oggi è l'aniversario di Via FANI e del rapimento di Aldo Moro (1 Viewer)

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Commissione Moro, fascicolo scomparso: il presidente Fioroni vuole chiarimenti

Commissione Moro, fascicolo scomparso: il presidente Fioroni vuole chiarimenti - Il Fatto Quotidiano

COMMENTO NOSTRO: Scompare un fascicolo del Ministero dell'Interno con un documento "segretissimo" sulla provenienza delle munizioni usate nella strage di Via Fani: venivano da un deposito del Nord Italia, "forse riconducibile all'organizzazione Gladio", dice l'articolo. Io toglierei il forse... Si sa da anni, se non da decenni ormai, che parte delle munizioni provenivano da forniture speciali date solo a forze statali militari non convenzionali. Tutto ciò è stato appurato da perizie, e anni dopo, quando vennero scoperti i depositi Nasco dell'organizzazione Gladio, si riscontreranno le stesse caratteristiche nelle munizioni di quei depositi. Non serviva quindi un "documento segretissimo" del Viminale. Strano poi che questo fascicolo sia scomparso dall'Archivio centrale dello Stato. Sì, molto strano... Da non crederci proprio. Chi l'avrebbe mai detto?

Commissione Moro, «smembrato» il fascicolo con il collegamento a Gladio
L'organismo parlamentare d’inchiesta alle prese con il giallo dell’appunto riservato scomparso. Potrebbe svelare la provenienza delle munizioni usate nella strage di Via Fani. E fare luce sul ruolo svolto nel rapimento dell’ex presidente della Dc dalla VII divisione del Sismi. La stessa che sovrintendeva all’organizzazione paramilitare segreta. E sulla quale il presidente Fioroni ha ordinato un'indagine

[messaggi in codice che devono arrivare a qualcuno...]

Commissione Moro, «smembrato» il fascicolo con il collegamento a Gladio - Il Fatto Quotidiano
 

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CHE CI FA MARIO MORI CON MORUCCI?

Maurizio Blondet 2 marzo 2016 0
CHE CI FA MARIO MORI CON MORUCCI? - Blondet & Friends

L’ex capo della colonna romana delle BR lavora nella società di intelligence presieduta fino al 2014 dall’ex generale dei Ros e posseduta al 66% dall’ex dirigente dei servizi segreti Giuseppe de Donno.
Emiliano Liuzzi e Marco Lillo per il “Fatto Quotidiano”


(MB: Morucci entrò nelle Brigate Rosse e ne prese il comando perché diventassero utili, finalmente, alla NATO. Assassinarono l’intera scorta di Moro, e poi Moro stesso. Come si fa’ a lasciare per strada l’agente Morucci, che s’è tanto sacrificato per la causa, facendosi tutti quegli anni di galera?)
Valerio Morucci, capo delle Brigate Rosse a Roma, dichiarò a Fabrizio Caccia del Corriere della Sera: “Quando esci, il lavoro non te lo dà nessuno, perché sei quel che sei”. Morucci invece è stato assunto a tempo indeterminato da una società romana. La notizia è però che la società era amministrata fino al novembre del 2014 dal suo ex cacciatore: il generale Mario Mori, già parte dell’ antiterrorismo ai tempi in cui Morucci feriva, uccideva o sequestrava i nemici della rivoluzione, poi a capo del Ros dei Carabinieri e del Sisde, il servizio segreto civile che ora si chiama Aisi.
La società che ha dato il posto a Morucci non è una qualsiasi società di intelligence e sicurezza. La G Risk è di proprietà del principale collaboratore di Mori, l’ ex colonnello dei carabinieri ed ex dirigente dei servizi segreti Giuseppe De Donno, imputato con Mori a Palermo al processo Trattativa Stato-Mafia.
La G Risk ha pubblicato il libro Servizi e Segreti firmato Mario Mori e la rivista Look Out, allegata a Panorama, diretta dal generale. Sei anni fa Mori era direttore scientifico anche di Theorema, un’ altra rivista edita da Noema, sulla quale scriveva anche Morucci. Il destino intreccia le storie di Mori, Morucci e Moro. Sembra un gioco di parole ma è una storia piena di sangue e mistero.



Mori diventa comandante dell’ Anticrimine al Reparto Operativo di Roma dei Carabinieri il giorno del sequestro Moro e ricopre un ruolo chiave nella struttura antiterrorismo del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Invece Valerio Morucci è il capo della colonna romana delle Brigate Rosse. È lui il combattente Pecos che apre il fuoco con la sua mitraglietta Skorpion da sinistra sulla Fiat 130 in via Fani (questo secondo la versione ufficiale, ndr) . Poi si occupa dei comunicati delle Br e telefona al collaboratore di Aldo Moro, il professor Tritto, che si mette a piangere quando gli intima di andare a vedere il cadavere dello statista nella Renault 4 in via Caetani.
Poi si dissocia e ottiene la libertà nel 1994 ma l’ultimo libro dell’ ex senatore Sergio Flamigni denuncia l’ inattendibilità del cosiddetto “memoriale Morucci”, preso per buono dai giudici come base delle loro sentenze. Altri hanno avanzato dubbi sul rapporto speciale tra Morucci e l’ex ministro dell’ Interno e poi Capo dello Stato, Francesco Cossiga.

Oggi scopriamo che Morucci lavora per la G Risk. La società privata si occupa di sicurezza ed intelligence ed è controllata da De Donno con il 66 per cento e da un altro ex carabiniere Mauro Ciuffini, protagonista dell’ inchiesta sulla camorra e l’ alta velocità ferroviaria in Campania nel 1996.
“Abbiamo assunto Morucci per la sua esperienza di vita”, spiega De Donno. Per esperienza intende anche quella da terrorista? “Certo, anche per quella storia. Tre anni fa – prosegue De donno – è rimasto disoccupato e abbiamo deciso di assumerlo con un contratto a tempo indeterminato”.
“Avevamo bisogno di una persona che si occupasse dello scacchiere internazionale e abbiamo individuato in Morucci la persona giusta. Non c’ è niente di strano. Anche la sua esperienza di vita, quella negativa, può essere utile a un’azienda come la nostra”.
De Donno difende la sua assunzione: “È una scelta trasparente, fatta da una società privata nei confronti di una persona che ha pagato il suo conto con la giustizia”. Giuseppe De Donno è il braccio destro del generale Mori dai primi anni Novanta a Palermo. Proprio De Donno incontra in aereo Massimo Ciancimino e avvia i contatti che porteranno Mario Mori a trattare con don Vito Ciancimino.
Nel 2001 Mori passa a dirigere con Berlusconi il Sisde, cioè il servizio segreto civile interno e De Donno lo segue. Poi arriva il governo Prodi, Mori lascia la guida dei servizi al prefetto Franco Gabrielli e va a fare il consulente di Gianni Alemanno al Comune di Roma. De Donno si guarda intorno e fonda la G Risk. La società ha fatturato 4 milioni e 400 mila nel 2013 ma solo 2 milioni e 800 mila nel 2014.
Secondo De Donno, che lo dice nella relazione al bilancio, la flessione sarebbe dovuta al danno di immagine per l’indagine del pm Alfredo Robledo sui rapporti di G Risk con la società Cal (Concessioni autostradali lombarde) della Regione Lombardia. Nell’inchiesta del 2014 su Infrastrutture Lombarde i pm contestavano a De Donno la turbativa d’asta e la truffa per un incarico da mezzo milione per la sorveglianza degli appalti.
L’ex presidente Roberto Formigoni aveva pensato a lui nel 2009 addirittura per il Comitato per la legalità e la trasparenza dell’Expo. L’ inchiesta effettivamente non è stata una buona pubblicità. I 560 mila euro pagati da Cal furono sequestrati ma alla fine la Cassazione ha restituito tutto a G Risk ad aprile 2015. I soldi per pagare Morucci ci sono. La società ha chiuso con un utile di 8 mila euro.
 

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Pubblicato il 28 giu 2016
L’assassinio di Aldo Moro: una false flag americano-israeliana che distorse nel sangue la storia d’Italia

 
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MISTERIOSA MORTE DI STARK L' UOMO DELLA CIA NELLE BR
ROMA - Ronald Stark, uno dei più enigmatici personaggi rimasti implicati nelle storie di terrorismo italiano e internazionale, sarebbe morto nelle Antille nel luglio scorso. La notizia è stata data da una tv privata emiliana. Si ignora, finora, quali sarebbero le cause del decesso. Stark - uomo ricchissimo - stando alle indagini svolte sul suo conto (era titolare di due fattorie in California e di un laboratorio di ricerche in Belgio) - era stato arrestato a Bologna nel 1975. L' accusa: traffico internazionale di stupefacenti. Gli Stati Uniti, che formalmente lo ricercavano da anni, non avevano però voluto richiedere la sua estradizione. Anzi, durante la sua prigionia Stark aveva trattenuto rapporti continui ed amichevoli con il consolato Usa e funzionari della polizia italiana. In carcere l' uomo era entrato in contatto, conquistandone la fiducia, con esponenti delle Brigate rosse e con molti autonomi. Nel 1978 addosso ad alcuni arrestati per fatti di terrorismo erano poi state ritrovate alcune piantine di campi paramilitari di Baalbeck, vicino a Beirut, corredate di indirizzi a cui rivolgersi in caso di bisogno. Autore del prontuario era proprio Stark che, primo cittadino americano, era stato raggiunto da un ordine di cattura per banda armata. Poche settimane dopo, però, il misterioso personaggio era stato scarcerato ed era sparito dalla circolazione. Motivo ufficiale della liberazione: Ronald Stark era un agente della Cia.

MISTERIOSA MORTE DI STARK L' UOMO DELLA CIA NELLE BR - la Repubblica.it
 

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