notte, opera nota anche come Notte di veglia o La guardia civica in marcia,
è un dipinto di Rembrandt Harmenszoon van Rijn, realizzato nel 1642 a olio su tela,
e attualmente conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam, raffigurante lo scabino Frans Banning Cocq
in vesti di capitano degli archibugieri, nonché committente dell’opera, insieme con il suo luogotenente Willem van Ruytenburgh,
nel momento in cui impartisce alla propria compagnia l’ordine di avanzare.

Civili in assetto militare nell’Olanda del Siglo de Oro, si muovono dunque con fiero cipiglio al ritmico battere della grancassa,
come spavaldi bravacci in cerca del nemico, nella notte fiamminga ancora imporporata dal sangue della Guerra dei Trent’anni.

Questo lo straordinario grande dipinto di Rembrandt, che immortala per sempre, in un’istantanea di gruppo,
un evento storico della propria città: popolani chiamati alle armi in difesa della propria nazione.

Oggi invece a molte miglia e ad alcuni secoli di distanza dall’Olanda del Barocco,
in Italia si è avuta notizia di un bando di “arruolamento” straordinario gestito dalla Protezione civile,
destinato non a volontari in armi, come ai tempi del capitano Cocq, ma a quei cittadini più in difficoltà del nostro Paese
che, quindi, si vedranno chiamati a diventare anch’essi “ronde di notte” per vigilare sulla Fase 2.

Ecco che non più sedici uomini scelti ad aggirarsi per le strade di Amsterdam,
ma ben sessantamila saranno coloro che verranno insigniti del grado diassistenti civici
– prelevati naturalmente “su base volontaria” – dalle fila degli “inoccupati”,
tra coloro che non hanno vincoli lavorativi ma soprattutto tra chi percepisce il reddito di cittadinanza
o comunque usufruisce di ammortizzatori sociali; questo stando a quanto dichiarato congiuntamente
dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari.

I sindaci locali dunque potranno utilizzare queste “forze speciali”,
per attività sociali e per far osservare il rispetto delle misure di distanziamento sociale
.

Ciò che temo è che un simile “arruolamento”, realizzato utilizzando appunto proprio persone provenienti da simili fasce,
psicologicamente possa generare ulteriore caos e problemi anche gravi, infatti in questo caso saranno creati ad hoc,
ma in maniera non performante, veri e propri manipoli di “sceriffi” o peggio di “vigilantes”
che si ritroveranno investiti di poteri non sempre controllabili né gestibili.

In breve, persone catapultate a fare appunto la “ronda di notte” lungo le strade delle città, per evitare la movida e gli assembramenti,
senza aver ricevuto un congruo e adeguato addestramento psicologico e neanche uno tattico,
come dilettanti allo sbaraglio in perfetta sintesi con coloro che siedono sui più alti scranni di Montecitorio.

Esiste un rischio reale di delirio di onnipotenza, di rivalsa sociale,
nella creazione di questa sorta di “ausiliari della salute” da parte dello Stato
,
come già si è potuto constatare durante la quarantena con l’attivazione autonoma di numerosi delatori
che si sono autonominati custodi della salute pubblica,
non limitandosi ai richiami ma denunciando altri per violazioni spesso ai limiti del ridicolo.

Mai prima di oggi l’Italia aveva raggiunto un simile livello orwelliano,
dove ogni cittadino potrebbe nascondere un nemico del proprio vicino,
tutti protetti dalla scusa del bene comune superiore,
in relazione a un pericolo virale che sta scomparendo con velocità vertiginosa e costante così com’era sorto.

È dunque difficile non voler vedere un preciso disegno di voler instaurare
una vera e propria dittatura diffusa basata sul terrore psicopatologico indotto
,
avente come unico scopo l’ottenere un popolo sottomesso costantemente e inerte,
succube e ipnotizzato da mesmerizzatori da operetta.

Purtroppo coloro che realmente tirano i fili dietro le quinte non sono il Mago Wiz,
ma un’astuta progenie di Arconti che persegue il proprio fine ultimi da secoli.

È il Serpente Antico, che prende varie forme, sta a noi riconoscerlo e schiacciarne la testa,
anche perché oggi nessun artista, nessun Rembrandt dipingerà mai un quadro con gli “assistenti civici”.

Almeno evitiamo di farci ridere in faccia.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Nel corso di “Petrolio”, programma d’inchiesta condotto su Rai 2 da Duilio Giammaria,
il professor Alberto Zangrillo, primario del reparto di terapia intensiva del San Raffaele di Milano,
ha espresso parole di grande buon senso, auspicando la fine della linea del terrore per un rapido ritorno alla normalità.

In aperta polemica con tutti quegli esperti pluridecorati i quali, pur non avendo mai curato un paziente in carne ed ossa in vita loro,
continuano a raccontare una realtà clinica che palesemente non esiste più da settimane,
Zangrillo ha ribadito quanto sta sostenendo da tempo, insieme a moltissimi altri clinici sparsi sul territorio italiano:

il crollo dei ricoveri e l’evidente attenuazione della carica virale riscontrata
nella stragrande maggioranza dei tamponi eseguiti di recente
dimostrano che l’interazione tra individui e Covid-19 è profondamente mutata
e che, di conseguenza, non c’è più alcuna ragione per tenere al guinzaglio un Paese
che ha dovuto subire il più rigido e, a mio avviso, insensato lockdown d’Europa.


Di questo passo, ha ammonito l’illustre medico, moriremo certamente di fame,
oltre che di cancro e delle più gravi malattie cardiovascolari,
dal momento che per mesi e mesi ci siamo concentrati esclusivamente sul coronavirus,
dimenticandoci di tutto il resto.

In merito poi agli untori del momento, i “criminali” della movida che hanno preso il posto dei bistrattati runner,
indicati a suo tempo come appestatori da una informazione a dir poco imbarazzante,
Zangrillo ha esortato a guardare i dati di una epidemia che si sta esaurendo,
senza demonizzare gli “scandalosi” assembramenti dei giovani,
soprattutto considerando che avvengono all’aperto e in un clima quasi estivo.

Ma di questo avviso, ahinoi, non sembrano essere buona parte dei tanti politici italiani
che hanno pensato bene di affrontare l’emergenza sanitaria con il piglio del più classico sceriffo del West.

Tant’è che molti sindaci, come quello di Perugia, città in cui risiedo da molti anni,
ha appena vietato ai locali pubblici del centro storico di aprire dopo le 21,
aggiungendo per un puro calcolo elettorale un ulteriore danno
a queste aziende martoriate dalla lunga chiusura imposta dal Governo nazionale.

Poi ci sono i governatori sceriffi, come quelli del Veneto e della Campania,
che si ostinano ad imporre l’obbligo tassativo di indossare anche all’aperto le mascherine.
Una prescrizione assurda, inutile e dannosa per la salute, soprattutto con il rapido aumento delle temperature,
e la quale non può che aumentare il grado di confusione che caratterizza un popolo affetto da analfabetismo funzionale.

Ed è proprio a causa di un martellamento terrorizzante a base di notizie allarmistiche
e di misure sproporzionate che poi notiamo la presenza di fenomeni di massa che definire demenziali è poco,
tra cui la ancora molto diffusa abitudine di girare da soli in auto con la medesima mascherina rigorosamente indossata.

Ciò non può che farci dedurre lo sviluppo altrettanto patologico di due assurde convinzioni:

a) che il virus circoli liberamente nell’aria;

b) che la mascherina non serva a proteggere, seppur in modo del tutto sommario, gli altri, bensì noi stessi.

D’altro canto, se i maggiori canali televisivi e i cosiddetti giornaloni, nonostante l’evidenza incontrovertibile di un Covid-19 in rapida ritirata,
proseguono nella loro incessante azione di supporto alla retorica pestilenziale dell’improvvisato Comitato di salute pubblica al potere,
raccontando favole, anziché riportare con grande onestà l’esperienza di chi opera sul campo,
come ha fatto meritoriamente il citato Giammaria, non possiamo pretendere miracoli di comprensione
da parte di un popolo da sempre già molto confuso di suo.

Da questo punto di vista la responsabilità di gran parte della classe dirigente di questo Paese,
Giuseppe Conte
e soci in testa, inclusa l’informazione, nel disastro economico che ci sta per travolgere
non potrà essere derubricata a semplice errore di valutazione.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Quando mi interfaccio con un demente "sceriffo" esplodo.
Come quel cretino che ha telefonato alla polizia perchè due si stavano baciando.


Poi dice che uno va a prendersi uno spritz ai Navigli o al Pigneto.

Le regole contenute nelle «linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive»
dello scorso 22 maggio e relative alle attività «liberalizzate» da ieri sono sulla carta talmente cervellotiche
da far sorgere il sospetto che siano state redatte da qualcuno che abbia evitato con cura ogni fonte di svago per tutta la vita.

Parchi divertimento in cui non ci si diverte, circoli ricreativi in cui non ci si ricrea, sagre sì ma della paranoia.

È un'Italia che diventa Lineeguidopoli, un luogo asettico e noioso, praticamente infrequentabile
quello descritto nelle 36 pagine in cui sgocciolano le prescrizioni.

Un Paese molto diverso da quello che sta mettendo fuori la testa in questi giorni,
affollato di persone stanche di mascherine e gel igienizzanti ma ansiose di recuperare la propria libertà.

Prendete un anziano scampato al Covid che si rechi nella bocciofila a trascorrere il pomeriggio con gli amici.

Il suo obiettivo è sfidare i compagni a raffa e godere dell'ombra garantita dall'incannucciato che protegge teste glabre o canute.
Per riuscirci però il poverino deve indossare la mascherina sempre al chiuso e se possibile anche, farsi misurare la febbre all'ingresso,
essere disposto a lasciare traccia della sua presenza per quattordici giorni.
A un certo punto l'omino deve pur toccare le bocce, ma il legislatore prescrive di
«adottare modalità organizzative tali da ridurre il numero di persone che manipolano gli stessi oggetti,
ad esempio predisponendo turni di gioco a squadre a composizione fissa».

Insomma, Gaetano e Pino sfidano sempre e solo Mario e Ambrogio. E il distanziamento?
Beh, chi è abituato a valutare a occhio se la boccia nera sia più vicina al boccino di quella rossa non avrà problemi
ad ammonire Ambrogio se sta a 95 centimetri da Mario. Che poi è anche un allenamento.

E se i quattro dopo la partita volessero farsi una briscoletta? Scherzate, vero?
Le carte infatti non possono essere disinfettate a ogni turno di gioco, quindi tocca evitare, a giocare con il morto non c'è gusto.

E ora prendiamo una famiglia di madre, padre e due figli che incautamente decida di trascorrere la domenica in un parco a tema.
Intanto i quattro, se non hanno prenotato, potrebbe vedersi rimbalzati all'ingresso causa contingentamento delle presenze.
Una volta dentro l'allegra famigliola potrebbe vedersi consegnare dei braccialetti colorati che la identifichino come una società:
loro possono stare vicini, tutti gli altri devono tenersi ben lontani.
Un metro almeno, due se si tratta di un attività che comporta uno sforzo fisico.
I quattro poi salgono su un ottovolante, si siedono lontani da tutti e indossano la mascherina,
con il vantaggio di coprire la bocca spalancata dal terrore e dalle vertigini.
Se devono usare dispositivi di sicurezza che siano stati disinfettati.
Ah, meglio evitare bernuda e polo: cinghie, caschi e imbragature non dovranno finire a contatto con la cute.
«Il cliente deve avere un abbigliamento idoneo», si legge. Una muta da sub?

E allora niente Divertimentoland, si va a una sagra. Sicuri sicuri?
Alla fiera della salamella di Lineeguidopoli c'è di certa soltanto la preoccupazione.
Dimenticate quelle domeniche scacciapensieri a sfondarvi di cibo ipercalorico e a strattonarvi con chiunque:
bisognerà muoversi rispettando il distanziamento tra stand continuamente igienizzati
(se andrete alla sagra del Puzzone diventerà quella del Profumone), se pensate di acquistare quel barattolo di conserva
prima di afferrarlo per leggerne l'etichetta dovrete indossare i guanti oppure lavarvi bene le mani.

E prima di addentare il panino con la porchetta ricordatevi di sollevare la mascherina.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Puro terrirismo mediatico quello che ci propano i giornalisti e le tv.
Sempre ad additare la Lombardia. Ma in Lombardia ci sono più di 10.000.000 di abitanti.

Per qualcuno, la Lombardia resta osservata speciale, ma intanto continua a migliorare i suoi dati.

Ieri i «positivi» (148 i nuovi contagiati) si sono attestati sul 2,6% del totale dei tamponi, praticamente lo stesso livello del week-end.

Venerdì, addirittura, erano scesi all'1,5% (293 positivi su 19.028 tamponi processati).

Proprio venerdì la Lombardia aveva reso noto che l'«Rt» - il nuovo indice del tasso di contagiosità, più «dinamico» dell'Ro - era sceso a 0,51 -
praticamente identico alla Liguria e inferiore a quello di molte altre regioni, fra cui Emilia Romagna, Lazio e Puglia.
 

Users who are viewing this thread

Alto