PENSO DI PENSARE TROPPO (1 Viewer)

DANY1969

Forumer storico
(J.Joplin)
Buona settimana a tutti:)
Davvero... io non riesco a credere che le sorti di un Pianeta siano in mano a due bambini dell'asilo che si prendono in giro: :confused:
Trump: "Kim mi dà del vecchio. Io non direi mai che è basso e grasso"
Adesso come reagirà il coreano? lo dirà alla mamma o lancerà un missile nucleare:-? :mumble:





 

Roberto.M

Forumer storico
(J.Joplin)
Buona settimana a tutti:)
Davvero... io non riesco a credere che le sorti di un Pianeta siano in mano a due bambini dell'asilo che si prendono in giro: :confused:
Trump: "Kim mi dà del vecchio. Io non direi mai che è basso e grasso"
Adesso come reagirà il coreano? lo dirà alla mamma o lancerà un missile nucleare:-? :mumble:






Con una puzzetta ??? :-D



Buona settimana.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non sanno cosa fare .......e come raccattare voti.

L'obiettivo è quello di facilitare i pagamenti per gli evasori che dovranno saldare i conti con le Entrate pagando anche le sanzioni.
E proprio su questo punto potrebbe arrivare un sostanziale "sconto".

Le sanzioni infatti, con pagamento entro maggio 2018, potrebbero subire una sforbiciata.
Non verbbero duqnue applicate sanzioni al 30 per cento ma al 15 per cento. E su questo fronte il dibattito si è acceso.

Il Pd, con un emendamento voleva azzerare del tutto la percentuale delle sanzioni,
il governo ha chiesto un passo indietro con un taglio più ragionato della percentuale della sanzione.
Nel testo, come ricorda il Corriere, ci sarà inoltre un tetto massimo per le somme evase da poter sanare.

Novità in arrivo anche sulla fatturazione delle bollette. Scompariranno quelle a 28 giorni per passare alla fatturazione a 30 giorni.
Di fatto verrà inserito l'obbligo della fatturazione mensile o plurimensile per tutte le bollette "base".
Si avrà invece una cadenza diversa per gli importi dei servizi aggiuntivi.

Cambiamenti anche sul fronte degli scioperi.
Maurizio sacconi ha presentato un emendamento in cui viene inserito l'obbligo di comunicare sette giorni prima l'adesione allo sciopero.

Infine resta da sciogliere il nodo pensioni per quanto riguarda l'innalzamento dell'età pensionabile.
Infatti i sindacati avrebbero rifiutato l'ipotesi di costituire 15 categorie di lavori gravosi che verrebbero esentate dall'uscita a 67 anni.
L'ipotesi è che la decisione sull'innalazamento dell'età possa slittare a dopo il voto.
 

Val

Torniamo alla LIRA
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Val

Torniamo alla LIRA
accade di tutto e di più ......

ROMA – Domenica sera è andata in onda in prima serata la serie televisiva su Canale 5 “Rosy Abate”,
la storia di una donna di mafia che prova a rifarsi una vita lontano dalla Sicilia.
Da quel momento, una coppia della provincia di Domodossola si è ritrovata d’improvviso catapultata in un incubo,
tra telefonate anonime e minacce di morte nel cuore della notte.

Questo perché nell’episodio trasmesso si vedeva una scena in cui un criminale lasciava un bigliettino alla protagonista, con su scritto un numero di telefono tutt’altro che inventato.

“Quel numero esiste ed è di mio marito – spiega la signora di Domodossola a Letizia Tortello per La Stampa
Da ieri sera persone sconosciute ci stanno tempestando di telefonate, fino alle 4 di notte e di nuovo stamattina,
per chiederci se siamo parenti di Rosy Abate, qualcuno ci dà dei mafiosi e c’è chi ci ha perfino minacciato“.
È stata lei a rispondere fino a notte fonda alle chiamate sul cellulare del marito, che stamane doveva partire presto per un viaggio di lavoro fuori dall’Europa.
“All’inizio pensavo che si trattasse di uno scherzo di amici, poi il cellulare non smetteva di suonare e ho capito che era uno spiacevole episodio, che ha preso una brutta piega”.

«Rosy Abate non fai paura a nessuno, vengo lì e ti ammazzo».

La signora, incinta di 8 mesi, si è agitata: «Non ho chiuso occhio».
Trenta e trentotto anni, i due coniugi di Domodossola ora stanno pensando di denunciare tutto ai carabinieri.
«Aspetto che mio marito torni dalla Svizzera e andiamo dalle forze dell’ordine.
Non è possibile che una produzione tv non controlli se i numeri sono veri.
La nostra privacy è stata violata. Mio marito è siciliano di origine, ma noi con la mafia non c’entriamo niente, siamo mica matti».
 

Val

Torniamo alla LIRA
Quale aggettivo dare a questo genere di notizia ? ....ed ai genitori del bambino ?

ROMA – Totti soccer school, bambino cacciato per una testata. La Federcalcio: “Reintegratelo”.

«Il baby bullo? Sbagliato escluderlo dalla Totti Soccer School».
Scende in campo la Federcalcio, che, per bocca del presidente del settore giovanile e scolastico, Vito Tisci,
fa trapelare il «dispiacere» per la vicenda che ha visto coinvolto un bimbo di 8 anni diversamente abile.
Lunedì scorso il piccolo è stato colpito da una testata sferrata da un coetaneo prima di una seduta di allenamento.
Andrea (il nome è di fantasia) dovrà sottoporsi nei prossimi mesi ad un intervento chirurgico,
visto che l'aggressione gli ha provocato un trauma nasale con una frattura.
«Domani (oggi, ndr) parlerò con il presidente della Soccer School, Riccardo Totti e studieremo il miglior modo
per intervenire nei confronti di questo bimbo di 8 anni», spiega Tisci che ammette:
«Da quando lavoro in Federcalcio non mi era mai capitato di sentire un caso del genere, che vedesse per protagonista un giocatore di questa età».

Sembra che il pulcino non fosse nuovo ad episodi del genere, tanto da essere stato attenzionato da diversi allenatori,
che ne avevano segnalato il carattere difficile: in passato sarebbe già stato protagonista di alcune liti, anche accese, con i suoi coetanei.

Il piccolo vittima dell'aggressione è rimasto fortemente traumatizzato e i genitori del baby-bullo
non avrebbero ancora ammesso le responsabilità del figlio, arrivando a parlare di un «comportamento eccessivo» da parte del Centro
 

Val

Torniamo alla LIRA
Accadono avvenimenti che erano impensabili solo qualche anno fa......e questo accade per lassismo e buonismo esagerati.

LONDRA – Una scuola britannica, come compito a casa, ha deciso di assegnare agli alunni una lettera
in cui avrebbero dovuto chiedere alla famiglia la conversione all’Islam.

Un compito che non è piaciuto affatto a Mark McLachlan, padre adottivo di una dodicenne della scuola, che le ha proibito di fare il compito e ha protestato contro l’insegnante.

McLachlan, 43 anni, di Houghton-le-Spring, vicino a Sunderland, contesta la decisione della Kepier School e dice:
“So bene che conoscere tutte le religioni fa parte del programma di studi nazionale, ma non capisco perché mai
dovrebbero chiedere a un bambino di scrivere una lettera indirizzata alla famiglia per la conversione a un’altra religione.
Se vogliono che i bambini imparino l’Islam, insegnino tutto ciò che riguarda questa religione e la sua storia.
Non voglio che la scuola chieda a mia figlia di esaminare le ragioni per convertirsi a un’altra religione”.

Un utente ha commentato: “Andreste in una scuola musulmana e chiedere di scrivere una lettera ai genitori per la conversione al cattolicesimo? Ne dubito!”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
........c'è proprio da imparare da codesto essere.

“Papà, devo dirti una cosa: vado nella casa del Grande Fratello”.
Apriti cielo! Se questo papà è Marco Travaglio, la notizia è di quelle ferali. Diavolo!

“Ma io sono il direttore del Fatto Quotidiano”.
Non la prende bene il direttore del “Fatto Quotidiano”, vittima dello scherzo delle Iene

“3 mila euro per un mese è una roba che non danno nemmeno alle colf, per il nome che porti 3 mila euro è una cosa offensiva, è una cosa da tirarglieli dietro”.

“Non voglio essere minimamente coinvolto. Io non esisto per Mediaset, né tantomeno per quei programmi di mer*a lì,
che ho sempre preso per il cu*o, ho sempre deriso e ho sempre definito diseducativi.
Non esiste al mondo, io sono il direttore del Fatto.
Vado nello studio del Grande Fratello a parlare di Malgioglio, a sporcare il mio nome, la mia faccia e quella di tutti i collaboratori del giornale?"

“Il Grande Fratello non è una trasmissione di artisti. E’ una trasmissione di sfigati morti di fama,
che non hanno più fama e che cercano di recuperarla mettendo in piazza le loro mutande, le loro scorregge, le loro scopate e le loro pippe.
E’ un programma osceno. Ti hanno invitato perché sei mio figlio, non perché sei un artista, ti illudi.
Non farai il tuo lavoro, farai il cog*ione in mezzo a un branco di cog*ioni e di sfigati. Quel programma emette puzza anche dal video, si sentono le puzze”.

«Non hai idea di quello che io sento nei loro confronti, è gente che ha cercato di rovinarmi.
Io vado lì da loro? Ma io li schifo, gli sputo in faccia, io se li incontro per strada li stiro con la macchina.
Sono gentaglia, personaggi orrendi, la feccia dell’Italia, stanno rincoglionendo milioni di persone, l’ho sempre scritto.
L’idea di essere avvicinato a loro mi fa venire il vomito........."
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ecco un classico esempio di "giornalaio al vento"


Il giornalista a lungo vice di Ezio Mauro ed oggi tornato al quotidiano del gruppo Espresso come editorialista,
riesce nell'impresa di fare due volte la morale sul caso Fini.
Mentre oggi Giannini accusa il sistema dell'informazione di non aver «denunciato allora l'evidente abuso di potere di Gianfranco Fini»
(la vicenda Montecarlo, le pressioni in Rai), quando scoppiò il caso Fini
proprio lui era in prima linea per accusare di killeraggio chi lo faceva
(come è anche stato ricordato in diretta dall'ex direttore Rai Guido Paglia e da Gian Marco Chiocci autore dello scoop su Montecarlo).

In quell'estate del 2010, quando il Giornale uscì con l'inchiesta su Fini, proprio Repubblica, e proprio il suo vicedirettore Giannini,
si schierarono in difesa di Gianfranco Fini, impegnato in una guerra politica con Berlusconi, nemico numero uno del quotidiano di De Benedetti.

Leggiamo cosa scriveva Giannini:
«È la berlusconiana fabbrica del fango, che attraverso l'uso scellerato dei giornali di famiglia e l'abuso combinato di servizi
e polizie sforna dossier avvelenati contro amici e nemici del presidente del Consiglio.
Da qualche giorno, com'era ovvio dopo la sacrilega rottura umana e politica con il padre-padrone del Pdl,
il fango ha ricominciato a sommergere copiosamente Gianfranco Fini per la vicenda del famigerato appartamento
di Montecarlo ereditato da Alleanza nazionale, rimesso sul mercato e poi finito nella disponibilità del cognato dello stesso presidente della Camera».

Giannini, che adesso si duole perché i comportamenti dell'allora presidente della Camera «bisognava denunciarli allora»,
non aveva dubbi sulla correttezza di Fini e sulla pretestuosità dei dubbi sollevati dalla «macchina del fango» di destra.

«Nel metodo, diciamo subito che Fini ha compiuto un gesto di responsabilità, onorando il ruolo che ricopre
e cercando di chiarire fin da subito tutti i punti della vicenda» ammirava Giannini, in quei giorni finiano ad honorem.
E vai con i violini: «Fini dà prova di grande senso dello Stato. Equilibrio politico, rispetto del potere giudiziario, disponibilità a fare luce:
così si comporta un uomo delle istituzioni, quando è in gioco l'onorabilità della sua carica e la trasparenza dei suoi comportamenti.
Già qui si coglie l'abisso culturale e temperamentale che separa il presidente della Camera dal presidente del Consiglio».

Insomma, «nel merito della vicenda, le precisazioni di Fini sembrano sufficienti a sgombrare quasi completamente il campo dagli equivoci e dai dubbi».
Al massimo, concedeva Massimo, «si può dire che il presidente della Camera sia stato un po' naif,
visto l'iniziale coinvolgimento nell'affare del fratello della sua compagna. Ma questo, al momento, sembra essere tutto».

Il vero scandalo non era Fini, assicurava il vicedirettore, ma il Giornale che aveva svelato gli affari della famiglia Tulliani-Fini.
Invece non bisognava denunciare Fini, bensì «le operazioni di killeraggio mediatico e politico dell'house organ del premier»,
«la fabbrica del fango che sta macinando Fini», un povero innocente «infangato, delegittimato, distrutto».

Ci fosse stato Giannini 2 al posto di Giannini 1, non lo avrebbe mai scritto.
 

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