Ma il terreno dei paradossi aperti da redditometro e redditest sembra davvero sconfinato, al punto da prestarsi persino a episodi che fanno sorridere. E così i Consulenti del lavoro sono andati a cercare il corto circuito del caso limite. La Fondazione Studi ha esaminato tre casistiche (con tre soluzioni diverse) e un reddito certificato di 31 mila euro, ovvero quanto guadagna un dipendente dell'Agenzia delle Entrate (qualifica funzionale F1, compresi i redditi a tassazione separata costituiti da premi e incentivi riferiti ad anni precedenti) con residenza a Roma e Milano. Sono state inserite spese induttive: si pensi alle assicurazioni auto (prettamente utilitarie), ad un minimo di spese per una vacanza annuale (500 euro), alle quote per l'energia elettrica (600 euro), il gas (600 euro) e la telefonia mobile e fissa (400).
Dunque non esattamente un tenore di vita da nababbi. Eppure il risultato è quantomeno sorprendente: nessuno dei tre dipendenti di Equitalia risulterebbe coerente al redditest. Segno che la legge è uguale per tutti, direte voi. Certo, ma anche prova evidente che i parametri del redditometro appaiono a volte troppo restringenti e le variabili applicate non sempre affidabili. E chissà, magari potrebbe essere utile condurre la «guerra santa» all'evasione fiscale anche senza partire dal presupposto che chiunque sia evasore.