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mototopo

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Le radici inglesi del nazismo tedesco


aprile 6, 2018 Lascia un commento

Nikolaj Starikov, Libertégérie, 1 aprile 2018

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Maria Zakharova, rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo, ha recentemente promesso una “sorpresa”. Questa sorpresa è stata pubblicata in un riepilogo dettagliato di alcuni fatti che mostrano non solo la portata, ma anche l’importanza dei funzionari della dirigenza tra i rappresentanti inglesi in visita da Hitler in occasione delle Olimpiadi di Berlino del 1936. A tal proposito, il resoconto dettagliato riflette la posizione della Russia sull’attuale conflitto artificiale gonfiato da Londra
Su “Meeting Place” di NTV, trasmesso il 30 marzo, veniva esaminato in dettaglio l’invisibile cordone ombelicale ideologico che legava impero inglese e Terzo Reich. Dato che la parola tedesca Reich significa “impero”, quando impero inglese veniva colloquialmente chiamato il Regno Unito, per mantenerne la leadership nel mondo, nei primi anni trenta giunse alla conclusione di restaurare la Germania. I finanziamenti occidentali ad Hitler iniziarono nella prima metà degli anni ’20. Una grande quantità di prove dell’opera cosciente di Londra, Parigi e Washington per creare l’inflazione artificiale nel Terzo Impero tedesco (come lo chiamava Hitler) viene data nei miei libri “Chi spinse Hitler ad attaccare Stalin” e “La guerra, dalle mani straniere“. Pertanto, per ulteriori dettagli, ne parlo con chi ne è interessato. Il programma dava molte informazioni e fatti interessanti. Alcuni vorremmo sottolinearli.
Nel 1936 nella Germania nazista non ci fu una, ma due Olimpiadi! d’Estate a Berlino e d’inverno a Garmisch-Partenkirchen. Hitler fu intensamente pompato come rispettabile, elevandone il prestigio internazionale da Cancelliere del Terzo Reich.
Il nazismo nacque dalla teoria e pratica razziale del colonialismo inglese.
I primi campi di concentramento furono inventati dagli inglesi durante la guerra anglo-boera. In questi campi, gli inglesi v’inviarono donne, bambini e anziani, tutti coloro che li combattevano.
Nel 1943, gli inglesi organizzarono consapevolmente la carestia nella provincia indiana del Bengala. Gli inglesi volevano privare del cibo le truppe giapponesi che si avvicinavano ed evitare la rivolta della popolazione locale, che odiava i colonialisti inglesi. A seguito della carestia, morirono oltre 20 milioni di persone. Gli inglesi trattavano gli abitanti delle loro colonie come persone di seconda o terza classe. Prima della Seconda guerra mondiale, la riserva aurea della Cecoslovacchia fu conservata nel Regno Unito (si noti che questo stock “cecoslovacco” era in realtà parte dell’oro dell’Impero russo preso dai cechi durante la guerra civile, dopo l’arresto di Kolchak.
Dopo l’occupazione della Cecoslovacchia da parte dei tedeschi, Londra condannò queste azioni a parole, ma consegnò ad Hitler le riserve auree della Cecoslovacchia. Molto eloquente è il frammento di programma, in cui rappresentati dell’organizzazione Belolentochnoj, “scelta democratica”, difatti giustificavano i crimini del fascismo, provando prima a dividere nazismo e fascismo, e quindi dicendo che il fascismo non è criminale e sanguinario. Una cosa sorprendente, ma come vediamo in Ucraina, dal liberalismo al nazismo, in senso politico, c’è solo un passo. Poiché la tesi che “il fascismo non è nazismo” iniziava a risuonare spesso, va sottolineato che lo scopo di tale virus informativo è riciclare il fascismo come sistema di opinioni politiche. Dove porti ciò, di nuovo, lo si vede coll’esempio ucraino. Fascismo e nazismo sono due facce della stessa medaglia. Uno non c’è senza l’altro, solo la dimensione criminale è diversa. I fascisti tedeschi semplicemente commisero molti più crimini dei loro “camerati” italiani e spagnoli. E per i crimini dei giapponesi potrebbero essere attribuiti al fascismo. L’ideologia della superiorità della razza giapponese, la stessa alla base dei genocidi, come la tesi della superiorità degli ariani. I fascisti croati massacrarono i serbi, costruirono campi di concentramento ed eliminarono i civili. I fascisti ungheresi terrorizzarono il popolo sovietico nelle regioni di Brjansk e Voronezh. I fascisti rumeni, con Hitler, marciarono su Mosca, e così via.
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Traduzione di Alessandro Lattanzio

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La Francia è in guerra con la Turchia?
aprile 5, 2018 Lascia un commento
 

mototopo

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Orizzonte48
Le Istituzioni riflettono la società o esse "conformano" la società e ne inducono la struttura? In democrazia, la risposta dovrebbe essere la prima. Ma c’è sempre l'ombra della seconda...il "potere" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.































giovedì 5 aprile 2018
IL BALLOTTAGGIO N€UTRALIZZATORE GIA' IN ATTO E IL PILOTA AUTOMATICO DEFINITIVO [/paste:font]


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1. Dove eravamo rimasti?
Ah sì: al fatto che in Italia, la commedia dell'arte della politica, va sempre vista in una cornice di strutturale religiosità (confessionale).
Detto banalmente, - mentre i talk e i giornaloni si affannano nel più grande dispiegamento di forze possibile per chiarire che il risultato elettorale non conta praticamente nulla (ma non hanno neppure tutti i torti, se si considera che 1/3 dei voti sbandierati come "populistico-innovativi" sono destinati a una forza del tutto indifferente ad una scelta fra legittimità costituzionale, della Repubblica fondata sul lavoro, e rispetto del vincolo €sterno) -, "TUTTI I SALMI FINISCONO IN GLORIA".
Banale ma graniticamente "reale" (e ciò che è reale è razionale, cioè ha sempre della cause efficienti ben identificabili: se lo si vuole). Ed infatti, e come al solito traggo ex multis da un compatta serie di fonti che veicolano lo stesso messaggio:

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2. Di questa linea mirata a predeterminare ogni possibile contenuto del futuro indirizzo politico nazionale, abbiamo già dato una spiegazione teorica, cioè economico-istituzionale; lo abbiamo fatto infinite volte e basti ricordare che la sovranità democratica scompare e con essa la stessa originaria funzione, costituzionalmente prevista, delle varie istituzioni, sia di garanzia che di indirizzo politico, una volta che sia restaurato l'ordine internazionale dei mercati (free-trade dettato dall'adesione a un'organizzazione economica internazionale, moneta con funzione equivalente al gold standard con banca centrale indipendente dall'indirizzo politico elettorale e mercato del lavoro assolutamente flessibilizzato; qui, p.4). Il processo elettorale assume il suo pieno ruolo di Truman show variamente sedativo del malcontento, secondo una prevedibile sceneggiatura.

3. Idraulica allo stato puro. Punto:
"Duccio: Mi azzardo a dire che è ormai l'intero ordinamento giuridico a non essere più tale, cioè ordinamento.
In primo luogo, se la gran parte delle norme viene creata al livello comunitario, cioè fuori dalla sede naturale del Parlamento, la Costituzione perde necessariamente quel ruolo di guida dell'attuazione del programma economico sociale in essa iscritto.
Potrà al più, anche senza negarne formalmente il ruolo di fonte sovraordinata, fungere da parametro esterno in base al quale operare il consueto controllo ex post, eventuale e "a risorse vincolate", da parte della Corte Cost., di singoli 'pezzi normativi' di un indirizzo politico determinato da organismi internazionali, che ovviamente non contemplano, né sono tenuti a farlo, il programma economico costituzionale.

Altro aspetto, strettamente conseguente, della dissoluzione dell'ordinamento sta nella mancanza di tassatività delle norme, il cui contenuto generico e indeterminato trova un chiarimento o talora una specificazione adatta soltanto "al caso concreto" nelle normazioni "secondarie" recate dagli organi dell'esecutivo.

Un terzo aspetto, anch'esso ampiamente trattato sul Blog e correlato agli altri, si verifica con il supino riconoscimento del carattere giuridico vincolante erga omnes a 'norme interne' degli operatori privati in posizione dominante a livello internazionale.
Che siano le norme di Basilea, giù giù fino ai mille protocolli e attestazioni di qualità su processo aziendale e prodotto.

In tutto ciò, il legislatore italiano non tocca palla, e nemmeno ne avrebbe le capacità. Infatti, in un circolo vizioso a velocità crescente, l'assenza o la perdita di capacità 'interna' (in tutti i poteri costituzionali e settori della società) legittima e rende necessitato il ricorso "allo straniero
".


Dario: Potremmo dire che oggi l'Italia è in Europa un vero e proprio territorio annesso, considerando l'attuale assetto giuridico-economico che si è venuto a instaurare.
Non credo che si possa neanche parlare di un rapporto sul modello Stato (Europa)-Regioni (Stati membri), lo troverei troppo "concessivo" (NdQ: dire "ampliativo", rispetto alla riconoscibilità di compiuti caratteri come "indipendenza" e "sovranità").
Direi invece proprio un rapporto di Impero-Province. Gli ordinamenti interni, concordo, di fatto non esistono più, salvo quello della Germania, e l'esercito europeo su cui oggi si spinge molto costituirebbe il passo finale perfezionante di quest'annessione.
"
...Fissata questa traccia riassuntiva, familiare (ormai spero) alla buona parte dei lettori del blog, appare utile fare un collegamento all'attualità: rileggete con attenzione e rendetevi conto del perché il Truman Show delle prossime elezioni sia descrivibile in questi termini:
Il voto, attesa la incomprensibilità, da parte dell'individuo comune-elettore, della realtà normativa naturale - secondo il criterio di legittimazione neo-liberista e internazional-mercatista di ogni possibile "Rule of Law"- è solo un processo subordinato di ratifica delle decisioni "impersonali" del mercato.
4. Per fortuna, almeno in termini di chiarimento senza equivoci, interviene (su La7, naturalmente) il prof.Cassese:
"Cassese in diretta stamattina su La7 (Omnibus) a dirci che il Presidente della Repubblica è il garante degli impegni assunti dallo Stato Italiano con i trattati europei.....a dirci che le istituzioni europee ci hanno garantito la pace e, di fatto, ad ammonirci contro eventuali governi "sbagliati": dopo i giornalisti, i vignettisti e i dirigenti di aziende, ora vengono messi in campo i costituzionalisti: D'Attorre si sta contrapponendo piuttosto bene ricordando che Maastricht, il Fiscal Compact, l'Unione Bancaria non c'entrano nulla con la pace (Cassese:"ma io non vorrei parlare di banche", e già, si era intuito)...".

5. Ora non dovrebbe sfuggire, a còlti studiosi della storia dei rapporti economici internazionali, che il free-trade e il suo corredo indispensabile del gold standard, imposti coi trattati, sono tutt'altro che forieri di pace, e, piuttosto, equivalenti, per chi ne subisce l'imposizione (dovendo, senza esitazioni aderire ai relativi trattati multilaterali), ad una sconfitta in un conflitto (di aggressione colonialista) del tutto analogo a una "guerra delle cannoniere".
Le conseguenze di questa irenica aspirazione, paludata di idealismo ma scollata dalla Storia politica ed economica specialmente del continente europeo, a negare radicalmente questa ricorrente situazione di asservimento di ex-nazioni sovrane a nazionalismi aggressivi, cioè imperialisti e mercantilisti, sono assai gravi.

5.1. Ma più ancora è grave non essere in grado di accorgersene (pur disponendosi, in teoria, degli strumenti culturali per poterlo fare agevolmente).
Tra le tante evidenze scientifiche del fenomeno, ci pare giusto, in questo momento, rammentare questo (p.4) panorama (storico-economico e internazional-istituzionale):
Dunque se il trade internazionale è un fenomeno storicamente naturale per l'umanità (pure sulle piroghe del paleolitico, passando per i fenici e per i Danaos dona ferentes), è il "free" che non funziona: cioè la formalizzazione mediante un trattato (spesso imposto con la guerra) del fatto giuridico che non ci si possa in alcun modo difendere dai problemi di aggressione socio-politica derivanti dalla supremazia commerciale raggiunta da un altro gruppo. Per il benessere della comunità.
Quel "free", dunque, non è mai la libertà del gruppo sociale che - chissà come e perchè- è finito nella maglie dell'altrui trade, ma è, immancabilmente, una "free-competition" industriale e poi commerciale che impegna i sistemi sociali apertisi reciprocamente ad uno sforzo collettivo contrastante gli interessi dell'altro gruppo, sforzo del tutto omogeneo a quello espresso durante la guerra.
Pure il conflitto armato, come tutti dovrebbero sapere, è essenzialmente vinto attraverso uno sforzo industriale: sia per produrre le armi, sia per supportare e finanziare l'azione bellica dei propri, tesa ad eliminare e ad uccidere abbastanza soldati e cittadini "nemici" da indurli alla resa, cioè alla sottomissione.
L'apertura delle economie al free-trade - lo abbiamo tante volte detto, come pure Bazaar- è dunque un vincolo (da trattato) allo scontro permanente.
Nella guerra vera e propria muoiono i lavoratori delle classi economiche subalterne divenuti soldati.
Nello scontro industrial-commerciale fra "economie aperte", sono sempre i lavoratori a subire le perdite; sia con la disoccupazione, cioè con la miseria, sia con la costrizione all'emigrazione, sia col subire la propaganda dell'oligarchia del proprio regime che, comunque, riduce il loro benessere e la rappresentatività generale dello Stato, come pure le loro aspettative di vita e persino di riprodursi, mettendo su famiglia in condizioni di dignità e sopravvivenza.
6. E, in aggiunta alle tante attualissime prove dirette del TUTT'ALTRO CHE PACIFICO disfacimento della sovranità democratico-costituzionale italiana (navi da guerra britanniche che si presentano a Trieste - proprio a Trieste!- "in vacanza", gendarmi francesi in libera azione sul territorio italiano, proprio mentre la Francia ha sospeso Schengen da due anni e intende ottenere una proroga non prevista dal trattato, che va quindi rapidamente modificato!, dopo la strana vicenda del trattato - in tacita esecuzione provvisoria?- di cessione del mare italiano), rammenteremo che il recupero delle imposte dalle imprese aventi sede nelle zone del terremoto abruzzese, si aggiunge a questi atteggiamenti "pacifisti" €uropei che si manifestarono nel giorno del devastante terremoto di Amatrice. Secondo un programma di riforma dei trattati che procede tutt'ora (in nome di quale concetto razionalmente accettabile di pace?):
Questa, in due tweets, comunque, è l'offerta di solidarietà effettiva pervenuta dall'€uropa: nel giorno del terremoto!
La prima è il massimo dell'ostilità anticooperativa possibile al di fuori della guerra armata, chiaramente realizzabile solo dentro l'euro, e cioè grazie ai magici trattati della "pace" (ne avevamo già parlato qui); la seconda è la militarizzazione mercatista del lavoro fino all'estremo più..."consigliato" dall'ordoliberismo:



7. Tutto questo ci porta a ribadire, ma in ulteriore aggiunta a tale quadro di dissolvimento istituzionalizzato della sovranità democratico-costituzionale:
"Mentre, peraltro, si scopre che il salvataggio bancario post-referendum 2016, com'era inevitabile, graverà sul deficit 2017 e sul rapporto debito/PIL, con tanto di ricacolo Istat dell'incidenza aggiuntiva ai fini delle comunicazioni all'Ue, e mentre incombono sia l'Addendum BCE, operativo dal 1° aprile, e le sempre più pericolanti altalene di Wall Street e dell'economia reale (o meglio subprime-founded) USA, un governo all'altezza pare sempre più dover essere quello disposto a fare welfare bancario insieme con una feroce austerità fiscale di "copertura" che, com'è ormai pacifico nel Deep State italico, è l'unica cura contro le...crisi (laddove, come abbiamo visto, l'irrealtà dei dati spadroneggia indisturbata).
Questa rivelazione sui conti, in effetti, rende ancor più tragicomica l'esortazione del Country Report della Commissione
".

8. In margine, ma proprio in margine, un modesto pronostico: la spinta istituzionale, saldamente governata (col pilota automatico di Draghi e Milton Friedman) dall'ordine internazionale del mercato, intende realizare un governo di ampie intese, esteso a tutte le forze che siano sufficientemente convinte assertrici della prosecuzione a ogni costo del vincolo esterno (soluzione Citigroup).
Questo governo, abbiamo visto, in via principale (dissimulata) dovrebbe riprendere le politiche del montiano "fate presto" su un paese già economicamente allo stremo, mentre, formalmente, (ma in via nella sostanza secondaria), dovrebbe riformulare una più "funzionale" legge elettorale.

8.1. Ora, ciò dovrebbe logicamente porre rimedio, - in attuazione del principio (neo)supremo extratestuale ed €uropeo della "governabilità" (qui, p.1) -, alla sopravvenuta tripolarità del sistema politico italiano.
Ma quest'ultimo si presenta con due blocchi in cui il recupero della sovranità democratica (e del senso costituzionale della volontà del corpo elettorale) è rappresentato solo parzialmente, (e in un caso, comunque in modo del tutto evanescente), mentre un terzo polo è irriducibilmente €uropeista.
In questa situazione c'è da supporre che la stessa spinta, previa un'opera di normalizzazione del polo (da sempre) più ambiguamente indifferente sul tema della sovranità, vorrà condurre all'approvazione preferenziale di una legge elettorale con ballottaggio "alla francese".
Quel tipo di legge, cioè, che farebbe sparire, almeno nelle intenzioni, ogni proiezione di governo di partiti non rigorosamente €uropeisti, e che la Corte costituzionale ha già preventivamente avallato (qui, p.2.1.).
E in fondo, già tutta la presente spinta mediatica dell'ordine internazionale dei mercati, sta spingendo per ottenere, nella sostanza, un effetto equivalente ad un simile sistema di ballottaggio.
Tanto vale che, se la manovra politico-istituzionale attuale sarà coronata da successo, che si passi alla formalizzazione della r€gola (Macron docet...).
 

mototopo

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Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio ha aggiunto 3 nuove foto.
· 43 min ·
Quando senti pronunciare le parole "armi chimiche", "Medioriente" e "dittatore" ricordati sempre di associarle all'uccisione di Gheddafi e Saddam Hussein.

Poi pensa all'Iraq e alla Libia oggi: paesi distrutti, in mano agli islamisti e con gas e petrolio sfruttati dall'occidente. Ecco, quando avrai messo insieme tutte queste cose ti apparirà chiaro il perché di tanta disinformazione sulla Siria e su Assad.





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· 1 h ·
O eliminiamo l’Europa o l’Europa eliminerà noi

https://animanaturale.com/arance-italiane-fuori-africane-d…/


Fuori le arance italiane dentro quelle africane. L'UE massacra nuovamente il sud Italia nel silenzio di media e politica
La concorrenza sleale del Nord Africa e i burocrati Ue hanno trasformato gli aranceti siciliani in cimiteri.Fuori le arance italiane dentro quelle africane.
animanaturale.com


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Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio
· 2 h ·
Per quanto non si possa dire pubblicamente, il fatto è che l'Europa per nascere ha bisogno di una forte tensione russo-americana, e non della distensione, così come per consolidarsi essa avrà bisogno di una guerra contro l'Unione Sovietica. (da Diario europeo (1948-1969), Il Mulino, Bologna, 1989, p. 175)











Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio
· 10 h ·






Ma sentitela questa
http://www.stopeuro.news/bonino-chi-ha-vinto-le-elezioni-s…/


BONINO: CHI HA VINTO LE ELEZIONI SFUMI LE SUE POSIZIONI, PRIORITÀ ALLA UE
Praticamente la Bonino esorta chi ha vinto le elezioni a tradire gli elettori, il voto ricevuto e la democrazia. “Chi ha avuto l’onore di vincere le elezioni adesso si…
stopeuro.news


Gestire

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Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio
· 12 h ·
I grandi margini decisionali che avrà il prossimo governo in termini di bilancio pubblico.









Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio ha condiviso il post di Vaccini Basta.
· 20 h ·



Vaccini Basta è con Alfonso Cafasso.
19 gennaio ·
Dal Dott. Stefano Montanari:

"Ma voi credete veramente che una signora di 46 anni con il diploma di liceo classico si sia svegliata una mattina con l'idea di fa...re una legge che impone 10 vaccini obbligatori per il bene dei vostri figli? Quando un'azienda farmaceutica è costretta a sperimentare un farmaco sull'uomo e questo accade spesso,deve cercare con gran fatica qualche decina di volontari.Forse un centinaio. Deve farlo segretamente perchè é una procedura vietata. I volontari devono firmare un accordo di segretezza super blindato che toglie all'azienda qualsiasi responsabilità sugli effetti collaterali. Ci vogliono mesi, a volte anni e gli costa una fortuna perchè le cavie umane vengono pagate profumatamente. Sono sempre persone in gravi difficoltà economiche o nel peggiore dei casi abitanti nei paesi del terzo mondo. Negli Stati Uniti viene proposto ai condannati in cambio di una sorta di baratto.Uno sconto di pena. Ora, questo governo e questo ministro insieme alla carogna di firenze hanno fornito su un piatto dorato e gratuitamente qualche milione di bambini italiani che saranno schedati come cavie per la sperimentazione di 10 antigeni + i vaccini consigliati... Non dovranno nemmeno assumere centinaia di assistenti per osservare le reazioni avverse perché vi daranno un modulo precompilato dove loro hanno gia scritto le reazioni che voi con una X andrete a barrare. Ovviamente solo le reazioni che loro vi permettono di segnalare. Le più gravi come epilessia,encefalite,encefalopatia,SIDS,disordini cardiaci,arresto cardiaco,arresto respiratorio,disordini gastroenterici,autismo voi non potete segnalarle.. questo spetta ai medici delle ASL e voi non lo saprete mai. Le ASL sono già sommerse di contenziosi legali. Non vi permetteranno di aumentarli. È per questo che vi faranno firmare il consenso informato facendolo sembrare una formalità... Non ve lo faranno neanche leggere e voi firmandolo dichiarate che siete consapevoli dei rischi correlati alla vaccinazione che vi stanno obbligando a fare... una follia! PS. Le schede tecniche di prodotto che potete scaricare sul sito della torrinomedica.it vi dicono gia quali sono le reazioni avverse,anche l'autismo mascherato dai termini encefalite ed encefalopatia che,come ormai abbiamo imparato,sono gravi danni neurologici che colpiscono il parenchima encefalico e spesso progrediscono a sindrome dello spettro autistico. Hanno spostato le reazioni più gravi dal capitolo "effetti collaterali" al capitolo "speciali avvertenze" e dovete far scorrere parecchio le pagine( sperano che nessuno vada mai a leggere lì... ) Glaxo e Sanofi vi scrivono tutto in modo che voi non possiate mai fare causa a loro perchè vi avevano avvertito. Potete fare causa solo a chi vi ha obbligato a farli. Chiaro il concetto!? Pertanto a chi porterà i suoi figli a fare tutte le vaccinazioni mai sperimentate in nessun paese europeo e nemmeno negli stati uniti posso solo dire Buona fortuna.

Altro...

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· Ieri alle 4:01 ·


Schulz: “Senza l’Euro la Germania Dovrebbe Temere Non la Cina, ma l’Italia”
Questa intervista del 2012 di Der Spiegel a Martin Schulz, oltre a dimostrare come in cinque anni non sia stato fatto nulla per risolvere i problemi della UE, chiarisce il…
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" tende a perpetuarsi, forzando le regole che, nello Stato "democratico di diritto" ne disciplinano la legittimazione. Ultimamente, poi, la seconda si profila piuttosto...ingombrante, nella sintesi "lo vuole l'Europa". Ma non solo. Per capire il fenomeno, useremo la analisi economica del diritto.






























lunedì 9 aprile 2018
IL DEFICIT, IL DEBITO PUBBLICO...PER IL 2018 O PER IL 2019? LA "REGOLA PRODI" DELL'OBSOL€SC€NZA DEI NUOVI GOVERNANTI [/paste:font]

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1. Dopo aver sostenuto durante la campagna elettorale che occorreva "superare il dogma del 3% del deficit pubblico per ridurre il debito" e aver ribadito, più volte, che ciò avrebbe consigliato "meno tasse sulle imprese e più deficit per l'economia, (uno shock alla Trump)", il leader del m5s, a elezioni avvenute, inizia a fare i conti con le regole €uropee e allude a un deficit dell'1,5%, riduttivo dell'attuale che, aggiustanto sul vero impatto del salvataggio MPS (a fine 2016), si è attestato al 2,3% (o forse al 2,4...vedremo: l'assestamento dei calcoli non è finito).
Attenzione, in piena conventional wisdom (cioè quella che Keynes considerava la licenza per fare un disastro in omaggio alle teorie di qualche economista trapassato), questa misura del deficit (se riferita al 2018), dovrebbe portare, a rigor di €uropa, già nel corso dell'anno 2018 (dunque non per il prossimo esercizio con la prossima legge di stabilità), a un consolidamento fiscale di 0,7 punti di PIL (cioè dal 2,3 all'1,6).

2. Ma si dice, questa subentrata €uro-ortodossia sarebbe mitigata di una richiesta di flessibilità alla Commissione Ue, dato che il target di deficit per il 2019, prefisso dall'€uropa e già preannunciato nella nota di aggiornamento al Def, è allo 0,9 %; per contro, per il 2018, il target "lovuolel'€uropa" era posto all'1,6% (ma sul presupposto di un deficit 2017 al 2,1, prima, appunto, dichiarato all'1,9 e poi ritrattato, dall'Istat, al suddetto 2,3).
Nell'articolo sopra ricordato, tuttavia, parrebbe che si attribuisca (per la verità nella confusione generale delle varie dichiarazioni e analisi) a Di Maio uno "scambio" tra annualità e, si confonda l'obiettivo di deficit per il 2019 (da raggiungere coi saldi della prossima legge di stabilitò) con quello per il 2018 appunto, il più modesto, si fa per dire, 1,6%.
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3. Nondimeno, anche tale correzione della imputazione annuale dei vari target di "indebitamento netto" della p.a. (come si esprime il Def) ha delle conseguenze non irrilevanti, sia in termini di manovra di correzione per il 2018, sia per il 2019: anzitutto, è in effetti vero che (una volta che si sia chiarita a se stessi la differenza tra saldo da ottenere nel 2018 e target per il 2019 da ottenere con la legge di stabilità prossima ventura), che occorrerà comunque intavolare una trattativa per ottenere una quantomai difficile "flessibilità": ma il Country Report della Commissione di febbraio 2018, non pare affatto disponibile a concederla, enfatizzando la consueta visione che, come ritiene anche Cottarelli, il debito/PIL si riduca attraverso la riduzione dell'indebitamento annuale (qui, pp..8-10), pensando che ciò non influisca sulla crescita del PIL stesso.
4. Insomma, se per il 2019, parrebbe (a ritenere correttamente identificata l'annualità di pertinenza) che il deficit debba poter essere dell'1,5%, vuol dire che:
a) si tenterà a priori (cioè non potendosi ancora realisticamente sapere quale sia il dato dell'indebitamento netto per il 2018) una tendenziale flessibilità di 0,6 punti di PIL, per il 2019, in una misura, cioè, che neppure il Renzi più agguerrito è riuscito formalmente ad ottenere per intero, relativamente ad un solo anno;

b) che, rapportando tale soglia di flessibilità per il 2019 all'esercizio in corso (ma trascurando di porsi il problema del moltiplicatore fiscale e di Haveelmo, cioè quindi seguendo la iniziale linea FMI e Commissione Ue sulla...Grecia del 2010-2011), per il 2018 si dovrebbe, approssimativamente e aprioristicamente - rispetto anche agli "imprevisti" di ogni genere: che vanno dall'andamento delle esportazioni in situazione di tensione commerciale sui dazi e di dollaro in deprezzamento continuo sull'euro, nonché in relazione a qualsiasi imprevisto "interno", primo fra tutti qualche salvataggio bancario in applicazione dell'Addendum BCE, sempre incombente -, operare una manovra correttiva aggiuntiva nel corso dell'anno, pari (a rigore) a 0,7 punti di PIL.
Ciò infatti, è il calcolo che sconterebbe, senza l'applicazione di alcun realistico moltiplicatore fiscale, un deficit flessibilizzato all'1,5 per il 2019, partendo dal 2,3 del 2017 e dovendosi perciò, passare per un deficit quasi in linea a quanto programmato nel Def per il 2018 (cioè appunto all'1,6%).

5. Ma supponiamo che la Commissione si accontenti di per quest'anno di una correzione di 0,3 punti.
Sempre secondo i calcoli aritmetici puri che caratterizzano la visione €uropea e che scommettono sulla sostanziale ininfluenza della riduzione del deficit fiscale sulla crescita del PIL - e sempre fingendo che questo non vari sostanzialmente rispetto alle previsioni per via di fattori esogeni-, ciò implicherebbe che, concessa la (per ora denegata) maxi-flessibilità di 0,6 punti per il 2019, la prossima legge di stabilità dovrebbe comunque comportare un volume di consolidamento fiscale di almeno 0.6 punti di PIL, risultante da una minore correzione per il 2018, con deficit a fine anno di circa 1,9 (2,3 attuali meno la correzione 2018 di 0,3) e obiettivo flessibilizzato di 1,5 per il 2019.

6. Naturalmente tutti questi numerini, all'atto pratico dei consuntivi di fine anno, sono pure fantasie, perché, appunto, non scontano né i fattori congiunturali internazionali e l'enorme vulnerabilità dell'eurozona al modello export-led only imposto dalla Germania, né un moltiplicatore realistico che registri gli effetti sul PIL e sulla occupazione (e quindi quantomeno sul gettito fiscale) della prosecuzione dell'austerità fiscale.
A consuntivo 2018, e proprio per l'eventuale e perdurante stima errata del moltiplicatore fiscale, nonché dell'immaginario effetto di spiazzamento determinato dalle ipotetiche politiche di riduzione del debito pubblico (mai riuscite finora), il rapporto deficit/PIL e più ancora il rapporto debito/PIL potrebbero essere invece ben peggiori di quanto atteso seguendo queste politiche €uroimposte.

7. Di Maio, poi, ipotizzerebbe che questa operazione di consolidamento "soft", cioè con flessibilità (...alla francese o alla spagnola,per intendersi), sia ottenibile con due strumenti essenziali: la solita spending review e, parrebbe, la cessione di beni immobili pubblici a una società esterna (che potrebbe essere la stessa Cassa Depositi e Prestiti) che poi emetterebbe obbligazioni (garantite dagli immobili stessi) per rastrellare dal mercato i soldi del prezzo corrisposto allo Stato cedente.
Quest'ultima misura, sarebbe probabilmente bollata come una tantum e non strutturale da parte della Commissione, che sindacherebbe la sua natura di artificio contabile e non smetterebbe di chiedere misure strutturali essenzialmente incidenti sulle odiate pensioni (che tutto sono fuorché una voce passiva nel bilancio consolidato dello Stato, come ci conferma puntualmente il Prof. Pizzuti), e sulla sanità pubblica (che è già ridotta al di sotto del livello essenziale delle prestazioni anche ove inteso nel modo illimitatamente flessibile, e conflittuale tra poveri, assunto dalla Corte costituzionale).

8. Quindi, spending review e lotta agli sprechi.
Da un sito non sospetto, rammentiamo la dinamica della spesa pubblica in Italia relativa agli ultimi 20 anni (su dati AMECO, cioè €uropeissimi).
La questione è molto semplice. Ancora più semplice di quella che ritiene Cottarelli. Nonostante la doppia recessione avutasi tra il 2008 e il 2011-2013 (quest'ultima esclusivamente derivante dalla cura €uropea del debito commerciale esterno, qui, p.3), la spesa pubblica REALE, cioè al netto della crescita meramente inflattiva, è diminuita nel periodo 2007-2017.

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Inoltre, la stessa spesa pubblica reale era aumentata in Italia meno che in qualsiasi altro Stato dell'eurozona -eccezion fatta per la Germania- anche nel decennio 1997-2007

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E, nell'ultimo decennio, soltanto la Grecia ha operato una riduzione reale della spesa in rapporto al PIL maggiore di quella italiana.
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9. Naturalmente, questo sta ad indicare che non è possibile pensare ad un ulteriore consolidamento fiscale sul lato della spesa, perché in termini strutturali, cioè sociali prima ancora che macroeconomici, ciò significa un deterioramento del territorio, urbanistico e produttivo, cioè della qualità diffusa della vita, che porterebbe alla immediata impopolarità qualsiasi governo, di fronte al minmo e scontato "imprevisto": tra pendolari sui treni che deragliano, crolli di cavalcavia, inondazioni solo perché piove, trasporti pubblici urbani ridotti in condizioni da terzo mondo, strade pubbliche "bombardate", terremotati inseguiti dal fisco e terremotati eternamente in casette compratesi coi propri soldi e finiti sotto ordinanza di demolizione per abuso edilizio, e bambini rimandati indietro al pronto soccorso...quando ancora lo si trova entro una distanza ragionevole per l'incolumità del malato.
E si potrebbe continuare praticamente all'infinito.

9.1. Perché ogni singolo cittadino, ed elettore, come s'è visto, constata nella sua personalissima esperienza questa degenerazione delle infrastrutture, delle funzioni essenziali e dei pubblici servizi, fino ad un livello di allarme che il mero richiamo alla pseudospiegazione della corruzione e degli sprechi rende sempre meno sedabile: e i dati, inesorabili e oggettivi, sulla diminuzione della spesa pubblica, in comparazione con qualsiasi altro paese civile (e sovrano) lo attestano al di là di qualsiasi fattoide propagandistico e colpevolizzatore.
Lo Stato minimo è la conseguenza dell'adozione dell'euro, Carli, lo disse; Prodi (v. infra) se ne rende conto "politicamente"; le conseguenze materiali e sociali di ciò non sono più schermabili sotto il manto della morale colpevolizzatrice e autorazzista dei "cattivi samaritani".
10. La dinamica della spesa pubblica, d'altra parte, tende all'aumento, sia pure in termini solo nominali (e quindi, comunque, meno della già bassa inflazione), a causa di quanto aveva già evidenziato lo studio Giarda con riguardo alla fase "fiscale" inauguratasi, in particolare, nel dopo Maastricht:
- invecchiamento medio della popolazione, quale effetto demografico-statistico determinato dalla denatalità, a sua volta indotta dalle politiche di vincolo €sterno (pp. 2-2-1: diminuzione costante della quota salari su PIL e del potere di acquisto della schiacciante maggioranza degli italiani, e diminuzione reale del reddito pro-capite rispetto alla fase anteriore all'imposizione del vincolo esterno);
- conseguente peggioramento naturale (cioè statisticamente prevedibile) dello stato di salute diffuso di una popolazione più anziana, aggravato pro-ciclicamente, cioè per intervento fiscale, da condizioni di vita peggiorate urbanisticamente e lavorativamente, per tutte le fasce di età della popolazione (e di certo la prolungata e diffusa disoccupazione e precarizzazione giovanile non gioverà al futuro, ed imminente, stato di saluto dei venti-trentenni odierni);

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- esigenza di ricorrere, a fronte della crescita simultanea sia della disoccupazione - divenuta strutturale solo a seguito dell'incorporazione autofaga del dato all'interno dei contestati criteri di calcolo dell'output-gap applicativi del fiscal compact, contestati persino dal nostro governo, qui, pp. 15-20 - a stabilizzatori automatici di sostegno al reddito perduto, in forme sempre più elaborate: non a caso si cerca la mossa ad effetto del reddito di cittadinanza.
Ma tutte le forme di stabilizzatore risultano controbilanciate dalla drammatica ricerca delle "coperture" in pareggio di bilancio.

11. In particolare, a fronte della costante (e a quanto pare immutabile, in nome della lotta all'inflazione...in assenza di inflazione) diminuzione della quota salari su PIL, legata a doppio filo a precarizzazione e maggior disoccupazione istituzionalizzate nel nuovo mercato del lavoro all'€uropea, costruito per il "gusto" degli investitori esteri, abbiamo:
a) non solo il fenomeno di dover provvedere alla marea dilagante di nuovi poveri che non sono solo più disoccupati ma specialmente dai working poors (qui, p.7);
b) ma anche quello di dover scegliere con quali limitate risorse intervenire nella simultanea emergenza permanente dell'afflusso di immigrati economici...E di una quota, per la verità minima, di veri e propri rifugiati che non solo siano in astratto tali, secondo le regole delle convenzioni internazionali, ma rispetto ai quali vi sia pure una legittimità della scelta dell'Italia come approdo marittimo forzato (persino rispetto alle farraginose regole €uropee) dai distanti paesi di provenienza.

11.1. In tutta questa situazione non si vede come si potrà andare al governo e pensare che i problemi reali della comunità sociale italiana consistano nei "conti pubblici"; e se, in preda a una rinata attenzione verso i principi inderogabili della Costituzione, ma anche del buon senso, si volesse tornare ad occuparsi dei livelli minimi essenziali delle prestazioni e di politiche efficaci per risolvere il problema della disoccupazione e della de-tutela del lavoro, non si vede come non si possa non entrare in contrasto con gli obblighi €uropei.
L'alternativa è sempre quella indicata da Prodi (qui, p.1), per qualunque partito e per qualunque leader "nuovo": e l'obsolescenza subentra sempre più velocemente!
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Forumer storico
Maurizio Gustinicchi
GABBIA EURO: EUGENIO SCALFARI SAPEVA TUTTO

Grazie al mio amico Lim Bo, veniamo in possesso di importantissimi documenti attestanti che uno dei 2 grandi vecchi sapeva tutto.

Eugenio Scalfari:



nel lontano 17 dicembre 1978 scrive un articolo dal titolo “Quota novanta” in cui paragona l’adesione al Sistema monetario europeo alle politiche monetarie di Mussolini:



Quindi, 13 e 14 giorni dopo aver paragonato lo SME alla Quota 90 di Mussolini, ossia il 30 e il 31 dicembre 78 dice:
-.il PCI sposa in pieno l’europeismo;
– distacco totale dall’Urss;
– riscoperta del mercato e del liberismo;
– ventata antisindacale.

Ecco il primo pezzo:



in cui alle prime righe si legge del tradimento della sinistra:



ed ecco il secondo:



in cui si legge il resto delle cose sopra riportate:



Liberismo e ventata antisindacale!

Egli sapeva tutto!

Ad maiora e grazie Lim Bo.
 

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