patatina ti amo-controconcorso letterario (1 Viewer)

great gatsby

Guest
mi son sempre chiesto perché, con tutte le puttanate che scrivo
non trovo il conto di tediare nessuno

con le mie non banalità vissute

adesso lo so ,

ma mi piacerebbe la reciprocità, ohiné


un capolavoro

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la lettera di presentazione con cui allego il testo sarà visibile solo dopo il 29 feb.

Facendo parte della giuria il testo è fuori concorso.

[…] Mi son sempre chiesto e ancora mi interrogo su perché mai, un individuo come me, uno che i libri li fa ammuffire assieme ai salami, che la lettura lo sòpora e manco i film di maggior consenso trova appassionanti, avrebbe avuto il diritto di scrivere un libro, cosa che ho sempre associato e ritenuto di pertinenza esclusiva a persone dallo smisurato curriculum letterario e contraddistinte da straordinaria fantasia o che avessero da raccontare frangenti di vita fuori dal comune. Perché pur ritenendomi un liberista mi par sempre opportuno non intaccare l’altrui sensibilità e ritengo che la letteratura, almeno di base e in larga maggioranza, dovrebbe restare una cosa seria, di spessore, e offrire una certa qualità anche se per i più un siffatto testo semplicemente dovrebbe solo appagare il lettore a cui si rivolge ed in sostanza ciò rispecchia la realtà piuttosto che il mio mondo filosofico surreale, nella quale per imbraccare penna e carta non occorrono requisiti e la dimostrazione lo sono il proliferare di pubblicazioni e di pubblicanti (improbabili) il cui merito è solo quello di avere messo foto e firma in copertina.
Ancorchè soprasedessi su tal fatto di meritare o meno d’imbrattar codesto foglio, direi che per quanto detto mi rimarrebbe da capire a chi indirizzare il mio messaggio, badando che coloro avessero a percepire che non han errato acquisto ma soprattutto a non farli sprofondare nella delusione, allorchè si ritrovassero insoddisfatti nel mezzo della lettura o peggio in un altalenanza di suspance mista apatia col conseguente salto di capitoli per arrivar subito al dunque, cosa che mi farebbe rabbrividire. E anche qui i più interverrebbero dicendo che basta rivolgersi a tutti e che poi se proprio uno scoprisse che lo scritto non gli piace, potrebbe sempre farne dono a terzi, cosa gradita di questi tempi austèri. Converrete con me che ‘sti più comincian un po’ a stare sulle bale perché non fan altro che mettere il bastone fra le ruote, anzi è il caso di dire mi spuntano il pennino. Come solito nel chiar i miei arcani, m’affido all’arguzia dell’osservar e notavo che in libreria la gente (che poi mi san son sempre i famigerati “i più”) nello scegliere il libro per il comodino, scruta la copertina, scorre veloce senza leggere le pagine, come a controllare che sian tutte scritte e di non prendere un bidone ed infine legge un po’ di sunto, prefazione, quant’altro a mio avviso il minimo per capire se si tratta di amore, sesso, salute, lavoro come appunto ci domanda il mago quando lo s’ interpella.
Certo sarebbe vita facile, godendo di fama incommensurabile vuoi perché già scrittore di successo, o per corone d’alloro ricevuti in altri campi, o facile facile per avere una patacca dorata dal fulgido crine. Ma mi par di non rientrare in nessun di questi casi per i quali si dispone già di un cospicuo pubblico e manco dotato di invidiabile immagine ragion per la quale qualcun potrebbe esserne attratto e leggermi nel tentativo di carpirmi ed emularmi. Me misero tapino chi vuoi che mi legga, soprattutto pagando?
Accantonata quindi l’idea di scrivere su larga scala, resta pur sempre uno scenario meno allettante per la gloria personale ma che non precluderebbe ricche soddisfazioni allorquando ci si ponesse il minimo scopo di scrivere per il piacere di scrivere, per quel senso ricercato di benessere fisiologico che si prova quando si pone l’ultimo punto nell’ultima frase e si sospira profondamente, che nel mio caso equivale a come far la cacca dopo giorni di stipsi. Nella letteratura gli esempi in tal senso si sprecano e questo se da un lato mi darebbe l’opportunità di innumerevoli spunti dall’altro mi inibisce per la paura di non essere originale, di proporre un qualcosa di nuovo e diverso se non dovendo far ricorso a quella branchia dello scrittura che fa capo all’autobiografia e che pur avendomi reso in qualche modo famoso in senso lato allo stesso modo mi fa sprofondare nel patetico appellativo nel quale mi riconosco […]
 
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nmarchig

Forumer attivo
ma figurati il mio concorso era ironico, mica troppo "serioso" non l'hai ancora capito? :D..cmq bravissimo Patatina
 

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