Obbligo vaccini: la politica ha abbandonato i genitori italiani (1 Viewer)

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Vaccini e linee cellulari fetali. Attacco alla genetica umana?
Beatrice 30 luglio 2017

Sugli effetti collaterali dei «farmaci pediatrici» chiamati vaccini, non ci sono dubbi, se non nei cervelli di quelle persone profondamente analfabete e ignoranti che si informano tramite la televisione e i giornali, e da parte di quel mondo scientifico e corrotto collegato a doppia mandata con le lobbies della chimica e farmaceutica.
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Moltissimi autori, ricercatori e medici onesti intellettualmente, descrivono che la causa degli effetti avversi starebbe non tanto nella parte antigenica (virale o batterica che sia), quanto negli adiuvanti e conservanti usati dalle industrie: sostanze neurotossiche (sali di alluminio e mercurio, ecc.), cancerogene (formaldeide, ecc.), antibiotici, ecc. Tutto estremamente corretto. Ma forse c’è dell’altro…


I vaccini contengono sostanze molto meno note – perché coperte dall’inviolabile segreto industriale – che si nascondono dietro sigle e/o acronimi e che potrebbero giocare invece un ruolo prioritario nell’eziologia di gravissime e incurabili patologie, per non parlare dell’inquietante modifica della genetica umana…

Le sostanze in questione sono: MRC-5, WI-38 e Vero. Ecco le informazioni riportate dai bugiardini delle rispettive società produttrici.

VACCINO INFANRIX HEXA
Nel vaccino esavalente prodotto dalla Glaxo contro difterite, tetano, epatite-B, poliomielite, pertosse e haemophilus influenzae tipo B: «prodotto da cellule di lievito (S. cerevisiae) tramite tecnologia del DNA ricombinante»; «propagato in cellule VERO».

VACCINO M-M-R VAXPRO
Nel vaccino trivalente prodotto dalla Sanofi Pasteur contro morbillo, parotite, rosolia: «prodotto su cellule embrionali di pollo»; «prodotto su fibroblasti di polmone diploidi umani WI-38».

VACCINO PRIORIX
Nel vaccino quadrivalente prodotto dalla Glaxo contro morbillo, parotite, rosolia, varicella: «coltivato in colture di cellule embrionali di pollo»; «coltivato in cellule diploidi umani MRC-5».

VACCINO PROQUAD
Nel vaccino quadrivalente della Sanofi Pasteur contro morbillo, parotite, rosolia, varicella: «prodotto su cellule embrionali di pollo»; «prodotto su fibroblasti di polmone diploidi umani WI-38»; «prodotto su cellule diploidi umani MRC-5».

VACCINO PENTAVAC
Nel vaccino pentavalente prodotto dalla Sanofi Pasteur contro difterite, tetano, pertosse, polio, haemophilus influenzae tipo B: «adsorbito su alluminio idrossido»; «prodotto su cellule VERO».

Libri e varie...
Per far crescere i ceppi virali usati poi nei vaccini, le corporation necessitano di un terreno di coltura rappresentato da cellule umane o animali o entrambe assieme (pollo e uomo). Vediamo adesso nel dettaglio cosa rappresentano e soprattutto cosa nascondono le sigle: VERO, WI-38, MRC-5.

Innanzitutto è interessante sapere che tutti e tre i brevetti di queste linee cellulari sono nelle mani della ATCC®, la più importante e sconosciuta organizzazione mondiale che si occupa di risorse e materiali biologici. Lavora fin dal 1925 sulla produzione, conservazione e vendita di microrganismi (tra cui fermenti e probiotici) e linee cellulari. La sede nei primi anni di attività dell’azienda era presso l’Istituto McCormick a Chicago, poi si trasferì all’università di Georgetown a Washington e ora si trova a Manassas in Virginia, vicino all’Istituto nazionale di salute americano.

– WI-38 (Winstar Institute 38, numero ATCC®, CCL-75)
La sigla WI-38 indica cellule diploidi umane. Cellule fibroblastiche polmonari di un feto femmina svedese, abortito dopo 3 mesi di gestazione perché la famiglia riteneva di avere già troppi figli. La linea cellulare isolata la prima volta da Leonard Hayflick e Paul Moorhead nel 1964 è stata ampiamente utilizzata nella ricerca scientifica, con applicazioni che vanno dalla creazione di importanti teorie nella biologia molecolare alla produzione di molti tipi di vaccini anti-morbillo+parotite+rosolia, anti-varicella e anti-herpes zooster. Dagli anni Sessanta ad oggi continuano ad utilizzare questa linea cellulare. Com’è possibile? A spiegarlo è la stessa ditta produttrice: la crescita di queste cellule è stata fatta aumentare grazie all’aggiunta di un fattore di necrosi tumorale (TNF

– MRC-5 (Medical Research Council 5, numero ATCC®, CCL-171)
Ancora più inquietante è il brevetto della linea cellulare MRC-5 sempre prodotto dalla ATCC. Si tratta di cellule polmonari prelevate da un feto maschio, abortito dopo 14 settimane da una mamma di razza caucasica, ma in questo caso ci sono anche altre informazioni aggiuntive. Questa linea è stata preparata e sviluppata da J. Jacobs nel 1966, partendo dalle cellule espiantate da un feto di una donna di 27 anni, inglese, ricoverata in manicomio. Lo specifica il report pubblicato su «Nature»: «non cellule oncogene, non malattie familiari, ma un feto espiantato da una donna per cause psichiatriche»!

VERO (numero ATCC®, CCL-81)
Le cellule VERO non sono di origine umana ma animale: derivano dai reni di una scimmia verde africana (Chlorocebus). Scoperte per la prima volta il 27 marzo 1962 dalla Chiba University in Giappone. La linea cellulare che ancora oggi si usa è quella ottenuta dopo il 93° passaggio di crescita cellulare al Laboratorio di Virologia Tropicale dell’Istituto nazionale malattie infettive della medesima università il 15 giugno 1964.

Il problema anche in questo caso è molto serio perché la rivista scientifica americana «Cancer Research» ha fornito evidenze sulla presenza di un virus di scimmia, denominato SV40, nei tumori cerebrali umani (gliomi) e nei campioni di sangue e sperma di individui sani. Questo virus presente nelle scimmie, dove sembra essere innocuo, come può aver saltato la specie e infettato l’uomo? Sono state inventate le teorie più bizzarre che ovviamente si commentano da sole: dal consumo alimentare di carne di scimmia, ai rapporti sessuali tra africani e la povera bestia.

La risposta necessita di uno sforzo mentale e una fantasia meno eccessivi: vaccinazioni! Molti ricercatori e scienziati ne sono convinti, come il professor Mauro Tognon, biologo e genetista dell’Università di Ferrara: «È noto dal 1960 che SV40 fu trasferito all’uomo mediante le vaccinazioni anti-polio eseguite su scala planetaria durante il periodo 1955-63. Durante quel periodo nei soli Stati Uniti d’America 98 milioni di individui, vaccinati con le antipolio, furono infettati con SV40». Nel sito ufficiale della ATCC che produce le cellule VERO, è riportato che tra le varie suscettibilità ai virus, c’è anche il SV40…

HIGH FIVE CELLS™ (Numero catalogo B85502)
Queste linea cellulare fu sviluppata dall’Istituto Boyce Thompson per la ricerca di piante di Ithaca, NY. Le High Five™ sono cellule di origine animale estrapolate dall’ovaio di un insetto: la falena Trichoplusia. Le cellule High Five™ sono la scelta migliore per via dell’alto numero di espressione proteica, e in questo substrato vengono coltivati i virus vaccinali come quelli dell’HPV, il Papilloma Virus umano.

Nel sito della società Thermo Fisher Scientific viene anche riportato il costo di queste cellule. Il costo di 3×106 (3 milioni) di cellule è di 1122 euro. Nel sito ufficiale viene specificato che questa linea cellulare va manipolata con molta attenzione. «Maneggiare come materiale ad alto rischio, contenimento di Livello 2 di Biosicurezza. Questo prodotto contiene Dimethyl Sulfoxide (DMSO), un materiale pericoloso».


Cosa succede inoculando DNA umano?

Alcuni dei virus citati, sono ospite-specifici e per sopravvivere creano stretti legami con le cellule in cui penetrano. Quando un virus matura e si divide, acquisisce alcuni frammenti del DNA delle cellule che lo ospitano e se viene utilizzato per preparare un vaccino porta con sé frammenti del DNA delle cellule su cui è stato coltivato (in questo caso DNA fetale umano).

Poiché il nuovo DNA virus/cellula-fetale è almeno in parte della stessa specie del destinatario del vaccino (razza umana), nel momento in cui il DNA virale modificato viene a contatto col DNA umano del soggetto che ha ricevuto il vaccino, si verifica la cosiddetta ricombinazione omologa del DNA (un processo che avviene spontaneamente solo all’interno di una stessa specie). Si vengono così a formare cellule con un DNA virus/cellula-fetale/vaccinato che possono venire riconosciute come estranee scatenando una risposta immunitaria volta ad eliminare queste cellule anomale (infiammazione). Dato che l’oggetto di questa battaglia sono le cellule del soggetto stesso, si può scatenare una «risposta autoimmune» nei soggetti che presentano una predisposizione.

Sarà un caso, ma oggi le malattie autoimmuni (oltre una ottantina, tra cui: diabete tipo-1, artrite reumatoide, lupus, tiroidite, sclerosi, ecc.) sono in crescita esponenziale tra la popolazione infantile e adulta. I geni che sono stati collegati all’autismo (AAGs: autism associated genes) hanno una sensibilità molto elevata verso gli insulti alla stabilità genomica in confronto al gruppo di tutti i geni contenuti nel genoma umano e in particolare la sensibilità maggiore è stata riscontrata nei AAGs del cromosoma X.

I virali prodotti da linee cellulari fetali contengono quantità inaccettabilmente elevate di frammenti contaminati di DNA fetale umano e questi vaccini potrebbero indurre l’autismo, proprio perché il DNA fetale contaminato dal virus agisce su aree del nostro genoma che sono più sensibili a questo tipo di insulto e che sono proprio le aree che contengono i geni collegati all’autismo. Ecco il classico esempio di danno epigenetico. Ma non è tutto…




Conclusione
Ricapitolando: nei vaccini pediatrici oltre ai pericolosissimi adiuvanti, metalli pesanti, formaldeide, antibiotici, ecc. si trovano cellule derivate da feti umani abortiti “tenute in vita” (passatemi il termine) da oltre cinquant’anni grazie a fattori tumorali di crescita e moltiplicazione.

Oltre a questo, che è sufficientemente grave per inquietarsi l’animo, alcuni vaccini contengono pure il virus SV-40 delle scimmie che potrebbe giocare un ruolo importante, come co-fattore, nell’insorgenza di tumori nell’uomo.

Da oltre mezzo secolo, ricercatori pazzi, al cui confronto Mengele è stato un pivellino, lavorano alacremente per tenere in vita cellule fetali che serviranno a Glaxo, Sanofi e Merck per la produzione di vaccini.

Solo chi è mentalmente ottuso o in totale malafede non vuole vedere la crescita esponenziale di patologie e disturbi vari nella nostra società, soprattutto in età pediatrica:

– 1 bambino su 6 ha disturbi specifici dell’apprendimento;
– 12-15% dei bambini hanno il disturbo da deficit di attenzione (ADHD);
 

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Ma non è tutto…

Conclusione
Ricapitolando: nei vaccini pediatrici oltre ai pericolosissimi adiuvanti, metalli pesanti, formaldeide, antibiotici, ecc. si trovano cellule derivate da feti umani abortiti “tenute in vita” (passatemi il termine) da oltre cinquant’anni grazie a fattori tumorali di crescita e moltiplicazione.

Oltre a questo, che è sufficientemente grave per inquietarsi l’animo, alcuni vaccini contengono pure il virus SV-40 delle scimmie che potrebbe giocare un ruolo importante, come co-fattore, nell’insorgenza di tumori nell’uomo.

Da oltre mezzo secolo, ricercatori pazzi, al cui confronto Mengele è stato un pivellino, lavorano alacremente per tenere in vita cellule fetali che serviranno a Glaxo, Sanofi e Merck per la produzione di vaccini.

Solo chi è mentalmente ottuso o in totale malafede non vuole vedere la crescita esponenziale di patologie e disturbi vari nella nostra società, soprattutto in età pediatrica:

– 1 bambino su 6 ha disturbi specifici dell’apprendimento;
– 12-15% dei bambini hanno il disturbo da deficit di attenzione (ADHD);
1 bambino su 87 è all’interno dello spettro autistico, con un aumento del 1700% in 10 anni;
– 1% è la morte improvvisa del lattante (SIDS, morte in culla);
– 40 sono i morti e 15.000 le reazioni avverse al Gardasil (Vaccino della Glaxo contro il papilloma virus);
– 1 persona ogni 15, ultra 65enne, affetta da demenza, 1 su 8 oltre gli 85 anni;
1 persona ogni 450 manifesta il diabete infantile di tipo-1;
– 1 uomo ogni 2 ed 1 donna ogni 3 svilupperà il cancro nel corso della vita;
– L’Italia ha il triste primato in Europa per numero di tumori in età pediatrica.

Inoculando nel corpo di un neonato di due/tre mesi privo di un sistema immunitario maturo, batteri, virus, metalli pesanti (come alluminio e mercurio), antibiotici, formaldeide si corrono gravissimi rischi: disbiosi intestinali, infiammazioni, tra cui le pericolosissime encefaliti, malattie autoimmuni, allergie, ecc.

Ma cosa succede quando a finire nel sangue sono frammenti di DNA alieno?
DNA con un corredo cromosomico femminile (XX) e/o maschile (XY)? Può questo interferire e/o squilibrare la genetica maschile e quella femminile?
Tale abominio potrebbe influenzare il normale sviluppo fisico, mentale e sessuale di un bambino maschio?


L’epigenetica insegna che è l’ambiente e le informazioni che da questo partono a far attivare o disattivare le varie espressioni geniche nel corpo umano. La caratteristica forma a doppia elica allungata del DNA lo renderebbe un’ottima antenna per la ricetrasmissione di onde elettromagnetiche e dagli esperimenti compiuti dai russi il DNA, sottoposto a radiazioni elettromagnetiche, si comporta proprio come un “oscillatore”.

Il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier ne è convinto: «il DNA del genoma della maggior parte dei batteri patogeni contiene spezzoni che risultano capaci di generare onde elettromagnetiche a frequenza molto bassa, fino a 2 mila Hz».
I ricercatori hanno rilevato «gli stessi segnali elettromagnetici di spezzoni di DNA batterico nel plasma sanguigno di pazienti colpiti da Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla e artrite reumatoide».

Questo significa che il DNA è in grado di emettere e trasmettere segnali elettromagnetici di bassa frequenza, i quali mantengono poi “memoria” delle caratteristiche del DNA stesso.
Quale messaggio e quale informazione potrà trasmettere il DNA di cellule di un feto abortito di tre mesi negli anni Sessanta da una donna psichiatrizzata?


Stiamo per caso assistendo al tentativo criminale di modifica e/o inquinamento della genetica umana? Trasformare per esempio il maschio (XY) in un caotico miscuglio ibrido, dove non sa bene a che genere appartiene. Questo potrebbe essere molto interessante per l’Industria della malattia e quella che specula sulla vita: utero in affitto, fertilità, impianti, cure ormonali, banche del seme, ecc. Un giro di affari incalcolabile perché di mezzo c’è il controllo totale sulla vita…

Le previsioni ufficiali non lasciano spazio a molti dubbi: la combinazione tra la persistente denatalità ed il progressivo aumento della longevità conducono a stimare che nel 2050, la popolazione inattiva sarà in misura pari all’84% rispetto a quella attiva. Inattiva significa non in grado di procreare!

Negli ultimi 50 anni il numero di spermatozoi maschili si è ridotto della metà… Forse dovremo fare l’abitudine a titoli come questo: «Femminizzazione del maschio e infertilità maschile». La fortuna vuole che ci siano società biotech e farmaceutiche che lavorano per risolvere questo serissimo problema «creando la vita» on demand e soprattutto on pay.

Un domani infatti solo chi avrà soldi potrà permettersi di «comperare» e «fabbricare» una creatura vivente su misura, a proprio piacimento, mediante per esempio la scelta di un utero in affitto (passaggio transitorio) per giungere al vero e proprio commercio di impianti, ovuli e sperma sintetici creati in laboratorio. Quando poi finiranno la costruzione dell’utero artificiale, finalmente la donna sarà sganciata dal fardello assurdo e doloroso chiamato gravidanza!

Si ringrazia la d.ssa Valeria Gentili (https://www.popolounico.org) per le informazioni specifiche sui brevetti.

Articolo di Marcello Pamio

Fonte: "Vaccini e le linee cellulari di feti abortiti: attacco alla genetica umana?"
 

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21 agosto 2017
VACCINI: ISTANZA IN CASO DI INVITO AL CENTRO VACCINALE

VACCINI: ISTANZA IN CASO DI INVITO AL CENTRO VACCINALE - Codacons

Che fare, in caso di convocazione del bambino al centro vaccini ma in assenza delle indagini pre-vaccinali richieste? È, questa, una delle principali preoccupazioni dei genitori: dopo che l’Associazione ha messo a disposizione di tutti gli interessati il modulo da inviare alle singole ASL e all’Agenzia Italiana del farmaco, così da prevedere ogni indagine pre-vaccinale e tutelare in ogni modo possibile i piccoli sottoposti alle vaccinazioni obbligatorie per legge, può comunque arrivare la convocazione del centro vaccinale (anche in mancanza degli esami citati).

Proprio per questo motivo, l’Associazione ha scelto di completare il lavoro avviato in precedenza e di mettere a disposizione di tutti i cittadini interessati un modello di istanza da presentare alla Asl e al pediatra in caso di convocazione per la vaccinazione.

Il principio portato avanti dal Codacons, infatti, è molto chiaro: nessuno può essere vaccinato se non si sono prima compiuti gli esami medici necessari per escludere pericoli alla salute del bambino. In assenza degli esiti di tali indagini, quindi, diventa necessario fissare altra data presso il centro vaccinale al fine di poter adeguatamente sottoscrivere il modulo del consenso informato.

L’istanza è scaricabile gratuitamente cliccando qui: per farlo è necessario compilare il form con i propri dati, che saranno utilizzati solo per i fini statutari del Codacons finalizzati alla libertà di vaccinazione.
 

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CODACONS: “NESSUN OBBLIGO SENZA ESAMI PRE-VACCINALI”
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alessio di benedetto
Lucera, Italia
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26 ago 2017 — Vaccini: da Codacons modello di istanza per Asl per esami pre-vaccinali

Vaccini: da Codacons modello di istanza per Asl per esami pre-vaccinali- Il Codacons mette a disposizione l'istanza da presentare alle Asl per chiedere gli esami pre-vaccinali.

VACCINI: ISTANZA IN CASO DI INVITO AL CENTRO VACCINALE - Codacons

"Nessuno può essere vaccinato se prima non vengono compiuti gli esami medici necessari per escludere pericoli per la salute del bambino: sulla base di questo semplice assunto il Codacons mette a disposizione dei cittadini interessati un modello di istanza da presentare alla Asl e al pediatra di famiglia in caso di convocazione per la vaccinazione" viene riferito in una nota dall'associazione dei consumatori.
"L'istanza è disponibile sul sito Codacons e fa seguito - in perfetta linea di continuità - al modulo già messo a disposizione della cittadinanza nelle settimane scorse: con quel primo atto, infatti, si chiedeva alle singole ASL e all'Agenzia italiana del farmaco di prevedere ogni indagine pre-vaccinale e tutelare in ogni modo possibile i piccoli sottoposti alle vaccinazioni obbligatorie per legge" si ricorda. Il Codacons annuncia quindi che aderirà alla manifestazione delle associazioni per la libertà di vaccinazione e per vaccini sicuri e singoli, in programma il prossimo 10 settembre a Roma.

INIZIATIVA CONTRO IL DECRETO LORENZIN - Codacons
“Nessuno può essere vaccinato se non si sono prima compiuti gli esami medici necessari per escludere pericoli alla salute del bambino”. Lo ribadisce il Codacons, che già nelle settimane scorse si era espresso sulla legge Lorenzin definendola incostituzionale.
“Che fare – dice l’associazione – in caso di convocazione del bambino al centro vaccini ma in assenza delle indagini pre-vaccinali richieste? È, questa, una delle principali preoccupazioni dei genitori: dopo che l’Associazione ha messo a disposizione di tutti gli interessati il modulo da inviare alle singole ASL e all’Agenzia Italiana del farmaco, così da prevedere ogni indagine pre-vaccinale e tutelare in ogni modo possibile i piccoli sottoposti alle vaccinazioni obbligatorie per legge, può comunque arrivare la convocazione del centro vaccinale (anche in mancanza degli esami citati)”.
Per questo motivo il Condacons ha scelto di mettere a disposizione di tutti i cittadini interessati un modello di istanza da presentare alla Asl e al pediatra in caso di convocazione per la vaccinazione.
L’istanza è scaricabile gratuitamente cliccando qui: per farlo è necessario compilare il form con i propri dati, che saranno utilizzati solo per i fini statutari del Codacons finalizzati alla libertà di vaccinazione.
892-007 NUMERO UNICO CODACONS - Codacons
 

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Fatta la la legge....cambiato il bugiardino
08 Agosto 2017 Scritto da Redazione
Fatta la la legge....cambiato il bugiardino
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Dopo l'approvazione della legge sull'obbligo vaccinale venerdi 28 luglio alla Camera, l'Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) ha modificato il bugiardino del vaccino esavalente Hexyon.
«E allora?» direte voi?
Vediamo di capire.
L'esavalente Hexyon, in commercio in Italia è un vaccino sottoposto a monitoraggio addizionale (sorvegliato speciale), e non può essere utilizzato oltre i 24 mesi di vita. Così, chi non è in regola con l'obbligo della nuova legge e ha superato quella età non dovrebbe essere sottoposto a quel vaccino.
Infatti sul sito dell'Agenzia Europea dei medicinali (EMA) a pag. 7 dell’RCP, il riassunto delle caratteristiche del prodotto (che non è il foglio illustrativo contenente le informazioni per l’utilizzatore…) è scritto:
"La sicurezza di Hexyon nei bambini di età superiore ai 24 mesi non è stata studiata in studi clinici". [1]
In altre parole, la casa farmaceutica (Sanofi Pasteur) ci sta dicendo che non ci sono studi sulla sicurezza di Hexyon nei bambini di età superiore ai 24 mesi.

➡ Vedi foto 1
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Così come non ci sono dati disponibili sulla a sicurezza e l’efficacia di Hexyon nei neonati di età inferiore alle 6 settimane (v. pagina 4), ovvero neonati ‘pretermine’ che devono essere vaccinati al compimento del 60° giorno di vita e quindi in base alla loro età cronologica e non in base all’età corretta.
Anche nel foglio illustrativo dell'Agenzia Italiana del farmaco AIFA

➡ aggiornato al 10 GIUGNO 2016, alla seconda pagina “Che cos'è Hexyon e a che cosa serve” è scritto: "Hexyon viene somministrato ai bambini a partire da sei settimane fino a 24 mesi di età". [2]

➡ Vedi foto 2 allegata al nostro post



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E fin qui ci siamo.
Se però andiamo a consultare oggi la home page dell'AIFA e dalla banca dati farmaci e cerchiamo Hexyon, troviamo un nuovo foglio illustrativo

➡ datato 29 LUGLIO 2017 dove alla seconda pagina “Che cos'è Hexyon e a che cosa serve” è scritto: "Hexyon viene somministrato ai bambini a partire da sei settimane di età" senza fare alcun riferimento all'età massima di somministrazione che è 24 mesi. [3]
Quindi, ricapitolando, anche se l'EMA e fino a ieri l’altro l'AIFA affermavano che non si poteva somministrare l'Hexyion ai bambini di età superiore a 24 mesi per assenza di studi clinici, il giorno successivo all’approvazione della legge sull'obbligo vaccinale (28 LUGLIO 2017), per non mettere in difficoltà le Asl nel “recupero” dell’immunità vaccinale dei bambini di età superiore ai 2 anni non in regola con l'obbligo, si consente la somministrazione di un vaccino in monitoraggio addizionale, senza studi clinici per quella fascia di età.
Ne consegue che il paziente cui fosse inoculato l'Hexyion fungerebbe sostanzialmente da cavia.
Sia nel caso che abbia età inferiore a 24 mesi (essendo il farmaco in monitoraggio addizionale, ovvero farmaco ’sorvegliato speciale’ al fine di individuare nuove informazioni sulla sicurezza), ma soprattutto, nella fattispecie nel caso di età superiore ai 2 anni, non essendo disponibili nemmeno studi sulla sicurezza in questa fascia di età.
Probabilmente per non mettere in difficoltà le Asl nell’attenersi al decreto Lorenzin qualcuno ha pensato bene di risolvere il problema togliendo la scritta "La sicurezza di Hexyon nei bambini di età superiore ai 24 mesi non è stata studiata in studi clinici".
In verità gli “studi clinici” si faranno. A partire da adesso. Cavie per una sperimentazione di massa ne hanno a sufficienza.

Questo è quanto.
Questo fatto della sperimentazione di massa la fece già presente il professor Ivan Cavicchi (http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/icavicchi), esperto di politiche sanitarie, [4] ne parlò anche in una audizione in Senato il senatore Romani. [5]

Nessuno vi ha prestato orecchio.

Abbiamo sentito più volte dire che «bisogna restare in campo scientifico», ma l’impressione che abbiamo avuto è che la scienza si sia messa al servizio per giustificare interessi politici, economici e personali.

Per fare questo si sono cancellati gli effetti avversi dei vaccini, forse semplicemente per non dare adito ad effetti contraddittori sulle vaccinazioni… ma affermare questo vuol dire negare che ci sono persone che vivono quotidianamente sulla loro pelle il problema creato dalla vaccinazione, che è un qualcosa di più di una semplice ‘punturina’, così come leggiamo sui giornali o sentiamo dire in televisione…

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FONTI:

[1] EMA - ALLEGATO I – HEXYON RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO

Hexyon sospensione iniettabile in siringa preriempita. Vaccino coniugato (adsorbito) contro difterite, tetano, pertosse (componente acellulare), epatite B (rDNA), poliomielite (inattivato) ed Haemophilus influenzae di tipo b.

A pagina 7, paragrafo 4.8 ‘effetti indesiderati’ al punto a: ‘riassunto del profilo di sicurezza’ si legge:

"La sicurezza di Hexyon nei bambini di età superiore ai 24 mesi non è stata studiata in studi clinici".

http://www.ema.europa.eu/…/EPA…/human/002796/WC500145758.pdf

VEDI ANCHE:

RCP Hexyon

➡ APRILE 2017 - Ausl di Modena:

a pagina 4, paragrafo 4.8 ‘effetti indesiderati’ al punto a: ‘riassunto del profilo di sicurezza’ si legge:

"La sicurezza di Hexyon nei bambini di età superiore ai 24 mesi non è stata studiata in studi clinici".

http://www.ausl.mo.it/…/e%252F9%25…/P/BLOB%3AID%3D6328/E/pdf.

[2] FOGLIO ILLUSTRATIVO

Documento reso disponibile da AIFA il 10/06/2016 – pagina 45

https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/…/servlet/PdfDownload…

[3] FOGLIO ILLUSTRATIVO

Documento reso disponibile da AIFA il 29 LUGLIO 2017 – pagina 36

https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/…/servlet/PdfDownload…

[4] PSICOSI VACCINI

Dopo che il professor Ivan Cavicchi (http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/icavicchi), esperto di politiche sanitarie, ha spiegato che «mancano ricerche scientifiche sugli effetti collaterali di medio e lungo periodo», e dopo che ha avvisato che l’Italia, con 12 vaccini obbligatori, sarebbe stata «una specie di Paese sperimentale» e che il decreto Lorenzin «rischia di essere una sorta di ricerca scientifica di massa», Davide Faraone (Pd), Sottosegretario al Ministero della Salute, ha risposto: «Non credo che il fatto che l’Italia sia un Paese che sperimenta una obbligatorietà, anche su quel numero di vaccini, debba essere per forza considerato un fatto negativo».

Ora il punto non è il parere di Faraone che, per carità, è liberissimo di considerare negativo o meno tutto ciò che vuole. Il punto è che ha ammesso che i nostri figli saranno utilizzati come cavie dal Governo e dalle industrie del farmaco per un esperimento di massa di cui non si conoscono le conseguenze!

La Gabbia Open 28 giugno 2017 – Psicosi vaccini

VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=HbfJohAASrw

[5] Audizione in Senato 12 luglio 2017

Intervento del Dottor Maurizio Romani sul decreto Vaccini

VIDEO:



Fonte: Fatta la la legge....cambiato il vaccino
 

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Ecco come consiglia di fare Massimo Mazzucco a suo figlio.. Di seguito l'articolo:

L'inizio delle scuole si avvicina, e i genitori cominciano a preoccuparsi per quello che succederà ai loro figli se non avranno eseguito tutte le vaccinazioni obbligatorie.

Anche perchè molti hanno già iniziato a ricevere la lettera della ASL con l'appuntamento per le vaccinazioni (avete notato come diventa efficiente lo stato italiano, quando si tratta di far guadagnare Big Pharma?)

Io non ho più figli piccoli, ma ho un nipotino di 7 anni, e vi posso dire quello che suggerirò di fare a mio figlio e a sua moglie:

Presentatevi regolarmente all'appuntamento, ma prima di far inoculare vostro figlio chiedete al medico di leggervi integralmente il bugiardino del vaccino che sta per iniettargli. Quando leggerà le varie reazioni avverse, chiedetegli di firmare un documento nel quale si assume personalmente ogni responsabilità nel caso una di queste reazioni avverse si verificasse su vostro figlio.

Il documento deve essere molto semplice: "Io sottoscritto Dott. Nome e Cognome, nell'atto di inoculare il bambino Nome e Cognome con il vaccino X, mi assumo ogni responsabilità, civile e penale, per eventuali reazioni avverse che dovessero derivare da tale inoculazione".

Naturalmente il medico si rifiuterà di firmare, dicendo che non sta a lui assumersi tali responsabilità. (Sono tutti bravi a fare i gradassi, i medici, quando si tratta di vantare le proprie credenziali accademiche, ma poi di fronte a responsabilità reali diventano tutti dei conigli da giardino).

Quando avrete finito di insultare il medico per la sua mancanza di coerenza etica e professionale, tornate a scuola e dite al/la preside: "Io sono andato a fare le vaccinazioni, ma non ho trovato nessuno che si assumesse le responsabilità per eventuali danni da vaccino. Cosa devo fare?"

Il preside farfuglierà necessariamente qualcosa di insensato (visto che la vostra domanda è sensata, la sua risposta non può che essere insensata, a meno di voler ammettere la contraddizione implicita nel DDL Lorenzin), e a quel punto voi potrete chiedergli: "Vuole forse assumersi lei questa responsabilità? Se lei mi firma il documento, caro preside, io faccio vaccinare mio figlio immediatamente".

E a quel punto vediamo cosa succede.

Provate ad immaginare che cosa succederebbe, se davvero migliaia di mamme in tutta Italia facessero questo.

Bisogna rovesciare su di loro la responsabilità per questa decisione. E' lo stato che vuole imporre il vaccino obbligatorio, ed è quindi lo stato che deve assumersi ogni responsabilità - in modo chiaro e irrefutabile, con Nomi e Cognomi - per eventuali danni causati ai nostri figli dai vaccini.

E' troppo comodo imporre l'obbligo vaccinale, e poi lasciare che siamo noi a doverci sorbire tutte le conseguenze di un eventuale danno vaccinale. Nemmeno al tempo dei nazisti le cose funzionavano così.
 

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VACCINI – UN PARERE SCIENTIFICO. Società Italiana di Psico neuro endocrino immunologia
Maurizio Blondet 3 agosto 2017 2
VACCINI - UN PARERE SCIENTIFICO. Società Italiana di Psico neuro endocrino immunologia - Blondet & Friends

LA POSIZIONE DELLA SIPNEI SULLA LEGGE SUI VACCINI E SUL DIBATTITO ANCORA IN CORSO



Abbiamo atteso a prendere una posizione, sia come Società scientifica sia come singoli, perché, a nostro avviso, s’è infiammato un dibattito di scarso valore scientifico, tendenzioso e, a tratti, estremamente violento. La responsabilità della bagarre è di chi rifiuta i vaccini tout court con motivazioni extra-scientifiche (“è l’industria che condiziona il governo”) e, talvolta, schiettamente antiscientifiche (“I vaccini causano solo danni alla salute”), ma, lo diciamo con rammarico, è anche di chi avrebbe dovuto collocare la discussione pubblica su un terreno pacato, razionale e confortato da prove. Istituzioni scientifiche, professionali e singole personalità, con l’amplificazione dei media, hanno dato una pessima prova, adottando un atteggiamento paternalistico, dogmatico e, a un tempo, di allarme sociale, bollando con marchio d’infamia tutti coloro che, anche in sede professionale e scientifica, hanno espresso valutazioni articolate e di merito sui singoli vaccini (efficacia, dinamica, costi-benefici etc.), fino al punto da sottoporre a procedimento disciplinare, conclusosi con la radiazione dagli Albi, alcuni medici critici.

Non condividiamo questo comportamento e invitiamo le istituzioni scientifiche e professionali, i docenti e gli operatori a svolgere con misura e rigore il loro insostituibile ruolo di autorevoli e indipendenti agenzie di informazione scientifica al servizio della collettività.

Segnaliamo inoltre che, nel furore della polemica, alcuni esponenti dell’Accademia hanno diffuso una visione della scienza di stampo dogmatico, con il risultato paradossale, a nostro avviso, di produrre un rafforzamento, invece che un indebolimento delle convinzioni di tipo anti-scientifico presenti nella popolazione.

In questo modo, è stato prodotto un danno enorme alla diffusione della cultura scientifica del nostro Paese, che già soffre di ritardi storici a livello di massa. Non si difende e non si diffonde la cultura scientifica adottando il modello medievale dell’“ipse dixit”, dell’autorevolezza della cattedra, bensì mostrando la bellezza del metodo scientifico, che è uno dei migliori esempi di pensiero critico, dialettico, democratico, aperto e, per queste caratteristiche, dotato di grande forza persuasiva.

Solo una scienza che ottenga i suoi risultati adottando una procedura trasparente e che li condivida con la società tutta, è in grado di conquistare la partecipazione convinta dei cittadini alle proposte di politica sanitaria che ispira. È comunque un dato oggettivo che i vaccini siano una risorsa di prevenzione sanitaria assolutamente preziosa. La storia mondiale delle malattie infettive lo dimostra con forza, con il debellamento di malattie importanti come il vaiolo, la poliomielite e la difterite. Altri vaccini non ancora disponibili (come ad esempio quelli per la malaria e per l’AIDS) sono oggetto di intensa ricerca e sarebbero altamente auspicabili.



UN’ANALISI CRITICA DELLE PROCEDURE E DELLE DECISIONI POLITICHE SUI VACCINI


La decisione governativa di estendere l’obbligatorietà delle vaccinazioni che, in una prima fase, è stata scagliata come un diktat sulla società, minacciando di estendere ai genitori critici le stesse pene inflitte ai medici critici e cioè la sospensione della potestà genitoriale, anche nella versione modificata uscita dal dibattito parlamentare, che pur ha tagliato le unghie al furore della Ministra della salute, a nostro avviso, non regge ad un esame ravvicinato dei dati e delle premesse su cui si fonda.

I dati

La premessa su cui si fonda la decisione governativa è che saremmo in presenza di forti rischi per la collettività essendosi pericolosamente abbassati i tassi di copertura vaccinale, che non garantirebbero la cosiddetta “immunità di gregge”. I dati portati a sostegno riguardano la diffusione del morbillo nel nostro Paese, che nello scorso anno e nell’anno in corso sarebbero a livelli eccezionalmente alti. La serie storica dei dati degli ultimi anni e il suo paragone con paesi europei simili, pur senza sottovalutare l’andamento dell’infezione, non confermano l’eccezionalità dell’attuale diffusione del morbillo. Al 16 luglio 2017 (ultimo dato disponibile al momento della redazione di questo documento)
si sono registrati 3672 casi1 ,
in tutto il 2013 i casi sono stati di meno (2258),
ma nel 2011 sono stati di più (4671).
C’è da notare che il massimo della copertura vaccinale si è registrato tra il 2008 e il 2012.

In Francia nel 2011 ci sono stati quasi 15.000 casi di morbillo con una copertura vaccinale superiore al 90% e ad oggi è endemico
in molti paesi europei tra cui Germania, Belgio, Svizzera, Francia, Polonia, Romania e altri.
Non risulta che Francia, Germania, Svizzera, Belgio abbiano introdotto l’obbligatorietà della vaccinazione MPR (Morbillo Parotite Rosolia), pur essendo attivamente impegnati nel controllo della diffusione di questi agenti infettivi.


L’immunità di gregge

La premessa scientifica, su cui si fonda la decisione dell’estensione dell’obbligatorietà vaccinale, che è costituita dalla cosiddetta “Immunità di gregge”, secondo cui “è necessario raggiungere il 95% della copertura vaccinale per ottenere l’effetto gregge” e cioè la protezione totale della popolazione, presenta molte falle. In primo luogo, i vaccini non sono tutti uguali.
Ci sono vaccini per patologie che non sono trasmissibili da soggetto a soggetto, come il tetano (ad eccezione del caso rarissimo della trasmissione madre-neonato). Quindi il vaccino antitetanico non genera immunità di gregge essendo l’agente infettivo non trasmissibile per contagio interindividuale.
In secondo luogo, ci sono vaccini, che, sia per la bassa immunogenicità (che quindi causa una quota rilevante di vaccinati che non rispondono) sia per la scarsa durata dell’immunizzazione anche nei responders, non sono in grado di bloccare la trasmissione dell’agente infettivo. Al riguardo, un esempio molto studiato è il vaccino acellulare contro la pertosse, che presenta un elevato numero di non responders, la cui efficacia negli stessi responders svanisce già dopo 2-3 anni dalla vaccinazione2 .

Ma anche il caso del morbillo, che pure ha un’elevata trasmissibilità e che stimola una forte risposta anticorpale, non consente di concludere che una copertura vaccinale del 95%, che è quella indicata per il cosiddetto “effetto gregge”, possa bloccare la trasmissione virale, come dimostrano alcuni casi riportati in letteratura.
Per esempio: la Cina, che ha una copertura vaccinale del 97%, segnala ancora focolai di morbillo 3 ; il Belgio, dove un recente focolaio di morbillo è intervenuto in Vallonia, una zona del Paese ad elevata copertura vaccinale (superiore al 95%) 4 . Emblematici gli esempi del Portogallo 5 e della Repubblica Ceca. In Portogallo il recente focolaio si è manifestato in regioni ad altissima copertura vaccinale, dopo 12 anni di scomparsa dei casi di morbillo, al punto che nel 2015 e 2016 il Portogallo era stato dichiarato libero dal morbillo. Interessante, al riguardo, segnalare che sono state infettate sia persone non vaccinate sia persone vaccinate, con due o più richiami per MPR o singolo.
Stessi fenomeni si sono registrati negli Stati Uniti d’America che, dal lontano 2000, erano stati dichiarato liberi dal morbillo e che invece registrano casi di morbillo sia in non vaccinati che in vaccinati6 . Così come in Corea, dichiarata libera dal morbillo nel 2014 .

Questi dati pongono interrogativi sia sull’effetto gregge (i non vaccinati in questo caso non sono stati protetti dal gregge vaccinato) sia sull’efficienza e sulla durata della protezione immunitaria offerta dal vaccino antimorbillo. Al riguardo, esemplare è il caso della Repubblica Ceca, che ha introdotto la vaccinazione antimorbillosa nel 1969. Uno studio recente mostra che solo la quota della popolazione ante-vaccinazione (con più di 50 anni di età) ha una presenza di anticorpi specifici (IgG) che riguarda praticamente tutte queste classi di età (>96%). Queste persone non vaccinate avevano incontrato l’agente infettivo, sia manifestando che non manifestando il quadro sintomatologico del morbillo, ma registrando tutte un’immunizzazione naturale, persistente nel tempo. Le persone vaccinate invece, presentavano un’immunizzazione che oscilla tra il 61 e il 75%: quindi nei trentenni e quarantenni, vaccinati per il morbillo nell’infanzia, 3-4 persone su 10 non producono una risposta adeguata all’infezione. Insomma, anche il vaccino antimorbillo, con gli anni, tende a perdere la sua efficacia, come dimostra l’altro dato di questa ricerca relativo alla classe di età 18-29 anni che mostra sieropositività dell’81%, che poi viene perduta nel tempo.

Questo fondamentalmente perché l’immunizzazione naturale, a differenza di quella indotta dal vaccino, causa una stimolazione immunitaria prolungata nel tempo, che consente al linfocita B di adattare il recettore con la massima affinità per l’antigene, selezionando una popolazione di cellule B memoria a lunga vita, capaci di rispondere in modo rapido ed efficace al successivo incontro con l’agente infettivo.

Sempre riguardo alla vaccinazione antimorbillo, segnaliamo un dato che meriterebbe una riflessione specifica: in tutti i focolai identificati in Europa e in USA, c’è sempre una quota di bambini infettati con meno di un anno di vita, un’età a rischio, in cui ancora non è raccomandata e praticata la vaccinazione antimorbillo. Il bambino, in questo periodo critico, può ricevere una protezione dalla madre che gli trasmette i suoi anticorpi antimorbillo. Il fatto è che le donne immunizzate naturalmente trasmettono una quantità di anticorpi nettamente superiore a quella delle donne vaccinate. La differenza della presenza di anticorpi anti morbillo, in bambini nati da madri che hanno subito il contagio rispetto ai nati dalle vaccinate, è netta e rintracciabile per lo meno fino all’età di 5 mesi. Quindi, donne che, nella loro infanzia, si sono vaccinate contro il morbillo potrebbero non trasmettere un’adeguata protezione anticorpale ai propri figli nel primo anno di vita, a differenza delle donne che hanno contratto un’immunizzazione naturale . Infine, in aggiunta agli argomenti sopra indicati, occorre registrare che l’informazione che è stata, sulle percentuali di copertura vaccinale necessarie per raggiungere il cosiddetto “effetto gregge”, è assolutamente parziale e quindi, sostanzialmente, non veritiera. Secondo fonti ufficiali (Organizzazione mondiale della sanità e Istituto Superiore di Sanità), le coperture vaccinali critiche per l’immunità di gregge sono altamente variabili: il fatidico 95% viene indicato solo per il morbillo. Come abbiamo già notato, questa soglia non garantisce in modo assoluto l’effetto gregge, ma è bene sapere che per la poliomielite, le istituzioni citate danno come copertura necessaria 80-86%; per la parotite 75-86%; per la rosolia 83-85%; per l’ Hemophilus infl. B il 70%

CONCLUSIONE SULLA LEGGE.

Pur scontando il fatto che, se attorno al bambino non immunizzato per un certo agente infettivo esistono numerose persone non immunizzate, la probabilità del bambino stesso di contrarre quell’infezione sono maggiori, da qui non si può trarre la conclusione dell’obbligo per 10 vaccini, che, da quanto argomentato, si mostra non solo inopportuna, ma anche infondata sul piano scientifico, poiché lo Stato può chiedere alla persona (o al suo tutore) la violazione della libertà individuale, riguardo alla propria salute, se dimostra che le misure obbligatorie servono a scongiurare un rischio collettivo riferito ai singoli vaccini proposti. Da quanto abbiamo scritto, è errato mettere tutti vaccini sullo stesso piano: alcuni di loro non producono alcun “effetto gregge”, altri conferiscono un’immunità che deperisce nel tempo. Ma per proporre una strategia vaccinale all’altezza delle conoscenze attuali, occorre prendere in esame altre problematiche.

PROBLEMATICHE RELATIVE AI VACCINI E AI LORO EFFETTI IMMEDIATI E DI LUNGO PERIODO

Come abbiamo visto, il grado di efficacia dei vaccini è molto variabile, dobbiamo tenere presente altresì che nessun vaccino è mai completamente sicuro. È una verità elementare, che, se si nega, si fa offesa alla scienza e al buon senso e, al tempo stesso, non si convincono i refrattari alle vaccinazioni, che anzi dalla negazione dell’evidenza traggono maggior forza. Gli effetti avversi delle vaccinazioni sono un dato di fatto. Le revisioni della letteratura più affidabili dimostrano che gli effetti avversi gravi ci sono e soprattutto che gli studi sulla sicurezza di vaccini come il trivalente MPR pre e post-marketing sono largamente inadeguati . Anche in Italia, pur scontando un sistema di sorveglianza che è un eufemismo definire scarsamente efficiente,
le segnalazioni all’AIFA di effetti avversi, successivi alle vaccinazioni,
nel 2014 sono state 8.873, di cui una quota (con diverse centinaia di casi) classificata grave (con alcuni decessi).
Secondo il Rapporto dell’AIFA15 , il vaccino Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR) ha un tasso di segnalazioni di effetti avversi gravi tra i più alti: 201 su 100.000 dosi per un totale di 479 casi nello scorso anno, la cui quota maggioritaria spetta all’abbinamento del trivalente con il vaccino contro la varicella (MPR+V oppure MPRV).
Tuttavia, anche l’esavalente ha un tasso elevato di segnalazioni gravi: 166 ogni 100.000. Ora, a fronte di questi numeri, ci pare temerario escludere in modo categorico ogni correlazione causale con i vaccini, come fa l’AIFA nel Rapporto citato, anche in considerazione della scarsa propensione, soprattutto dei medici di riferimento, i pediatri, alla segnalazione, aggravata dall’ assenza di un sistema di sorveglianza strutturato, capillare e affidabile. Tuttavia, ci preme segnalare un aspetto più di fondo, che è stato trascurato o banalizzato nel dibattito pubblico e che invece attiene alla salute della popolazione in tutte le fasce di età: gli effetti dei vaccini sul sistema immunitario del bambino.
 

tontolina

Forumer storico
I vaccini e il sistema immunitario infantile

Un paradosso dell’attuale scienza dei vaccini è che, mentre da un secolo ferve la ricerca farmacologica sui singoli prodotti, con innovazioni che danno risposte sempre più articolate e diversificate, l’oggetto di questi farmaci è sostanzialmente negletto: pochissimi e recenti sono gli studi sul sistema immunitario del bambino e sull’impatto che i vaccini hanno sul suo sviluppo.

Tutti concordano sul fatto che il sistema immunitario del neonato non è come quello dell’adulto e che, per raggiungere un assetto simile, deve attraversare un processo di maturazione non breve.
Ma perché è diverso da quello dell’adulto?
Dove stanno le principali criticità?
Secondo studi molto recenti, la principale diversità non starebbe tanto nella composizione cellulare del sistema immunitario neonatale, quanto nel mantenimento dell’assetto precedente alla nascita, l’assetto fetale. In gravidanza, infatti, è essenziale che sia il sistema immunitario materno che quello fetale adottino una posizione di tolleranza reciproca, con il fine di mandare a compimento la gravidanza, che potrebbe essere compromessa da una iperreattività immunitaria verso antigeni non self costituiti da tessuti (madre-bambino) che sono geneticamente parzialmente diversi. A questo fine, oltre che in quello materno, anche nel sistema immunitario fetale abbondano le cellule regolatrici e cioè di moderazione della risposta immunitaria (T regolatori in primis, ma, a livello placentare, anche cellule della linea mieloide) e si struttura un particolare assetto dei linfociti T: depressione del circuito Th1 a favore del circuito Th2. Questo assetto fetale permane anche nei successivi mesi dopo la nascita. Ricordiamo che il circuito Th1 è molto infiammatorio ed è particolarmente efficace verso le infezioni virali, mentre il circuito Th2 è meno infiammatorio (soprattutto in presenza di un forte circuito regolatorio) ed è più attivo verso le infezioni batteriche. Quindi, il sistema immunitario delle prime fasi della vita è naturalmente collocato sul Th2 e deve ancora maturare un efficiente circuito Th1.
Che effetti hanno le vaccinazioni su questo assetto neonatale?
La letteratura scientifica ci dice che l’alluminio, l’adiuvante più utilizzato non solo nei vaccini per l’infanzia, ma anche per quelli dell’adolescente (come il vaccino contro il Papilloma Virus, HPV), ha un documentato effetto Th2 . A questi effetti di aggravamento dello squilibrio fisiologico neonatale, prodotti dall’alluminio, occorre aggiungere gli analoghi effetti del vaccino MPR, che, di per sé, ha un effetto di ritardo della maturazione del Th1 con persistenza del Th2 . Attualmente, pur con tutte le incertezze che sono parte integrante della scienza, che per l’appunto non è dogmatica, la comunità degli immunologi e dei ricercatori pediatri concorda nel relazionare l’iper-reattività del Th2 alla comparsa di allergie, sia di tipo respiratorio (asma, bronchiti, riniti) sia tipo cutaneo e gastrointestinale. Squilibrio immunologico che può favorire l’insorgenza nel tempo anche di altre patologie a dominanza Th2, di tipo infettivo, autoimmune e neoplastico. In particolare, questi effetti negativi vengono amplificati in neonati pretermine, in quelli nati con un parto cesareo, nei non allattati al seno, che, in vario grado, presentano uno squilibrio del microbiota, anch’esso in formazione, che ormai sappiamo essere deciso nella costruzione di un sistema immunitario pienamente competente

PER UNA BUONA POLITICA DI PREVENZIONE PRIMARIA DENTRO CUI PREVEDERE UN USO RAZIONALE ED EFFICIENTE DELLE VACCINAZIONI

I vaccini, nelle diversità di efficacia e protezione sopra delineata – che pertanto, a nostro avviso, richiedono una riformulazione dei programmi di loro utilizzo evitando la scorciatoia autoritaria dell’obbligo generalizzato – sono farmaci che possono essere di grande utilità, se collocati all’interno di un robusto quadro di politiche di prevenzione primaria applicate alle prime fasi della vita. Quello che proponiamo è un salto su qualità nella prevenzione a partire dallo studio delle prime fasi della vita, sapendo che una serie di misure in gravidanza e dopo la nascita possono porre su nuove basi non solo la salute del bambino, ma anche la suscettibilità alle stesse infezioni, verso cui ad oggi non c’è protezione, tra cui non solo il morbillo (la cui vaccinazione è prevista non prima dei 12 mesi di età), ma anche il temibile Virus respiratorio sinciziale, causa di patologie respiratorie anche gravi del neonato e che ha come effetto un ulteriore squilibrio del sistema immunitario neonatale in senso Th2.
Il fumo in gravidanza e/o negli ambienti dove vive il neonato, la dieta infiammatoria della donna gravida e che allatta, l’uso di antibiotici in gravidanza, durante il parto e nel neonato, con conseguente disbiosi materna e infantile, il tipo di parto (se vaginale o cesareo), l’inquinamento dell’ambiente di vita, le condizioni di stress causate da incertezza e povertà economica della famiglia, sono tutti potenti fattori di alterazione del sistema immunitario infantile. È illogico, sotto il profilo scientifico (ma forse logico per istituzioni troppo adese all’industria e alle corporazioni professionali), destinare somme ingenti al finanziamento di un inedito e iper-esteso obbligo vaccinale e non intervenire in modo organico sulla protezione della gravidanza, sulla promozione sistematica dell’allattamento al seno, sulla drastica riduzione dei parti cesarei (che in tutto l’Occidente riguardano circa un terzo delle nascite, con alcune regioni italiane, tra cui Campania, Sicilia e Lazio con percentuali ancora maggiori) anche mettendo in campo risoluti interventi restrittivi a livello del servizio sanitario nazionale, sul sostegno psicologico ed economico alla famiglia che ha avuto un bambino.


Vaccinazioni. Conoscere e rispettare la diversità.


Non solo i vaccini sono diversi tra loro in termini di utilità sociale, ma anche i bambini sono diversi tra loro, talvolta in modo rilevante. La genetica e l’epigenetica ci dicono che ogni individuo è un essere peculiare e che questa peculiarità è di grande rilievo quando il nuovo essere si forma nel corso del tempo, prima e dopo la nascita.
Del resto, la medicina più avanzata si sta orientando sulla personalizzazione della cura, che si gioverà dei progressi in campo genetico ed epigenetico. Di questo cambio di paradigma, che mette al centro la variabilità umana, dovrà tenere conto anche la politica vaccinale. Basti pensare alle nascite prima del tempo, che sono in crescita in tutto l’occidente. L’Italia sembra particolarmente colpita dal fenomeno, con oltre 40.000 bambini che ogni anno, secondo l’OMS, nascono prima della trentasettesima settimana di gestazione. Il sistema immunitario e il microbiota di questi bambini, soprattutto se nati con un cesareo e non allattati al seno, sono particolarmente squilibrati in senso allergico e infiammatorio. Nei programmi vaccinali, non ha alcun senso scientifico trattare questi bambini prematuri come se fossero nati a tempo. L’effetto probabile delle vaccinazioni potrebbe essere quello di alterare ulteriormente il sistema immunitario. Da qui la necessità di programmi ad hoc per questi bambini che dovrebbero essere seguiti e studiati personalmente da un pediatra competente sull’assetto del sistema immunitario infantile e sugli effetti dell’ambiente e dei farmaci in soggetti prematuri. Ma pensiamo che in linea generale ogni bambino andrebbe studiato adeguatamente dal proprio pediatra prima di essere inviato a un programma vaccinale, che dovrebbe tenere conto delle sue peculiarità e della sua storia clinica e di vita. Ciò rimanda a politiche vaccinali flessibili e che ripensino l’uso delle formulazioni multiple, sia perché, come abbiamo argomentato, non tutti i vaccini hanno la stessa utilità sociale, sia perché non ci risultano studi controllati, che valutino gli effetti epigenetici della formulazione multipla sul sistema immunitario infantile. Per esempio, sappiamo che l’alluminio e alcuni vaccini hanno l’effetto epigenetico di demetilare i geni che comandano la produzione di cellule Th2, favorendone l’espansione. Che effetti epigenetici hanno 6 vaccini insieme, seguiti a breve da 4 vaccini insieme? Sotto questo profilo, la “tesi” che non c’è alcun problema a somministrare diversi antigeni insieme, poiché il bambino ogni giorno incontra centinaia di antigeni senza danno, ci sembra non regga ad un esame anche non troppo approfondito, poiché il solo buon senso ci consente di comprendere che gli antigeni multipli, che immettiamo con i vaccini, non sono banali, ma componenti di aggressivi agenti infettivi, che è alquanto irreale incontrare tutti insieme in natura. Il fatto è che nessuno fino ad ora, a nostra conoscenza, ha prodotto dati certi sugli effetti delle formulazioni multiple sul sistema immunitario del neonato e dell’infante. Del resto anche il Parlamento ha previsto l’uso dei vaccini monodose reclamando, contro la granitica convinzione della Ministra della salute, la supremazia del legislatore sulle necessità produttive dell’industria. Il tema dei rapporti delle Istituzioni pubbliche con le industrie produttrici di farmaci, che sta avvelenando la discussione sui vaccini e sulla farmacologia in generale , richiede una discussione più ampia, che in varie sedi come SIPNEI abbiamo affrontato e che affronteremo ancor più nel prossimo periodo.
Restando al tema vaccinazioni, pensiamo che servirebbe molto alla scienza e alla ricostruzione di un rapporto di fiducia con ampie fasce della popolazione, l’istituzione di una Commissione di valutazione e controllo sui vaccini indipendente e cioè composta da ricercatori, scienziati ed esperti di politica sanitaria che non abbiano legami con l’industria e con le associazioni professionali, spesso molto adese all’industria. Una Commissione sul modello della Task Force statunitense che si occupa di valutazione delle politiche preventive (USTFP), senza legami con l’industria e con le corporazioni professionali
. Occorre cioè proteggere la società dalle infezioni, ma anche dagli interessi di parte. In questo quadro, siamo contrari alle vaccinazioni obbligatorie (in linea con tutti i paesi europei più avanzati e da alcuni anni in Veneto, con ottimi risultati), bensì proponiamo una riorganizzazione delle politiche vaccinali, che a livello statale dovrebbe selezionare le priorità epidemiologiche e, a livello territoriale, dovrebbero avere come perno il pediatra, che ha in cura fin dalla nascita il bambino, che verrebbe inserito in finestre di opportunità vaccinale, anche utilizzando i vaccini monodose, in base alle caratteristiche del bambino.
Del resto, i genitori dei bambini in età da vaccino, già si sono spontaneamente mossi in questo senso.
Come ha documentato la USL 20 di Verona, in un contesto senza obbligo vaccinale come quello veneto, se si controlla la popolazione a 14 anni di età, si nota che, per la poliomielite, la copertura è al 95,51% e, per il morbillo, è al 94% .

Siamo convinti che una politica di promozione attiva, centrata sulla flessibilità dei programmi vaccinali, nel quadro di politiche di protezione della gravidanza e di promozione della salute dell’infanzia, permetterebbe un salto in avanti nella prevenzione primaria, da sempre trascurata nel nostro Paese, e porrebbe su basi nuove le relazioni tra cittadini e scienza e tra curati e curanti.

Il Consiglio direttivo nazionale della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia
Roma 29.07.2017

Francesco Bottaccioli presidente onorario, professore a contratto nella formazione post- laurea delle Università dell’Aquila e di Torino

Mauro Bologna presidente, professore ordinario di Patologia generale, Università dell’Aquila

David Lazzari past-president, membro dell’Esecutivo nazionale dell’Ordine degli psicologi, direttore del servizio di psicologia clinica dell’Azienda ospedaliera S. Maria di Terni

Marina Risi vice-presidente, professoressa a contratto nel Master in PNEI Università dell’Aquila

Franco Cracolici responsabile del comitato di coordinamento delle sezioni territoriali SIPNEI, medico responsabile nel Servizio di medicina integrata dell’Ospedale di Pitigliano (GR)

Letizia Ferrante psicologa psicoterapeuta, responsabile del coordinamento delle sezioni SIPNEI del meridione d’Italia

Massimo Fioranelli professore associato di Fisiologia, Università G. Marconi, Roma

Andrea Minelli professore associato di Fisiologia, Università di Urbino

Elisa Paravati neuropsicologa, responsabile del coordinamento delle sezioni SSIPNEI del nord Italia
 

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