Parliamo di libri (1 Viewer)

Claire

ἰοίην
Ho fatto una breve ricerca e ci sono solo vecchissimi thread che parlano di libri.
Nessuno di essi, mi pare, può essere definito come un Thread che possa essere utile per commentare, recensire, consigliare letture.
Così ho aperto questo thread e lo inauguro con:

"CARNAIO"
(Giulio Cavalli, ed. Fandango)

A DF, annoiata cittadina sulle coste italiane, iniziano ad arrivare, dal mare, cadaveri strani: uomini dalla pelle scura morti chissà dove e chissà come. Prima uno, poi due, poi decine, poi intere ondate di decine di migliaia di morti che ricoprono la città. Potrebbe sembrare una storia centrata sulle tragiche morti in mare di migranti, o un racconto buonista sulle migrazioni e le politiche incapaci di affrontarle. E invece la risposta della città di DF all' "invasione" dei corpi ci parla di altro: chiusura, sovranismo, senso del limite, capitalismo, tutto spinto, in una realtà sempre più distopica in cui l'etica e la morale scompaiono, fino al limite. Diviso in tre parti, di cui la seconda si distingue per l'io narrante di diversi cittadini che, di capitolo in capitolo, tracciano gli scenari sempre più agghiaccianti di DF, scritte, la prima e la terza parte con un linguaggio ricco e potente e con un sontuoso, diffuso "erlebte Rede", "Carnaio" non ha un protagonista ma è un romanzo corale. Bravo Giulio Cavalli che ricorda Saramago e che trasporta chi legge a DF e che ci fa conoscere i diversi cittadini, quasi potessimo vederli, pur senza descriverli fisicamente, con l'uso magistrale della tecnica del discorso indiretto libero (erlebte Rede) e con la sua capacità di scrittura.
 

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Claire

ἰοίην
"Il violino nero"
(Maxence Fermine, ed Bompiani)
Un racconto un po' triste, un po' gotico che dovrebbe parlare di amore, musica, sogni e mistero ma ci riesce solo in parte.
Rimane dentro una sensazione amarognola e umida di una città "magica" come Venezia alla fine del XVIII secolo, della bellezza estrema di una vita dedicata all'arte e all'amore, ma senza speranza e sbocchi.
Non riesce ad essere né un romanzo d'amore, né un dramma, né un romanzo storico, né a parlare in modo esaustivo di musica ed arte. Monco.
Scrittura scorrevole, capitoli molto brevi che rendono la lettura veloce e non impegnativa.
 

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bluck

Forumer storico
Dai parliamo di libri, ma non ve lo racconto scrivendo. Ascoltandone con voi un piccolo estratto
Aldo Busi. Manuale della perfetta umanità
 

Claire

ἰοίην
"La felicità del pollaio"
(Monica Pais, ed. Longanesi)

Piccole storie di animali "salvati" che, a loro volta, salvano: l'autrice, innanzitutto, che se ne prende cura e, incantata e deliziata, li conosce, ne osserva il carattere e il comportamento e trova la pace, durante il lockdown della primavera 2020, nel vecchio agrumeto dove cresce il "pollaio". E poi i lettori, salvati e commossi dalle vite resistenti di tutti gli ospiti del pollaio che, nella loro semplice esistenza, riassumono bellezza, speranza e vita.
 

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popov

Coito, ergo cum.
"Il dipendente"
(Sebastiano Nata, ed. Feltrinelli)

L'unico libro - tra i millemila che possiedo - che ho riletto: la storia del rapporto (malato) di uomo con il proprio lavoro e con il (dio) denaro. la storia di tutti noi, insomma.

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NoToc

old style
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Da Wikipedia:
" I costi umani della guerra non sono ben definibili, e sono spesso oggetto di dibattito. Più in generale, il bilancio dell'intera guerra risulta difficile in quanto, a fronte della deposizione di Saddam e dell'instaurazione di una democrazia formale, si è avuto un netto aumento delle violenze settarie in Iraq, una penetrazione di al-Qāʿida nel Paese e, in generale, un calo della sicurezza dei cittadini. "
 

Claire

ἰοίην
"La direttrice d'orchestra"
Di Maria Peters
Longanesi.

La storia vera (romanzata) di Antonia Brico, prima donna ad essere riconosciuta a livello internazionale come Direttrice d'orchestra.
Figlia di una ragazza madre olandese, Antonia viene adottata da una coppia americana di umili origini.
Nonostante la sua famiglia e la sua storia e la sua povertà, l'amore e la passione per la musica e la direzione d'orchestra la porteranno lontano.
Antonia si scontra con i pregiudizi sessisti, con le molestie del suo insegnante, i perbenismi dell'epoca, la povertà, le umiliazioni e il disprezzo degli uomini che non solo faticano a riconoscere il talento femminile ma che si sentono (come oggi, ancora) a disagio all'idea di essere diretti da una donna, "al di sotto" di lei.
Antonia rinuncia al suo amore, consapevole che la vita matrimoniale avrebbe messo in gabbia il suo talento, stringe amicizie particolari (da un travestito alla first Lady), sgobba, vive in povertà senza mai arrendersi, facendosi schiava solo della sua arte.

Bellissimo.
E mette a tacere tutti coloro che, maliziosi, si chiedono dove sia il contributo femminile all'arte, la musica, il progresso: alle donne fino a non molti anni fa non era permesso coltivare talenti e, se lo facevano, non venivano riconosciute degne di attenzione, stima, onore.
Quante Antonia Brico abbiamo perso per stupidi pregiudizi, maschilismo e misoginia?
 

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Claire

ἰοίην
"In nome della madre"
Erri De Luca

Una narrazione intima, dolce e poetica.
Maria/Miriam che parla della sua gravidanza con Lui, il Bambino che porta in grembo e da sola, a se stessa.
Scrive De Luca: "partorì da sola", la sapienza del parto di Maria, la sua assoluta perizia e solitudine... d'altronde la maternità è tutta un dialogo intimo tra madre e bambino, la partecipazione maschile, uno sputo lungo un istante (cit).
Pensavo che fosse stucchevole, mistificatorio. E invece è intimo, dolce e pieno di poesia. Si vedono i cieli neri pieni di stelle della terra di Israele, si percepisce il tepore della stalla e il deserto, col suo vento.
Nel nome del padre si inaugura il segno della croce, nel nome della madre si inaugura la vita (cit)
 

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Claire

ἰοίην
"Eleonor Oliphant sta benissimo"
(Gail Honeyman - ed. Garzanti)

Un esordio letterario che scivola come una mentina sulla lingua, con tutte le sensazioni acute, fresche e talvolta dolorose che la menta fredda porta con sè.
Scrittura scorrevole, un personaggio straordinario, dall'ironia involontaria, Eleonor è una giovane donna "interrotta" che sopravvive e assiste alle vite degli altri, stando "benissimo". Meticolosa, ipocondriaca, colta e lucidissima, la protagonista cela dentro di sé eventi dolorosi che si intuiscono da subito ma si disvelano nell'ultima parte del libro, grazie ad una presenza calda e vera che, per la prima volta riesce a mostrare ad Eleonor che la sua parte di cuore senza cicatrici è ancora viva e pulsante.
Niente passaggi melensi o eccessivamente drammatici e nessuna banalità, un bel libro davvero con i personaggi ben tratteggiati. Molto ben costruito anche Raymond, un giovane uomo che, per me, è l'emblema della virilità accogliente, serena e salda di cui c'è sempre più bisogno.
 

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