oggi tocca alla Grecia... domani all'Italia (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
L'Europa sulla soglia della povertà: live-tour - interattivo




Jon Henley del Guardian sta attraversando Portogallo, Spagna, Italia e Grecia per ascoltare le storie umane che stanno dietro la crisi del debito Europeo. Ecco alcune delle interviste svolte in Grecia sui problemi che i cittadini Greci incontrano in mezzo alla crisi



Catherine Darzenta, un insegnante di inglese e proprietaria di una scuola di lingue ad Atene, invia questo accorato appello:






Io vivo nel caos. “Caos” è una parola Greca e descrive in modo appropriato la vita in questo paese. Sono stato un buon cittadino di questo Paese e ho lavorato duramente nei 25 anni che ho vissuto qui. Io lavoro ogni giorno dalle 02:00 alle 22:00 del pomeriggio. Faccio 40 ore di insegnamento settimanali. Se si aggiunge la programmazione delle lezioni sono quasi 50 ore alla settimana. Vedo mio marito solo per una mezz'ora al giorno, perché insegna in una scuola statale al mattino, ma il suo stipendio è talmente basso che ha bisogno di integrare il suo reddito con un altro lavoro la sera. Quanti dei nostri colleghi Europei lavorano così tante ore?

Io insegno inglese. Per fortuna anche durante questa recessione c'è domanda per il mio lavoro. Ma per quanto tempo la gente avrà abbastanza soldi per pagarmi l'insegnamento ai loro figli? Quando una madre è venuta a dirmi che suo marito ha perso il lavoro e il suo stipendio è stato ridotto ed è costretta a nutrire i suoi figli con patate e riso, ho deciso di insegnare ai suoi figli gratuitamente.



Due giorni fa ho sentito dell'insegnante di fisica di mia figlia, un padre di tre bambini, che ha rinunciato ed è emigrato in Germania per lavorare in un ristorante. Un fisico sta lavorando come cameriere in qualche posto ad Amburgo.

L'ambasciata Australiana è invasa da Greci che chiedono di emigrare in Australia perché il tasso di disoccupazione qui è ben oltre il 25%. Mio padre è emigrato in Canada nel 1952, quando la Grecia era stata completamente devastata dalla Seconda Guerra Mondiale e dopo una guerra civile. Non c'era lavoro, c'era una grande povertà così i lavoratori emigravano a frotte negli Stati Uniti, Canada e Australia.





Oggi gli intellettuali e i professionisti sono quelli che stanno emigrando. I miei figli sono all'università. Mio figlio sta studiando ingegneria presso l'Università Tecnica di Atene. Il Rettore dell'Università ha informato gli studenti che l'università a gennaio potrebbe chiudere per mancanza di fondi. Perché stiamo distruggendo le speranze e i sogni dei nostri figli?

Ora i miei figli potrebbero dover emigrare in Canada, proprio come ha fatto il loro nonno 50 anni fa. Perché un giovane deve lasciare la sua patria per avere un futuro decente?




La maggior parte delle volte non posso andare al lavoro con facilità, perché i mezzi pubblici sono in sciopero tre giorni alla settimana. Le strade sono colme di spazzatura.

Nel paese prevale la malinconia e le farmacie non hanno mai abbastanza anti-depressivi da vendere. Le malattie di cuore sono in aumento e il tasso dei suicidi è aumentato del 40%. Abbiamo perso ogni speranza. Sappiamo tutti che le cose non andranno meglio. Tutti sanno che cose andranno sempre peggio. Semplicemente non sappiamo fino a che punto.





Siamo arrabbiati con il nostro governo (tutti i governi passati e presenti) per non averci protetto. Dopo che ho pagato le imposte sui redditi nel mese di luglio, all'improvviso ho ricevuto un pezzo di carta che nemmeno sembrava un documento ufficiale. Era solo una fotocopia che mi chiedeva di pagare una tassa di emergenza. Si chiamava tassa di solidarietà di emergenza.


Verso chi dovrei provare solidarietà? Che cosa è la tassa che mi viene chiesto di pagare? Perché devo pagare un supplemento di €300 per la mia piccola impresa? L'imposta sul reddito che ho pagato non è abbastanza? Dove sono andati i miei euro d'imposta? Alle banche Tedesche?





Molti greci si sono rifiutati di pagare le tasse perché sanno che non riceveranno nulla in cambio. Sanno che dovranno pagare per l'istruzione dei loro figli, dovranno pagare le cure mediche e per utilizzare strade pubbliche. Allora, qual è il punto?




Testimonianza di Julia Cross
da Voci dall'estero: L'Europa sulla soglia della povertà: live-tour - interattivo
 

tontolina

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quando lo Stato reagisce con aggressività e senza scrupoli, si accumula la rabbia che, spontaneamente, assume la forma di un entusiasmo morale a sfidare uno stato predatore. Probabilmente non risolverà nulla. Ma per lo meno quella disobbidienza, cui stiamo assistendo ovunque, dai cortili delle scuole ai caselli autostradali, agli uffici della compagnia elettrica, alla piazza centrale di fronte al Parlamento, potrebbe essere l'unica via che i cittadini hanno per rivendicare parte della loro dignità rubata.
Voci dall'estero: "Sotto Paga , Non Si Paga!" Dalla commedia di Dario Fo alla Nostra Contemporanea Distopia* Greca
 

tontolina

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Auerback e Parenthau: Il Mito della Dissolutezza Greca - Prima parte



Nella prima parte di questo lungo articolo si fa una analisi un po' più approfondita di quella corrente sul disastro Grecia, aldilà del mito degli spendaccioni.


di Marshall Auerback e Rob Parenthau -
Storicamente, i Greci sono molto bravi a costruire i miti.
Il resto del mondo? Non così tanto.
Leggendo la stampa, si ha l'impressione di un gruppo di pigri scrocconi mediterranei, che godono di uno dei più alti standard di vita in Europa, e chiedono ai frugali Tedeschi di pagare il conto.
Si tratta di una propaganda senza senso.
Come se la Grecia fosse l'unico paese che ha truccato i conti nell'Unione europea!
Piuttosto, il cuore del problema sta nell'antiquato sistema fiscale che si traduce in un deficit di bilancio costante a circa il 10% del PIL.
Il 20% della fascia di reddito al top, in Grecia non paga praticamente imposte, effetto di una collusione del periodo della giunta tra i militari e i ricchi plutocrati Greci. Non c'è da stupirsi che ci sia una crisi fiscale!



Quindi non è un problema di intemperanza Greca, o di uno Stato sociale troppo generoso, e questo spiega perché i rimedi FMI style sono destinati a fallire, come effettivamente sta accadendo. In effetti, data la austerità non-stop imposta ad Atene (che ha semplicemente l'effetto di deflazionare ulteriormente l'economia e ridurre la capacità dei Greci di raggiungere gli obiettivi di bilancio loro imposti), i Greci si stanno davvero avvicinando al punto di default, scaricando così il problema sulle spalle di quelli che hanno istituito l'austerità. Questo certamente non può essere molto peggio della morte lenta che si trovano ad affrontare oggi.



In realtà, i Greci hanno uno dei più bassi redditi pro-capite in Europa (21.100 €), molto inferiore a quello della zona euro (€ 27.600) o al livello Tedesco (29.400 €).

Inoltre, le reti di sicurezza sociale Greche potrebbero sembrare molto generose per gli standards americani, ma sono davvero modeste rispetto al resto dell'Europa. In media, la Grecia nel 1998-2007 ha speso solo 3.530,47 € pro capite per la protezione sociale - poco meno della Spagna e circa 700 € più del Portogallo, che ha uno dei livelli più bassi di tutta la zona euro.
Al contrario, la Germania e la Francia hanno speso più del doppio del livello di Greco, mentre la media dell'Eurozona sta a € 6.251,78. Anche l'Irlanda, che ha una delle economie più neoliberiste della zona euro, ha speso per la protezione sociale più dei Greci apparentemente dissoluti.






Si potrebbe pensare che se il sistema di welfare greco fosse veramente generoso e inefficiente come viene di solito descritto, allora i costi amministrativi sarebbero superiori a quelli degli altri governi disciplinati come quello Tedesco e quello Francese. Ma questo ovviamente non è, come i Professori Dimitri Papadimitriou, Randy Wray e Yeva Nersisyan hanno illustrato. Anche la spesa per le pensioni, che è l'obiettivo principale dei neoliberisti, è inferiore rispetto ad altri paesi Europei.



Inoltre, se si guarda al totale della spesa sociale in alcuni Paesi dell'Eurozona come percentuale del PIL fino al 2005 (in base alle statistiche OCSE), la spesa della Grecia è rimasta indietro rispetto quella di tutti i paesi dell'area dell'euro ad eccezione dell'Irlanda, ed era al di sotto della media OCSE. Si noti inoltre che, nonostante tutti i commenti sui pensionamenti anticipati in Grecia, la spesa per i programmi di vecchiaia è in linea con la spesa della Germania e della Francia.





In realtà, la Grecia ha una delle più ineguali distribuzioni del reddito in Europa, e un altissimo livello di povertà, come mostra la tabella seguente (fonte: OCSE e Papadimitriou, Wray e Nersisyan).




I dati non sono coerenti con il quadro presentato dai media di un welfare statale troppo generoso, a meno che il confronto non sia fatto con la situazione degli Stati Uniti, ma questo equivarrebbe a paragonare l'abilità di un impressionista francese con quella di un pittore con le dita di 5 anni.


Naturalmente, questi fatti non contano. La storia prevalente è che la Grecia è, con le parole di
John Authers del Financial Times, "un paese che è stato veramente spendaccione", con ben poco in termini di dati a sostegno di questa affermazione.
Il paese, tuttavia, è davvero bloccato: non possono svalutare, non possono pagare la propria via di uscita dalla crisi perché non hanno una moneta sovrana, e nessuno volontariamente li finanzia. Quindi devono uscire e svalutare, o far cadere i loro prezzi interni. Il default, sebbene inevitabile, è solo un passo lungo la strada.





Per rendere il problema ancora peggiore, i proventi delle esportazioni vengono costantemente superati dalla spesa per le importazioni, il che significa che il debito che finanzia il deficit del governo è sempre più detenuto all'estero. Il debito è emesso secondo il diritto greco, ma ora è pagabile in euro, che la Grecia, come utente dell'euro, non può creare, data la cessione della sua moneta e come conseguenza della sua sovranità fiscale. In questo senso, ironia della sorte, la crisi fiscale è una conseguenza del successo della Grecia, che dopo una lunga preparazione è riuscita ad entrare nell'Unione Europea, e quindi ha rinunciato a una propria moneta.


Nella seconda parte si critica la politica economica ideologica della Troika
 

tontolina

Forumer storico
L'Economia Ideologica della Troika - seconda parte


Continua l'analisi sul disastro Grecia, e su come la gallina dalle uova d'oro rischia di fare una frittata con le sue preziose uova.
di Marshall Auerback e Rob Parentahu -

Se questa analisi della radice del problema (che la Grecia non ha spese superiori, ma anzi inferiori alla media UE, e il problema sta nelle eccessive disuguaglianze nella distribuzione del reddito e nell'evasione fiscale soprattutto dei redditi alti) è corretta, allora la politica standard di austerità del FMI è improbabile che possa fare molto per aiutare. E, come stanno chiaramente dimostrando le rivolte sempre più intense per le strade, il paziente potrebbe non accettare di buon grado la medicina. Nonostante i tentativi di trasformare il paese in una colonia economica della UE, la Grecia è ancora, dopo tutto, una democrazia, e se si vuole giudicare dalla crescente inquietudine del paese, non è affatto chiaro se la Grecia (o qualsiasi altro membro della zona euro) è davvero disposta a tagliare le spese ed aumentare le imposte nella misura che soddisfi gli “Austerians fiscali” che dominano oggi la politica economica nella zona euro, senza allo stesso tempo creare uno stato fallito ingovernabile proprio nel bel mezzo dell'eurozona. Come ha osservato JM Keynes una vita fa in una nota ancora largamente ignorata del capitolo 23 della sua Teoria Generale:



L'esperienza, almeno fin dall'età di Solone, e probabilmente se avessimo le statistiche anche da molti secoli prima, indica che la conoscenza della natura umana ci porterebbe ad aspettarci una tendenza costante dei salari a crescere per lunghi periodi di tempo, che può essere ridotta solo con la decadenza e la dissoluzione della società economica.”




Naturalmente, cosa poteva sapere Keynes che i modelli dinamici stocastici di equilibrio generale matematicamente "eleganti", ben calibrati, dei contemporanei Premi Nobel di oggi non possono dirci?


Anche la "Troika" - la Commissione europea (CE), il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Centrale Europea (BCE) – ha ammesso che il suo approccio “Austerian” potrebbe presentare qualche problema: in un rapporto trapelato dal vertice dell'Unione Europea attualmente in corso, documento che probabilmente fa parte delle deliberazioni sulle proposte di ristrutturazione del debito Greco per il 26 ottobre, non solo c'è una ammissione abbastanza aperta e palese che il risanamento di bilancio espansivo (expansionary fiscal consolidation - EFC) ha dimostrato di essere una contraddizione in termini, almeno in Grecia, ma c'è anche un serio problema di incompatibilità, almeno nell'orizzonte a medio termine, con gli sforzi di svalutazione interna (internal devaluation - ID) - cioè, tentare una deflazione nominale del reddito interno privato al fine di migliorare le prospettive delle esportazioni in un regime di cambio fisso.





Quasi arrivano a riconoscere che le loro richieste e le azioni che hanno imposto ai politici Greci stanno mettendo in moto una implosione dell'economia greca (senza contare la rottura di qualsiasi parvenza di un contratto sociale, e lo strappo del tessuto sociale - questa è, dopo tutto, la "riforma" neoliberista , progettata per eliminare ogni traccia ultima della socialdemocrazia e del lavoro organizzato nella zona euro).





Ammettere che l'EFC non funziona, e che perseguire ID non farà altro che aggravare ulteriormente le cose, inclusa la capacità della Grecia di raggiungere gli obiettivi di bilancio, è un passo abbastanza grande con cui la Troika riconosce la realtà della situazione. Questo non è un qualcosa che gli economisti di fede neoliberista dentro l'organizzazione della Troika sono inclini a fare spesso.



Allora perché continuare? Beh, diciamo la verità: questo in questa fase ha molto meno a che fare con la Grecia (anche se la narrazione tradizionale prevalente continua a perpetuare l'immagine di un paese pigro, improduttivo, pieno di intemperanti e scrocconi), che col punire gli altri paesi potenzialmente devianti e recalcitranti dal lato fiscale.





Angela Merkel ha chiaramente l'Italia nel mirino. Lei, e la Troika stanno usando i Greci come capro espiatorio - al fine di assicurarsi che se la Grecia deve "tagliare " il suo debito e ristrutturare, gli altri paesi periferici - in particolare l'Italia - non si facciano venire la tentazione di seguire lo stesso percorso di ristrutturazione forzata del debito, ma piuttosto raddoppino gli sforzi per raggiungere gli arbitrari obiettivi di bilancio entro una scadenza fissata altrettanto arbitrariamente (e come è che ha funzionato per la Grecia?), e imparino a "vivere con i propri mezzi", come i Tedeschi sempre insegnano al mondo. Questa è la strategia per evitare quello che è eufemisticamente chiamato "effetto contagio". In realtà, può anche chiamarsi “principio della colpa collettiva” - distruggere i mezzi di sussistenza di tredici milioni di persone per ragioni di fede politica o ideologica, il che è francamente disgustoso e inaccettabile. Data la loro storia, i responsabili politici Tedeschi dovrebbero capire questo fenomeno. In realtà per molti aspetti, tutto questo assomiglia fin troppo stranamente al pasticcio aggrovigliato e contorto lasciato dalle riparazione della prima guerra mondiale richieste alla Germania - ma questa volta, la Germania è una delle nazioni creditrici che impongono la loro volontà sui debitori falliti.




Se il mix prevalente di politiche di austerità fiscale continua, ci saranno ricadute per le nazioni che esportano verso la Grecia. A dire il vero, la Grecia è un piccolo mercato in Eurolandia, ma i suoi problemi fiscali non sono affatto unici. Se anche le economie più grandi come la Spagna e l'Italia adottano misure di austerità, l'intero continente può trovarsi davanti al collasso delle entrate pubbliche – anche la Germania, dove la decelerazione economica è diventata decisamente più evidente nei mesi scorsi.




Infine, se l'austerità riesce ad abbassare i salari e i prezzi in un paese, può portare alla deflazione competitiva, aggravando il problema nella misura in cui ogni paese cerca di ottenere un vantaggio al fine di promuovere la crescita attraverso le esportazioni.




Ciò che è più notevole per noi è che il più grande esportatore netto, la Germania, non sembra riconoscere che la sua insistenza sulla austerità fiscale per tutti i suoi vicini farà una frittata delle sue uova d'oro. Se la Germania vuole un avanzo perpetuo nel conto corrente al fine di perseguire il suo mercantilismo di tipo asiatico, una strategia di crescita trainata dalle esportazioni, allora qualche altra nazione, o gruppo di nazioni deve essere pronto a un deficit di conto corrente ad infinitum. Il che significa che la nazione in avanzo nelle partite correnti deve avere flussi di capitali in uscita all'infinito in modo che le nazioni in disavanzo delle partite correnti possano spendere più di quanto guadagnano in beni e servizi commerciabili. Ciò significa che il default è inevitabile, a meno che non vi sia una politica o un meccanismo dei prezzi che incoraggi l'attuale nazione in avanzo delle partite correnti a reinvestire le riserve guadagnate col commercio estero nel settore produttivo, in beni strumentali generatori di reddito, dei paesi in deficit commerciale. Questa è economia internazionale molto elementare, ma in qualche modo sfugge completamente a Berlino.




Il Cancelliere Tedesco e il suo Ministro delle Finanze amano dire che nessuna vera unione economica è possibile se una delle parti dell'unione (Grecia) lavora meno ore e fa più vacanze di un altro (Germania). Ciò che dovrebbero dire è che una vera unione economica non è possibile se i plutocrati che governano TUTTE le nazioni in modo coerente eludono la loro giusta quota di partecipazione alle spese del proprio stato, aspettandosi che l'unione paghi il conto, o costringa il restante 90% a pagare. E non c'è vera unione economica (o qualsiasi speranza di una futura unione politica) se le eccedenze delle partite correnti non vengono correttamente riciclate in maniera sostenibile verso le nazioni in deficit commerciale. Sarebbe assurdo, come se il Texas perennemente insistesse in un surplus commerciale verso gli altri 49 stati Americani.




La Grecia non è un caso speciale, ma piuttosto un caso esemplare di cosa esattamente succede quando si impone il risanamento delle finanze pubbliche a paesi con alto debito privato in rapporto al PIL, tassi di risparmio privato che lasciano a desiderare, e grandi, ostinati deficit di conto corrente.
Ciò che serve è un modo per ridistribuire la domanda verso i paesi in deficit commerciale, ad esempio, con una spesa per investimenti diretti nei paesi in deficit commerciale da parte delle nazioni in surplus. La Germania l'ha fatto con la Germania orientale. Tale meccanismo potrebbe essere istituito molto rapidamente sotto l'egida della Banca Europea per gli Investimenti. Incentivi efficaci per "riciclare" in questo modo i surplus delle partite correnti, con investimenti diretti esteri, flussi di azioni, aiuti esteri, o l'acquisto di beni di importazione, potrebbero essere facilmente realizzati. Se si potesse fare, sarebbe un modo per la Grecia e gli altri di diventare sufficientemente competitivi da garantirsi il futuro attraverso maggiori esportazioni.





Non abbracciare questo tipo di opzione di crescita coordinata e reciprocamente vantaggiosa, alla fine non lascia ai Greci altra alternativa se non quella del default, e i politici della zona euro si troveranno tra le mani una confusione ancora più grande e costosa.




Un default greco può risultare essere un "momento Sansone" per la zona dell'euro. Come Sansone nei suoi ultimi giorni, accecato e picchiato dai Filistei, la Grecia è indebolita, cieca e bloccata. Il default può rappresentare forse quello slancio con cui si raccolgono le ultime forze per "abbandonare il tempio" (in questo caso la zona euro) attraverso il default, e così facendo, tirar giù tutti gli altri.


La creazione del mito a spese dei Greci non serve gli interessi di nessuno, in quanto ci sarà ovunque una cascata di default, e un crollo del reddito in stile sovietico, difficilmente una prospettiva allettante per l'economia globale. Non è un finale interessante, ma questo è il tipo di risultato a cui la politica egoista, immorale e crudele della Troika potrebbe portare tra non molto. I Greci, e la stragrande maggioranza dei cittadini Europei, possono sicuramente fare meglio di così. Il percorso politico attuale è letteralmente in fallimento e in bancarotta, e questo “gioco del pollo”1 non può andare avanti ancora per molto.








1Il gioco del pollo (Chicken game), (ma sarebbe meglio dire gioco del coniglio perché in inglese per tacciare di pavidità qualcuno gli si dà del pollo), è una configurazione della teoria dei giochi a somma non nulla. L'informazione è completa e vi partecipano due giocatori che agiscono contemporaneamente. L'esemplificazione classica è basata sulla sfida del film Gioventù bruciata in cui due ragazzi fanno una corsa automobilistica lanciando simultaneamente le auto verso un dirupo. Se entrambi sterzano prima di arrivarvi, faranno una magra figura con i pari; se uno sterza e l'altro continua per un tratto di strada maggiore, il primo farà la figura del coniglio, mentre il secondo guadagnerà il rispetto dei pari. Se entrambi continuano sulla strada, moriranno.


Prima parte: Il Mito della Dissolutezza Greca









Pubblicato da Carmen the Sister a 11:19 Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook

Etichette: crisi dell'euro, Grecia

2 commenti:

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Anonimo ha detto... Carmen, per dirla in parole semplici, se ho capito l'insieme degli argomenti esposti è che la situazione non potrà andare avanti; la situazione economica e fiscale si sta rapidamente deteriorando; le "economie forti" non investono i surplus economico nei paesi in difficoltà ma pretendono che queste comunque rimborsino e si facciano carico dei deficit rimborsandoli.
Interessante ma, la moneta questi "giornalisti" sanno che cosa vuol dire? Sanno che la Grecia e le nazioni PIIGS, si trovano tutte nella medesima situazione e la causa è il debito contratto non più in mano loro ma da organismi esterni...
Sanno che la sovranità monetaria è stata fatta a pezzi e che le banche stanno cercando di recuperare il salvabile a danni del popolo????!!!!!!!!!!!!!!!!!
Saluti.
Orazio
 

MARCO12

Forumer storico
vi do una dritta.....
Okkio io esco da tutto le azioni e compro un po di shortdax....
Ci sono cose che non mi piacciono okkio

ci sono 2 gg di borsa con pochi volumi che forse si scende di brutto

okkio IO PREFRISCO FARE QUESTE FESTE LIQUIDO
liquidarsi o short


PREFERISCO VEDERE SOTTO QUALE STELLA COMINCIA IL PROSSIMO MESE ...SOPRATUTTO CON 2 GG CON POCHI VOLUMI...IO ESCO E VADO IN VACANZA CI SENTIREMO DOPO LE FESTE....LA BORSA CI SARà AMCORA E VEDREMO SE HA VOGLIA DI RINTRACCIARE O CONTINUARE A SALIRE....IO ESCO E RIMANGO ALLA FINESTRA MI ACCONTENTO DI QUESTO MEGA RIALZO....
 

tontolina

Forumer storico
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=D0YM-2r8mcA&feature=player_embedded]MES il nuovo dittatore Europeo - YouTube[/ame]
 

tontolina

Forumer storico
non so se avete capito quello che ci stanno organizzando....
Un mostro giuridico con superpoteri


già abbiamo la cia
la nato
e vogliono imporci pure questa porcheria allucinante

una nuova autorità didattoriale che pretende il versamento di tutti i soldi che chiede senza dover rispondere di nulla

se questo è il futuro dell'europa

meglio uscirne in fretta per non mancare di rispetto a noi stessi e generare danno ai nostri figli


per uscire da un guaio del genere
i nostri discendenti dovrebbero versare il loro sangue in una lotto civile... in una rivoluzione
 

tontolina

Forumer storico
:ciao:



tontolina
Questi, non ti fanno più postare, vengono prenderti a casa e aprono i forni per quegli che gli remano contro,:lol::lol::lol: tanto non gli controlla nessuno, :-? sarà la fine anche per zilvio.:D

Riaccendono i forni questi, questo vogliono. :clava::clava::clava:




:ciao::ciao::ciao:

ma ti rendi conto di quel che stanno studiando la sciura Merkel e Sarkozy?

ma sono SCEMI?

quanto intascano per rendere schiavo il popolo europeo?

perchè di questo si tratta:
di SCHIAVITù!



quella gente ILLUMINATA
amministrerebbe i nostri soldi
nel senso che ci obbligherebbero a versarglieli senza però dover rendere conto
di quanto Champagne bevono alla faccia nostra
di quanti bonus si dividono
di quanto ci derubano


non avremmo neppure le Legge a difenderci

neppure
Barbarossa, Carlo Magno, Luigi XV
avevano tanto potere nelle loro mani


non vorrei che i nostri discendenti dovessero ritornare ai tempi della ghiogliottina per eliminare questi furbastri!
 
Ultima modifica:

tontolina

Forumer storico
se l'Italia dovesse dichiarare default un'onda d'urto distruggerebbe l'intero sistema finanziario. Apocalisse totale, seguita dalla più imponente depressione economica della Storia.
Inutile che il rappresentante italiano all'Ocse dica che l'Italia è troppo grande per essere salvata non c'è alternativa in questo sistema avvolto dal rischio morale da loro creato.

Tanto tuonò che piovve si potrebbe dire, ma non c'è ombra di dubbio e le prove sono evidenti che la tempesta è stata provocata ad arte non solo dalla speculazione ma anche dall'inadeguatezza di una classe politica internazionale succube dei gruppi di pressione e dei poteri forti.

ITALIA: LA FAVOLA DELLA PRINCIPESSA SULLO SPREAD | icebergfinanza
 

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