oggi tocca alla Grecia... domani all'Italia (1 Viewer)

lorenzo63

Age quod Agis
Recentissamente sono stato ad Atene e + in generale in Grecia per questioni afferenti il mio lavoro: un Paese morto.
Morto.
Le strade attorno l' aerodromo erano negli anni passati un caos di traffico.... adesso vuoto pneumatico.
Locali che frequentavo chiusi, falliti, con le cartacce dentro ..
Se volete acquistare macchine anche di lusso .... se ne trovano a bizzeffe ... Pure le barche...
Se questa è l' Europa, fatemi scendere.
 

tontolina

Forumer storico
okkio alla partita di giro tra Grecia e BCE

nei giorni scorsi ho visto una volatilità repentina sul cambio
mi sono chiesta:"ma che cacchio succede adesso?"

ora ho la risposta

Mish's Global Economic Trend Analysis: Complete Absurdity in Greece: ECB Prints Euros to Give to Greece to Make Interest Payments to ECB


in pratica la BCE stampa euri con la sigle della grecia e li consegna incassando il signoraggio e poi
la grecia li restituisce alla Bce per rimborsare le obbligazioni in scadenza per un ammontare di 3 miliardi entro il 20 di agosto
 

INVESTITOR23

Forumer attivo
:ciao:



tontolina
Questi, non ti fanno più postare, vengono prenderti a casa e aprono i forni per quegli che gli remano contro,:lol::lol::lol: tanto non gli controlla nessuno, :-? sarà la fine anche per zilvio.:D

Riaccendono i forni questi, questo vogliono. :clava::clava::clava:




:ciao::ciao::ciao:
Ho letto sull'Espresso che al nord-est se equitalia si azzarda a pretendere di far pagare imposte assurde, se solo si avvicinano rischiano qualche fucilata. Forse sarebbe ora che cominciamo a svegliarci anche noi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 

tontolina

Forumer storico
Europei, sveglia: referendum, per fermare il massacro

Scritto il 20/2/12 • nella Categoria: idee
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La Grecia brucia, ma è solo il primo incendio: quello che sta accadendo in Grecia è soltanto il prologo di quello che sta per avvenire nel resto d’Europa. Stanno direttamente attaccando il patto sociale su cui 400 milioni di persone hanno vissuto negli ultimi 70 anni. Stanno letteralmente demolendo l’intera struttura economico-sociale alla quale tutti noi siamo non solo abituati, ma a cui abbiamo anche diritto perché le nostre Costituzioni ce lo garantiscono.



Quindi, alla Grecia è toccato per prima, ma credo che la Grecia stia dando un segnale di grande resistenza: il popolo greco non accetta le decisioni dei propri rappresentanti. Situazione molto simile a quella italiana, dove i rappresentanti del popolo non rappresentano più il popolo.
Quindi penso che la fotografia attuale della Grecia sia la fotografia nostra di qualche mese più avanti. E quindi credo che dobbiamo dare innanzitutto la
Giulietto-Chiesa3.jpg
nostra più larga solidarietà ai lavoratori greci e cominciare a stabilire dei rapporti.Il nostro governo, se fosse un governo che ci rappresenta, dovrebbe fare una


Europei, sveglia: referendum, per fermare il massacro | LIBRE
 

tontolina

Forumer storico
L’euro e i pompieri di Crasso
Manfredi De Leo*


In Europa la casa è in fiamme: Atene brucia ormai da quasi tre anni, eppure nulla sembra risolversi, nonostante le misure di austerità, nonostante gli interventi delle istituzioni europee, nonostante una significativa ristrutturazione del debito pubblico.
Si narra che nell’antica Roma, quando un edificio andava in fiamme, giungevano come fulmini i pompieri galli, schiavi al soldo del ricco Crasso. Questi si presentavano sempre accompagnati da un contabile che si offriva, a nome del facoltoso possidente, di acquistare la casa che bruciava: le fiamme che divoravano l’edificio erano senza dubbio i migliori alleati di Crasso e dei suoi affari, poiché prima della casa facevano crollare il suo prezzo. Il proprietario, disperato, accettava così di vendere la sua casa ad un prezzo irrisorio, sempre meglio di niente. Crasso comprava ed i pompieri entravano in azione, cosicché le case, a Roma, raramente si riducevano in cenere.
Magari, serpeggiava qualche dubbio sulle cause di tutti quegli incendi.
Quando la Grecia ha iniziato a bruciare, nel lontano autunno del 2009, si sono presentati in tre: la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea ed il Fondo Monetario Internazionale. Eppure le fiamme continuano a divampare, a quasi tre anni di distanza, divorando i salari dei lavoratori, portandosi via 15.000 dipendenti pubblici, erodendo le pensioni, distruggendo il sistema sanitario e mettendo in ginocchio l’istruzione pubblica.
Come se non bastasse, l’incendio si sta diffondendo in tutta Europa, con le temperature bollenti registrate dagli spread italiani e spagnoli.Davanti a questo tragico spettacolo, però, qualcuno fa di conto, proprio come accadeva nella Roma di Crasso.

Atene deve ancora sbloccare la partita delle privatizzazioni, grazie alla quale i grandi capitali riusciranno ad entrare nei settori protetti del’economia greca e nella gestione dei servizi locali più profittevoli.
Inoltre i contratti nazionali di lavoro sono stati quasi totalmente svuotati di significato, ma esistono ancora, e dunque si considera la possibilità di cancellarli del tutto dal quadro normativo del paese, per evitare che – posate le ceneri – i lavoratori greci riescano a riconquistare rapidamente il terreno perduto negli anni dell’austerità.


Pochi giorni fa il governatore della BCE, Mario Draghi, ha soffiato sul fuoco: la sua banda di pompieri non interverrà ancora. Resterà a guardare, mentre l’Europa brucia. Il governatore fa il suo mestiere, come il contabile di Crasso, e ci spiega le regole del gioco. Il fondo salva stati (ESM), che entrerà in funzione a partire da settembre, è in grado di raffreddare gli spread in qualsiasi momento (soprattutto se sostenuto da finanziamenti illimitati della BCE), comprando titoli pubblici in asta oppure contrastando la speculazione direttamente sui mercati finanziari. Ma, ammonisce Draghi con severità, potrà intervenire solo se gli stati lo richiederanno espressamente. Perché tanta enfasi sulla necessità di presentare richiesta formale di aiuto? Perché lo statuto del fondo prevede che, in risposta a tale richiesta, le istituzioni europee pongano precise condizioni all’intervento dei pompieri: il supporto offerto dal fondo salva stati è subordinato all’adozione di pesanti misure di austerità quali quelle imposte alla Grecia. Il fondo salva stati è la sistematizzazione di quei processi che hanno consentito di imporre ad un paese sovrano un vero e proprio stravolgimento dei rapporti economici, un rivoluzionamento delle regole che preludono alla distribuzione della ricchezza all’interno della società.
Nel caso di Atene, quei processi si sono realizzati in maniera goffa e a volte persino violenta (si pensi al referendum sulle politiche di austerità negato al popolo greco dai creditori).
Ad ogni tranche del prestito concesso al paese si presentavano i tecnici da Bruxelles, Francoforte e Washington e pretendevano qualcosa:
un giorno l’abbassamento del salario minimo,
poi un aumento dell’età pensionabile,
poi la chiusura di un ospedale pubblico e così via, fino alla recente richiesta dell’ennesima manovra restrittiva da 11,5 miliardi di euro.
Si dice che i debiti allunghino la vita, e la Grecia sembra dimostrarcelo ogni giorno:
sono quasi tre anni che viene dichiarata l’imminente fuoriuscita di quel paese dall’euro, eppure la Grecia è ancora lì.
Solamente, più povera di prima, spogliata.

Le autorità di politica economica europea sono sempre intervenute, ma alla maniera dei pompieri di Crasso: solo quando il paese si trovava sull’orlo del baratro.

Così come le fiamme che arricchivano il ricco affarista romano, la crisi attuale sembra un metodo per condurre la lotta di classe su scala europea, ed il fondo salva stati non rappresenta altro che il perfezionamento di questa tecnica: i paesi della periferia d’Europa, paralizzati in sede di rifinanziamento del debito pubblico in scadenza dall’assenza di un prestatore di ultima istanza, dovranno elemosinare aiuti all’ESM.
Il quale spegnerà le fiamme solo se saremo disposti ad andare in pensione più tardi, a negare l’università ai nostri figli e l’assistenza ai nostri anziani, a rinunciare al nostro salario o addirittura al nostro lavoro.
Questo è il disegno europeo che abbiamo davanti, e su cui vale la pena discutere senza alcun pregiudizio circa le opzioni più radicali, come fatto nell’e-book “Oltre l’austerità”. Perché l’incendio divampa, e solo i più diligenti servitori di Crasso possono insinuare che “l’euro è una scelta irreversibile”.

* L'autore è dottorando di ricerca a Roma Tre e ha contribuito all'e book "Oltre l'austerità"
 

tontolina

Forumer storico
Grecia: No agli aiuti della Germania, in caso le riforme ad Atene avanzino troppo lentamente

Scritto il 13 agosto 2012 alle 07:43 da balrock@finanzaonline
Sul quotidiano tedesco Handelsblatt in una intervista, Michael Fuchs, vice presidente del gruppo parlamentare Cdu/Csu, dichiara che la Germania porrà il suo veto nel caso le riforme da applicare richieste ad Atene, per avere la prossima trance di aiuti da 35 miliardi di euro, avanzino troppo lentamente.
***8220;Se la Germania si convincerà che la Grecia non stia rispettando gli impegni presi, utilizzeremo il nostro diritto di veto. La Germania è arrivata al limite, anche se il bicchiere è mezzo pieno, non è sufficiente per un nuovo pacchetto di aiuti. La Germania non lo accetterà***8221;.
 

tontolina

Forumer storico
Speciale Grecia: Siamo alla Soluzione Finale. (e NOI Dobbiamo Ringraziare l’M5s, comunque la si Pensi)

Speciale Grecia: Siamo alla Soluzione Finale. (e NOI Dobbiamo Ringraziare l’M5s, comunque la si Pensi) | Rischio Calcolato

24 settembre 2012 Di FunnyKing

golden-dawn-greece.jpg

(non esattamente Pizzarotti)​
Un po’ in sordina, i destini della Grecia stanno giungendo ad un punto di svolta. Ieri il settimanale Der Spiegel dava la notizia che il deficit 2012 greco è salito da 10 a 20 miliardi di euro, una cifra folle pari ad un ulteriore 9% del PIL, contemporaneamente trapelano alla stampa indiscrezioni che riguardano il coinvolgimento di politici di primo piano della maggioranza (alcuni ex-ministri) in reati di riciclaggio e esportazione illegale di capitali.
Intanto il leader greco Antonis Samarans oltre a chiedere altri 2 anni di tempo per attuare il piano di austerity (tradotto: altri prestiti senza garanzie da parte dell’UE) , si è rimesso a parlare apertamente di un nuovo taglio sul capitale del debito pubblico greco.
E’ del tutto evidente che il piano della Troika messo in atto al momento del primo default e ristrutturazione del debito greco NON sta funzionando. Ovviamente non esiste solo la questione economica ma sta emergendo con prepotenza una questione ti coesione sociale.
Lo stato in Grecia sta lentamente sparendo.
Di pari passo con la bancarotta di fatto di tutti i sistemi di welfare, a partire dall’assistenza sanitaria gratuita ormai inesistente, cittadini, settori dell’economia e territori stanno sfuggendo (o fuggendo) dal controllo statale. A guadagnare politicamente da questa situazione è il partito neonzaista Golden Dawn (Alba D’orata) il quale attua una strategia di aiuto per le strade alle persone e alle famiglie più disagiate e contemporaneamente indirizza la colpa di quanto sta accadendo in Grecia verso i tanti immigrati “che rubano il lavoro” ai veri greci.
Gli attivisti di Alba Dorata scortano i cittadini che decidono di prelevare soldi dal bancomat (in molte zone non esiste più polizia), organizzano mense pubbliche a basso costo e aprono negozi di alimentari a basso costo per “soli greci”.
Recenti sondaggi danno Alba Dorata come terzo partito Greco (un sondaggio da GD al 22%), comunque in salita verticale negli indici di gradimento.
Il mainstream italiano ha colto immediatamente l’occasione per dare ancora una volta alla Grecia di quanto sta accadendo sui mercati (avrete notato che è finita l’euforia), ormai ci siamo abituati, e in stile perfettamente greco, la colpa è dei tedeschi, dei greci, degli spagnoli, del mitico evasore fiscale.
ps: Alla luce di quanto sta accadendo in Grecia credo che l’Italia abbia, già oggi, un debito enorme di riconoscienza verso il Movimento 5 Stelle il quale cavalca la legittima protesta dei cittadini da posizioni molto diverse da quelle di un partito neonazista, con una piattaforma politica, criticabile ma che non implica la violenza ne la discriminazione, una buona notizia dallo stivale, per una volta.
 

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