Onorato Armatori 7,75% 2016-23 (XS1361301457) (2 lettori)

Fabrib

Forumer storico

Genova – La data segnata in rosso sul calendario è questa, impressa dal Tribunale di Milano. Oggi Vincenzo Onorato deve presentare il piano concordatario agli istituti finanziari e agli obbligazionisti per salvare il suo gruppo, costituito da Moby, Tirrenia, Compagnia Italiana di Navigazione e Toremar. Secondo le ultime indiscrezioni trapelate dalla galassia della Balena Blu, sembrerebbe tramontato il ricorso a Fondo Clessidra, ma le pressioni del debito non consentono troppe vie di fuga.

Il piano di salvataggio sembra proporre ai creditori un recupero immediato del 30 per cento, con un’opzione su ulteriori liquidità da raggiungere, verosimilmente, con la vendita di alcune navi. I numeri ruotano attorno al bond da 300 milioni di euro (scadenza 2023) e a un progetto di nuove iniezioni finanziarie nella cassa del gruppo che dovrebbe essere garantito da uno dei soggetti che si sono affacciati sul dossier.

Se i più disposti a investire sul salvagente per Moby sembrerebbero essere i rappresentanti di Europa Investimenti, sono state segnalate attività da realtà strutturate come Sound Point Capital, Cheyne Capital, BlueBay e Aptior Capital. Ma negli ultimi giorni, come riportato da alcuni osservatori, sembrerebbe essersi fatto avanti anche Arrow Capital. In tutti i casi l’operazione prevederebbe non solo il salvataggio ma anche un piano di rilancio operativo.

La salute del gruppo

Il gruppo di Onorato, attualmente in concordato preventivo, ha visto Moby chiudere il primo semestre del 2020 in rosso per 50 milioni e con un indebitamento per 643. Su Tirrenia pesa un debito di 180 milioni verso lo Stato, a seguito della privatizzazione. Di certo la pandemia non ha migliorato i conti, anzi. Eppure Onorato mostra fiducia: «Dopo l’attacco a fini speculativi subito a settembre dello scorso anno, la principale priorità, mia e della mia famiglia, oltre che di tutto il management, è stata quella di mettere in sicurezza la compagnia ed avviare, da una parte un progetto industriale volto alla crescita ed alla tutela dei nostri collaboratori sia a terra che in mare, e dall’altra ad instaurare un dialogo con tutti gli stakeholders coinvolti al fine di quanto sopra». Queste le sue rassicurazioni via social ai dipendenti.

«Abbiamo presentato – ha aggiunto Onorato – un piano industriale volto da una parte a tutelare gli interessi dei creditori e dei fornitori, categoria quest’ultima che ancora di più si è dimostrata vicina alla compagnia con vere partnership e a cui va un mio particolare ringraziamento, e dall’altra confermi tutti i posti di lavoro ed i nuovi investimenti che, nel prossimo triennio, porteranno ad abbattere drasticamente l’età media della flotta e a perseguire il percorso già intrapreso di tutela ambientale e dei nostri mari».

Un pensiero è stato rivolto dal manager ai dipendenti, con la “prenotativa” definita come un «atto di responsabilità dovuto» e un segnale di vicinanza per il blocco di una parte della tredicesima: «Un ulteriore sacrificio cui verrà posto velocemente rimedio». —
 

Fabrib

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Fabrib

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È scaduto ieri, il 28 dicembre, il piano per la presentazione al Tribunale di Milano del piano di ristrutturazione dei debiti (in alternativa un concordato in bianco oppure una procedura in base all’articolo 182 bis del codice fallimentare) del gruppo Moby, uno dei giganti italiani dei traghetti, posseduto dalla famiglia Onorato, attualmente sotto forte pressione a causa dei debiti, circa 560 milioni di euro.
Con ogni probabilità, a causa del Covid, il Tribunale di Milano concederà altri due mesi di tempo, quindi un’ulteriore proroga rispetto a quella concessa già a ottobre. Una domanda in tal senso è già stata depositata dall’azienda.
Resta da capire come si evolverà la situazione nelle prossime settimane. L’azienda ha presentato nelle scorse settimane una doppia opzione di offerte ai suoi creditori: cioè obbligazionisti e banche. La prima opzione prevede un rimborso al 30% dei crediti in una volta sola, mentre la seconda opzione un rimborso al 15% con la possibilità però di crediti ulteriori (attorno al 45%) entro il 2025.
Per l’amministrazione straordinaria di Tirrenia, al contrario, ancora creditrice per una somma pari a 180 milioni di euro, sarebbe stata offerta una proposta che prevede un rimborso più o meno della metà della cifra (quindi 90 milioni) nell’arco di 5 anni. Gli obbligazionisti (in gran parte investitori specializzati come Soundpoint Capital, Cheyenne Capital, BlueBay, Aptior), assistiti sull’operazione dall’advisor Houlihan Lokey, non avrebbero però mostrato parere positivo all’offerta, considerata ancora troppo bassa e avrebbero quindi proposto a Moby di intervenire anche fornendo nuova finanza.
La compagnia dei traghetti è finita in default dopo che non ha pagato a inizio anno né la cedola sul bond da 300 milioni di euro, con scadenza 2023, né gli interessi dovuti sulla linea di credito «revolving» da 260 milioni.
È ora probabile che a gennaio possano proseguire nuove negoziazioni con l’obiettivo di migliorare l’offerta. Moby, assistita dagli avvocati di Gianni Origoni Grippo, ha individuato l’investitore che dovrebbe aiutarla in questo percorso: si tratta di Europa Investimenti-Arrow Global.
Il Sole 24 ore/Festa
 

qquebec

Super Moderator
A 30 raccolgono solo le briciole e non raggiungono il quorum per l'omologa. Del resto i fondi hanno rastrellato intorno a quel prezzo. E' quindi impensabile che Onorato possa trovare adesioni a 30. Devono alzare l'asticella e anche di parecchio, secondo me
 
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Alfonso300

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