COERENTEMENTE
Serve un riepilogo. Quando a inizio legislatura i cinque stelle decisero la riforma della Costituzione col taglio dei parlamentari da 915 a 600, e senza nessuna idea strutturale se non di fargliela vedere alla casta, il Pd disse no, vergogna, colpo al cuore dalla democrazia. Coerentemente, ai primi tre passaggi in aula votò no. Poi cadde il governo gialloverde, si dovette costituire quello giallorosso, e per i cinque stelle la premessa irrinunciabile era che il Pd cambiasse idea. Il Pd coerentemente la cambiò, purché il taglio fosse accompagnato da una riforma strutturale, dopo aver coerentemente bocciato la riforma strutturale di Renzi. Scordatevelo, dissero i cinque stelle.
E il Pd disse ok, ce lo scordiamo, e coerentemente, dopo avere votato tre volte no, alla quarta votò sì. Un sacrificio per salvare il Paese e però Zingaretti, che aveva definito costitutivo del Pd il sistema maggioritario, chiese coerentemente una legge proporzionale. Non c’è problema, dissero i cinque stelle, ci pensiamo noi. Siccome non ci hanno pensato, l’eminente ideologo del Pd, Goffredo Bettini, l’altro giorno ha detto che o si fa il proporzionale o la riforma della Costituzione è pericolosa. Ieri lo ha ripetuto Zingaretti: pericolosissima! Così scopriamo che la Costituzione è in pericolo, a seconda della legge elettorale, che in Italia si cambia ogni tre settimane. Intanto la si farà, tranquilli. Una adeguata a un Parlamento ridotto a 600, senza nemmeno sapere se il referendum approverà o meno la riforma. Se non la approverà, avremo una legge elettorale nuova inadatta a un Parlamento vecchio, ma coerentemente, con l’intera storia del Pd.
La Stampa/M. Feltri