OGNI ERRORE, PRIMA DI ESSERLO, E' STATA UNA SCELTA. MAI SCORDARLO (1 Viewer)

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Ovvio che non abbiano un barlume di progetto: sono stati mandati avanti per diversivo,
per stornare l'attenzione da Bibbiano, MES, IVA, risorse inps e le solite altre cose che sono vitali per il pd,
l'unione europea per la quale "lavorano" e i cleptocrati per i quali "lavora" l'unione europea...

L'unico fine che hanno, è "contrastare l'opposizione democratica": e per questo motivo questi "apartitici" votano... PD!
 

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Guadagnare on-line è possibile grazie ad una serie di programmi e attività che permettono di arrotondare lo stipendio facilmente.

Con la diffusione della tecnologia e della rete veloce, si ha la possibilità ogni giorno di creare una propria attività in rete molto facilmente.

Rispetto al passato, la diffusione della rete internet ha dato l’occasione anche di far nascere delle professionalità completamente nuove.

Sono tanti i lavori che è possibile svolgere anche a distanza, così che si è formata la categoria dei nomadi digitali.

Si tratta di persone che riescono a guadagnare lavorando on-line e possono farlo da qualunque parte del Mondo si trovino, senza troppe difficoltà e solo con a disposizione la rete ADSL.

I modi migliori per guadagnare on-line
Riuscire a guadagnare on-line oggi, significa investire su sé stessi e sulla propria professionalità.

Uno dei modi più veloci è quello di diventare gestore di pagine dei social network.

La ricerca di Social Media Manager è sempre aperta e si tratta di un ruolo che può essere svolto sia come insider per un’azienda
ma anche stando semplicemente a casa e svolgendo questa attività da freelance. Ma non finisce qui.

Infatti, sempre nell’ambito dei social network si può lavorare e guadagnare un po’ di soldi con le condivisioni oppure con la scrittura di post accattivanti.

Del resto, scrivere articoli e contenuti editoriali e creativi, è un altro modo per guadagnare on-line.

C’è sempre il bisogno di nuovi contenuti che vengono scritti in chiave Seo per riempire o aggiornare siti internet.

Le regole della Search Engine Optimisation sono il pane quotidiano per tutti coloro che vogliono lavorare nel mondo dei siti internet
perché si tratta di un meccanismo che permette di indicizzare facilmente i portali.

Per guadagnare invece sempre con l’utilizzo della rete, un altro modo molto facile è anche quello di diventare webmaster o di realizzare siti web.
Con gli strumenti che ci sono oggi a disposizione, è un vero gioco da ragazzi!

Guadagnare con internet senza avere una specifica professionalità
Non bisogna essere per forza dei professionisti dell’IT per guadagnare nel mondo virtuale.

Infatti,esistono anche tanti meccanismi che permettono di guadagnare un po’ di soldi facilmente e semplicemente avendo una connessione a disposizione.

Tra questi vi è la partecipazione ai sondaggi. Partecipare ai sondaggi infatti, permette di guadagnare da poche centinaia di euro
a migliaia di euro mensilmente, in maniera molto pratica e veloce.

Basta iscriversi a dei programmi e poi trovarsi facilmente a riscuotere un bel gruzzoletto.

Un altro modo è quello di vendere i propri oggetti personali che non si utilizzano più.

Esistono tanti portali che semplicemente con una foto e con un annuncio talvolta anche gratuito, danno la possibilità di vendere i propri oggetti e quindi di guadagnare un bel po’ di soldi.

Questo sistema è più diffuso di quello che si potrebbe pensare ed è diventato una delle principali fonti di guadagno del web.

Esistono anche delle applicazioni per dispositivi mobili che permettono di guadagnare senza troppa difficoltà.

Basti pensare ad un’applicazione, che offre l’occasione di guadagnare dei soldi ogni qualvolta si sblocca lo schermo, fruendo di alcune pubblicità gratuite.

Un’altra attività che sta fruttando molto in tal senso, è quella del Social Trading.

Ovvero si tratta di piattaforme di trading che permettono di muoversi nel mercato finanziario delle valute
oppure in quello classico del trading semplicemente copiando le azioni di esperti.
Con un piccolissimo investimento si può entrare a far parte di questo mondo che promette lauti guadagni.

L’alternativa può essere anche quella di diventare imprenditori di sé stessi aprendo un portale e-commerce
e vendendo i prodotti che si realizzano o solo rivendendo prodotti che si acquistano in rete ad un prezzo leggermente maggiorato.

È tutta una questione di strategia di marketing!
 

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Una domanda, dunque, sorge spontanea: indipendentemente dai costi, com’è possibile che il Mes possa fare gli interessi di tutta l’Europa,
Italia compresa, se il suo Consiglio di amministrazione straripa di personaggi solo tedeschi o francesi?

Certo, guai a pensar male, anche se Parigi e Berlino stanno attraversando serie turbolenze e le loro banche avrebbero bisogno di un bel po’ di sostegno.


E i membri del Management Board, guarda caso, provengono per lo più da Francia e Germania.

Sarà sicuramente un caso, ma di profili italiani neanche l’ombra.

Figurarsi se Roma, secondo una buona fetta dell’opinione pubblica globale, merita di sedersi al tavolo dei grandi.

Tuttalpiù il governo italiano può essere interpellato quando Bruxelles ha bisogno di un appoggio, ma niente di cui strapparsi i capelli.

Il profilo più importante del Mes è Klaus Regling, classe 1950 e nato a Lubecca, in Germania.
Agisce da dietro le quinte, e le informazioni sul suo conto scarseggiano e perfino su internet è complicato trovare notizie.
Secondo Politico, Regling è “affidabile e riservato”, e nei modi assomiglierebbe molto più a Draghi che non ai fautori dell’austerity.
 

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Riconfermo.

Se diamo un’occhiata al Management Board dello stesso Mes, notiamo otto personaggi attivi nel mondo dell’economia e della finanza, tutti rigorosamente non italiani.

Già, perché il ruolo di Managing Director è ricoperto da un tedesco, Klaus Regling, lo stesso che viene anche soprannominato “il re d’Europa”.

Proseguiamo e leggiamo gli altri nomi, un misto tra francesi e tedeschi:

David Eatough è General Counsel,

Rolf Strauch è lo Chief Economist,

Christophe Franklen è il Deputy Managinh e Director and Chief Risk Office,

Kalin Anev Janse è lo Chief Finanzial Officer.

I rimanenti posti, due, cioè quello di

Chief Operating Officer e

Chief Corporate Officer, sono affidati rispettivamente a Sofie de Beule-Roloff e Francoise Blondeel.

Un Management Board a trazione franco-tedesca

Una domanda, dunque, sorge spontanea: indipendentemente dai costi, com’è possibile che il Mes possa fare gli interessi di tutta l’Europa,
Italia compresa, se il suo Consiglio di amministrazione straripa di personaggi solo tedeschi o francesi?

E i membri del Management Board, guarda caso, provengono per lo più da Francia e Germania.
Sarà sicuramente un caso, ma di profili italiani neanche l’ombra.

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Il Fondo salva-Stati finirà al vaglio della riunione dell’Eurogruppo di Bruxelles il prossimo 4 dicembre,
quindi, una settimana più tardi, passerà al Consiglio europeo che dovrà solo ratificare.

Il fondo in sé nasce nel 2010, all’indomani della crisi dei debiti sovrani in Europa;
due anni più tardi. Il pomo della discordia sul Mes nasce dal fatto che il 14 giugno l’Eurogruppo ha concordato una bozza di riforma,
e l’Italia, per mano di Giuseppe Conte, avrebbe avallato la modifica senza dire niente al Parlamento.

Luigi Di Maio ha iniziato a riservare qualche dubbio su uno strumento costoso quanto inutile e dannoso per il nostro Paese.

Intanto perché l’Italia presta e ha prestato al Mes (o chi per lui) poco meno di 15 miliardi di euro.

Poi perché quei governi che dovessero mai accettare la ciambella del fondo,
rischiano di finire stritolati dall’obbligatoria ristrutturazione preventiva del proprio debito pubblico, laddove questo non fosse considerato sostenibile.

Per tornare al Management Board a trazione franco-tedesca, la riforma in cantiere sembra configurarsi più come un regalo
alle banche francesi e tedesche in grande difficoltà che non un assist all’intera Ue.
 

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“Bologna non è più la città rossa di una volta. Noi pinguini sovranisti siamo in tantissimi e lo dimostreremo alle urne”.

Nessuna chiamata alla mobilitazione, quindi, ma un monito per i Dem che avrebbero pilotato la discesa in campo delle sardine.

“Mi sono mascherato proprio come hanno fatto loro. E' noto che dietro questa iniziativa si nasconda la solita sinistra organizzata con la regia di big bolognesi come Romano Prodi”.
 

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