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analisi e studi novembre 7, 2017 posted by Mitt Dolcino
Il ritorno alla lira ci sarà comunque: o lo sceglie la Germania facendovi diventare schiavi del debito o lo decidete voi, affossando Berlino. Parola di Weidmann




Interessantissimo articolo tratto da vocidallestero.it.

Viene riportata una referenziata analisi di V. Brosseau, responsabile per l’euro di uno dei più importanti partiti politici francesi, relativa alla proposta di J. Weidmann, governatore della Bundesbank, che finalmente coniuga Target2 e futuro ritorno alle valute locali ma con gestione ad interesse tedesco (ossia fregando tutti in EUropa, tranne Berlino): NON dimentichiamolo MAI, il capo della Bundesbank è oggi anche a capo della Bank of International Settlements (BIS) di Basilea ossia l’istituto conosciuto come banca centrale delle banche centrali. Tradotto, sarà proprio la BIS a decidere il futuro assetto monetario mondiale, ossia J. Weidmann. Tale banca fu una creazione determinata dalla necessità di gestire le riparazioni post Versailles alla fine della prima guerra mondiale, trasformandosi poi nel centro pulsante delle politiche monetarie globali (i banchieri centrali si riuniscono una volta al mese nella sede basilese per coordinare le policies). Nemmeno il mitico Funk, ministro dell’Economia del Reich, riuscì a farsi eleggere Presidente della BIS: a 75 anni di distanza c’è riuscito invece Weidmann.

Ve la faccio breve: se è vero che il Target2 è solo una finzione contabile che obbliga a far passare i flussi di denaro intra EU e paesi collegati per le proprie banche centrali registrandone i saldi, è parimenti corretto affermare che tale organizzazione contabile dei flussi permette di valutare analiticamente quale sarebbe la moneta che dovrebbe svalutare e quale dovrebbe rivalutare in assenza di una moneta unica ossia dell’euro. Mi spiego meglio: se tutti i saldi netti che escono dall’Italia andassero in Germania, in assenza di euro si avrebbe una svalutazione della moneta italiana ed un parallelo apprezzamento della valuta tedesca. L’euro impredisce le svalutazioni e gli apprezzamenti per cui la registrazione di questi flussi, appunto il Target2, serve come canale per centralizzare i flussi di denaro intra EU evitando appunto diverse valutazioni degli stessi denari che circolano in seno all’EU provenienti dai vari Paesi partecipanti al sistema. In Italia, paese fortemente esportatore, abbiamo due flussi: UNO, dei soldi che rientrano in Italia a fronte delle vendite di prodotti all’estero (l’Italia ha una bilancia commerciale in attivo). DUE, i flussi che escono dall’Italia per questioni speculative (mediamente l’Italia esporta denaro all’estero, per fare investimenti o per paura del rischio paese). Sommando il flusso UNO e DUE abbiamo i flussi Target2, vuoto per pieno.



Nella proposta che leggerete sotto tratta da vocidallestero.it, proposta di Weidmann appunto, si vorrebbe appunto che i paesi esportatori netti di flussi di valuta in seno al Target2 (somma dei flussi UNO e DUE sopra indicati NEGATIVI) mettessero a garanzia denari in proprozione al loro debito Target2, con il fine che il sistema EURO possa essere certo di garantire convertibilità 1:1 ad es. tra euro tedeschi e euro italiani in qualsiasi paese si trovino nell’Unione (…). Il punto è che, approvando la proposta cd. Weidmann ossia richiedendo ai paesi con Target2 negativo di mettere assets a garanzia, prima si verrebbe spennati mettendo i propri avere a pegno e poi – col tempo -, finite le risorse, ci sarebbe una imposta percentuale da pagare per ogni denaro che dovesse uscire dal paese. In tale modo verrebbe garantita la piena convertibilità dell’euro e, NOTATE BENE, soprattutto il mantenimento dei patrimoni in euro da parte di tutti i cittadini EU.

Appunto, questa è la plastica dimostrazione che l’euro è amato dai detentori di grandi patrimoni convertiti da instabili lire in solidi pseudo marchi. Peccato che gli operai locali moriranno di fame, quelli dei paesi eurodeboli intendo.

Tengo a precisare che, se la cd. proposta Weidmann passasse – come sostiene l’autore francese -, questa sarebbe una enorme truffa per i paesi eurodeboli (Italia in primis, visto il record negativo del saldo Target2) in quanto, di fatto, da una parte si eviterebbe alla Germania di rivalutare la propria valuta come invece dovrebbe (per il giubilo dei suoi esportatori) ma il costo resterebbe comunque a carico dei paesi che esportano flussi di moneta, ossia dei periferici, encore prima di tutto dell’Italia, non a caso il primo competitor manifatturiero di Berlino. Faccio presente che un paese che ipoteticamente diventasse mero consumatore di prodotti stranieri senza produrre avrebbe per definizione un saldo negativo (…), dovendo dunque pagare l’imposta dovuta per trasferire denaro all’estero per comprare i prodotti stranieri.

In pratica tale imposta percentuale – dopo aver esaurito gli assets da dare in garanzia – ammazzerebbe il paese rendendo l’euro italiano (ossia la lira) meno preziosa se spesa o trasferita all’estero; stessa cosa quando si comprano prodotti all’estero [speriamo che la proposta di seconda moneta di Berlusconi non si riferisse a questo, ndr]. Tradotto: con l’attuazione della proposta Weidmann si avrebbero tutti gli effetti negativi della svalutazione senza la possibilità di godere dei vantaggi della svalutazione competitiva. Anche perchè da lì a breve i gruppi esportatori italiani centralizzerebbero inevitabilmente i flussi di moneta all’estero, con sedi magari a Francoforte o Lussemburgo, facendo entrare in Italia solo merci. Sottolineo questo aspetto perchè la proposta di Europa nazificata prevista in caso di vittoria bellica nel piano del ministro del Reich, Funk, proposta di epoca nazista – a cui il progetto dell’euro si rifà in modo sempre più imbarazzante – prevedeva perfettamente la stessa cosa, ossia la centralizzazione dei flussi monetari in Germania.



Prova del nove: a questo diabolico meccanismo sfuggirebbe chiaramente il contante, infatti l’euro caraceo quello è! Ecco dunque il motivo della spinta verso la dematerializzazione della moneta, senza contante il piano sarebbe perfetto. Parimenti ecco perchè i paesi con Target2 positivi di norma non hanno limiti ai contanti mentre esistono fortissime limitazioni nei paesi con grandi deficit Target2.

Deve essere chiaro che questo trasformerebbe l’Italia in un paese a basso costo, serbatoio di manodopera a basso costo, paese fatto da consumatori non risparmianti, senza vero benessere. Tutta la ciccia – chimasi valore aggiunto – resterebbe fuori. Come preconizzato dallo scrivente da anni.

Faccio presente che noi di scenarieconomici.it sosteniamo da sempre essere nell’interesse dell’Italia uscire quanto prima dall’euro, sfidando la Germania.

Qualcuno ci vuole invece convincere che sbagliamo, da anni.

Oggi vediamo la proposta tedesca analizzata da un terzo ossia dai francesi: questa porta come conclusione sempre – di fatto – il ritorno ad una valuta nazionale come da noi sperato ma con effetti collaterali terribili, ossia senza poter godere dei vantaggi svalutativi del ritorno alla lira. Ossia, facendo un enorme piacere agli esportatori tedeschi, guarda caso. Chiunque – italiano – accettasse questa proposta dovrebbe essere giudicato per alto tradimento!

Che dite ora, fessi di italiani? Qui vi stanno raccontando un sacco di bugie e voi continuate a crederci nonostante le evidenze del disastro in fieri. Continuate a votare Renzi “l’affabulatore” ed il suo PD, ne discuteremo fra qualche anno.

Il bello di internet è che tutto quello che si scrive resta. Nel bene e nel male.

Buona lettura

MD

___________________________

Da: http://vocidallestero.it/2017/10/30/brousseau-luscita-furtiva-dalleuro/

Vincent Brousseau, sul sito di UPR, propone uno scenario suggestivo e inquietante di fine dell’euro, gestito dalla Germania. Siamo abituati a pensare che la fine dell’euro debba essere un evento storico clamoroso, ma portando alle estreme conseguenze una proposta lanciata da Weidmann (probabilmente il futuro presidente della BCE) e recentemente ripresa dagli economisti dell’IFO, la fine dell’euro potrebbe essere un evento graduale e quasi impercettibile, mascherato da una serie di questioni tecniche. Nel frattempo, però, la scia di macerie e disperazione che l’euro ha prodotto sarà ben tangibile.

di Vincent Brousseau*, 25 ottobre 2017

Un recente articolo del grande giornale tedesco “Die Welt” ci riporta al tema a noi caro della probabile uscita “furtiva” dall’euro.



Riassunto degli episodi precedenti

Ho già affrontato questo argomento in due articoli pubblicati sul sito dell’UPR:

Perché l’euro è condannato” (qui in italiano), messo online 1 anno e 9 mesi fa, il 16 febbraio 2016

La disgregazione del pensiero“, messo online 10 mesi fa, il 26 dicembre 2016

Nel primo articolo, quello che qui più ci interessa è il paragrafo intitolato “La cautela del signor Weidmann”.

Weidmann, presidente di Bundesbank, aveva presentato – ormai quasi cinque anni fa – una proposta estremamente cauta, che avrebbe portato inevitabilmente alla fine dell’unione monetaria, ma sotto l’aspetto rassicurante e innocente di una riforma puramente tecnica.

In poche parole si trattava della questione di rendere obbligatoria una garanzia sui Target, in termini di oro, dollari, titoli di stato (questo poco importa).

Una banca centrale trasferisce dei fondi via Target aumentando il proprio disavanzo? Non c’è problema, risponde in pratica il Presidente della Bundesbank, purché depositi delle garanzie con le quali impegnarsi per questo aumento del debito. Cosa c’è di più normale, all’apparenza?

La trappola nascosta era che con un tale obbligo verrebbe necessariamente il momento in cui la banca centrale interessata, probabilmente una dei paesi del sud dell’Europa, non avrà più alcuna garanzia da depositare. A quel punto i suoi trasferimenti via Target verrebbero… negati.

A questo punto gli euro del paese coinvolto varrebbero meno degli euro degli altri paesi, perché con un euro di questo paese non si potrebbe più ottenere un euro di un altro paese. Il tasso di cambio fisso 1 a 1 terminerebbe immediatamente, e per l’euro sarebbe scacco matto in tre mosse.

Il presidente della BCE, Mario Draghi, che non è meno intelligente di Weidmann, aveva rifiutato questa proposta tedesca. Ma ormai una pietra miliare era stata posata, e lui non poteva fare altro che aspettare che questa proposta riemergesse.

E adesso è tornata.

Per continuare a leggere ….
 

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B.C.E. BANCA CENTRALE EUROPEA - PRIVATA - COPERTA DA IMMUNITA' INATTACCABILI - IL GOVERNO OMBRA CHE DETTA LEGGE SUGLI STATI EUROPEI

L’articolo 107 del Trattato di Maastricht recita: “Né la BCE né una banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi organi decisionali può accettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai governi membri né da qualsiasi altro organismo”. Ciò significa che né il Governo né alcun altro organo istituzionale può controllare o interferire con la sua attività.

Come la BCE, la Federal Reserve americana e tutte le altre banche centrali nazionali, definite “enti pubblici autonomi e indipendenti” dei paesi industrializzati sono gestite da privati che costringono gli stati a indebitarsi e a pagare gli interessi sul denaro emesso.

Da notare l’ipocrisia contenuta nell’art 107 ed espressa attraverso la frase “non possono accettare istruzioni dai governi membri” in modo da far sembrare che siano le banche centrali a rinunciare a qualcosa, piuttosto che a imporre limiti allo stato. E’ come se lo stato avesse approvato il testo di legge scritto dallo stesso ladro che, invece di stabilire che non può essere arrestato, ha preferito usare la formula “rinuncia a farsi arrestare” per apparire più onesto.

“La BCE beneficia sul territorio degli stati membri dei privilegi e delle immunità necessari per l’assolvimento dei propri compiti, alle condizioni previste dal protocollo sui privilegi e sulle immunità della Comunità Europea.”
Art.40 del Protocollo sullo Statuto SBCE

La Federal Reserve americana e la BCE europea invece di esercitare e loro funzioni in regime di democrazia e trasparenza, dirigono il sistema monetario delle rispettive nazioni senza rendere conto del proprio operato e senza neppure essere soggette ai controlli contabili stabiliti per le banche commerciali ordinarie. Tutte le riunioni in cui vengono assunte le decisioni fondamentali in tema di politica monetaria avvengono a porte chiuse. Le immunità giudiziarie attribuite ai loro membri conferiscono loro un potere illimitato e impunità certa.

Gli organi della magistratura degli stati membri non possono ordinare alcun tipo di provvedimento (interrogazioni, perquisizioni, intercettazioni, ispezioni o sequestri) necessario a condurre delle indagini sull’operato delle banche centrali. Non è in alcun modo possibile controllare la veridicità dei dati trasmessi né tantomeno l’onesto svolgimento della funzione pubblica più importante di tutte: l’emissione del denaro.

Questo significa che:
1) La democrazia è sospesa
2) Il sistema in cui viviamo non è rappresentativo della volontà del popolo
3) I personaggi come Mario Draghi, attuale governatore della Banca Centrale Europea sono scelti a porte chiuse e non eletti da nessuno, hanno poteri sovranazionali, non sono rimovibili dalla loro posizione di comando per volontà popolare e rappresentano alla luce di tutto questo una forma di dittatura indiretta
4) I politici sono solo i maggiordomi dei banchieri
5) Questo sistema va rovesciato e questa gente va messa in condizione di non-nuocere ulteriormente al popolo.



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L'ADDENDUM BCE COME SOSTITUTIVO DEL BAIL-IN NELL'ESPROPRIO DEL PATRIMONIO ITALIANO [/paste:font]




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1. E parliamo del nuovo Addendum emanato dalla BCE e che, dovrebbe (salvo ripensamenti, v. infra) entrare in vigore dal 1° gennaio 2018.
La "disputa" col parlamento UE sulla competenza o meno della stessa BCE avrebbe un rilievo marginale, poiché è incentrata su profili giuridici invocati "fuori tempo massimo": primo fra tutti quello per cui, nell'UE, possa vigere una "riserva di legge" parlamentare, smentito dalla stessa impostazione dei trattati che fa del parlameno un co-decisore subordinato all'agenda delle altre, e più importanti, istituzioni della effettiva governance €uropea, come ci conferma l'interpretazione autentica di Barroso.
Adesso, quindi, pare oggettivamente cavilloso invocare la chimera della Rule of Law in accezione assembleare-elettiva, dopo decenni di costruzione tecnocratica e ideologicamente antiparlamentarista dell'UE, cioè quando ormai la prevalenza del soft-law in ambito €uropeo si è innalzata a prassi applicativa dei trattati, in una forma talmente consolidata che rende del tutto improbabile l'accoglimento da parte della Corte di giustizia UE di un (traumatico?) ricorso del parlamento UE contro "l'atto" della BCE come autorità di vigilanza.

2. Ribadiamo cosa sia il soft law, nelle sue variegate forme, ma unitario nella sua natura e finalità sostanziale:
"La locuzione soft law, prestito non adattato dall'inglese[1], indica nel linguaggio giuridico norme prive di efficacia vincolante diretta. Il concetto nasce nel diritto internazionale degli anni settanta del XX secolo come strumento alternativo al trattato internazionale, utilizzato quando, per vari motivi, le parti non vogliono o non possono ricorrere al medesimo.
Il concetto è piuttosto sfumato, denotando una variegata gamma di fenomeni normativi: dai codici di autoregolamentazione adottati da singole imprese o altre organizzazioni, ai codici deontologici o simili adottati da associazioni professionali o di categoria; da taluni atti di diritto internazionale, alle raccolte di principi e regole, di origine spontanea, elaborate da organizzazioni nazionali o internazionali, governative o non governative, sebbene le loro norme possano essere successivamente recepite in un trattato". (NdQ: o in altra fonte riconducibile a trattati, come appunto un Addendum BCE)
3. Il problema del soft-law rispetto all'instaurazione dell'Unione bancaria in tutti i suoi strumenti volti a perseguirne i reali obiettivi (qui, p.2: non quelli improvvidamente dichiarati dai nostri politici) lo abbiamo già affrontato e in questo caso il suo meccanismo ritorna con manifesta evidenza: esso ha a che vedere con l'ordine internazionale dei mercati, in questo caso finanziari, che si impone attraverso trattati intrecciati ai più diversi livelli, creando quella "medievale" pluralità di fonti, sottratte al controllo democratico dei parlamenti dei popoli che ne subiscono le previsioni, ed il cui contenuto è caratterizzato dalla indeterminatezza dei precetti, in quanto il testo relativo è disseminato di concetti che rinviano ad un'amplissima discrezionalità tecnica.
E la discrezionalità tecnica, esercitata da organi legittimati dal diritto di organizzazioni internazionali "specialistiche" ovvero da organizzazioni economiche sovranazionali con funzioni di "indirizzo", ma che si ritagliano perciò uno spazio di supremazia incontrastabile, è la più forte dislocazione del potere decisionale e dello stesso indirizzo politico nel nostro tempo (qui, p.3):
"Il metodo è il seguente: la forza bruta dei mercati, organizzata in istituzioni sovranazionali composte da esponenti del mondo bancario-finanziario designati, all'interno della relativa comunità di privati stakeholders, da governi composti e comunque istituzionalmente condizionati da tali stakeholders, decide le vite dei cittadini di uno Stato (formalmente) democratico, fino a intaccarne gli interessi materiali più direttamente legati al benessere "minimo e fondamentale".

4. Lo schema è puntualmente confermato dall'Addendum "alle linee guida della BCE per le banche sui crediti deteriorati (NPL): livelli minimi di accantonamento prudenziale per le esposizioni deteriorate":
A) la sua "base" normativa è meticolosamente indicata nelle "linee guida" e nei "principi fondamentali", dettati per un'efficace vigilanza bancaria (rigorosamente "prudenziale", cioè, v. qui, p.2, fondata su indici cautelativi generali a controllo eventuale e comunque successivo allo svolgimento dell'attività vigilata), dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (CBVB).
Segue lunga elencazione di "fonti" collegate a e derivate da "Basilea 2" nonché dei conformi e, a loro volta, "tecnicamente indeterminati" articoli della "Quarta direttiva sui requisiti patrimoniali" (Capital Requirements Directive, CRD IV: ovvero "Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sull’accesso all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE (GUL 176 del 27.6.2013, pag. 338).(pagg.3-4 dell'addendum);

B) c'è un'ambiguità sostanziale sul grado sfumato di vincolatività (già di per sè "prudenziale"), del livello minimo di accantonamenti da disporre in relazione ai crediti "deteriorati" (NPE) ma non ancora "in aperta sofferenza" (NPL), con previsioni disseminate di sfumature di ragionevolezza e di valutazioni che la BCE "potrebbe" differenziare caso per caso.
A titolo di esempio (enfasi sulla terminologia confermativa), ma rammentando che la norma giuridica, in quanto vincolante, "dispone" in modo inequivoco, in omaggio alla "certezza del diritto" e al principio di tipicità legale degli obblighi imposti dalle "Autorità", e si esprime quindi all'indicativo e non al "condizionale":
"Le banche sono incoraggiate a colmare potenziali lacune rispetto alle aspettative prudenziali minime appostando il massimo livello di accantonamenti possibile in linea con il principio contabile applicabile. Se il trattamento contabile applicabile non consentisse di raggiungere i livelli minimi di accantonamento prudenziale, la banca dovrebbe rettificare di propria iniziativa il capitale primario di classe 1, conformemente al disposto dell’articolo 3 del CRR in merito all’adozione di requisiti più stringenti.
Le banche dovrebbero riferire in merito al raggiungimento dei livelli minimi di accantonamento prudenziale definiti nel presente addendum almeno con frequenza annuale e motivare eventuali scostamenti all’autorità di vigilanza (cfr. sezione 5, concernente le comunicazioni all’autorità di vigilanza).
Scostamenti rispetto ai livelli minimi sono ammissibili qualora una banca sia in grado di dimostrare, nel quadro di un processo periodico di “conformità o spiegazione” e sulla base di evidenze accettabili, che:
a) la calibrazione dei livelli minimi di accantonamento prudenziale non si giustifica per uno specifico portafoglio o esposizione (ad esempio il debitore effettua, in modo verificabile, regolari pagamenti parziali che corrispondono a una frazione significativa dei pagamenti originariamente stipulati per contratto, ovvero l’applicazione dei livelli minimi darebbe luogo a una copertura superiore al 100% dell’esposizione in combinazione con requisiti patrimoniali di primo pilastro per il rischio di credito); oppure
b) l’applicazione dei livelli minimi non è ragionevole in circostanze giustificate (ad esempio “pulling effect” su tutte le esposizioni in bonis di un debitore). Al processo di “conformità o spiegazione” farà seguito una valutazione di vigilanza in merito agli scostamenti e alle relative giustificazioni".

C) In questo quadro di "concetti indeterminati", la discrezionalità tecnica sulla casistica "valutabile", però, immette criteri, o precetti (ad applicazione sempre indeterminata) draconiani. Sempre a titolo esemplificativo:
"Per le esposizioni interamente garantite e per quelle parzialmente garantite il valore della garanzia reale dovrebbe essere rivisto regolarmente in conformità alle linee guida sugli NPL, e ogni variazione dovrebbe essere presa in considerazione tempestivamente ai fini della costituzione dei livelli minimi di accantonamento. Dato il rischio di esecuzione intrinseco nella realizzazione del valore della garanzia reale, le banche dovrebbero esaminare con molta attenzione i casi in cui la parte garantita dell’esposizione aumenta nel tempo. Tali casi andrebbero corroborati da solide evidenze che dimostrino la sostenibilità dell’aumento delle valutazioni come altresì illustrato nelle linee guida sugli NPL con riguardo ai beni immobili".

5. E però, tutto questo, pur disseminato in una pletora di previsioni dall'evidenziato carattere indeterminato, si appoggia sul presupposto, enunciato in premessa (pag.4), di una ben precisa conseguenza perentoria e vincolante, con un elevatissimo carattere di sanzione conformativa (la più forte e onerosa per gli operatori bancari):
"Laddove i livelli di accantonamento fossero ritenuti inadeguati a fini prudenziali, le autorità di vigilanza sono tenute ad assicurare che le banche riesaminino e innalzino il relativo grado di copertura dei rischi in modo da soddisfare le aspettative di vigilanza".

6. In sostanza i livelli minimi degli accantonamenti, per crediti classificabili, - coi nuovi criteri ABE-, come NPE a partire dal 1° gennaio 2018, "indipendentemente dalla loro classificazione in qualsiasi momento anteriore a tale data", tenendo conto della "anzianità" del "deterioramento" (appunto riclassificato dal 1° gennaio 2018), sono rideterminati proprio in funzione di una obbligatoria "revisione" del valore delle garanzie.
Conseguenza lampante e inevitabile, rispetto alla congiuntura italiana del mercato immobiliare, che include non solo immobili residenziali ma anche i complessi aziendali delle PMI: ciò determina un inevitabile innalzamento della parte "non garantita" e quindi da coprire con accantonamenti al 100% da...subito
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L'ADDENDUM BCE COME SOSTITUTIVO DEL BAIL-IN
7. Ed infatti, tali livelli "minimi" (ossimoro, trattandosi del 100%) di accantonamento sono rideterminati, appunto, al 100% del valore nominale del credito iscritto in bilancio, nel modo seguente: le maggiori coperture valgono, da subito, e poi via via sui futuri incagli, per la parte non garantita dei crediti (in Italia la gran parte) "incagliati" da almeno 2 anni (anzianità che si calcola a ritroso dal momento della nuova classificazione), ma anche per la parte garantita degli "incagli" con almeno 7 anni di anzianità (riclassificata).
Spero sia chiaro come, secondo questa complessiva disciplina, la "parte garantita" tenderà inevitabilmente a decrescere, per l'appunto, una volta assolto l'obbligo di "rivedere regolarmente" il valore della garanzia reale.

8. Ora la "stabilità" finanziaria, sempre invocata come ragione immanente di tutta la disciplina bancaria dettata per l'eurozona, non viene certo tutelata dall'introduzione di norme del genere quantomeno rispetto alla realtà italiana: tale stabilità coincide con la capacità/aspettativa di restituzione dei debiti da parte di ogni tipo di debitore.
La BCE non può non essere consapevole che questo modo di applicare i criteri largamente indeterminati (e non direttamente precettivi) di Basilea 2 (e fonti susseguenti), si innesta nell'eurozona e, in particolare, sul sistema economico italiano che, è impegnato in un "aggiustamento" (qui p.1, nella spiegazione dello stesso Draghi) mirato esclusivamente a rendere sostenibile l'euro attraverso il "consolidamento fiscale", che drena incessantemente liquidità e diminuisce occupazione stabile (e quindi debitori solvibili e garantiti), redditi da lavoro e fatturati delle imprese, che si fondano prevalentemente sulla domanda interna (in quanto, ovviamente, non coinvolte nella ristrutturazione competitiva per una crescita esclusivamente determinata dalle esportazioni: ma anche in tal caso, secondo l'Istat, tali imprese "Global" dipendono al 55% dalla domanda interna medesima, cfr. p.11).

9. In questa situazione, infatti, i valori immobiliari (residenziali e aziendali) sono destinati ad una gigantesca depatrimonializzazione, in gran parte verificatasi: Bankitalia, con un recente (e moderato) studio, fa emergere, al 2016, una perdita di "valore" della ricchezza patrimoniale immobiliare italiana di circa 300 miliardi dal 2012 e di 600 dal "picco" del 2010.
Cosa vi sia di "ragionevole" e di funzionale alla tutela del risparmio in tutto ciò non è dato di comprendere: quello che si comprende è che se entrerà in vigore l'Addendum (la Nouy "apre" a uno "slittamento" ma sempre molto sul vago) le esigenze di accantonamenti aggiuntivi, da effettuare con "capitale primario di classe 1", - non certo disponibile all'interno del sistema bancario italiano già messo a dura prova dalla prima "dose" di applicazione dell'Unione bancaria -, a fronte di una parte garantita del credito in costante e inevitabile diminuzione, avranno conseguenze devastanti sia per il sistema bancario italiano che, ancor peggio, per i debitori in difficoltà.

10. I crediti incagliati e in sofferenza di questi ultimi, - imprenditori giugulati dalla caduta della domanda interna ("letteralmente uccisa" diceva Monti) e mutuatari spesso disoccupati o precarizzati- saranno sottoposti a esecuzione con assegnazione diretta (qui, p.5), in varie forme nuove e in crescente progettazione, dei beni costituenti la garanzia, al sistema bancario o, ancor più, ai cessionari (a prezzi stracciati) dei crediti stessi.
L'intero patrimonio immobiliare e il capitale fisico investito in aziende andrà ulteriormente in sovraofferta (sul mercato delle esecuzioni forzate privatizzate), cioè i prezzi di "realizzo" da parte di oculati acquirenti, per lo più, inevitabilmente, stranieri, diverranno stracciati.
Si avrà così l'innesco di una colossale svendita della ricchezza patrimoniale privata italiana a favore di acquirenti opportunisti che, in assenza di queste regole, e quindi dell'Unione bancaria e dell'euro, non avrebbero mai sognato un tale ben godi.

11. In pratica, le nuove regole dell'Addendum agiscono in modo analogo al bail-in, nei termini che avevamo segnalato qui: preso atto della difficile praticabilità politica del ricorso al bail-in sistematico, e opposta dal governo italiano una certa resistenza con la preferenza (autopreservativa) per il burden sharing (che significa sacrificio "solo" di azionisti e creditori subordinati, e non anche dei correntisti-depositanti, con ricapitalizzazione pubblica e risanamento successivo mediante svendita delle sofferenze e successiva cessione sul mercato "privato" delle banche risanate con debito pubblico aggiuntivo), si ricorre ad un diverso sistema di accelerazione della depatrimonializzazione bancaria e di realizzo, in rivalsa, sul patrimonio privato di famiglie e imprese.

11.1. E tutto origina dal "fate presto" cioè dall'euro, in un processo a cascata che, sempre nell'appartenenza all'eurozona, trova il suo innesco e la sua giustificazione "etica" (ancora qui, pp.4-6).
"Dunque, occorre, con ogni mezzo, porre gli italiani nella condizione di DOVERSI indebitare (preferibilmente verso creditori esteri) e di essere "vincolati" a "realizzare" la loro garanzia patrimoniale, così ghiotta, escogitando una serie di meccanismi collegati per renderli insolventi (cioè incapaci di ripagare il debito con i loro redditi).
L'effetto sostanziale e "ultimo"
di questa artefatta manovra basata sul "fate presto" e sulla fantasticazione della insostenibilità del nostro debito pubblico, (che, infatti, a seguito di queste politiche, è aumentato rispetto al PIL e diviene poi realmente a pericolo insostenibilità, essenzialmente per la mancata crescita del numeratoro PIL, cioè dei redditi degli italiani), è stato dunque l'impoverimento e il conseguente dilagare delle insolvenze dei privati cittadini (per mutui sulla casa e per crediti vari al consumo) e delle imprese (che non solo fronteggiano una crescente pressione fiscale, indotta da queste politiche, ma non hanno più chi, sul mercato interno, compra ciò che producono).
... L'Unione bancaria ha un grande pregio agli occhi di ESSI (che perseguono gli obiettivi dell'oligarchia mondialista di Wall street e passano per la Commissione UE, via imposizione del paradigma pro-Germania): è estremamente efficiente nello spalmare l'effetto dell'insolvenza su tutti i patrimoni mobiliari, allargando a dismisura la "responsabilità patrimoniale" di sistema a soggetti che, pure, possono NON aver affatto contratto debiti "incagliati": cioè TUTTI gli azionisti, TUTTI gli obbligazionisti e, soprattutto, TUTTI i correntisti. Ma siccome dal bail-in deriva anche l'obbligo della banca assoggettata di imporre il "rientro" di tutti i crediti comunque erogati, il meccanismo incide pure sui mutui ipotecari e, comunque, su tutto il mercato immobiliare che va in ulteriormente accelerata sovraofferta di (s)vendite".

11.2. Invece del bail-in avremo dunque i "nuovi livelli minimi" di accantonamento per incagli e sofferenze, con anzianità riqualificata a ritroso proprio a partire, e proprio per i crediti "garantiti", dalla crisi euroindotta. Per l'anno che verrà, la musica non cambia: l'Ital-tacchino è sempre il pezzo forte del menu dell'€uropa della pace e della cooperazione.

P.S.
Di questo rassicurante understatement di Bankitalia ne riparliamo qualche mese dopo che l'Addendum sarà entrato in vigore (quale che sia la data relativa), via via che BCE potrà esigere e verificare la revisione dei valori delle garanzie immobiliari (specialmente se verrà introdotta una nuova, o reiterata, imposizione patrimoniale, magari straordinaria, sulla ricchezza immobiliare; e anche mobiliare, peraltro, dato che i mutui ormai si restituiscono col risparmio che spiega la preferenza per la liquidità degli italiani):
L’obiettivo cruciale della riforma di Basilea 3 non è quello di inasprire i requisiti prudenziali delle banche ma quello di assicurarne la comparabilità. Si vuole evitare che l’uso di modelli interni possa determinare un’eccessiva variabilità tra banche nei livelli minimi di capitale richiesti e, in particolare, evitare che un uso eccessivamente spinto di questi modelli da parte di alcuni istituti «outlier» possa ridurre troppo i requisiti prudenziali.
È questo il messaggio principale espresso ieri dal vicedirettore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, nel corso del suo intervento al Comitato esecutivo dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, voluto per fare il punto sui lavori del comitato di Basilea per completare la riforma.
Signorini ha spiegato che il principio della sensibilità al rischio viene mantenuto e che i metodi di calcolo dei requisiti dovranno essere rigorosi e sensibili al «rischio effettivo».
«Non si devono aumentare in modo significativo i requisiti patrimoniali – ha aggiunto – e la riforma deve essere attuata con tutta la gradualità necessaria» come indicato dal gruppo dei Governatori del G20. La Banca d’Italia condivide pienamente questa posizione: «Le banche che adottano il modello standard approvato dal Comitato di Basilea, che in Italia sono la maggioranza – ha affermato Signorini – per definizione non sono outlier, e a nostro avviso il modello standard non dovrebbe prevedere, in media, incrementi».
Soddisfatto per le rassicurazioni della Banca d’Italia è il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini. «Dall’incontro sono emerse importanti convergenze» ha spiegato al termine dell’incontro. Sabatini, che è anche presidente del Comitato esecutivo della Federazione bancaria europea, ha sottolineato come sia importante che il lavoro del Comitato di Basilea rispetti il mandato ricevuto e non ci siano significativi aumenti dei requisiti di capitale. Secondo l’Abi riguardo al modello standard per i requisiti di capitale «si va nel senso auspicato dalla Federazione bancaria europea».


Pubblicato da Quarantotto a 15:40 3 commenti: Link a questo post
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martedì 7 novembre 2017
LE NONNE CATALANE DI ZEROHEDGE E I CALCOLI SUGLI USE CHE NON TORNANO (MAI). [/paste:font]
 

aquilarealeatapple

Forumer attivo
sto seguendo il caso di tiziana stasera su retequattro alcuni minuti fa alle 20.30 .. lo stato che lei intende sono i ladri di politici da 10.000 - 15.000 euro al mese , l'agenzia delle entrate che insieme a giudici e magistrati ruba i soldi delle persone , proprio li ruba a norma di legge falsa ! Bisogna rivoltare completamente tutta l'istituzione per sistemare le cose , la legge è pienamente falsa , ladra , iniqua con i deboli , e facile con i loro padroni .. signora tiziana , suo marito si è tolto la vita a causa delle richieste e vessazioni continue dell'istituto agenzia delle entrate , denuncia immediata a bruxelles da parte sua per omicidio colposo da parte dell'agenzia delle entrate e a chi ha in gestione questa agenzia nei confronti di suo marito ( senato , parlamento , quirinale o chiunque sia e richiesta rimborso dei 100.000 euro ) inoltre rimborso danni morali dell'omicidio da parte dell'agenzia delle entrate che ha causato l'apparente suicidio del marito ( dove in realtà è omicidio colposo causato da forte stress e vessazione nei confronti del suo caro ) , inoltre cancellazione integrale degli oltre 2200 miliardi di euro del debito dei cittadini italiani ( l'intero debito pubblico che in realtà pubblico non è , bensì è un debito privato che è posto sulle spalle dei pubblici cittadini , purtroppo ) !! , piccola frazione del movente per cui suo marito si è suicidato causa pesanti vessazioni , pretesa immediata di restituzione integrale a lei di tutti i soldi versati all'inps da suo marito e mai goduti , necessaria cancellazione e rigetto completo nel riconoscimento da parte sua , signora tiziana , del codice fiscale e status in vita in comunione dei beni con suo marito ! Pretesa come cittadini nella composizione nello stato , di scioglimento di tutti gli istituti iniqui inclusi , senato , parlamento , quirinale , agenzia delle entrate , che , nel rispetto alla vita delle persone dello stato , niente hanno a che fare ! Ripeto , le tasse al 60% / 70% non vanno pagate , nemmeno un centesimo di euro , questa è piena schiavitù ! questi politici creano i soldi con i bot dal nulla , rifiutare la cartamoneta schiavitù di questi pagliacci di governanti che incatenano le persone con una marea di menzogne , tagliargli la cravatta e pedarli a lavorare i campi per mangiare , la struttura governativa succhiasangue e ladra con tutti i loro istituti menzogneri e sfruttatori è da polverizzare , da far sprofondare nel lago di fuoco , far scomparire dall'intera galassia ! non ci sono parole per definire le loro malefatte ! è ora di finirla di subire questi ladri !!

pensate che smacco , molte persone che hanno compiuto gesti atroci come il suicidio potrebbero trovare immediato perdono in quanto il loro gesto finale è stato compiuto certamente da loro stessi , tuttavia la motivazione principale deriva da atti concreti di vili persone che le hanno portate allo sfinimento , alla privazione della libertà , a una condizione di stress e vessazione talmente elevati , che in estrema sintesi , il presunto suicida ( presunto , badate bene ) ha subito in realtà un omicidio colposo dagli emissari dei governanti ( vado oltre e affermo premeditato da chi dirige l'orchestra in quanto questi " orchestrali " sanno benissimo cosa sia la schiavitù attuale che i cittadini popoli subiscono da questi del governo dittatoriale ) .. morti quindi avvenute per cause di azioni terze ! il libero arbitrio tanto paventato , come giudizio inerente il gesto , quindi , risulta manipolato in molte circostanze , perchè , nel determinarle tutte , non si possono omettere le precise azioni di responsabilità !
 
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aquilarealeatapple

Forumer attivo
" h!!ps://www.ilfattoquotidiano.it/2017/11/19/sottomarino-scomparso-in-argentina-sette-tentativi-di-chiamate-satellitari/3987606/ " ..

è da tempo innumerevole che scompaiono navi e aerei dal triangolo delle bermuda nell'atlantico e dal triangolo del drago nel pacifico .. questi sono ponti spazio temporali che tramite il superelettro magnetismo spostano temporalmente gli oggetti e chi si trova all'interno di questi che inavvertitamente e sfortunatamente entrano in queste pericolose aree del pianeta .. certe aree marittime specifiche dovrebbero essere proibite sia alla navigazione che al sorvolo tramite aerei o altri mezzi volanti .. sono centinaia i casi avvenuti e nonostante tutto , si continua a permettere l'entrata in queste aree invece di renderle proibite .. ricordo un esperimento con potentissimi magneti collocati in modo specifico e una cortina di fumo apparire che apriva strani varchi .. meglio evitare di giocare con quello che non si conosce , vero cern ?
 

aquilarealeatapple

Forumer attivo
" h!!p://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/05/19/scoperta-una-gigantesca-piramide-sul-fondo-del-triangolo-delle-bermuda/ "

notevolmente interessante la presenza di ben 2 piramidi sottomarine nel triangolo delle bermuda .. a voler fare ipotesi strambe , potrebbero essere 2 basi sottomarine autosufficienti che sfruttano il moto delle maree , oppure il differenziale termico , oppure entrambe come fonte di energia , oppure l'elettromagnetica e ne serve molta per aprire portali così grandi .. si sa che nelle piramidi , costruite secondo precise leggi matematiche , vi sono all'interno punti dove non c'è invecchiamento cellulare , non si formano batteri .. tecnicamente anche nel letto dove si dorme , si potrebbe ricavare sviluppando tramite costrutto una specie di struttura piramidale di dimensioni specifiche che non si possono scegliere a piacere , dove alla base non c'è deterioramento del corpo tramite azione " temporale " .. durante il sonno .. ritornando quindi , potrebbe essere , che all'interno delle piramidi si facciano esperimenti , impossibile altrimenti il formarsi di nuvole esagonali sopra la zona interessata .. ancora , tecnologie notevolmente potenti , svilupperebbero ponti tramite le piramidi , permettendo lo spostamento tra una galassia e un'altra .. se volete non avere ulteriori sparizioni di navi o aerei e soprattutto esseri viventi al carbonio , basta rimuovere le costruzioni piramidali dal loro posto .. terminandole ! sistema un pò drastico , tuttavia efficace ..
alquanto strano il ritrovamento di un cane in una sparizione avvenuta nel triangolo molto tempo addietro , mentre tutto l'equipaggio era sparito .. cane .. testa di cane .. divinità egizie con testa di cane .. simbolo specifico da rispettare .. vabbè , certo ce ne vuole per scrivere tante cose con così poco studio e analisi sull'intera situazione
 
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mototopo

Forumer storico
Sì lo sapevo interessante capire con datazione a quanti anni addietro. Fu costruito il tutto datandola cambierebbero moltre cose
 

mototopo

Forumer storico
"RIDURRE IL PERIMETRO DELLO STATO": LE FANTASIE DI BARRO E L'€UROPOVERTA' (NO LIMITS) [/paste:font]

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Bollettino BCE: non si può fare default con la propria moneta

1. E' sempre interessante, - e già lo abbiamo fatto in passato- esaminare gli "andamenti di lungo periodo dell'economia italiana", paper on line aggiornato periodicamente sul sito del dipartimento economico della Presidenza del consiglio. L'ultima versione è stata aggiornata a ottobre 2017.
La vulgata mainstream predica che la spesa pubblica determini lo spiazzamento della spesa privata, in particolare in investimenti, dissuadendone l'effettuazione, sicché questo crowding-out agirebbe secondo le linee della equivalenza ricardiana "modernizzata" da Barro.
Secondo questa fantasiosa ipotesi (i cui "tenets" sono rigorosamente deduttivistici e mai verificati nella realtà, come precisa Stiglitz; qui, pp.4-6) aumentando la spesa pubblica, e, in condizioni di Welfare State, anche solo non tagliandola, il risparmio tenderebbe ad accumularsi senza convertirsi in investimenti: ciò in quanto il settore privato, (famiglie e imprese), tenderebbe a difendersi preventivamente mettendo da parte le risorse per assolvere un crescente carico tributario "compensativo" a posteriori, dell'aumento (o del mancato taglio) della spesa pubblica.
Ovvio che questa ipotesi presuppone l'assetto istituzionale di limiti legali all'indebitamento pubblico, portati fino alla obbligatorietà del pareggio di bilancio.

2. Non altrettanto ovvio è che, in questo assetto istituzionale (deficit-ceiling, con forzosa progressiva riduzione del perimetro dello Stato) possa crearsi il risparmio stesso o, quantomeno, aumentare la relativa propensione e indurre un aumento degli investimenti.
La realtà propria dell'Unione europea, caratterizzata da una particolare rigidità di questo assetto istituzionale, accentuata ulteriormente nell'eurozona, indica che accade un fenomeno esattamente opposto, (come vedremo al punto sucessivo): il risparmio diminuisce drasticamente come tendenza in rapporto al PIL, e quindi tocca un punto di caduta da cui, proprio la logica del pareggio di bilancio, lo induce a risalire nella predicata "posizione difensiva" del settore privato, ma senza convertirsi, né prima nè dopo, in un aumento degli investimenti: al più si potrà avere, sempre da un punto di caduta minimo, che denota un assetto distruttivo del capitale fisico impiegato, una piccola risalita, dovuta agli investimenti "lordi", cioè alla mera ricostituzione e manutenzione (sostitutiva) dello stesso volume di impianti impiegati dalle imprese sopravvissute (e quindi si avrà un capitale fisico industriale in restrizione costante).

3. Questo fenomeno lungi dal confermare la teoria di Barro, enfatizza, semmai, che la propensione all'investimento dipende da tutt'altro che dalle attese di minor tassazione adottata in pareggio di bilancio, cioè finanziata da corrispondenti tagli della spesa pubblica; investimento e domanda interna sono in relazione diretta molto più oggettiva e tangibile di quanto non sia l'aspettativa di minor inflazione e di tassi di interesse anche prossimi allo zero.
Questo andamento è particolarmente evidente in Italia successivamente all'entrata nell'UE e, ancora più, nell'unione monetaria (ma già si era manifestato con lo SME e il divorzio tesoro-bankitalia, certamente riguardo al risparmio privato).

Effetti sul risparmio del settore privato in Italia di SME-divorzio, manovre di convergenza (1992 e a partire dal 1996) verso l'unione monetaria nonché dell'austerità espansiva (dall'estate 2010 al picco del governo Monti).
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Andamento di risparmi e investimenti in piena "era" di adozione dell'euro
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4. Il dato è confermato a livello comparato Italia-UE, con l'Italia impegnata in privatizzazioni (qui, pp.7 e ss.) e in riduzioni percentuali dell'indebitamento annuale più intense degli altri euro-membri, e che sono risultate ben lungi dallo stimolare qualsiasi tipo di aumento di un "sano" investimento (privato), cioè che non fosse transitoriamente legato a effimere imprese che cercarono di sfruttare il denaro a basso costo e la flessibilizzazione del mercato del lavoro; e quindi investimento labor intensive e tecnologicamente povero indotto finanziariamente dall'euro:

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5. Naturalmente lo stesso fenomeno riguarda anche la formazione del risparmio (se non quello "difensivo" susseguente al punto di caduta, determinato dall'austerità e conseguente al suo perpetuarsi a tempo indefinito; cioè come "riforme strutturali"):
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6. Ma tralasceremmo l'oziosa disputa sulla mancata diminuzione della spesa pubblica in termini reali, cioè quelli che contano per i livelli essenziali delle prestazioni attinenti ai diritti fondamentali dei cittadini, rispetto al PIL in queste condizioni "istituzionali".
L'impoverimento reddituale determinato dalla maggior disoccupazione indotta per via fiscale, infatti, fa pesare la spesa pubblica (nominale) percentualmente di più, rispetto ad un PIL che cresce meno a seguito del...venir meno della domanda/spesa pubblica: lo Studio Giarda, appena linkato, evidenzia il fenomeno congiunturale di spese difficilmente evitabili e comprimibili, come quella sanitaria, per una popolazione impoverita e invecchiata, nonché per stabilizzatori automatici vari, tesi a compensare gli effetti sociali destabilizzanti della disoccupazione e della sottooccupazione.
Ci limitiamo a questi dati, avvertendo che, dopo il 2013-2014, il trend si può solo essere stabilizzato, senza sostanziali variazioni, per via della "flessibilità" di bilancio (ormai agli sgoccioli per via del problema del debito), attesa la insostenibilità politica e sociale di una prosecuzione lineare dello stesso trend in compresenza di deflazione, indicativa di un'irrisolvibile disoccupazione effettiva, cioè quella che comprende, nel dato c.d. U6 (qui, p.5 e qui), il dilagare delle varie categorie di working poors:
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7. Ma l'effetto delle politiche economico-fiscali fondate sullo spiazzamento e l'equivalenza ricardiana, oltre a distruggere il risparmio e gli investimenti privati (certamente dentro la moneta unica che è un acceleratore del tutto in forma di "stato di eccezione" permanente), è in realtà una via sicura verso l'aumento della povertà, sia assoluta che "relativa" (ma non meno insidiosa dal punto di vista del disagio sociale, del risparmio e del dissipamento strutturale del capitale umano nazionale).
Ce lo attestano i dati del Dipartimento economico citati all'inizio del post, acutizzando il problema di sviluppo diseguale interno al territorio nazionale, proprio per il venir meno dell'intervento finanziario pubblico e fermo restando l'aumento complessivo di povertà in tutta Italia:

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Pubblicato da Quarantotto a 12:46 5 commenti: Link a questo post
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mototopo

Forumer storico
Non so se saranno confermate le gravi denunce, che sembrano essere state fatte dal Presidente Putin, contro L'ATTUAZIONE DEL PIANO DI GENOCIDIO PROGRAMMATO dal...le lobbies occulte e sovranazionali che mirano al cosiddetto NWO.

SO PERO' CHE QUELLE STRATEGIE PERVERSE SONO REALMENTE IN ATTO: dall'economicidio all'avvelenamento della catena alimentare con OGM, glifosate e pesticidi tossici, all'imposizioni di un Piano iper-vaccinista con vaccini contenenti contaminanti e coadiuvanti tossici, alla geo-ingegneria meteo-climatica, all'invasione demografica incontrollata e non integrabile con la nostra cultura e tradizioni!

UNIAMOCI ANCHE IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI... NON FACCIAMO COME I FAMOSI "CAPPONI DI RENZO" DEI PROMESSI SPOSI CHE, MENTRE VENIVANO PORTATI PER LE ZAMPE E A TESTA IN GIU' A DIVENIRE CARNE DA BRODO... CONTINUAVANO A BECCARSI L'UN CON L'ALTRO!

https://www.controinformazione.info/il-nuovo-ordine-mondia…/

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