Olanda chiede troppi referendum ovviamente i KOMUNISTI (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
I post-comunisti olandesi, in testa ai sondaggi, chiedono il referendum sul Fiscal Compact




Mancano poche settimane al voto in Olanda dopo la rovinosa caduta dell’esecutivo del liberale Mark Rutte che godeva dell’appoggio esterno del leader euroscettico Geert Wilders. I sondaggi prevedono un testa a testa serrato tra i liberali del premier uscente e i post-comunisti di Emile Roemer, leader della sinistra estrema. Anche in Olanda la rabbia verso l’Europa è tanta e crescente e infatti, alla sinistra moderata del partito laburista i sudditi di Beatrice d’Orange preferiscono la sinistra radicale dei post-comunisti. Il loro leader Emile Roemer, che potrebbe divenire il prossimo premier in quel de L’Aja pare abbia qualcosina da dire sul “Fiscal Compact”
Reuters
Emile Roemer, leader del Partito Socialista (1) e possibile candidato a presiedere il prossimo governo, ha dichiarato in un’intervista che ogni nuovo trasferimento di sovranità verso l’Unione Europea da parte dell’Olanda dovrebbe essere sottoposto a referendum.
Confermando il commento un portavoce del partito, afferma che l’impegno riguarda anche il “Fiscal Compact” progettato dall’Unione Europea per imporre regole fiscali più restrittive ai paesi membri (…)
“ La politica economica non può essere ridotta a una lista di regole che prescrivono la riduzione del debito” ha affermato il portavoce del partito a Reuters. “Noi ostacoleremo il trattato” ha aggiunto (…)

Alle elezioni olandesi manca meno di un mese. Vedremo come finirà, comunque non è un bel segnale per la traballante moneta unica e per le prevedibili turbolenze sui mercati (2) in seguito a un’affermazione più forte del previsto per la sinistra estrema olandese.

(1) Non fatevi ingannare dal nome, il “Partito Socialista” in Olanda non è un partito socialdemocratico ed europeista ma è discendente diretto del defunto Partito Comunista Olandese e infatti nel Parlamento Europeo siede nel gruppo della sinistra estrema, lo stesso in cui sedeva Rifondazione Comunista per intenderci. La sinistra moderata ed europeista in Olanda è rappresentata dal Partito Laburista.
(2) Piccola considerazione personale: i cosiddetti “mercati” prima si vantano di essere indipendenti dal governo, invitano lo stato cattivo a non intralciarli a deregolamentarli e a star fuori dalle balle e poi salgono e scendono a seconda dei risultati più o meno graditi delle varie consultazioni elettorali e delle dichiarazioni, dichiarazioni che sono identiche a rotazione da anni se c’avete fatto caso, di Merkel; Hollande; Monti; Draghi e Weidmann. Non c’è che dire, le borse vanno su e giù a seconda di una pernacchia della Merkel o di un rutto di Hollande. Meno male che “i mercati” si autoregolavano e anzi erano loro a regnare sulla politica. Non so voi ma a me ‘sti mercati paiono solo una massa di idioti in preda al panico irrazionale, tra l’altro a me pare tenuti palesemente per le palle da Merkel; Hollande; Monti; Draghi & soci che ciclicamente ripetono a turno le stesse parole che hanno sempre gli stessi effetti sulle borse. Per chi è dalle mie parti una sorta di “Trea Muinea”.
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tontolina

Forumer storico
e com'è che invece in iitalia i cattocomunsti del PD niente?
SEMPRE E solo a fregà il fondo del barile


sembra che abbiano incassato anche da Berlusconi
vuoi mettere fare opposizione in questo modo sempre ai danni della pubblica utilità?
 
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tontolina

Forumer storico
OLANDA…IL BUCO PRIVATO CON IL PAESE INTORNO!

Scritto il 4 aprile 2013 alle 13:10 da icebergfinanza

Credo fosse intorno a marzo dello scorso anno quando in OLANDA E GERMANIA: LA TRAVE E LA PAGLIUZZA e soprattutto in OLANDA… HALLOWEEN ASSICURATO! evidenziavo come in realtà la virtuosa Olanda altro non era che una sorta di futuro buco nascosto con un Paese intorno.
Per carità, vi sono addirittura delle voragini con un paese intorno come ad esempio il Giappone e l’Inghilterra, se mettiamo insieme il debito complessivo, statale e privato, ma il problema dell’Olanda è essenzialmente qui…
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Recentemente inoltre ho scritto anche che
Il deficit di bilancio dell’Olanda per quest’anno e per il 2014 sarà superiore al 3% del prodotto interno lordo. Lo indica l’istituto di previsione economica CPB. Il deficit sarà al 3,3% del pil quest’anno, e al 3,4% del pil nel 2014. Mentre l’economia si contrarrà dello 0,5% nel 2013.
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Mica finisce qui però i virtuosissimi olandesi in fatto di sforamento del deficit non si sono certo risparmiati -4,5 % nel 2011 contro il nostro – 3,9 % allegramente sforato anche nel 2012 con previsioni ben oltre il 3 % per il 2013 e 2014.

Ma andiamo avanti perchè ben pochi sanno che i Paesi Bassi uno dei land della Germania come tanti altri ha avuto il terzo maggiore aumento dei salari dall’introduzione dell’euro dopo Grecia e Portogallo oltre ad avere come abbiamo già visto il più alto debito privato dopo la Danimarca e complessivamente più elevato del nostro.

Alcuni lettori mi hanno segnalato il seguente articolo Olanda, in crisi tra rischio bolla immobiliare e debiti enormi ma come tutti ben sanno per noi non sono novità a parte per il 99 % degli italiani che ogni tanto vengono informati da qualche articolo qua e la, o in qualche programma dopo la mezzanotte dai media italiani, per non disturbare la leggenda metropolitana della grande e virtuosa Germania e del suo ultimo land l’Olanda, dove i ministri delle finanza diventano presidenti dell’Eurogruppo dove proporre la paranoia austerà in casa altrui mentre da loro si spende e spande o far fuggire i depositanti dalle banche del club MED magari per portare i soldi in Olanda e Germania, dove si trovano i buchi e le voragini con le banche intorno più grandi d’Europa.
Ma questo mi raccomando non ditelo agli italiani, potrebbero prendersi un coccolone e veder rovinata la leggenda metropolitana del virtuosismo nordico!
Per chi volesse sostenere liberamente il nostro viaggio è disponibile MACHIAVELLI 2013 UN ANNO DOUBLE FACE un post da non perdere sulle prospettive geopolitiche, macroeconomiche e tecniche di un anno che si preannuncia decisamente DOUBLE FACE!
 

tontolina

Forumer storico
Anche DRAGHI è preoccupato per l'Olanda e il lussemburgo.


Le banche in Lussemburgo e Paesi Bassi sono un problema. E i governi hanno bisogno di un surplus perché le banche sono un problema.
L’esperienza recente mostra che i paesi in cui il settore bancario è diverse volte più grande di quello dell’economia sono, in media, più vulnerabili. Shock finanziari hanno colpito questi paesi più duramente – semplicemente a causa della dimensione del loro settore bancario – rispetto ai paesi in cui il settore bancario è una componente più piccola dell’economia. Lo abbiamo visto in tutto il mondo, in realtà, a partire dal Regno Unito. Allora, che cosa fare? Beh, una cosa è quello di ridurre le dimensioni dei settori bancari sovradimensionati, ma altre cose si possono fare. È necessario agire in modo più prudente di quanto si farebbe normalmente. Vale a dire, non avere deficit di bilancio, e di mantenere riserve di capitale o di attivita’ di grandi dimensioni o di grandi dimensioni.





il resto qui: Mario Draghi: non c?e? un Piano B (il pensiero delle classi dirigenti Europee su Euro, banche e crisi) | Scenarieconomici.it

 

tontolina

Forumer storico
Se Atene piange Sparta non ride. Ma l’Olanda gode buona salute?

4 giugno 2013 Di Giuseppe Sandro Mela



Giuseppe Sandro Mela.


L’Istituto Centrale di Statistica Olandese ha rilasciato il 15 maggio gli ultimi aggiornamenti dei dati sul Pil, che risulta essere decresciuto per il terzo quadrimestre consecutivo. Secondo una delle definizioni più accettate, ed accettabili, l’Olanda sarebbe quindi entrata in recessione.
Nell’aggiornamento del 31 maggio l’Istituto Centrale di Statistica Olandese rileva invariata la situazione economica.
Il decremento del Pil non è percentualmente severo, per cui questo indice non segnalerebbe una situazione di per sé troppo preoccupante.
Tuttavia iniziano a delinearsi i segni di un quadro immobiliare alquanto instabile, che potrebbe però virare verso una vera e propria bolla. Infatti, gli investimenti immobiliari rappresentano a tutt’oggi oltre il 111% del PIL olandese.
Una situazione da monitorare con cura ed attenzione, anche tenendo conto delle ultime dichiarazioni rilasciate dal ministro delle finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, secondo il quale «tutti coloro che detengono obbligazioni subordinate di Sns Reaal e Sns Bank subiranno un esproprio. Ritengo che questi titoli dovranno essere rimborsati a zero euro, al pari delle azioni».



Cbs Statistics Netherlands. 2013-05-31. Economic situation virtually unchanged.
Analysis May:
The economic situation at the end of May was at approximately the same low level as at the end of April. Improvements and deteriorations balanced each other out. The heart of the scatter in the Business Cycle Tracer is still located in the recession stage. All indicators are currently below their long-term average.
In the course of May, new data have become available for all indicators. As a result of the new information, the distribution of the indicators across and within the quadrants has changed.
Four indicators moved to other quadrants. Household consumption, producer confidence and capital market interest rate moved from the red to the yellow quadrant. The trend for these indicators shifted from downwards to upwards, but the indicators are still performing below their own long-term average. Exports falls back from the orange to the red quadrant and is now also performing below its long-term average.
At the end of May, the heart of the scatter in the Tracer is located in the red quadrant (indicating recession). Ten of the fifteen indicators are in the red quadrant and five are in the yellow quadrant. The growth rate of indicators in the red quadrant is below their long-term average and slowing down. The growth rate of indicators in the yellow quadrant is also below their long-term average, but increasing. The growth rate of the indicators in the green quadrant is above their long-term average and increasing. The growth rate of indicators located in the orange quadrant is also above their long-term average, but slowing down.

Cbs Statistics Netherlands. 2013-05-15. Quarterly national accounts; changes.

The Fielder. 2013-06-04. Olanda, una nuova bolla immobiliare?
Nel corso degli ultimi anni si è discusso più volte delle criticità di alcuni Paesi membri dell’Unione Europea, spesso indicati con l’acronimo PIGS. Tuttavia, la crisi sta iniziando a minacciare anche gli Stati che erano considerati sicuri dagli investitori. Solo qualche mese è arrivato il downgrade dell’Inghilterra il quale, sebbene ampiamente previsto anche su queste pagine, ha senza dubbio dato uno scossone ai mercati. Sembra, ormai, che stia arrivando il turno sia della Germania – il cui ingresso in recessione è previsto per l’ultimo trimestre dell’anno – sia dell’Olanda. Nei Paesi Bassi, infatti, si sta preparando l’esplosione di una bolla che potrebbe avere effetti dirompenti sull’economia dell’intero Paese, mentre è già storia la crisi del settore bancario, dove si è assistito all’assorbimento di tutte le proprietà da parte di Sns Reaal di ABN AMRO, dopo il fallimento di Fortis. Solo qualche mese fa, proprio Sns Reaal ha dovuto essere nazionalizzata per via delle prime perdite dovute al settore immobiliare che ne aveva portato il Core Tier 1 a 8.8%, sotto la soglia minima del 9% stabilita dall’EBA.
Nonostante la storica tendenza dell’Olanda alla salvaguardia dei conti pubblici ed alla tutela del risparmio privato, in questo caso non si è avuta alcuna remora nello sborsare 3.7 miliardi di Euro per rilevare l’istituto bancario e dichiarare il bailout dei titoli di debito. Incredibile, in questo senso, la dichiarazione del ministro delle finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem che a febbraio ha sentenziato: “Tutti coloro che detengono obbligazioni subordinate di Sns Reaal e Sns Bank subiranno un esproprio. Ritengo che questi titoli dovranno essere rimborsati a zero euro, al pari delle azioni”, creando un pericoloso precedente nei confronti dei mercati. Lo stato di crisi del settore bancario, nel recente passato, è stato causa dei dissesti di numerosi stati europei, partendo dall’Islanda per arrivare alla Slovenia. Per il momento, l’Olanda non dovrebbe presentare reali fattori di rischio, almeno stando alle principali agenzie di rating che la collocano tutte, ancora, nel sempre più ristretto “club della Tripla A”. Ma cosa sta succedendo veramente? E’ opportuno concentrare l’attenzione sulla bolla immobiliare.
In effetti, è interessante notare come ogni crisi economica sia stata preceduta da uno sviluppo eccessivo del settore immobiliare, con un’impennata dei prezzi e del numero cantieri: questo in barba al mito dell’investimento immobiliare, sempre giudicato sicuro. Investire sul mattone, infatti, comporta un’immobilizzazione di risorse per un periodo prolungato, con un pay out di difficile quantificazione e di ancor più difficile liquidabilità. E’ errato, infatti, pensare agli immobili come un investimento che si rivaluti nel tempo, poiché le variabili sono troppo elevate: il mantenimento dell’immobile in condizioni ottimali, le modificazioni dei piani regolatori, lo sviluppo delle città e i flussi migratori sono solo alcuni dei parametri da dover considerare in vista dell’acquisto di immobili a scopo di investimento. Aspetti ai quali devono essere uniti anche il costo delle transazioni e gli oneri fiscali. Criticità sulle quali pochi si concentrano, limitandosi a vedere l’immobile come un valore reale che si conserva nel tempo. Le bolle immobiliari nascono così, da concezioni errate sulla natura dell’investimento e dall’accesso facilitato al credito, dalla maggiore propensione all’indebitamento aiutata da un eccesso di liquidità che si manifesta nei bassi tassi d’interesse applicati.
In Olanda, il regime dei mutui fondiari era strutturato in maniera peculiare. Mentre in Italia il limite finanziabile è fissato per legge nell’80% nel valore di perizia dell’immobile, in Olanda era possibile finanziare fino al 125% di questo valore, che è calcolato come atteso su una possibile vendita all’asta entro dieci anni. Il valore medio finanziato, quindi, equivaleva al 110% del prezzo di vendita, addirittura superiore a quello concesso dalle banche americane prima dello scandalo sub prime: è ovvio che queste condizioni di accesso al credito spingano alla formazione di una bolla immobiliare. È possibile ritrovare anche altre criticità nel settore andando a curiosare nel regime fiscale. In caso di stipula di un contratto di mutuo con ammortamento americano (interest only) era possibile detrarre dalle imposte una percentuale sugli interessi pagati pari all’aliquota media pagata, cioè se un soggetto avesse pagato il 40% del proprio reddito in imposte avrebbe potuto detrarre il 40% dell’interesse annuo pagato sul mutuo. Se, invece, si fosse scelto un ammortamento francese (a rata fissa e durata variabile) o italiano (a quota capitale e durata fissa con rata variabile) si avrebbe avuto diritto anche a una detrazione della quota capitale.
Queste caratteristiche del mercato immobiliare hanno permesso ai prezzi di crescere in maniera vertiginosa al pari degli investimenti immobiliari che rappresentano, oggi, oltre il 111% del PIL olandese ed una dei punti più critici per la tenuta del sistema paese. Si può calcolare, attualmente, che gli attivi degli istituti di credito per mutui fondiari si collochino oltre i 650 mld di Euro, più del doppio delle raccolta complessiva relativa alla clientela privata, che si colloca intorno ai 320mld di Euro. È evidente che la situazione non possa essere sostenibile nel lungo periodo, data anche l’esposizione debitoria della popolazione che è giunta, oggi, al 250% del PIL. Un modello virtuoso in crisi, quindi? Vedendo i dati dell’economia sembrerebbe di sì: crescita rallentata e prossima alla stagnazione, disoccupazione oltre il 7,7% della popolazione, consumi in calo e rapporto deficit/PIL oltre i parametri stabiliti dal Patto di Stabilità al 3,6%. Se si unisse a questi aspetti lo stato di emergenza che il settore finanziario sta vivendo, tra nazionalizzazioni e riduzione di attivi da parte delle banche si potrebbe iniziare a disegnare un nuovo tassello della crisi dell’Eurozona, ancora nascosto dietro un AAA rating, ma che potrebbe essere rivisto verso il basso da un momento all’altro. Dopo l’esperienza slovena, non è possibile delineare uno scenario possibile visto che lo stato olandese può contare su una ricchezza nazionale ben più risicata di quella dell’Italia – da anni additata come uno dei malati europei – che si attesta a 704mld di Euro, solo poco più del doppio di quello della sola Lombardia.
 

tontolina

Forumer storico
OLANDA…UN BUCO PRIVATO DECISAMENTE UNDERWATER!

Scritto il 7 agosto 2013 alle 08:12 da icebergfinanza
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Ricordo ancora la risata di una delle tante anime ingenue che ogni tanto passavano per caso su questo blog mentre condividevo il rischio dell’estrema fragilità dell’economia olandese, soprattutto partendo dalla dimensione del debito privato
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Un assaggio circa oltre un anno fa mentre l’Italia era fallita non ricordo quante volte… OLANDA… HALLOWEEN ASSICURATO!
Piano, piano ci arrivano tutti figurarsi, anche le oche giulive che pascolano sui mercati, per gli amici agenzie di rating, con calma e per piacere, ma non c’è alcuna fretta la verità è figlia del tempo! Naturalmente l’outlook è timidamente negativo, mica si può cancellare un passato leggendario da tripla AAA nello spazio di un istante.
Mentre il numero due di PIMCO tiene sveglia l’Europa ricordando a tutti di non farsi ingannare dalla quiete prima della nuova tempesta …Europe’s Fake Normal i suoi amici fanno gli schizzinosi Pimco sceptisch over Nederlands staatspapier
Pimco sells Dutch bonds as AAAs diverge on politics e raccontano al mondo intero che stanno vendendo, o meglio si sono già disfatti dei titoli di stato dei tulipani.
Per carità niente a che vedere con la nostra disoccupazione o con greca, spagnola o portoghese ma l’accelerazione ravvicinata non suggerisce nulla di nuovo per un paese presunto virtuoso…
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Se poi ci aggiungete l’esplosione del debito pubblico con la più impressionante accelerazione europea dai minimi storici del 2008, un minimo di attenzione non guasta mai…
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Paesi Bassi si, un paese decisamente “undewater” il cui mercato immobiliare e la parcentuale di coloro che ormai hanno il valore della propria casa inferiore al mutuo residuo stanno seguendo di pari passo la depressione immobiliare americana OLANDA…IL BUCO PRIVATO CON IL PAESE INTORNO e ancora Underwater: The Netherlands Falls Prey to – Spiegel Online
L’Economia Olandese fa acqua e va incontro alla stagnazione
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Che altro aggiungere senza rischiare di continuare a ripetersi. La storia non si ripete mai ma si diverte dalla notte dei tempi a fare la rima!
In tarda serata sarà con Voi nuovamente il nostro amico Machiavelli… con il suo “Luglio con il bene che ti voglio…” per tutti coloro che hanno contribuito o vogliono liberamente contribuire al nostro viaggio.
 

tontolina

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PARLANO D’AMORE I TULLIPAN (Olanda: l’euro schianta anche quelli alti, belli e biondi)

PARLANO D?AMORE I TULLIPAN (Olanda: l?euro schianta anche quelli alti, belli e biondi) | Scenarieconomici.it


“Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!”
(La spigolatrice di Sapri – Luigi Mercantini).

Come novelli eredi delle lavoratrici dei campi, intente alla spigolatura durante lo sbarco di Pisacane nel Regno delle Due Sicilie, anche noi ci invaghiamo di questi popoli di alti, belli e biondi….

e tifiamo per loro …….

….e come potrebbe essere altrimenti, vista la tipologia di autoctono!

….nell’impari lotta contro l’aritmetica dei conti pubblici.
Come la donna a suo tempo parteggiava per i trecento, così noi facciamo verso i popoli del nord, ma come la Spigolatrice di Sapri assistette impotente al massacro di Pisacane e dei suoi…….

……..da parte delle truppe borboniche e dei contadini vittima della disinformazione, così noi assistiamo alla caduta, uno ad uno anche dei bellissimi e superiori paesi della grande Europa del Nord.
“Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!”
A cadere sul campo di battaglia, in cui al posto delle truppe borboniche troviamo l’inflessibile aritmetica dei conti pubblici, questa volta è la gloriosa Tulipania.

.I Paesi Bassi, sesta economia europea, quarto PIL pro-capite dell’EZ e quinto in area OCSE, da qualche tempo ha iniziato a veder peggiorare i suoi conti tanto da far coniare per loro la seguente dicitura:
“Il buco privato con il paese intorno” di Bruno Mazzalai
linck: OLANDA?IL BUCO PRIVATO CON IL PAESE INTORNO!icebergfinanza | icebergfinanza


Iniziamo il nostro viaggio nei conti olandesi (pubblici e privati) e cerchiamo di capire come mai secondo il mio parere il paese anche nel futuro non se la passerà affatto bene.
Il PIL e le previsioni sul suo andamento sono costantemente peggiorati negli ultimi anni e noi, oramai, sappiamo benissimo che una volta avviato un processo “vizioso”, difficilmente se ne esce in modo brillante.

Il 2012 si è chiuso in negativo (-1,2%)

ed il 2013, forse, sarà anch’esso peggio, -1,25%, come ha affermato il Central Planning Bureau (CPB).

Indipendentemente dal livello della contrazione, che come vediamo, per un motivo caduco, si è ridotto, una sfilza di trimestri di colore vagamente rosso arancione caratterizzano gli ultimi due anni e non lasciano presagire nulla di buono per fine 2013.
Per il Central Planning Bureau (CPB), è proprio il Fiscal Retrenchment di Montiana memoria a pesare sull’andamento economico del paese, ciò perché sappiamo benissimo che spinge i cittadini a tagliare i consumi privati, già in forte crisi da quasi due anni, macroaggregato molto importante che nel 2013 pesava per il 32% del PIL:
- previsione 2013 = -2,25%;
- previsione 2014 = -1%.
(Fonte CPB)

Fossero tutti ciclisti, sai che divertimento con una simile discesa!




Nel 2012 sono poi fortemente calati anche gli investimenti in capitale fisso delle imprese.

Anche il 2013 ha viaggiato su variazioni in diminuzione simili. Solo oggi, 19 dicembre 2013, il Central Bureau of Statistics (CBS) registra: investimenti del settore privato in su per quasi il 5%!
Per la prima volta dal luglio 2012, gli investimenti del settore privato sono stati superiori a un anno prima. Ciò è dovuto principalmente agli investimenti aziendali in:
- costruzioni,
- auto
- macchinari.
L’aumento delle vendite di auto ha a che fare con il cambiamento delle leggi fiscali (ancora una volta lo stato!). Il 1 ° gennaio 2014 partono i nuovi limiti per le emissioni di CO2, che si applicano alla tassa sulle autovetture e motocicli. Di conseguenza, molte aziende hanno deciso di acquistare nuove auto in questa fine del 2013. Quindi attenzione prima di dire “siamo fuori dal tunnel del divertimento!”


A favorire efficacemente l’attenuazione del crollo dell’economia olandese sono solamente le esportazioni (il motore più importante dell’economia olandese).
- esportazioni 2011 = +4,3%
- esportazioni 2012 = + 1,9%
- previsione 2013 = +2,75%
o contributo al PIL pari allo 0,45% nel 2013
o contributo al PIL pari allo 0,6% nel 2014
Queste previsioni però non tengono conto di due cose!
1) mai dire gatto se non l’hai nel sacco (Trapattoni Docet), bisogna tener conto del trend mondiale che, in questo momento, è tutto meno che chiaro e ben delineato;
2) se tutti esportano e nessuno consuma, il rischio da punto uno è elevato ed in più il calo dell’inflazione in un paese determina l’export degli altri per forza di cose a prezzi più bassi. E questo è un elemento a mio avviso che non hanno considerato affatto. Difatti, ecco l’andamento dei prezzi all’export dell’Olanda:



Ovviamente, ciò che caratterizza l’export olandese ha caratterizzato anche il suo import visto che l’inflazione nel paese è diminuita:



Ed infatti ecco cosa è accaduto ai prezzi all’import olandesi:

L’Agenzia italiana ICE segnala che la bilancia commerciale olandese:
• + 50,56 mld di euro nel 2012
• + 44,93 mld di euro nel 2011 e
• + 42,46 mld di euro nel 2010
è una fonte importante di ricchezza per il paese.


Nel 2012 i valori dell’interscambio complessivo di beni dei Paesi Bassi col Mondo sono stati i seguenti:
- 511,08 mld di export (+7,7% rispetto al 2011);
- 460,52 mld di import (+7,3%),
E il 2013?

Per ora pare che i dati siano ottimi, le esportazioni tengono bene anche se, a causa della riduzione dei prezzi all’export, il loro valore è diminuito!
- In ottobre 2013, il volume delle esportazioni di beni è stata dello 0,6% sull’anno prima, le importazioni -0,4%;
- Il valore delle merci esportate pari a € 37,9 miliardi di euro, vale a dire -2,1% di un anno prima. Quello dei beni importati è diminuito del 3,4 per cento a 33,7 miliardi di Euro, con un conseguente surplus commerciale di 4,2 miliardi di euro, con un incremento su ottobre 2012.
Dicembre 2013, secondo il classico grafico a RADAR del Central Bureau of Statistics (CBS) che evito accuratamente di mostrarvi tanto non aggiunge nulla a quanto vi sto dicendo, riporta un miglioramento dell’export dell’eurozona e in particolar modo della Germania, di conseguenza le esportazioni olandesi saranno leggermente favorite rispetto ai mesi precedenti.
I principali settori dell’export olandese sono (dati di massima):
- computer, prodotti di elettronica ed apparecchi elettromedicali e di misurazione (circa 75 mld di euro),
- prodotti chimici (circa 60 di euro),
- coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (circa 60 mld di euro),
- macchinari (circa 40 mld di euro) e
- prodotti alimentari (circa 40 mld di euro).
Invece, i settori principali dell’import sono:
- prodotti delle miniere e delle cave (circa 70mld di euro),
- computer, prodotti di elettronica ed apparecchi elettromedicali e di misurazione (circa 70 mld di euro),
- coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (circa 45 mld di euro),
- prodotti chimici (circa 40 mld di euro) e
- macchinari (circa 30 mld di euro).
Il settore che ha maggiormente contribuito alla creazione dell’avanzo olandese è stato quello dei prodotti chimici (con un surplus pari a circa 20 mld di euro), quello nel quale si è riscontrato il maggiore disavanzo commerciale per i Paesi Bassi è risultato quello dei prodotti delle miniere e delle cave (circa -45 mld.).
La disoccupazione è tra le più basse dell’UE:
- media europea 10,5% nel 2012;
- Olanda calcolata con il “metodo nazionale” (persone di età tra i 14 ed i 65 anni che cercano attivamente un lavoro di almeno 12 ore la settimana) = 6,4% nel 2012 e prevista all’8,5 per il 2013.
- Olanda calcolata con il “metodo internazionale” (età dai 15 ai 74 anni con disponibilità immediata ad iniziare a lavorare) 2012 =5,3%, luglio 2013 = 6,5%.

Anche in questo caso i ciclisti avrebbero di che divertirsi, guardate che bel picco tipo Alpe d’Huez si sono felicemente costruiti. Come mai mi chiedete? Semplice, sono una nazione in cui gli altipiani arrivano al massimo a 600 metri sul livello del mare!
Per quanto riguarda, infine, le finanze pubbliche, il Central Planning Bureau (CPB) stima che il deficit del 2013 sarà del 3,2% e quello del 2014 del 3,3%, mentre la Commissione indica un deficit del 3,6% per entrambi gli anni.

In realtà il dato sarà forse peggiore, a dimostrazione che nei paesi evoluti il moltiplicatore keynesiano funziona perfettamente, tanto in senso positivo, quanto in senso negativo.
Il debito è stimato dal Central Planning Bureau (CPB) al 75% per il 2013 e al 76,3% per il 2014, mentre la Commissione fa stime lievemente migliori (74,6 e 75,8).

Per ora, secondo Trading Economics, il valore è più basso ma quello che conta è il salto 2013 su 2012:
71,3% – 65,7% = 5,6%!

Visti i dati negativi del deficit pubblico, il Premier Mark Rutte parte in quarta in questo 2013 con azioni di fiscal retrenchment volte a stabilizzare l’economia contenendo il deficit e, al contempo, rilanciare la crescita:
- Febbraio 2013: il Ministro delle Finanze (oltre alla nazionalizzazione di SNS Reaal per 10 m.di di euro, quarto istituto bancario del Paese, ha riformato la deducibilità fiscale dei mutui favorendo l’indebitamento privato al posto di quello pubblico);
- Aprile 2013 ha riformato il mercato del lavoro prevedendo dal 2015:
o la buonuscita per licenziamento sarà pari ad un’annualità o a 75 mila euro (a seconda di quale dei due importi è più alto);
o la disoccupazione a carico dello stato si riduce da 38 a 24;
o il lavoratore a tempo determinato, dopo tre contratti, in 24 mesi (anzichè i 36 precedenti) e con interruzioni di non piu’ di 6 mesi, diventa a tempo indeterminato;
- Aprile 2013: per la crescita sono state previste misure per incentivare l’immobiliare.

Ad Agosto 2013 su “LaPresse.it” esce il seguente titolone:
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Olanda, Dijsselbloem: Austerità funziona, deficit sotto 3% nel 2014
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Già, ma quest’uomo altro non è che il Ministro delle Finanze olandese ed anche presidente dell’Eurogruppo, l’organismo che raccoglie i 17 responsabili delle Finanze dell’eurozona. Peccato però che la Banca centrale Olandese il giorno prima avesse riferito che il disavanzo pubblico si attesterà sopra il 3% nel 2013 e al 3,9% nel 2014!
E siccome l’Austerità per i biondi popoli nordici, chissà come mai, pare funzioni sempre, ecco che a settembre 2013, il disegno di legge finanziaria per il 2014 di quest’uomo

prevede una manovra tagli e tasse per 6 miliardi di euro, piccole modifiche nelle aliquote fiscali e piccoli aumenti nei contributi pagati dalle imprese.
Impossibile! Con queste misure Pigreco impedirà il miglioramento nei conti pubblici!
Eppure anche il Re d’Olanda (il monarca Willem-Alexander) a settembre, nel corso di un discorso indirizzato alle due Camere del Parlamento Olandese, afferma:
“Lo Stato sociale classico si trasformera’ lentamente in una societa’ di partecipazione”.
“Una soluzione veloce e indolore non esiste”, ha commentato poi Dijsselbloem, annunciando i suddetti tagli (6 miliardi) che colpiranno i budget dei singoli ministeri e le prestazioni sanitarie.
Le nuove prospettive per il 2014 rimangono comunque incerte. Per il Fondo monetario internazionale (FMI) l’economia olandese sarà al minimo di crescita della zona euro:+0,3%. Il Central Planning Bureau (CPB) prevede invece per il 2014 un tasso di crescita leggermente superiore: 0,5%.
Se così fosse, l’aritmetica del debito pubblico costringerebbe ad un continuo peggioramento del rapporto DEBITO/PIL (causa deficit pubblico superiore alla sommatoria di crescita e inflazione) sebbene non in maniera esplosiva. Il lieve peggioramento che comunque si genererà in conseguenza dell’austerity 2014, e di quella aggiuntiva che nel corso del 2014 saranno nuovamente costretti a fare, mi spinge a dire che se non interviene pesantemente la Germania, questa curiosa appendice alemanna rimarrà impantanata, come l’Italia, in un circolo vizioso di tagli e successive manovre recessive!
Un gran peccato, ho sempre ammirato i colori e la forza del calcio totale all’olandese ed ora invece eccomi qua a leggerne l’elogio funebre!

RIP (Rest in Peace)”
 

tontolina

Forumer storico
Capital Economics: gli Olandesi Starebbero Meglio se Uscissero dall'Euro


Bruno Waterfield commenta sul Telegraph un recente studio pubblicato dall'istituto internazionale di ricerca macroeconomica Capital Economics (già vincitore del Premio Wolfson per l'Economia nel 2012 con uno studio sul miglior modo per smantellare la moneta unica). Secondo Capital Economics gli Olandesi avrebbero grandi vantaggi economici ad abbandonare sia l'euro che l'Unione Europea. Lo studio è stato commissionato dal politico "euroscettico" Geert Wilders, tuttora in testa ai sondaggi in Olanda.


di Bruno Waterfield - 6 febbraio 2014, Bruxelles

Secondo un importante studio, ci sarebbero grandi benefici economici per gli olandesi se lasciassero l'UE.

Secondo un recente studio, se l'Olanda abbandonasse euro e Unione Europea la famiglia media olandese starebbe meglio per l'equivalente di oltre 8000 sterline l'anno e il reddito nazionale olandese crescerebbe di oltre mille miliardi.




Lo studio sul Nexit, termine che designa una potenziale uscita dell'Olanda, condotto dalla sezione britannica della rispettabile società di ricerca Capital Economics, riporta che ci sarebbero significativi benefici durante i prossimi due decenni se il paese cambiasse la sua appartenenza all'UE con uno status simile a quello che hanno Svizzera o Norvegia.




"Un'eventuale decisione di lasciare l'UE è prima di tutto una decisione sociale, culturale e politica. Ruota attorno a questioni che riguardano la sovranità nazionale, la cittadinanza e la libertà di autodeterminarsi," sostiene il report.




"Ci sono comunque anche delle buone ragioni per ritenere che un paese, svincolandosi dalla burocrazia di Bruxelles e diventando capace di prendere decisioni da solo, anziché lasciarsi imporre delle politiche in stile taglia-unica-adatta-a-tutti, trarrebbe dei benefici anche dal punto di vista economico."




La ricerca è stata colta al volo dagli euroscettici per contrastare quelli che essi ritengono degli avvertimenti allarmistici da parte di leaders del mondo delle imprese e politici mainstream sul presunto tracollo economico della Gran Bretagna se lasciasse l'UE.




"Questo report è significativo perché è stato prodotto da un gruppo di ricerca credibile della City. Non può essere liquidato tanto facilmente," ha dichiarato Douglas Carswell, un parlamentare conservatore del collegio elettorale di Clacton.




"Dimostra che non siamo più soli. Non siamo solo noi britannici ad avere capito che l'integrazione europea è difettosa fin dalle basi. Noi siamo molto simili agli olandesi, un piccolo paese che ha prosperato commerciando su scala globale. Pensate cosa potrebbero essere paesi come i nostri in un tipo diverso di Europa."




Pur riconoscendo i rischi di un'uscita dall'UE, Capital Economics conclude il report sostenendo che l'Olanda, paese creditore dell'eurozona con rating AAA, starebbe meglio fuori dall'UE a causa della minaccia alla sua ricchezza a lungo termine posta dai problemi strutturali della moneta unica europea.




"Ci sono ovviamente dei rischi a lasciare l'unione – e questi devono essere riconosciuti e affrontati da tutti nel momento in cui si considera il Nexit," dice il report.




"Ma ci sono anche dei rischi significativi nel restare dentro il blocco dei paesi che condividono una moneta che ha dei difetti fondamentali. Qui la nostra analisi mostra che l'Olanda farebbe meglio a riprendere il controllo del proprio destino, anzichè mantenere un atteggiamento del tipo 'si vedrà'."




Il report conclude che il reddito nazionale olandese potrebbe crescere per un ammontare pari a 1500 miliardi entro il 2035, portando un aumento della ricchezza di circa 9800 euro a famiglia ogni anno.




Anche se l'Olanda non fosse in grado di ottenere accordi come quelli concessi a Svizzera e Norvegia, che sono nel mercato unico europeo pur non essendo membri dell'UE, "l'economia sarebbe in condizioni migliori restando fuori piuttosto che dentro l'unione," sostiene il report.




Lo studio indipendente era stato commissionato da Geert Wilders, leader del partito olandese anti-UE, il Freedom Party, per valutare i costi che l'Olanda dovrebbe affrontare lasciando l'Unione, giacché lui è in testa ai sondaggi nazionali per la corsa alle elezioni europee di questa primavera.




"Al contrario di quanto di quanto affermano gli allarmisti, la nostra economia non s'inchioderebbe. Anzi, guadagneremmo miliardi rispetto ad ora," ha detto.




"All'inizio ci sarebbe un periodo di transizione per passare, ad esempio, dall'euro al fiorino. Ma passato quello, l'economia crescerebbe molto più di ora, un dieci percento in più entro il 2024 e un tredici percento entro il 2035."




Sondaggi d'opinione svolti da Maurice de Hond in Olanda hanno rilevato che una maggioranza del 55 percento sarebbe favorevole a lasciare l'UE se si dimostra che ciò porterebbe una maggiore crescita economica e alla creazione di posti di lavoro.




http://www.telegraph.co.uk/finance/...ad-the-northern-core-and-France-the-rest.htmlNel 2012 Capital Economics http://www.telegraph.co.uk/finance/...ad-the-northern-core-and-France-the-rest.html aveva vinto il prestigioso premio Wolfson per uno studio su come gestire uno smantellamento ordinato dell'euro, durante il picco della crisi del debito in Europa.




Lo studio, lungo 164 pagine, sdrammatizza i costi e la turbolenza implicati dall'uscita dall'euro. "Ci sono costi economici per lasciare l'UE, specialmente legati al fatto di dover rimpiazzare la moneta unica con una moneta nazionale. Ma questi costi sono modesti e gestibili," afferma.




Molta della crescita economica prevista in caso di abbandono dell'UE, in un paese dominato dal porto di Rotterdam, viene da una "crescita più veloce delle esportazioni verso i mercati non-europei, dovuta alla possibilità di negoziare e commerciare con economie emergenti in rapida crescita senza essere vincolati alle politiche comunitarie europee sul commercio".




Attualmente molti accordi di libero scambio nell'UE sono sospesi o impantanati nei dissensi interni tra paesi più orientati al libero scambio come Gran Bretagna e Olanda e i paesi più protezionisti del blocco latino guidati da Francia e Italia.




Il report sul "Nexit", un'espressione che mescola l'abbreviazione della parola "Netherlands" (cioè "Paesi Bassi", ndt) e la parola "exit" (cioè "uscita", ndt), considera anche che ci sono vantaggi economici nello stare fuori dall'UE, tra cui una riduzione dei costi per le imprese per "un minimo di 20 miliardi all'anno entro il 2034, attraverso il ritorno a una regolamentazione nazionale nelle aree attualmente sotto la giurisdizione delle istituzioni di Bruxelles".




Complessivamente, il rapporto conclude che gli olandesi sarebbero in grado di gestire la propria economia "in modo più efficiente avendo la libertà di stabilire delle politiche monetarie e fiscali su misura per le condizioni del loro paese, e non su misura dell'intera eurozona".




Lo studio riporta anche di una "riduzione della spesa pubblica di minimo 7,5 miliardi di euro all'anno sino al 2035, per il fatto di non essere più legati alle leggi UE sulla libera circolazione e "attraverso una revisione delle politiche sull'immigrazione per orientarle più strettamente su coloro che possono dare un contributo economico".




Lo studio contraddice un precedente studio ufficiale olandese sui benefici dell'appartenenza all'UE, calcolati in Olanda sui duemila euro all'anno a persona.




Jeroen Dijsselbloem, il ministro delle finanze olandese nonché presidente dell'eurogruppo, ha attaccato l'idea del Nexit come "decisamente imprudente", e ha difeso la moneta unica europea.




"Lo leggerò, ma so una cosa per certo: l'Olanda è una potenza economica dell'Europa. Noi guadagnamo la maggior parte della nostra ricchezza commerciando con paesi dell'UE, per cui l'Olanda ha decisamente interesse ad avere un mercato interno in cui il commercio sia facilitato" ha detto.




"C'è anche la moneta unica. Attualmente è molto forte e le condizioni dell'eurozona adesso appaiono molto migliorate rispetto ad alcuni anni fa. Non c'è motivo di intraprendere nuove avventure. Sarei decisamente contrario."
 

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