PER COMBATTERE L'ANSIA MI HANNO CONSIGLIATO DI CAMMINARE FINCHE' NON MI PASSA. DEVO DIRE CHE STA COMINCIANDO A FUNZIONARE, VIENNA E' BELLISSIMA. (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
:d:
Buona settimana a tutti :)
Conte: "Non solo riforme, ora reinventiamo il Paese" :ordine:
Spero che l'opera assomigli più al Mosè di Michelangelo che alla banana appesa con lo scotch o al wc d'oro di Cattelan :brr:
Ultimo giretto in Tibet :)

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Val

Torniamo alla LIRA
A tutto c’è un limite, anche e soprattutto ad una linea politica che sta ancora sfruttando una folle linea di contrasto al Covid-19.


Contrasto basato su due pilastri fondamentali:

il più rigido lockdown d’Occidente

e una continua, martellante propaganda tesa ad amplificare la paura,
trasformandola nella percezione di molti sprovveduti in vero e proprio terrore.


Tutto questo è stato efficacemente sintetizzato dall’illustre virologo Guido Silvestri
in video realizzato insieme all’economista Michele Boldrin.

Egli ha paragonato le estreme misure di chiusura decise dal Governo italiano
– che a suo tempo lo stesso Silvestri riteneva corrette ma che oggi, a posteriori, considera sbagliate in radice –
al tentativo di dare la caccia alle zanzare armati di un martello.

Qualcuna di esse potrà pure essere colpita, ma con il risultato di aver letteralmente devastato la propria casa.

Ed è esattamente ciò che abbiamo fatto in Italia,
devastando l’economia e alimentando ogni forma di paranoia socialmente distruttiva.



Gli effetti di simili scelte, che come ho avuto modo di scrivere più volte sono state strumentalizzate
da un improvvisato consorzio di interessi politici e professionali,
con il compiacente sostegno di gran parte dell’informazione nazionale,
le tocchiamo con mano quotidianamente.

Malgrado tutto porti a ritenere che la risposta italiana al Covid-19 sia stata e continui ad essere quanto meno discutibile,
e nonostante l’estinzione clinica delle patologie ad esso collegate,
un numero impressionante di individui anche oggi ne discutono come se fosse l’Ebola o la Peste nera.


Evidentemente questa spinta irrefrenabile a voler mantenere per forza in vita una folle paura
corrisponde ad un’intima esigenza di tanti personaggi.


I loro fantasmi interni, lungamente rimasti ad uno stato latente, hanno trovato un veicolo per manifestare tutta la loro mostruosità.

Con questa gente non c’è alcun elemento razionale che tenga.

Hanno bisogno di terrorizzare e sentirsi terrorizzati.

Ovviamente si tratta di una enorme massa di sprovveduti che sembra impermeabile
a tutti i continui aggiornamenti che gli studiosi più seri ci sottopongono
e che vanno tutti nella direzione di un virus che, come si ostinano a ripetere i clinici più autorevoli,
non è più un problema ospedaliero
.

Per costoro, al contrario, la situazione è praticamente bloccata al primo marzo, i
n cui è iniziato l’Armageddon raccontato dai professionisti del terrore,
alcuni dei quali erano arrivati a dire che il 25 per cento dei contagiati sarebbero finiti in terapia intensiva.


Ora, prevedere che nei prossimi mesi saranno visibili a tutti i frutti avvelenati di una follia collettiva senza precedenti non è, ahinoi, difficile.


Saremo, infatti, costretti a doverci confrontare con un cataclisma socio-economico senza precedenti,
con milioni di disoccupati e una moria impressionante di imprese che, in verità, appare già in atto da un pezzo.

E a quel punto neppure gli ingenti finanziamenti a fondo perduto richiesti quotidianamente all’Europa
dai nostri accattoni al potere potranno salvarci dall’abisso del sottosviluppo.

Ma nel frattempo abbiamo un premier che, malgrado la catastrofe incombente,
si permette il lusso di chiudere i suoi inverosimili “Stati generali” promettendo un piano per “reinventare l’Italia”.


Credo che ogni ulteriore commento sarebbe superfluo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Notate bene quando dice al minuto 5/6/7

"un virus con una mortalità infinitamente inferiore rispetto ad altre malattie"

"forzare una narrativa........"
 

Val

Torniamo alla LIRA
"Un virus con natura simil-influenzale......grave, ma simil-influenzare"

"Non è ebola. Non è aids."

"Una forma di schizofrenia culturale su questo argomento"
 

Val

Torniamo alla LIRA
La Corte costituzionale tedesca ha emesso una sentenza senza precedenti
che sfida direttamente l’autorità della Banca Centrale europea (Bce) e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (Cgue).


Questa sentenza apparentemente oscura, che cerca di riaffermare la sovranità nazionale
sugli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce, ha messo in discussione
la legittimità dell’ordine giuridico e politico sovranazionale dell’Unione europea.



L’Ue è ora impegnata in una lotta di potere con il suo più grande Stato membro, la Germania.

La faida giuridica minaccia la sopravvivenza non solo della moneta unica dell’Unione europea, l’euro, ma della stessa Ue.


Il 5 maggio, la Corte costituzionale tedesca (Bundesverfassungsgericht, BVerfG) ha stabilito
che la pratica della Banca Centrale europea di acquistare ingenti quantità di titoli di Stato,
una politica monetaria nota come allentamento quantitativo, è illegale ai sensi della legge tedesca
in quanto né il governo tedesco né il Parlamento tedesco approvano tali acquisti.


Da marzo del 2015, la Bce ha acquistato debito pubblico per un valore di 2,7 trilioni di euro.

In quello stesso periodo, nel tentativo di stabilizzare l’eurozona durante la crisi del debito sovrano europeo,
la Banca Centrale europea lanciò il suo programma principale di incentivazione,
il cosiddetto Programma di Acquisto del Settore Pubblico (Pspp).


La Bce sostiene che gli acquisti su larga scala di titoli di Stato sono uno stimolo monetario necessario per rinvigorire l’economia dell’eurozona.

I critici ribattono che gli acquisti di obbligazioni hanno inondato i mercati di denaro a basso costo
e hanno incoraggiato l’eccessiva spesa da parte dei governi, soprattutto nell’Europa meridionale indebitata.


In una sentenza di 110 pagine, la Corte costituzionale tedesca ha affermato che la Bce
non solo non era riuscita a giustificare i massicci acquisti di obbligazioni,
ma altresì che tali acquisti non soddisfacevano il “principio di proporzionalità”,
come richiesto dall’art. 5 del Trattato sull’Unione europea.


Questo principio di proporzionalità, che stabilisce che un’azione dell’Ue deve essere limitata
a quanto è necessario per conseguire un obiettivo, regola l’esercizio dei poteri conferiti dagli Stati membri all’Unione europea.


Nella sua sentenza, la Corte costituzionale tedesca ha ordinato alla Banca centrale tedesca (Bundesbank) di non partecipare più al programma di acquisto di titoli di Stato a meno che la Bce non dimostri entro tre mesi la “proporzionalità” della sue azioni. Senza la partecipazione tedesca il programma potrebbe essere interrotto.


La Corte tedesca ha inoltre accusato la Corte di Giustizia dell’Unione europea
di “aver superato il limiti del suo mandato giudiziario”.

Nel dicembre del 2018, la Corte Ue si pronunciò a favore del programma di acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce.

La Corte costituzionale tedesca affermò che la sentenza della Corte Ue era ultra vires (al di là dei suoi poteri) e quindi non vincolante.

La sentenza della Corte tedesca rappresenta una sfida senza precedenti per la Corte di Giustizia,
organo giurisdizionale supremo in materia di legislazione dell’Ue.


In base alla progettazione o per impostazione predefinita, la sentenza della Corte tedesca,
pronunciata al culmine della pandemia di coronavirus, ha creato una straordinaria incertezza finanziaria, giuridica e politica,
in un momento in cui l’Europa sta registrando uno shock economico senza precedenti.


Italia e Spagna, i Paesi dell’eurozona più colpiti dalla pandemia, sono anche quelli che dipendono maggiormente dalla Banca Centrale europea,
che di recente si è impegnata ad acquistare altri 750 miliardi di euro in obbligazioni.

Gli economisti avvertono che se la Bce smettesse di acquistare titoli di Stato,
la conseguente perdita di liquidità potrebbe spingere Italia e Spagna al default e portare al crollo dell’eurozona.


La sentenza della Corte tedesca segna una nuova fase nel dibattito sull’equilibrio tra la sovranità nazionale e sovranazionale.

Considerando ciò che è in gioco, i funzionari dell’Ue hanno respinto l’attacco.

Il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che la Germania
non ha alcun titolo legale a contestare l’Ue e ha minacciato l’apertura di una procedura d’infrazione:


“La recente sentenza della Corte costituzionale tedesca ha messo l’accento su due questioni attinenti l’Unione europea:
l’eurosistema e il sistema giuridico europeo.


“La Commissione europea difende tre principi di base:
la politica monetaria dell’Unione è una competenza esclusiva [dell’Ue];
il diritto europeo prevale sul diritto nazionale e
le sentenze pronunciate dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea sono vincolanti per tutti i tribunali nazionali.


“L’ultima parola sul diritto dell’Ue spetta sempre a Lussemburgo.


“La Commissione europea ha il compito di salvaguardare il corretto funzionamento del sistema dell’euro e del sistema giuridico dell’Unione”.


La presidente della Banca Centrale europea Christine Lagarde le ha fatto eco, asserendo di non volere farsi intimidire dalla Corte tedesca:


“Siamo un’istituzione indipendente, rispondiamo al Parlamento europeo, guidati dal nostro mandato.
Continueremo a fare tutto ciò che è necessario (...) per onorare il nostro mandato. Imperterriti, continueremo a farlo”.


In un comunicato stampa, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha insistito sul fatto che la Germania non ha alcuna giurisdizione:


“In linea generale, si ricorda che, in base a una giurisprudenza consolidata della Corte di giustizia,
una sentenza pronunciata in via pregiudiziale da questa Corte vincola il giudice nazionale per la soluzione della controversia dinanzi ad esso pendente.
Per garantire un’applicazione uniforme del diritto dell’Unione, solo la Corte di giustizia – che è istituita a tal fine dagli Stati membri –
è competente a constatare che un atto di un’istituzione dell’Unione è contrario al diritto dell’Unione.
Eventuali divergenze tra i giudici degli Stati membri in merito alla validità di atti del genere potrebbero compromettere
l’unità dell’ordinamento giuridico dell’Unione e pregiudicare la certezza del diritto.
Al pari di altre autorità degli Stati membri, i giudici nazionali sono obbligati a garantire la piena efficacia del diritto dell’Unione.
Solo in questo modo può essere garantita l’uguaglianza degli Stati membri nell’Unione da essi creata”.


In un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, un membro della Corte costituzionale tedesca,
il giudice Peter Michael Huber, che ha contribuito a scrivere la sentenza, ha risposto:


“Ciò che mi sorprende è la faziosità e il tono zelante che qualcuno utilizza qui.
È chiaro che da 50 anni la Corte di Giustizia dell’Unione europea rivendica una priorità illimitata del diritto europeo,
ma quasi tutte le Corti costituzionali e supreme si oppongono da un tempo altrettanto lungo.
Finché non vivremo in un super-Stato europeo, l’adesione di un Paese è disciplinata dalla sua legge costituzionale”.


Huber ha avvertito che la minaccia di azioni legali da parte della Commissione europea sarebbe controproducente:


“Una procedura d’infrazione [azione legale] innescherebbe una rilevante escalation,
che potrebbe fare precipitare la Germania e altri Stati membri in un conflitto costituzionale difficile da risolvere.
A lungo termine, ciò indebolirebbe o metterebbe in pericolo l’Unione europea”.


In un’intervista alla Süddeutsche Zeitung, Huber ha aggiunto:


“La presidente della Commissione europea, von der Leyen, ritiene che il diritto europeo va applicato sempre e comunque, senza alcuna restrizione.
Questo è sbagliato. Anche altri Stati membri dell’Ue presumono che le costituzioni nazionali prevalgano sul diritto europeo.


“Il messaggio indirizzato alla Bce è in realtà omeopatico. Questa istituzione non dovrebbe considerarsi il ‘maestro dell’universo’.
Un’istituzione come la Banca Centrale Europea, che gode di una debole legittimazione democratica,
è accettabile solo se si attiene con rigore alle competenze che le vengono attribuite”.


Friedrich Merz, membro dei conservatori che punta alla leadership della Cdu (l’Unione cristiano-democratica)
e candidato a succedere alla cancelliera Angela Merkel, ha dichiarato che la sentenza della Corte costituzionale tedesca
avrà delle conseguenze di vasta portata:


“Questa sentenza scriverà la storia giuridica europea.
In futuro deve essere un compito speciale della politica economica tedesca evidenziare le conseguenze negative
dei programmi di acquisto di titoli di Stato da parte della Bce”.


Martin Wolf, editorialista pro-Ue, ha rilevato nelle pagine del Financial Times:


“In assenza di altri programmi di sostegno dell’eurozona, i rischi di default sono aumentati.
In effetti, i differenziali sui titoli di Stato italiani sono aumentati dopo l’annuncio della Corte.
Una crisi potrebbe avere degli effetti devastanti e condurre forse a una frattura dell’eurozona.


“Altri Stati membri potrebbero seguire le orme della Germania nel respingere il potere giurisdizionale
della Corte di Giustizia dell’Ue e dell’Unione Europea. L’Ungheria e la Polonia sono ovvi candidati.
Gli storici che in futuro studieranno questo periodo potrebbero considerare
ciò come la svolta decisiva verso la disintegrazione dell’Europa...


“Un punto è chiaro: la Corte costituzionale ha decretato che anche la Germania può riprendere il controllo.
Di conseguenza, ha creato una crisi forse irrisolvibile”.


Sull’influente blog tedesco Tichys Einblick, Klaus-Peter Willsch, deputato del Parlamento tedesco,
ha scritto che la sentenza della Corte costituzionale teutonica ha demolito le rivendicazioni assolutiste di potere della Commissione europea,
della Bce e della Corte di Giustizia dell’Ue:


“Una cosa non va mai dimenticata: l’Europa non è uno Stato federale, ma una comunità giuridica
che si è sviluppata sulla base di un nucleo fondante di una comunità economica in aree chiaramente limitate della sovranità nazionale.
Qualsiasi sovranità dell’Unione Europea deriva solo dalla sovranità degli Stati membri costituenti.
Per questo motivo, l’art. 5, paragrafo 2, del Trattato sull’Unione europea stabilisce:


‘In virtù del principio di attribuzione, l’Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze
che le sono attribuite dagli Stati membri nei trattati per realizzare gli obiettivi da questi stabiliti.
Qualsiasi competenza non attribuita all’Unione nei trattati appartiene agli Stati membri’.


“Ritengo pertanto che la critica mossa alla decisione dei più alti giudici tedeschi non è soltanto inappropriata, ma è altresì totalmente infondata.


“La scorsa settimana, la nostra Corte costituzionale ha difeso gli interessi dei cittadini tedeschi.
Ha rammentato alla Banca Centrale europea e alla Corte di Giustizia dell’Unione europea i limiti della legge applicabile.
Ora è compito nostro, in politica, accogliere con gratitudine e attuare la decisione della Corte costituzionale federale,
invece di screditare i nostri giudici costituzionali come nemici dell’Europa!
Lo Stato costituzionale tedesco vive e protegge i suoi cittadini! Dovremmo esserne tutti felici!”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
"questo è un virus che richiede un contatto fisico per la trasmissione,
da avvicinamento per parecchi minuti, in un ambiente chiuso. Non all'aria aperta".
 

Val

Torniamo alla LIRA
Prima premessa: il secondo anello vuoto al comizio di Trump fa notizia
per il semplice fatto che il presidente ha abituato tutti ai palazzetti strapieni.

Seconda premessa: per Biden i 10mila supporters presenti a Tulsa nonostante il Covid
e il pericolo di scontri con le frange estremistiche di Black Lives Matter sono un miraggio poiché,
come testimoniano le immagini, i suoi più che comizi sembrano riunioni di condominio.

Terza premessa: non troverete titoli in prima pagina per i continui flop del candidato democratico.

Quarta premessa: state pur certi che una volta scemata l’emergenza Trump
tornerà a fare il pieno di supporter ad ogni suo appuntamento.

Detto questo, emerge chiaramente la volontà dei media mainstream di offrire una versione distorta della realtà,
utilizzandone soltanto le parti funzionali a mettere in cattiva luce l’odiato presidente,
come del resto hanno tentato di fare – con scarso successo – durante tutta la scorsa campagna elettorale.
Nel 2016 Trump riempiva i comizi, mentre spesso Hillary Clinton faticava a mettere insieme a poche centinaia di persone,
eppure i media mainstream (che erano dichiaratamente schierati dalla sua parte) si servivano di stratagemmi
come inquadrature strettissime per raccontare una realtà diversa, quindi fuorviante.
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Il 3 novembre del 2016 ero presente come inviato all’evento di chiusura della sua campagna elettorale,
che si svolse nella suggestiva cornice dell’Independence Mall di Philadephia.

In quella circostanza le tribune erano gremite da circa 20mila persone che, però,
dopo le esibizioni di Bruce Springsteen, Bon Jovi e l’acclamatissimo intervento di Barack Obama
non appena HRC (acronimo di Hillary Rodham Clinton, ndr) prese la parola cominciarono a prendere la via dell’uscita.

Una scena emblematica, perché rivelatrice del fatto che la maggior parte di quelle persone non fosse lì per lei, nonosttate fosse la candidata.

Ovviamente i grandi network si guardarono bene dal riportare questa “sfumatura”,
salvo poi rimanere traumatizzati dalla notte dell’8 novembre, quando accadde una cosa straordinaria:
a contare non furono più i sondaggi, gli editoriali dei grandi giornalisti o gli appelli dei VIP ma, pensate un po’, il voto degli americani.
Certo, posso comprendere che si tratti di un concetto estraneo a taluni radical chic,
ma in democrazia funziona così: la scelta spetta al popolo, non a un pugno di ottimati.
Media mainstream che non si dettero per vinti nemmeno dopo aver perso:
appena dopo il giuramento di Trump in molti pubblicarono due immagini, una accanto all’altra:

l’Inauguration Day (giorno del giuramento del presidente, ndr) di Obama con una folla oceanica

e quello di Trump, appena concluso, rappresentato da una foto scattata alcune ore prima del giuramento, quindi con pochissime persone.
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Come andò in realtà io lo vidi con i miei occhi perché mi trovavo lì, ma potete verificare voi stessi cliccando qui.

Anyway, nei 134 gorni che ci separano dalle elezioni del 3 novembre potrà succedere davvero di tutto,
le incognite si sprecano e ne vedremo e leggeremo di tutti i colori ma alla fine, come dicevo poc’anzi,
le chiacchiere staranno a zero e la parola passerà agli americani.

Con buona pace di chi ancora s’illude di poter fabbricare la verità a immagine e somiglianza dei propri interessi.
 

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