PER COMBATTERE L'ANSIA MI HANNO CONSIGLIATO DI CAMMINARE FINCHE' NON MI PASSA. DEVO DIRE CHE STA COMINCIANDO A FUNZIONARE, VIENNA E' BELLISSIMA. (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Senza vergogna......ecco un palese esempio del "clima di terrore" al quale si faceva riferimento sopra.


Immuni l’ha messa in quarantena, ma dalla Asl non ne vogliono saperne di fare il tampone.

L’assurda storia di una signora barese alle prese con la nuova frontiera della prigionia post Covid-19,
quella voluta e decisa da una app. Immuni ha infatti segnalato la signora
perché entrata in contatto con un presunto soggetto positivo al Covid-19:

“Mi hanno messa ai domiciliari senza una ragione”, racconta a La Gazzetta del Mezzogiorno.

Lei, una signora barese di 63 anni, è furibonda:

“Sono incazzata nera!”.

Si sente un leone in gabbia nel suo appartamento in pieno centro dove la Asl le ha imposto di stare rinchiusa per 15 giorni.



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Come si legge nell’articolo firmato da Marco Seclì, per la signora
“fine settimana rovinato e pure il prossimo rischia di esserlo se non sarà ‘scarcerata’ prima”.

E lei spiega:

“La mia colpa? Aver scaricato la app Immuni, aver avuto senso civico”.

E la sua storia diventa emblematica dei contrattempi cui può andare incontro chi ha sul cellulare l’applicazione per il ‘contact tracing’,
che dà l’allarme quando si è stati vicini a un contagiato dal coronavirus.



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“Sono stata un paio d’ore al mare – racconta la signora al quotidiano – osservando il distanziamento interpersonale.
In serata io e mio marito siamo andati a cena con parenti, sempre osservando le norme di sicurezza, a partire dall’uso delle mascherine nei casi previsti. Domenica mattina sono stata un’oretta al mare, in un punto di litorale non affollato, in compagnia di mia cugina,
prima di lasciare la villa e rientrare a casa in città per il pranzo”.

Nel pomeriggio la sorpresa.

Immuni le invia un segnale di allerta, con un codice da comunicare al medico di base, che il giorno seguente avvisa la Asl.

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E martedì pomeriggio, attraverso una mail e una telefonata del Dipartimento di prevenzione, scattano i “domiciliari” per 15 giorni.

A quel punto “chiede di poter provare la sua negatività con il test sierologico o con un tampone e la risposta è sempre no".

Il marito e la figlia della signora, dovendo eseguire esami diagnostici, si sono peraltro sottoposti al tampone in settimana: negativi.

“Eppure hanno corso il rischio di restare confinati pure loro”, aggiunge.

Il problema dei falsi positivi è già emerso e gli sviluppatori della app sono al lavoro alle soluzioni.

Nel frattempo, c’è chi resta vittima dell’algoritmo impazzito della app.

I dubbi le restano…
 

Val

Torniamo alla LIRA
Muoia Sansone con tutti i filistei.

Espulso dall’Associazione nazionale magistrati e senza più nulla da perdere,
Luca Palamara non ci sta a fare da capro espiatorio.


“Palamara non si è svegliato una mattina e si è inventato il sistema delle correnti”,
ha detto l’ex presidente dell’Anm in una intervista a Repubblica.

Insomma il clientelismo “nel potere interno della Magistratura” è una roba che precede chiaramente l’azione dell’ex Pm di Roma.

Solo che adesso tutti i magistrati starebbero cadendo dal pero, compreso il Pm "partigiano" Eugenio Albamonte


“Trovo fisiologico che chi ha determinate cariche rappresentative nella magistratura interloquisca con la politica”, piega Palamara sempre nell’intervista a Repubblica di due giorni fa.

"Ma trovo meno condivisibile che ci siano procuratori della Repubblica che vadano a cena con i politici.
Quanto al mio promemoria, mi riferivo ad esempio ai rapporti tra l’allora presidente della commissione Giustizia della Camera,
Donatella Ferranti eletta nel Pd, ed Eugenio Albamonte, pm di Roma e della sinistra di Area,
come ad esempio in occasione della nomina del vice presidente del Csm David Ermini o degli avvocati”
.

Insomma l’accusa di Palamara ad Albamonte è chiara:
avrebbe incontrato l’ex deputata Pd per “ragionare insieme” su alcune nomine, tra cui quella del vice presidente del Csm.


Piccolo particolare.

Donatella Ferranti non è solo una ex parlamentare del Pd.

Prima di farsi eleggere nel 2008 nelle liste dem, dal 1981 al 1998 è stata Pm presso la Procura di Viterbo.
Poi è entrata al Csm prima come vice segretario e poi come segretario generale.


Come già detto, nel 2008 viene eletta alla Camera nel Pd e lì rimane per due legislature fino al 2018.

Nel 2018 non viene ri-candidata ma riceve in dote un paracadute di tutto rispetto:
con un'autentica forzatura, senza un regolare concorso, viene nominata giudice di Cassazione
.

Riprendendo gli articoli usciti allora.

“Secondo la legge se un magistrato abbandona la propria posizione per ricoprire un altro incarico fuori ruolo,
al suo ritorno deve essere reintegrato nella stessa posizione professionale senza nessun avanzamento di carriera.
Il Csm, di solito restio a passaggi del genere – da pm a giudice di Cassazione –
ha invece approvato il provvedimento in tempo record, con un solo contrario e due astenuti.
Tutto è avvenuto incredibilmente in poco più di 24 ore”.



Qual è dunque il rapporto tra Albamonte e la ex pm, ex segretario generale Csm,
ex deputata Pd e attualmente giudice di Cassazione, Donatella Ferranti?

Il giorno stesso dell’uscita dell’intervista su Repubblica, Paolo Galdieri,
avvocato del Pm romano ai vertici di Magistratura democratica
, si è affrettato a smentire le parole di Palamara:

“In una serie di interviste rese oggi (a La Repubblica, a firma di Liana Milella, a Il Fatto Quotidiano a firma di Antonio Massari,
a La Verità a firma Giacomo Amadori) lo ha diffamato, parlando di fatti mai avvenuti,
in particolare di non meglio precisate cene tra il mio assistito (Eugenio Albamonte, ndr)
e l’onorevole Donatella Ferranti,
già presidente della commissione Giustizia della Camera,
nelle quali si sarebbe discusso della nomina del vicepresidente del Csm David Ermini e delle nomine di avvocati generali della Cassazione”.


Eppure in una intervista uscita il giorno seguente sul Corriere della Sera,
Albamonte nei fatti smentisce il proprio avvocato, confermando gli incontri e l’amicizia con Donatella Ferranti.

Alla domanda del giornalista “è vero che lei, magistrato di sinistra,
ex presidente dell’Anm e ora segretario di Area, incontrava la deputata del Pd Donatella Ferranti?”,

Albamonte risponde così: “Certo che è vero. Ma non è che se uno s’incontra con un parlamentare
e qualche consigliere del Csm deve per forza occuparsi di incarichi o orientare nomine

anche in vista di soluzioni di singole vicende giudiziarie a favore di uno dei commensali.
Ci sono anche altri modi e altre finalità. Con Donatella Ferranti, che stimo e di cui sono amico,
abbiamo sempre discusso di temi di interesse generale, problemi della giustizia e riforme
.
In ogni caso io non faccio parte del Csm e Donatella non è un’imputata, e già questo fa qualche differenza”.

Ci mancherebbe dottor Albamonte.

E’ più che legittimo, da segretario della corrente di sinistra dei magistrati,
incontrare e mantenere un rapporto amicale con una deputata del Pd
nonché presidente della commissione Giustizia della Camera
, che prima di entrare in politica
era stata Pm e poi segretario generale del Csm e attualmente giudice di Cassazione.

Per parlare del più e del meno, o dei massimi sistemi.

Mai di nomine e correnti, chiaro.
 

Val

Torniamo alla LIRA
In Sicilia continuano a ritmo serrato gli sbarchi di clandestini e il sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina,
ha attaccato duramente le Ong.

Un affondo unito alla richiesta di aiuto al governo e all’Unione europea, con tutta evidenza piuttosto “distratti”.

La denuncia del primo cittadino siciliano è tra l’altro particolarmente emblematica p
erché Carmina è del M5S, quindi sulla carta tutto tranne che “sovranista”.

Ma come mai sulle coste italiane, più o meno ogni giorno, arrivano barconi carichi di immigrati irregolari?

L’incremento delle ultime settimane è dovuto unicamente al solito avvio della bella stagione
e all’aiutino fornito dalle organizzazioni non governative?


Non proprio, perché in realtà uno dei fattori determinanti è la chiusura dei porti attuata da Malta.

A differenza dell’Italia che ha stracciato tacitamente la politica attuata dal precedente esecutivo,
La Valletta sta infatti attuando un blocco concordato tra l’altro con il governo di Tripoli.

E così quasi tutti i clandestini che salgono sui barconi in Libia, puntano dritti verso le coste italiane.

I dati tra l’altro parlano chiaro: dall’inizio dell’anno in corso sono arrivati in Italia via mare 5.832 migranti.

Più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2019
, ovvero i primi sei mesi dell’anno,
quando arrivarono in Italia via mare 2.242 immigrati.

Una crescita che nel mese di maggio è stata particolarmente significativa:
1.654 clandestini sbarcati, molto più del doppio del maggio 2019
.

Adesso però questi numeri, già altissimi di per sé, con l’inizio della stagione estiva rischiano di aumentare vertiginosamente.

Non si tratta di mettere mano alla sfera di cristallo per comprendere e il governo giallofucsia dovrebbe esserne ben conscio.

Perché Malta non si è limitata a chiudere i porti a differenza nostra,
ma come abbiamo fatto notare ha provveduto a stringere un accordo specifico con la Libia.

A fine maggio il premier maltese, Robert Abela, ha infatti sottoscritto un memorandum con l’omologo di Tripoli Fayez al Sarraj,
per rafforzare la lotta all’immigrazione irregolare e più in generale i rapporti bilaterali.

In parole povere l’Italia è stata clamorosamente beffata da un microstato che muovendosi in solitaria,
senza quindi accordarsi con l’Ue, ha stretto un patto strategico con la Libia.

Così, mentre il governo giallofucsia continua a fischiettare, gli immigrati arrivano soltanto da noi.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il coronavirus ha fermato a lungo le attività produttive, ma non ha impedito il continuo arrivo di immigrati clandestini sulle nostre coste.

Adesso, con la bella stagione e il virus in lenta ma progressiva ritirata, gli sbarchi aumentano.

Favoriti anche dalle attività delle Ong?

Il sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina, a riguardo non ha dubbi.

“Le navi delle Ong stanno facendo i taxi del Mediterraneo.
E’ necessario che lo Stato e l’Europa ci aiutino a sostenere il peso dell’accoglienza perché tutti i migranti,
sia quelli sbarcati a Lampedusa che quelli soccorsi in acque internazionali, passano da Porto Empedocle. Abbiamo bisogno di aiuto”.

E’ quanto dichiarato dal primo cittadino del comune siciliano, che all’Adnkronos non ha quindi esitato a definire
le organizzazioni non governative un “taxi” per immigrati.

D’altronde la situazione in Sicilia si fa sempre più preoccupante,
soprattutto dopo lo sbarco di 211 immigrati irregolari tratti in salvo dalla Sea Watch
e portati sulla Moby Zazà dove resteranno due settimane in sorveglianza sanitaria.

In quarantena su altra nave per 14 giorni, in seguito al tampone (poi risultato negativo)
effettuato su un immigrato che aveva manifestato sintomi compatibili con quelli del coronavirus.

“Abbiamo tirato un sospiro di sollievo – ha dichiarato il sindaco di Porto Empedocle – se fosse stato positivo,
con 211 persone a bordo, avremmo rischiato di avere un grosso focolaio. Una situazione gravissima
“.

Già, un problema che rischia di presentarsi ad ogni sbarco.

Anche perché il distanziamento sociale di certo non può essere attuato in barconi stracolmi di persone pressate come sardine.

Di qui la riflessione del sindaco siciliano:

Mi chiedo come sia possibile conciliare i divieti di assembramento
che hanno impedito persino lo svolgimento delle processioni con centinaia di migranti stipati su una nave
,
ammassati gli uni sugli altri in condizioni terribili”.


Ida Carmina è tra l’altro un sindaco del M5S che da tempo chiede sostegno da parte del governo di cui il M5S fa parte,
ma con tutta evidenza la risposta è ancora un miraggio.

“L’emergenza coronavirus ha esasperato una situazione già grave – ha detto ancora il sindaco pentastellato –
il timore è che l’esasperazione sociale, la rabbia possa esplodere“.

Questo perché “i miei concittadini hanno fatto tanti sacrifici per fermare il contagio,
hanno rispettato le regole e chiuso le loro attività per mesi. Adesso in tanti vivono una gravissima difficoltà economica”.

Tra l’altro il primo cittadino di Porto Empedocle nei giorni scorsi
è stato aggredito proprio da un cittadino
, ma ha preferito non sporgere denuncia.

Lo capisco perfettamente – ha detto Carmina – si trova in una situazione disperata,
con quattro figli, uno dei quali gravemente malato, e il rischio di essere sfrattato.
Lo ripeto: abbiamo bisogno di aiuto, oggi più di ieri perché c’è una grande esasperazione sociale”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Come era facile immaginare, qualcuno, dopo aver terrorizzato,ora vuole imporre il vaccino a tutti.

È un affare da qualche trilione di dollari che certamente i globocrati cercheranno di non farsi scappare.

Il piano, finora, sembra essere riuscito:

un virus non letale ma pericoloso per la società in quanto contagiosissimo e in grado di paralizzare uno Stato se non addirittura uno o più continenti;

spaventare a morte la gente per il pericolo di contagio;

lanciare l’allarme per il crollo dell'economia nazionale invitando tutti a tirare la cinghia per il bene comune;

chiedere a tutti, per lo stato di necessità, di farsi spiare dai servizi segreti con la App “Immuni”;

obbligare la popolazione a farsi vaccinare;

rendere tutti docili e sottomessi come neppure fu nel Medioevo.

I fatti si sono susseguiti secondo copione sotto i nostri occhi.

Così siamo diventati facili prede della psicosi alimentata ad arte dai mass media,
a loro volta finanziati da “filantropi” esperti in terrorismo globale, perché la paura è l’arma più potente per annichilire le masse.


Ma quando tutto sembrava riuscito alla perfezione, molti medici e virologi
hanno detto che si trattava della più grande bufala della storia dell’umanità,
che si trattava di un virus influenzale ancora sconosciuto ma per il quale, finalmente, le cure ci sono e il vaccino non serve.

Alcuni di loro sono Zangrillo, Tarro, Montanari, De Donno, insieme a Paolo Ascierto che col Tocilizumab
– un farmaco utilizzato per curare l’artrite reumatoide – ha sconfitto il Covid-19 rendendo Napoli
l’unica metropoli italiana sanificata (da quando c’è l’epidemia, in tutta la Campania ci sono stati circa 5.000 casi e un migliaio di morti;
a Napoli ci sono stati tanti morti quanti ve ne sono stati a Tortona).


Il dubbio resta, poiché in tutta questa storia qualcosa non torna.

Anche perché si parla di vaccino pur sapendo che il coronavirus è mutevole,
e un vaccino finirebbe per non avere altro effetto se non quello di renderne dipendente chi lo fa,
con grande piacere di chi, coi richiami, glielo venderà a vita.

Che il vaccino possa essere inutile, tra i tanti, lo dice anche Mike Ryan, responsabile delle emergenze dell’Oms,
il quale in questi giorni ha dichiarato ufficialmente:

«Speriamo di trovare un vaccino efficace, ma non è garantito che questo accada».

Eppure la quasi totalità della stampa nazionale continua imperterrita a terrorizzare gli italiani
sul pericolo Covid-19, sulla inevitabile ricaduta d’autunno, sulla necessità improrogabile di vaccinarsi.

L’alleanza a quattro ha già in tasca il contratto con la multinazionale britannica AstraZeneca,
che entro l’anno permetterà di vaccinare tutti gli over 65, più sanitari e forze dell’ordine.


Ebbene, che il vaccino l’avrebbe venduto AstraZeneca, l'abbiamo pubblicato 3 mesi fa.

Profeti?

Chissà.

Gli è che qualcosa puzza, perché tutto potrebbe far parte di un piano molto ben congegnato che sta funzionando alla perfezione.

E avrebbe potuto chiudersi con successo se non ci fosse stato chi gridava: “Il Re è nudo!”,
mentre ci sarà certamente chi, come chi scrive, rifiuterà di farsi vaccinare.

Il vaccino sarà reso obbligatorio?

E io me ne frego.

Vaccinatevi pure voi, che a me vien da ridere.
 

Tolomeo

Perdo pelo, non il vizio
La Corte costituzionale tedesca ha emesso una sentenza senza precedenti
che sfida direttamente l’autorità della Banca Centrale europea (Bce) e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (Cgue).

..

Gli economisti avvertono che se la Bce smettesse di acquistare titoli di Stato,
la conseguente perdita di liquidità potrebbe spingere Italia e Spagna al default e portare al crollo dell’eurozona.

...

Huber ha avvertito che la minaccia di azioni legali da parte della Commissione europea sarebbe controproducente:

“Una procedura d’infrazione [azione legale] innescherebbe una rilevante escalation,
che potrebbe fare precipitare la Germania e altri Stati membri in un conflitto costituzionale difficile da risolvere.
A lungo termine, ciò indebolirebbe o metterebbe in pericolo l’Unione europea”.

...

Una crisi potrebbe avere degli effetti devastanti e condurre forse a una frattura dell’eurozona.

...

Gli storici che in futuro studieranno questo periodo potrebbero considerare
ciò come la svolta decisiva verso la disintegrazione dell’Europa...
...

Dai che forse ci siamo !

La ciofeca UE è destinata a decomporsi, prima o poi.
Meglio prima che poi.

Ci sarà indubbiamente uno scossone economico, seguito da un periodo di crisi e recessione.
Sarà il giusto prezzo da pagare per la riconquista della libertà e della autonomia di ciascuna nazione, rispetto al giogo del quarto reich merkelliano.

La storia provvederà ad emettere le sentenze a carico degli scellerati politici social-democristiani che hanno prodotto quel mostro.

Poi, finalmente, anche gli italiani potranno rialzare la testa.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non è possibile che accadano fatti del genere.
Fai questointervento in Svizzera - e se non è per emergenza - vedi quanto ti costa.
Ortanella si trova a meno di 1000 metri di altezza. 1700 metri dal Comune di Esino Lario.
Ci sono 40 case . Abitanti in loco . Agriturismo.
Ma ci pensate cosa è costata un'operazione del genere ?



Ancora una gita finita con rientro in elicottero.
E' successo questo pomeriggio quanto i vigili del fuoco del comando di Lecco
sono stati allertati per il recupero di 5 persone - due adulti, due bambini e un anziano -
in difficoltà in prossimità di Ortanella, frazione di Esino inerpicata sulla Grigna settentrionale,
nota per la sua vista sul Lago.
ortanella1.jpg

Per velocizzare le operazioni di soccorso è stato attivato l'elinucleo di Varese con l'elicottero Drago VF 82
che, da Malpensa, si è portato dunque sul luogo indicato, verricellando poi a uno ad uno i 5 soggetti
per poi portarli alla piazzola di atterraggio di Esino, affidandoli alla squadra di Bellano.
L'intera famiglia è risultata illesa.
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Sono boschi. Solo ed esclusivamente prati e boschi.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Maria Antonietta d’Asburgo, moglie di Luigi XVI, propose di dare delle brioches al popolo che chiedeva pane.

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio di un Governo italiano che conta tra i suoi esperti e consulenti
il valente Rocco Casalino e squadre di manager di altissimo livello, ha pensato bene
di cercare di accontentare la richiesta di consumi da parte di un popolo che teme una crisi economica
più devastante di quella provocata dal coronavirus, proponendo una riduzione delle aliquote dell’Iva.

In comune tra la Maria Antonietta della storia ed il Mario Antonietto del presente
c’è la tendenza a risolvere con qualche battuta estemporanea i problemi più complessi
evitando accuratamente di compiere esami e studi accurati ed approfonditi delle questioni sul tappeto.


Nessuno discute sulla efficacia, per il rilancio dei consumi, di un taglio dell’Iva.

Ma di quanto dovrebbe essere questo taglio e su quali tipologie di prodotti andrebbe applicato ?

E, soprattutto, come rilevano le persone più assennate, perché ipotizzare una riduzione delle entrate fiscali
senza indicare preventivamente le coperture e non inserire questa prima riduzione della pressione fiscale
all’interno di quella complessiva riforma del fisco che dovrebbe liberare gli italiani dal peso esorbitante
delle richieste dello Stato e fornire l’ossigeno necessario alle imprese ed ai singoli cittadini
per rilanciare lo sviluppo e la crescita indispensabili alla esigenza di strappare il Paese alla gravissima recessione in atto?


Gli Stati generali avrebbero dovuto fornire indicazioni concrete sul progetto della riforma fiscale.

Invece si sono conclusi con la battuta alla Maria Antonietta.

A dimostrazione che aveva ragione Marx quando sosteneva
che quando la storia si ripete la tragedia si ripresenta sotto forma di farsa.


Favorita dal Casalino di turno.
 

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