oggi tocca alla Grecia... domani all'Italia (1 Viewer)

tontolina

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Capitale e lavoro :: NO al diktat della borghesia imperialista europea


Grecia : Socialisti e popolari licenziano 15.000 dipendenti pubblici


(29 Aprile 2013)

Il Parlamento greco con il voto favorevole del centro destra e del partito socialista ha approvato una legge che autorizza il licenziamento di 15.000 dipendenti pubblici entro la fine del prossimo anno, una delle misure di austerity imposta dalla troika Bce-Ue-Fmi al paese ellenico per ottenere gli 8,8 miliardi che hanno 'salvato' - così dicono le agenzie - il Paese. Il provvedimento, passato con 168 voti a favore e 123 contrari, e' stato appoggiato da tutti e tre i partiti che compongono la maggioranza di governo che è molto simile a quella italiana .Syriza - il partito della Sinistra Europea dato primo nei sondaggi - ha votato contro.

controlacrisi.org
 

tontolina

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aggiornamento
Speciale Grecia: Terzo Default e Crisi Politica in Arrivo. L’Fmi non paga più… e l’Euro?

Queste sono giornate campali per la Grecia (e per l’Euro), andiamo con ordine:
da Repubblica
BRUXELLES — Per l’eurozona torna a suonare l’allarme Grecia. Secondo quanto scrive il sito del Financial Times, il Fondo Monetario Internazionale avrebbe minacciato di sospendere da luglio la sua partecipazione al salvataggio di Atene se i governi europei non si impegnano a coprire un nuovo «buco» di 3-4 miliardi di euro che è emerso nel piano di finanziamenti per complessivi 172 miliardi.
Il nuovo ammanco sarebbe dovuto da una parte ai ritardi nel programma di privatizzazioni concordato dal governo di Atene, e dall’altra dal rifiuto di alcune banche centrali di rinnovare l’acquisto di bond greci in scadenza e di versare alla Grecia le plusvalenze realizzate sul primo prestito concesso al Paese. A questo punto il Fmi, che già nelle settimane scorse aveva criticato duramente la gestione della crisi greca da parte dei governi dell’eurozona, minaccia di sospendere la propria partecipazione al salvataggio di Atene fino a che il «buco» non verrà coperto dai governi europei……
L’FMI dunque “minaccia” di sfilarsi e dunque trasformare la Troika in un club solo europeo (BCE e UE), tradotto significa che o i 3-4 miliardi ce li mettono i Greci o ce li mettono gli Europei.
Ma il piatto forte viene da Atene, pare che la coalizione di governo stia per saltare in aria sulla questione della chiusura della TV di Stato ERT:
da Repubblica
http://www.repubblica.it/economia/2..._esecutivo_in_bilico_su_chiusura_tv-61542723/
ATENE – Si profila lo spettro della crisi di Governo in Grecia. La coalizione dell’esecutivo guidata dal premier conservatore Antonis Samaras si è spaccata questa sera sulla questione della tv pubblica Ert, chiusa nove giorni fa con un decreto legge nell’ambito del ridimensionamento dei dipendenti statali voluto dai creditori internazionali della Grecia, ma il premier si è detto pronto ad andare avanti con decisione sulla strada intrapresa. Un appello al “senso di responsabilità ” è venuto dal commissario Ue agli affari economici Olli Rehn che ha invitato Atene a ritrovare la stabilità necessaria nell’attuale situazione politica per fare quelle riforme indispensabili affinchè il programma di aiuti vada avanti.
La terza riunione in una settimana tra Samaras e i leader dei partiti alleati – Evanghelos Venizelos (Pasok) e Fotis Kouvelis (Sinistra Democratica) – si è bruscamente interrotta……
Ad annunciare che non era stato raggiunto alcun accordo è stato Kouvelis il quale ha detto che “non c’è alcuna intesa…
In realtà pare che il PASOK (il PD Greco) , ormai precipitato nei sondaggi ad un irrilevante 6-8% vede nella battaglia per la TV Greca una occasione per risorgere e riguadagnare consensi anche se la chiusura della TV Greca ovviamente era conosciuta dai vertici del PASOK come parte integrante delle misure per ottenere il rifinanziamento del debito da parte della Troika.
A dimostrazione che la più grande bolla finanziaria della storia dell’umanità, quella sui bond governativi, è ancora ben lontana dall’esplodere ci sono i rendmenti dei bond greci già falliti 2 volte in un anno.
Con certezza assoluta nessun decennale greco verrà mai ripagato nei termini stabiliti eppure :


I rendimenti sono ai minimi.
Per ora……
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Sta Scoppiando la Più Grossa Bolla Speculativa della Storia? (Chi Rimarrà col cerino in Mano?)
Speciale Giappone: Neanche a Maggio la “Svalutazione Competitiva” Sembra Funzionare (Neanche con l’Italia!)
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tontolina

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L’Italia è sull’orlo del baratro come la Grecia. Ecco gli 11 segnali che lo dimostrano

di ZEROHEDGE
Quando si ha troppo debito, iniziano ad accadere cose davvero brutte. Purtroppo questo è esattamente ciò che sta accadendo in Italia in questo momento. Le dure misure di austerità stanno facendo rallentare l’economia italiana ancora più di prima. Eppure, anche con tutte le misure di austerità, il governo italiano continua solo ad accumulare più debito. Questo è esattamente lo stesso percorso che ha intrapreso la Grecia.
L’austerità provoca un calo nelle entrate pubbliche, cosa che impedisce il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del deficit, cosa che provoca ancora più misure di austerità.


Ma se l’Italia crolla economicamente, sarà un affare molto più grande di quello che è stato in Grecia.



L’Italia è la nona economia su tutto il pianeta. In realtà l’Italia era ottava, ma ora la Russia l’ha sorpassata.

Se l’Italia continuerà ad arrancare, anche India e Canada la sorpasseranno.



E’ davvero una tragedia guardare ciò che sta accadendo in Italia, perché è davvero un posto meraviglioso. Quando ero bambino, mio ​​padre era in marina e ho avuto l’opportunità di vivere lì per un po’. E’ una terra con un clima meraviglioso, ottimo cibo e ottimo calcio. La gente è cordiale e la cultura è assolutamente affascinante. Ma ora il paese sta cadendo a pezzi.


I seguenti sono gli 11 segnali che l’Italia sta scendendo in una depressione economica in piena regola:
1- Il tasso di disoccupazione in Italia è salito al 12.2%. Questa è la cifra più alta da 35 anni a questa parte.
2- Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è salito al 38.5%, e nel sud Italia ha recentemente raggiunto la soglia del 50%.
3- Una media di 134 punti vendita stanno chiudendo in Italia ogni singolo giorno. Nel complesso, circa 224,000 esercizi al dettaglio hanno chiuso dal 2008.
4- L’economia italiana è in contrazione da sette trimestri consecutivi.
5- E’ stato previsto che il PIL in Italia si ridurrà dell’1.8% quest’anno.
6- La produzione industriale in Italia è diminuita per 15 mesi di fila. Ora è scesa al livello più basso da 25 anni a questa parte.
7- Nel complesso, la produzione industriale in Italia è diminuita di circa un quarto dal 2008.
8- A Maggio le vendite di automobili in Italia sono diminuite dell’8% rispetto all’anno precedente.
9- Il numero di persone che sono considerate “sotto la soglia di povertà” in Italia è raddoppiato negli ultimi due anni.
10- L’Italia ora ha un rapporto tra debito/PIL del 130%.
11- E’ stato previsto che l’Italia avrà bisogno di un grande piano di salvataggio dell’UE entro sei mesi.
A questo punto, l’Italia è al verde!
E a differenza degli Stati Uniti o del Giappone, l’Italia non può più controllare una banca centrale e fargli stampare una gran quantità di nuovo denaro con cui comprare titoli di Stato. L’Italia è sposata con l’euro, e questo limita fortemente le sue opzioni. Purtroppo il denaro sta finendo rapidamente. Quello che segue è un estratto da un recente articolo di Wolf Richter: “Nella maggior parte dei paesi significherebbe avere una bella faccia tosta, o forse un’ostentazione di follia politica, ma in Italia lascia il tempo che trova: un funzionario del governo, nondimeno un ministro, può dichiarare tranquillamente che il paese non può saldare i suoi conti di lunga data, e non per un mese o due ma per il resto di quest’anno! A causa di problemi “tecnici. Il governo italiano è senza soldi. Non che il governo degli Stati Uniti o quello giapponese stiano meglio, ma hanno le banche centrali che stampano denaro a tavoletta. L’Italia no. Ha la BCE che è gestita da un italiano il quale l’anno scorso ha promesso che stamperà soldi per tenere l’Italia a galla. Ma questa promessa non è la stessa cosa dell’avere una banca centrale propria.
Il 4 Luglio in Italia è venuto alla luce l’ennesimo buco per quanto riguarda il bilancio.

Devastata dalla falsa austerità, le spese sono aumentate dell’1.3% nel primo trimestre, mentre le entrate sono rimasti invariate. Quindi il deficit è salito al 7.3% del PIL, rispetto al 6.6% dello scorso anno, portando il debito pubblico al 130% del PIL. Debito e deficit da capogiro in un’economia in avvizzimento – l’Italia è in recessione sin dal quarto trimestre del 2011 – è una combinazione tossica nell’Eurozona”.
Anche se questi numeri possono sembrare davvero brutti, la realtà è che le persone che soffrono di più sono i cittadini medi. Molti italiani sono stati completamente devastati da questa depressione economica ed i suicidi sono alle stelleIn Italia le tragiche storie di suicidi legati alla profonda recessione stanno diventando troppo frequenti. Il mese scorso vicino a Torino si è impiccato un ex-operaio perché non riusciva a trovare lavoro. A Maggio un giovane di Roma si è suicidato poco dopo aver perso il lavoro. Il giorno successivo il presidente Giorgio Napolitano ha pregato il governo affinché presti “la massima attenzione per le situazioni di maggior disagio e necessità” in modo da aiutare a fermare l’ondata di suicidi. E’ assolutamente tragico.

Ma sapete una cosa?
Gli Stati Uniti sono diretti lungo lo stesso percorso dell’Italia. Nei prossimi anni anche qui la disoccupazione ed i suicidi saliranno alle stelle. Quelli che stanno mettendo la testa sotto la sabbia in questo momento saranno colti di sorpresa da quello che sta arrivando. Ma quelli che capiscono ciò che si staglia all’orizzonte, e si preparano, avranno migliori possibilità per uscirne con meno danni possibili.


L’Italia è un po’ come la Torre di Pisa. Tutti sanno che cadrà alla fine, e quando accadrà sarà una vera catastrofe.

Quando il sistema finanziario dell’Italia imploderà, questo sarà il segno che la situazione inizierà a deteriorarsi più rapidamente. Aspettatevi che i vari pezzi del domino inizino a cadere molto più rapidamente in seguito.
In collaborazione con Francesco Simoncelli
da L’indipendenza
 

tontolina

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Letta: “L’Ue ha sbagliato sulla Grecia”

La Stampa - Letta: ?L?Ue ha sbagliato sulla Grecia?



a mio parere sta perseverando nell'errore
Dopo la Grecia
sbagliò con l'Irlanda-Portogallo-Spagna-Italia-Cipro
ora è il turno della Slovenia e prossimamente del belgio e della Francia




insomma l'Euro sta uccidendo l'economia degli stasti DIsuniti europei
 
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Letta: “L’Ue ha sbagliato sulla Grecia”

La Stampa - Letta: ?L?Ue ha sbagliato sulla Grecia?



a mio parere sta perseverando nell'errore
Dopo la Grecia
sbagliò con l'Irlanda-Portogallo-Spagna-Italia-Cipro
ora è il turno della Slovenia e prossimamente del belgio e della Francia




insomma l'Euro sta uccidendo l'economia degli stasti DIsuniti europei
Ecco che cominciano i risultati di austerity must go on!

se le cavallette continueranno a rubare tutto il raccolto alle formiche, una stagione di grandi turbolenze sociali è inevitabile

Ed è notizia di oggi, pare, che Alba Dorata sia pronta al colpo di Stato.

Non possiamo permetterci il pane, ma una Lamborghini sì!? | Byoblu.com
 

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Università, l’allarme della CRUI: “Rischiamo la stessa fine della Grecia” - See
Un piano per i giovani ricercatori e 100 milioni ai migliori nella valutazione della ricerca. La CRUI chiede al Governo due provvedimenti urgenti da inserire nella Legge di Stabilità.

“L’Europa è nata con le Università e la crisi delle Università può farla morire” – comincia con queste drammatiche parole La sua prima Assemblea Generale il neo-Presidente della CRUI, Stefano Paleari.
“E’ necessario ripensare in primo luogo l’Europa del sapere. Partendo da due concetti sostanziali: merito e giovani. Solo puntando su creatività e innovazione riusciremo a vincere questa sfida decisiva per il Paese”.
E dopo aver appreso le notizie che vengono dalla Grecia, non poteva essere altrimenti. 12500 dipendenti delle Università, ai quali la CRUI esprime la propria piena solidarietà, verranno licenziati. 1350 alla prima tornata. Almeno 8 Atenei sono a rischio chiusura. Nella migliore delle ipotesi non riusciranno a dare avvio all’anno accademico.
Un destino che attende anche le Università Italiane? Per scongiurare questo pericolo il primo atto formale della CRUI presieduta da Paleari è stato l’invio di una lettera al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Università.
“La lettera nasce all’interno di una situazione drammatica – ha sottolineato Paleari –. Negli ultimi anni abbiamo perso 1 miliardo su 7. Stiamo parlando di uno dei finanziamenti per l’Università più bassi d’Europa! Questo ha significato una riduzione di 10.000 unità di chi insegna e fa ricerca. E un conseguente decremento dei laureati, che ormai sono di più di 10 punti percentuali sotto la media europea. Un numero di stamattina a titolo esemplificativo: l’Università della Basilicata ha quest’anno 800 nuovi iscritti, l’anno scorso ne aveva 1500. Di questo passo il punto di arrivo mi sembra evidente”.
In quest’ottica, attraverso la lettera, la CRUI chiede al Governo un intervento tempestivo. Servono subito:
100 milioni ai migliori nella valutazione della ricerca –. Di fatto il taglio ereditato nei bilanci dell’Università per il 2013, pari a quasi 400 milioni (il 4,5% in meno rispetto al 2012), impedirà di premiare chi si è meglio comportato. Rendendo inutile l’immenso lavoro di Atenei e ANVUR
Un piano per i giovani ricercatori che ne arresti l’emorragia, altrimenti ogni richiamo alla crescita risulterà vano – I dati ci dicono che abbiamo 4 addetti alla ricerca ogni 1000 occupati. La Francia ne ha 9. Germania e Regno Unito 8. Persino la Spagna 7. Solo per passare da 4 a 5 avremmo bisogno di 20.000 ricercatori

“Su questi due punti – conclude Paleari – chiediamo al Governo un segnale immediato. Da inserire nella prossima Legge di Stabilità. Da anni merito e giovani sono trascurati. La Grecia non è più così lontana”.
- See more at: Università, l'allarme della CRUI: "Rischiamo la stessa fine della Grecia"
http://www.corriereuniv.it/cms/2013...tessa-fine-della-grecia/#sthash.XedojK9P.dpuf
 

tontolina

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Amoroso: via dall’euro, o facciamo la fine della Jugoslavia

Posted by admin on settembre 27th, 2013
La ricreazione è finita, presto vi dovrete arrangiare anche per le pensioni. Questo, in sintesi, il discorso-choc che il sovrano olandese Guglielmo Alessandro ha rivolto alla nazione: la globalizzazione impone anche all’Olanda l’addio al glorioso sistema del welfare e delle protezioni sociali. E’ l’élite, direttamente, che parla: la stessa élite feudale che si è impadronita della moneta, imponendoci l’Eurozona, per poi dirci: scusate, non ci sono più soldi. Falso. I soldi li “fabbricano” loro, mentre a mancare sono i politici in grado di difenderci. Enrico Letta, che rincorre i diktat della Merkel, governa con Berlusconi, che nel suo videomessaggio del 18 settembre, di fronte alla catastrofe economica dell’Italia, proclama: «Occorre imboccare la strada maestra del liberalismo: meno Stato, meno spesa pubblica». Il liberismo: cioè il tunnel senza uscita del quale siamo già prigionieri, da vent’anni. Attenti, avverte il professor Bruno Amoroso: di questo passo, già a novembre sprofonderemo nel baratro della Grecia, saremo esposti a tempeste mai viste e rischiamo di fare la fine della Jugoslavia.

L’economista italo-danese dell’università di Roskilde, allievo di Federico Caffè e compagno di scuola di Mario Draghi, dice che l’incubo della
balcanizzazione è dietro angolo: «E’ possibile che ci troveremo davvero nei guai tra pochissimi mesi, in una situazione di tipo greco: quando, per intenderci, ci saranno 50.000 statali mandati a casa e niente più soldi per gli ammortizzatori sociali».

Che succederebbe? «La crisi andrà a destra, come sempre: prevarranno prima i nazionalismi e poi le fratture all’interno degli stessi Stati: il nord dell’Italia contro il sud, la Catalogna contro il resto della Spagna».

E’ uno degli scenari della crisi europea, il peggiore: l’implosione dell’Europa del sud, magari accelerata dalla “fuga” della Germania, decisa a non pagare i costi necessari a tenere in vita i nostri paesi devastati dall’euro.
In quel caso si annunciano «guerre interne» e «conflitti sociali e politici», gestiti «da chi è interessato, come è stato per la Jugoslavia, che fu distrutta perché la Germania era interessata alla Croazia e alla Slovenia», mentre altri volevano la secessione del Kosovo.

Non c’è scampo, se l’Europa meridionale resta ingabbiata nella camicia di forza della moneta unica: «Con l’euro sono arrivate disposizioni come il Fiscal Compact e il patto di stabilità: non solo si decide il valore della moneta, ma anche i danni che un paese riceve».

Esempio: «Se la Danimarca è in crisi economica, è lei che decide come farla pagare ai cittadini, distribuendone il carico. Nell’Eurozona invece questa libertà non ce l’abbiamo, perché col Fiscal Compact non possiamo fare politiche che secondo noi sono eque, ci dettano pure come dev’essere organizzato il mercato del lavoro».

I danesi, rimasti fuori dall’euro, «possono decidere se vogliono un mercato del lavoro di giovani o di vecchi», noi invece siamo in trappola, dentro una camicia di forza: situazione «da risolvere entro un anno, se vogliamo evitare il disastro». Come? Nell’unico modo possibile: tornando alla sovranità monetaria. «E’ una condizione necessaria: solo attraverso la sovranità sulla moneta è possibile fronteggiare la disoccupazione». Ma attenzione: tornare semplicemente all’antica valuta nazionale non risolverebbe il problema, avverte Amoroso, se i politici al potere dovessero restare quelli di oggi: «Anche con la lira, uno come Enrico Letta continuerebbe con le politiche neoliberiste che ci hanno portato al disastro».


Il problema è politico, insiste Amoroso, co-firmatario del “Manifesto per l’Europa” elaborato da “Alternativa”, il laboratorio politico fondato da Giulietto Chiesa. Obiettivo: aprire una vertenza con Bruxelles, cestinando il Trattato di Maastricht che introduce l’Eurozona. La scommessa: rinegoziare tutto, a cominciare dalla moneta, per togliere all’élite finanziaria di Bruxelles il potere assoluto che esercita su di noi, instaurando finalmente una condizione di democrazia che metta fine all’autoritarismo della Commissione Europea, non eletta da nessuno. «I paesi del sud hanno un rilevante potere contrattuale», sottolinea Amoroso: «L’Italia, la Spagna e gli altri paesi dell’Europa meridionale possono chiedere nuove condizioni per restare in Europa, e ne avrebbero la forza, perché rappresentano un grande mercato di sbocco per i prodotti dell’export del nord». Certo, non si esce dal tunnel con Berlusconi e Letta. «Serve un grande rivolgimento politico, ma forse non siamo lontani: in Grecia c’è Syriza, in Spagna gli Indignados, da noi metà degli italiani non votano più, e di quelli che votano almeno il 20% sceglie i grillini». Il piano di Amoroso si chiama euro-sud: sarebbe come tornare allo Sme, quando gli Stati europei già cooperavano tra loro, mantenendo però un’elasticità nei cambi, con possibilità di svalutazione fino al 15%.

Sarebbe una via d’uscita democratica e realistica: «Quelli che invocano “più integrazione” vivono su un altro pianeta: la Gran Bretagna non rinuncerà mai alla sterlina, né accetterà mai che sia Bruxelles a spiegarle come spendere i soldi per l’istruzione». L’Unione Europea è composta di 27 paesi, di cui solo 17 hanno aderito all’euro: gli altri 10 non vi aderiranno mai. «Quindi, già oggi, non è vero che l’Europa ha una sola moneta: ne ha 11. Semplicemente, con l’euro-sud, ne avrebbe 12». Il continente era già unito prima della moneta unica, con il Sistema Monetario Europeo: l’euro, voluto dalla Francia che sperava di controllare la potenza economica della Germania unita, ha semmai introdotto una spaccatura, tra l’Europa del nord e quella del sud. Un disastro: «L’euro non ha unito l’Europa, non ha creato coesione sociale e territoriale ma conflitto, non ha diminuito l’inflazione, povertà e disuguaglianze sono aumentate». Di questo passo, la moneta unica «farà implodere tutto il sistema europeo».

Secondo Amoroso, solo una nuova alleanza politica tra i paesi dell’Europa del sud potrà rinegoziare un’unione con Bruxelles: la sovranità monetaria potrà produrre politiche per l’occupazione e, al tempo stesso, introdurre meccanismi di controllo sulla finanza speculativa. Uscire da soli dall’euro potrebbe essere traumatico, per via della svalutazione e dell’inflazione? In fondo, però, è stato traumatico anche entrare nell’euro. E soprattutto, restarvi. Senza più spesa pubblica, le nostre economie sono al collasso. L’uscita negoziata dall’attuale euro, secondo Amoroso, sarebbe invece più sicura e senza scossoni. Obiettivo perfettamente alla portata dei nostri paesi, a una condizione: devono prima liberarsi degli attuali governi. Ecco perché – mentre la grande crisi avanza e minaccia di travolgerci – diventa fondamentale costruire un’alleanza, da Atene a Lisbona passando per Roma e Madrid, in vista delle decisive elezioni europee della primavera 2014.

http://sapereeundovere.it/amoroso-via-dalleuro-o-facciamo-la-fine-della-jugoslavia/
 

tontolina

Forumer storico
nessuno mi leva dalla testa che il COLPO di Stato c'è già stato in Grecia
e consumato quando la TROIKA impedì il referndum ed impose il suo governo che massacrò la popolazione


come da noi con il governo MONTI che innsescò la spirale di suicidi e la fuga in Svizzera delle aziende sane
 

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