Om Gam Ganapataye Namah (1 Viewer)

great gatsby

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great gatsby

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Om Gam Ganapataye Namah


Mi arrendo a Te, Signore di tutti gli esseri


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[ame=http://www.youtube.com/watch?v=JhGq7FY1N5U&feature=fvwrel]Ganpati Mantra - Om Gan Ganpatye HQ - YouTube[/ame]
 

great gatsby

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Presso la religione induista, Ganesha o Ganesh (Sanscrito गणेश IAST Gaṇeśa) è una delle rappresentazioni di Dio più conosciute e venerate; figlio primogenito di Shiva e Parvati, viene raffigurato con una testa di elefante provvista di una sola zanna, ventre pronunciato e quattro braccia,

mentre cavalca o viene servito da un topo, suo veicolo.

Spesso è rappresentato seduto, con una gamba sollevata da terra e ripiegata sull'altra, nella posizione dell'alitasana. Tipicamente, il suo nome è preceduto dal titolo di rispetto induista, Shri.
Il culto di Ganesha è molto diffuso, anche al di fuori dell'India; i devoti di Ganesha si chiamano Ganapatya.

Formato dalle parole sanscrite gana e isha (signore), Ganesha significa letteralmente "Signore dei gana" dove gana può essere interpretato come "moltitudine", facendo assumere al nome il significato di "Signore di tutti gli esseri", ma con gana nella tradizione induista si possono intendere anche dei piccoli demoni deformi che corteggiano Shiva.[1]

Ganesha viene a volte chiamato anche Vighnesvara, "Signore degli ostacoli", e Vinayaka, "colui che rimuove".
 

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great gatsby

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Ogni elemento del corpo di Ganesha ha una sua valenza ed un suo proprio significato:
la testa d'elefante indica fedeltà, intelligenza e potere discriminante;
il fatto che abbia una sola zanna (e l'altra spezzata) indica la capacità di superare ogni dualismo;
le larghe orecchie denotano saggezza, capacità di ascolto e di riflessione sulle verità spirituali;
la proboscide ricurva sta ad indicare le potenzialità intellettive, che si manifestano nella facoltà di discriminazione tra reale ed irreale;
sulla fronte ha raffigurato il Tridente (simbolo di Shiva), che simboleggia il Tempo (passato, presente e futuro) ne attribuisce a Ganesha la padronanza;
il ventre obeso è tale poiché contiene infiniti universi, rappresenta inoltre l'equanimità, la capacità di assimilare qualsiasi esperienza con sereno distacco, senza scomporsi minimamente;
la gamba che poggia a terra e quella sollevata indicano l'atteggiamento che si dovrebbe assumere partecipando alla realtà materiale e a quella spirituale, ovvero la capacità di vivere nel mondo senza essere del mondo;
le quattro braccia di Ganesha rappresentano i quattro attributi interiori del corpo sottile, ovvero: mente, intelletto, ego, coscienza condizionata;
in una mano brandisce un'ascia, simbolo della recisione di tutti i desideri, apportatori di sofferenza;
nella seconda mano stringe un lazo, simbolo della forza che lega il devoto all'eterna beatitudine del Sé;
la terza mano, rivolta al devoto, è in un atto di benedizione (abhaya);
la quarta mano tiene un fiore di loto (padma), che simboleggia la più alta meta dell'evoluzione umana.
La zanna spezzata [modifica]


Statua di Ganesha proveniente dallo stato dell'Andhra Pradesh, India.
La zanna spezzata di Ganesha, come si è visto, indica principalmente la capacità di superare o "spezzare" la dualità; tuttavia, questo è un simbolo che può assumere vari significati.
« Un elefante ha, di norma, due zanne. Anche la mente propone spesso due alternative: quella buona e quella cattiva, l'eccellente e l'espediente, il fatto e la fantasia che la porta fuori strada. Per fare qualsiasi cosa, la mente deve comunque diventare determinata. La testa di elefante del Signore Ganesha ha quindi una sola zanna per cui Egli è chiamato "Ekadantha", che significa "Colui che ha una sola zanna", per ricordare ad ognuno che si deve possedere la determinazione mentale. »
(Sathya Sai Baba)
 

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great gatsby

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I testi sacri proporzionano diverse versioni a proposito della nascita di Ganesh, ma la più popolare è quella che vede la dea Parvati creare Ganesh inizialmente come guardiano della sua intimità. Esasperata dal rifiuto del marito, il dio Shiva, di rispettare le sue stanze private anche quando la dea si concedeva un bagno, Parvati decise di sistemare le cose una volta per tutte. Prima di recarsi in bagno la dea rimosse dal suo corpo la pasta di sandalo con cui si era cosparsa e con la stessa modellò la figura di un ragazzo. Infuse vita alla statua alla quale comunicò di essere sua madre e che il suo compito consisteva nel sorvegliare l’entrata mentre lei faceva il bagno.
L’ortodossia iconografica impone di rappresentare il dio con 4 braccia che rappresentano i 4 attributi interiori dell'anima: mente, intelletto, ego, coscienza condizionata. Gli stessi attributi fisici di Ganesh sono ricchi di simbolismo: una mano nella posizione abhaya, che indica protezione e rifugio e l'altra regge un dolce, modaka, simbolo della dolcezza della realizzazione dell'io profondo. Nelle mani posteriori generalmente regge ankusha, un pungolo da elefante o un'ascia e nell'altra un nodo scorsoio; questo indica che l'attaccamento al mondo ed ai desideri è una trappola, il pungolo è utilizzato per spronare l'umanità verso il cammino della giustizia e della verità e l'ascia è simbolo della recisione di tutti i desideri, apportatori di sofferenza.
Il suo ventre indica la generosità della natura e la facoltà del dio di inghiottire i dolori dell'universo e di proteggere il mondo. Il ventre obeso è tale poiché contiene infiniti universi, rappresenta inoltre il giusto, la capacità di assimilare qualsiasi esperienza con sereno distacco, senza scomporsi minimamente.

La caratteristica di maggior impatto è la testa d'elefante, simbolo di forza e di coraggio intellettuale. L'elefante è l'animale più grande e forte della foresta. Tuttavia è un animale delicato e vegetariano e dunque non uccide per mangiare. E' un animale fedele e affettuoso verso i suoi guardiani ed è molto docile se trattato con amore e rispetto.


Ganesh, pur essendo un dio potente, è un dio mosso da amore e perdono che si commuove a causa della devozione dei fedeli; ma allo stesso tempo l'elefante può distruggere l'intera foresta se provocato.


La grande testa d'elefante simboleggia la sua saggezza, le sue grandi orecchie separano il bene dal male; sentono tutto ma ascoltano solo ciò che è buono; ascoltano con attenzione le richieste degli umili come dei potenti. La proboscide è simbolo del suo discernimento e del suointelletto, una caratteristica altamente necessaria per il progresso spirituale. Un altro aspetto interessante dell'iconografia di Ganesh è la zanna spezzata che indica principalmente la capacità di superare o "spezzare" la dualità.



Il topolino, sul quale si sposta Ganesh è una figura enigmatica; sembra strano in principio che al Signore della Saggezza sia stato assegnato un mezzo di trasporto umile ed incapace di sollevarne l'immane peso, ma ciò vuol indicare che il saggio non trova nulla nel mondo sproporzionato o brutto.
Il topo è paragonabile all'intelletto; è capace di infilarsi inosservato cosciente o meno, dove non avremmo mai pensato fosse possibile, e lo fa spesso senza domandarsi se troverà virtù o vizi.


Il topo rappresenta la nostra preziosa mente. Mostrando il topo che si umilia davanti al signore Ganesh, si indica che l'intelletto è stato domato dalla sua capacità di giudizio.

“La nostra meta non è di trasformarci l’un l’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e di imparare a vedere e a rispettare nell’altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento” H. Hesse.
“Io e te siamo una sola cosa: non posso farti del male senza ferirmi” Gandhi.





[ame=http://www.youtube.com/watch?v=287BnMx_mXQ&feature=related]Ganesh Maha Mantra - Om Gam Ganapataye Namaha - YouTube[/ame]
 

Claire

ἰοίην
com'è che ti interessi e ti intendi di questo tipo di "materia"? Ricordo, spero di non sbagliare, che nel Caffè, una volta hai anche suggerito una lettura in merito....
 

great gatsby

Guest
com'è che ti interessi e ti intendi di questo tipo di "materia"? Ricordo, spero di non sbagliare, che nel Caffè, una volta hai anche suggerito una lettura in merito....


l'india non puo' non lasciare tracce, fosse solo per certi aspetti solo apparentemente superficiali o pittoreschi come questo

non ricordo..era un libro sulla doppia diaspora musulmani-indu' prodromica alla indipendenza

oppure qualche cenno sui sikh ????
 

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