PENSO DI PENSARE TROPPO (1 Viewer)

Val

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Sarà. Ma questo è un aereo di linea che passa alle 16,55 sulla rotta tracciata

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Questi invece sono passati stamattina, perchè stamattina hanno ripreso a spargere.
Io la penso così. Queste perturbazioni che colpiscono duro non sono normali.
E non ditemi che sono le mutazioni climatiche. Almeno, lo sono, ma indotte.

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Val

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Questa notizia non l'ha trasmessa nessuno. Ma il pericolo incombe ed è reale.
Finiamola con i buonisti stupidi che escono di casa solo per andare al bar.

Lo scorso 21 settembre, mentre camminava da sola lungo una spiaggia deserta a Maroneia,
nel Nord della Grecia, una turista inglese è stata aggredita e sbranata da un branco di lupi.

Il poco che restava di lei è stato ritrovato qualche giorno dopo.

È accaduto insomma ciò che ormai stava purtroppo diventando probabile:
ossia che in Europa il lupo, dilagando indisturbato, cominciasse ad attaccare non più solo le pecore
(in Francia l'anno scorso ne ha uccise circa 6mila) e altri animali domestici, ma anche l'uomo.

In vacanza a Maroneia, la donna, Celia Hollingworth, dipendente dell'università di Bristol da poco in pensione,
si era fatta portare da un taxi fino a un'area archeologica non custodita situata a una certa distanza dal centro abitato,
e da lì stava facendo ritorno a piedi al suo albergo quando il branco di lupi l'ha raggiunta e aggredita.

Tanto forte è la «lobby» che in sede di Unione europea vuole il ritorno incontrollato
dei grandi carnivori sulle montagne e nelle campagne del nostro continente

che fuori della Gran Bretagna e della Grecia la tragica notizia non ha però avuto eco alcuna.

E anche in Grecia ci sono voluti diversi giorni perché le autorità locali ammettessero che la poveretta era stata vittima di lupi.
La Bbc ha seguito la vicenda fino a quando ufficialmente la causa della sua morte è stata così accertata, e poi non ne ha parlato più.

La vicenda è di una tragicità evidente, ma sarebbe un errore classificarla come un evento isolato e assolutamente straordinario.

Fatti del genere diventeranno sempre meno isolati e sempre meno straordinari se non ci si oppone a chi progetta,
con l'illegittimo sostegno dell'Unione europea, di far uscire i grandi carnivori dalle aree di riserva ristrette
e controllate in cui sussistevano, e lasciare che si diffondano in Europa ovunque possono.

In Italia finora il lupo ha sbranato solo pecore e cani, ma in un caso in Toscana
si è già andati vicino a una tragedia come quella accaduta in Grecia.
In Trentino già diverse persone sono state poi aggredite da orsi.

La prossimità tra l'uomo e i grandi carnivori non è possibile.
Non solo ciò è stato chiaro sin dall'inizio della storia, come tutte le più antiche letterature confermano,
ma la vittoria nello scontro con i grandi carnivori fu cruciale ai fini della sopravvivenza dell'uomo preistorico,
ossia del nostro più antico antenato. È con quella prima vittoria che la civiltà umana inizia.
 

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Più forte dei fatti e del buon senso è però finora l'effetto sulle grandi masse urbane
dell'immagine che dei grandi carnivori dà la cultura di massa:

come di simpatici bonaccioni antropomorfi nei programmi per i più piccoli,
e poi di spettacolari cacciatori di bufali e gazzelle destinati per natura al sacrificio nei programmi televisivi naturalistici.
 

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E poi ci sono questi che si stanno moltiplicando a dismisura.

La denuncia dei residenti: “Piani d’Erna devastati dai cinghiali”

I cinghiali ai Piani d’Erna
Piani d’Erna. O forse sarebbe meglio dire Pianti d’Erna: la località tra Versasio e il Resegone,
infatti, è diventata negli ultimi anni terra di conquista di cinghiali che, fatalmente,
stanno distruggendo settimana dopo settimana tutta la natura della zona.
La denuncia arriva da Paolo Milani, un privato con la residenza proprio in Erna.

«Non sono animali autoctoni»
Spiega Milani: «Qualche anno fa, circa cinque o sei, qualcuno ha portato sulle nostre montagne questi animali,
che non sono senza dubbio autoctoni, ma sono stati prelevati da un’altra zona e portati qui dall’uomo,
probabilmente per dare il via all’ambiziosa ‘caccia al cinghiale’, in grado di garantire prodotti culinari prelibati».

La situazione, nel giro di poco, è diventata allarmante.

Pendii e prati devastati
Le numerose aree verdi dei Piani d’Erna infatti, soprattutto i pendii, sono stati rapidamente devastati.

«Vanno dentro con le zanne, ribaltano la terra come un aratro. Immaginate un campo sul quale passa violentemente un trattore».
 

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