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intervista a Lovaglio sul Corriere online di oggi

Mps, parla Luigi Lovaglio: datemi quattro mesi e due miliardi e mezzo e salverò la banca
di Stefano Righi11 lug 2022

Quattro mesi per salvare il Monte dei Paschi di Siena: 550 anni di storia bancaria naufragati in quindici stagioni di crisi ed errori. Una situazione più volte al limite del crollo, che oggi vede Luigi Lovaglio confezionare un piano di salvataggio «semplice, concreto e fattibile». Lovaglio, che si formò in Polonia ai tempi in cui guidava Pekao per conto di Unicredit, si è manifestato sul mercato italiano con il salvataggio del Credito Valtellinese e la successiva vendita all’Agricole («one billion dollars bank»), affronta ora la sua partita più difficile.
Lovaglio, il 7 febbraio lei è diventato «ceo» di Mps. Se l’aspettava?
«No. Certo Mps l’ho sempre guardata con attenzione. È una sfida molto importante, con un elevato livello di complessità, ma che ho accettato senza esitazioni. È una partita che è giusto si chiuda nel migliore dei modi nell’interesse di tutti. E sento la responsabilità di questo incarico, a cui sto dedicando tutte le mie energie».
Prime impressioni?
«Da fuori si ha una percezione diversa di questa banca. Mps c’è! In questi primi mesi questa è stata la sorpresa più piacevole. Mps ha già un suo valore e il mio compito è farlo emergere, far sì che questa banca venga valorizzata in modo corretto».
Quando parla di valore di Mps a cosa pensa?
«Al franchise così radicato, a un legame forte con la propria clientela e al grande potenziale della piattaforma Widiba».
Che situazione ha trovato?
«Ho trovato una banca con una forte presa sul territorio, una sua capacità di essere vicina ai clienti e un generale sentimento di affezione verso la banca. Una situazione ideale per una banca commerciale che è presente dalle Alpi alla Sicilia e ha una posizione di vertice in alcune regioni particolarmente ricche, come la Toscana, il Veneto e la Lombardia. Mps è, a mio avviso, la vera banca commerciale italiana. Oltre a questo, credo ci siano le competenze giuste e un diffuso desiderio di far vedere quanto vale la banca. Sento frequentemente dire, da colleghi e da clienti: io devo molto a questa banca, il Montepaschi mi ha aiutato a essere dove sono. Quindi farò di tutto perché questa banca abbia il futuro che merita».
Sembra il quadro che lei dipinse nel 2018 arrivando al Credito Valtellinese…
«È una situazione tipica delle banche con forte radicamento territoriale. Siena ha in più una storia lunga 550 anni, che si respira appena si varca la soglia della Rocca. Se poi scendi nella pinacoteca, il quadro del Rustichino “La Sapienza e la Prudenza” ti ricorda qual è la sintesi migliore del modo di fare banca».
Il piano industriale vede una banca focalizzata su tre aspetti: lavoro con i clienti, efficienza, semplificazione.
«Credo che la semplificazione sia una conseguenza della sapienza di cui dicevamo prima. A volte le organizzazioni, ed è il caso del Montepaschi, hanno un eccessivo livello di complessità. Così abbiamo cercato di semplificare, anche incorporando nella capogruppo tre società importanti, come Mps Capital services, il Consorzio, che è la macchina It operativa, e Mps leasing & factoring. Queste incorporazioni, approvate dal consiglio il 23 giugno, sono il segno concreto che le cose all’interno del Monte stanno accadendo. Stiamo già eseguendo il piano. Era un progetto che la banca voleva realizzare da tempo, e ora lo realizziamo».
Avete cambiato anche il modello organizzativo.
«Se vuoi cambiare le cose, devi partire da lì».
Negli anni Mps è stato uno dei grandi produttori di Npl, i crediti inesigibili. Ne venderete ancora?
«Sì. C’è uno stock di 700-800 milioni di euro che intendiamo cedere entro fine 2022».
Tra le eredità più scomode dal passato, ci sono cause straordinarie per circa 1,9 miliardi di euro.
«In verità le cause vere e proprie al momento hanno un petitum di circa 1 miliardo, abbiamo adeguata copertura e ci sono anche recenti sentenze favorevoli a Mps. Per il resto sono claims, reclami, che gestiamo con un approccio basato su riscontri oggettivi».
Questo il passato. Il futuro prossimo è un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro. Oggi il Monte vale in Borsa circa 460 milioni, tecnicamente si parla di aumento iperdiluitivo.
«Sì. È un aumento che riteniamo necessario per far ripartire la banca in quanto è propedeutico al raggiungimento degli obiettivi di piano con una parte rilevante destinata a fronteggiare i costi di uscita del personale».
Cosa vuol dire?
«Che circa 800 milioni di quell’aumento serviranno per finanziare l’uscita volontaria di circa 3.500 persone entro la fine dell’anno, attraverso il Fondo di solidarietà. Abbiamo già aperto un confronto con i sindacati. E attraverso questa manovra, la banca migliorerà decisamente la sua struttura».
Quando farete l’aumento di capitale?
«Fra quattro mesi, se tutto andrà come deve, credo che il problema del Montepaschi potrà essere in avanzata fase di risoluzione a quel punto».
Non è troppo ottimista?
«Abbiamo in corso una istanza con la Bce per le necessarie autorizzazioni collegate all’aumento. All’inizio di agosto convocheremo l’assemblea che si riunirà dopo il via libera di Bce e poi ci concentreremo sull’aumento di capitale che dovrebbe partire tra fine ottobre e novembre. In tempo per chiudere il programma delle uscite volontarie entro il 30 novembre. Un programma complesso che però garantisce il futuro dei 17.500 dipendenti che restano e che consentiranno al Montepaschi di continuare a fare banca, una cosa che Mps sa fare veramente bene».
Lei vede centrale l’operazione di aumento di capitale.
«Lo è perché cambierà volto alla banca, snellendola e mettendo Mps in una situazione di maggiore stabilità, anche in previsione di situazioni macro sfidanti».
All’aumento di capitale il governo italiano parteciperà sottoscrivendo la sua quota del 64 per cento di capitale. Quando uscirà lo stato italiano dal capitale del Monte dei Paschi?
«La negoziazione che riguarda la proroga del periodo è tra la Repubblica italiana e la Dg Comp. Ciò che mi pare positivo è la volontà di definire il tema in tempi brevi».
Si è parlato di aggregazioni e addirittura di spin-off di una parte di sportelli, di una fusione con la Popolare di Bari. Progetti naufragati?
«Mps nel 2024 punta a fare 700 milioni di utile prima delle tasse. Se poi utilizziamo una piccola parte dei crediti fiscali esistenti, le Dta, arriviamo facilmente al miliardo di utile. Per cui…».
Il titolo in Borsa viene da due settimane tremende, è finito sotto i 50 centesimi.
«I primi feedback sul piano sono positivi. Non penso quindi ci sia una specifica relazione tra piano industriale e andamento del titolo in Borsa. L’aumento è iperdiluitivo, il titolo è sottile e questo crea un’elevata volatilità».
Una delle vostre maggiori voci di ricavo è la «bancassurance».
«Il bilancio di Mps vede più commissioni che interessi, in questo la banca è stata apripista nel sistema bancario italiano. Le commissioni valgono circa 1,5 miliardi di euro e questo dà qualità al bilancio, senza consumare capitale. Mps nel 2024 produrrà 800 milioni di commissioni tra asset management e il mondo assicurativo. Non sono in tante a poterlo fare».
Resta che l’accordo con Axa sembra favorire più loro che voi.
«Quello con Axa è un accordo stringente, ma con queste dimensioni di business noi siamo una banca estremamente attraente».
Lei parlava del 2024. In quell’anno lei promette 700 milioni di utile lordo. Come ci arriva?
«Ci arriveremo dopo un buon 2023, che inizierà, il primo gennaio, con 270 milioni di costi in meno per il personale una volta attivato il Fondo di solidarietà».
Il dividendo quando arriverà?
«Con gli utili del 2025 e 2026, con un 30 per cento di payout ratio».
C’è chi vede Mps come un’altra Alitalia.
«La grande differenza che vedo io sta nella fedeltà dei nostri clienti, che fino ad oggi hanno continuato a “volare” con Mps».
Abbiamo parlato di dipendenti, parliamo della rete. Quanti sportelli chiuderete?
«Noi partiamo da un presupposto: vanno chiuse le filiali che non sono redditizie, non si tratta di scelte fatte a priori per risparmiare sui costi. Andranno considerate anche le valenze sociali e strategiche delle singole filiali. Comunque l’attenzione ai clienti sarà sempre prevalente».
Tra i grandi misteri di Mps c’è Widiba. A chi serve, che funzione ha?
«Widiba è una delle migliori piattaforme europee dal punto di vista tecnologico. Ha un potenziale molto elevato e noi abbiamo deciso di investire in Widiba perché crediamo in questo progetto. Ci sono oltre 30 milioni di investimenti nel piano, perché Widiba ci consente di offrire modelli di servizio differenti alla clientela. La riteniamo fondamentale ed è necessario che continui a operare secondo modelli differenti . Certo, Widiba ora deve crescere, nelle masse, nella clientela e nell’offerta dei prodotti».
Il suo piano prevede circa 4 mila esuberi, un percorso «stand alone» e un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro. Le stesse cose prospettate dal suo predecessore Guido Bastianini. Dov’è la differenza?
«Se guardiamo agli indirizzi dei piani del sistema bancario è facile trovare punti in comune. Quello che può fare la differenza è il modo e la capacità di far accadere le cose».
Chi si è portato da fuori?
Andrea Maffezzoni, nuovo «cfo» del Montepaschi
«Il responsabile della finanza, il cfo, Andrea Maffezzoni, da Unicredit, dove è stato anche co-coordinatore del team che nel 2021 ha seguito il progetto sul Monte. Questo conferma che Mps è in grado di attirare talenti».
Dal 7 febbraio vive a Siena o a Milano?
«A Siena, dove ho fatto una full immersion. Ho voluto sentire tutti, capire, per poter agire al meglio. Siena è centrale per la banca. La presentazione del piano è stata fatta a Siena proprio perché dalle radici della banca vogliamo ripartire. Fin qui è stato un periodo intenso, e avverto chiaramente il senso dell’urgenza».
Qual è la difficoltà maggiore che ha incontrato in questi mesi al Montepaschi?
«Sciogliere i nodi delle complessità».
Lei è reduce da un tour, conclusosi giovedì a Londra, nel corso del quale ha incontrato investitori istituzionali. Con che cosa torna a casa?
«Abbiamo incontrato una trentina di investitori. Il feed back sul piano industriale è stato in generale positivo. Sia per quanto riguarda la ratio del piano, che è stata percepita solida, che per i principali target, ritenuti credibili. Su Mps c’è interesse e si sente parlare di opportunità di investimento dopo che per anni si è parlato solo di rischi».
Sembra tutto allineato, Lovaglio a questo punto non ha alibi.
«Più che agli alibi, ora penso solo a far sì che le cose accadano».
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B.Mps: ricapitalizzazione per 3 settimane dal 24/10 (Mess)
Oggi 08:10 - MF-DJ
ROMA (MF-DJ)--Tre settimane per la ricapitalizzazione di 2,5 miliardi di Montepaschi, tra l''ultima di ottobre e le prime due di novembre. E'' uno dei dettagli della relazione anticipata ieri dall''ad Luigi Lovaglio ai membri della Commissione bicamerale di inchiesta sulle banche, in vista dell''audizione di oggi, secondo quanto si legge sul Messaggero. Lovaglio ha condensato il piano industriale 2022-2026 varato dal cda a giugno, imperniato sull''aumento di capitale. La tempistica subordinata all''ok di "Bce, Dg Comp e Consob prevede che l''assemblea sia convocata il 4 agosto e sia tenuta nella seconda decade di settembre. Il calendario dell''offerta - la cui durata sara'' di circa 3 settimane - non e'' ancora definito in dettaglio ma e'' previsto che l''operazione debba concludersi, al piu'' tardi entro il 12 novembre", scrive Lovaglio. Questo significa che dovrebbe partire lunedi'' 24 ottobre. Le iniziative sul capitale sono accompagnate dall''implementazione di una strategia di funding sostenibile. Sul fronte dei risparmi, c''e'' un piano di uscite basato sul Fondo di Solidarieta'', su base volontaria, che consente la permanenza nel Fondo fino a 7 anni, con data ultima di accesso al 30 novembre 2022 per un totale di 3500 unita''. "Avranno diritto ad un assegno mensile fino alla prima finestra pensionistica utile - scrive Lovaglio -: l''importo di tale assegno e'' una percentuale significativa dello stipendio attualmente percepito, con una media stimata di circa l''85%". Lovaglio scrive che l''eta'' media e'' 60 anni con anzianita'' di servizio media di 34 anni e gli esuberi sono concentrati nelle funzioni centrali. Sempre tra i risparmi rientrano le filiali da chiudere: "Le analisi hanno portato ad una preliminare individuazione, fino al 2024, di 130 filiali, di cui il 46% al Nord, il 39% al Centro e per il 15% nel Sud Italia", scrive l''ad. Infine nessuna rivelazione sulla privatizzazione: "Riguardo la discussione sulla tempistica di valorizzazione della partecipazione detenuta dal Mef, i contenuti di tale confronto sono di esclusiva pertinenza della Commissione e dell''azionista di riferimento che e'' il destinatario dell''impegno", conclude Lovaglio.
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B.Mps: dagli anchor fino a 500 mln (MF)
Oggi 08:15 - MF-DJ
MILANO (MF-DJ)--Un nocciolo di investitori istituzionali potrebbe garantire fino a un quinto dell''aumento di capitale da 2,5 miliardi che il Montepaschi lancera'' in autunno, per un importo di circa mezzo miliardo. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, questa e'' l''ipotesi ancora tutta da costruire su cui si lavora nelle banche d''affari coinvolte nell''operazione e che potrebbe prendere forma entro la meta'' di settembre. Subito dopo la presentazione del piano industriale, alla fine di giugno il ceo Luigi Lovaglio e'' volato a Londra per un roadshow che oggi sta conducendo prevalentemente dall''Italia attraverso una sequenza serrata di videoconferenze con intermediari finanziari, fondi di private equity e investitori privati. Molti i temi sul tappeto, dalla riorganizzazione del gruppo alla riduzione dei costi fino all''iter autorizzativo di Bce (che ha 90 giorni per esprimersi), anche se il tema piu'' sensibile rimane quello della ricapitalizzazione. L''offerta da 2,5 miliardi dovrebbe partire in ottobre, penultima finestra disponibile per l''anno in corso, e ha gia'' incassato il pre-underwirting di Mediobanca, BofA, Citi e Credit Suisse. La concessione della garanzia vera e propria dipendera'' pero'' da quali saranno le condizioni di mercato, visto che le cosiddette clausole Mac possono far venire meno la rete di sicurezza. Un rischio non di poco conto se si pensa che oltre agli 1,6 miliardi coperti dal Tesoro (oggi socio al 64%) la banca dovra'' trovare 900 milioni, quasi il doppio della sua attuale capitalizzazione di borsa. Ecco perche'' la presenza di anchor investor che sottoscrivano una parte consistente di questi 900 milioni sarebbe preziosa per la banca e per i contribuenti. red/lab

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Esodi Mps: «Stipendio all’85%». Esce chi ha 60 anni con 34 di servizio addetto in sede Il Pdf
Relazione di Lovaglio oggi alla Commissione banche. Ricapitalizzazione di 2,5 miliardi per 3 settimane: dal 24 ottobre al 12 novembre se ci saranno tutti gli ok
di Rosario Dimito
3 Minuti di Lettura
Martedì 12 Luglio 2022, 00:01

Tre settimane per la ricapitalizazione di 2,5 miliardi di Montepaschi, tra l’ultima di ottobre e le prime due di novembre. Nelle 12 pagine della relazione anticipata ieri dall’ad Luigi Lovaglio ai membri della Commissione bicamerale di inchiesta sulle banche, in vista dell’audizione di oggi, sono contenute tante altre novità del rilancio di Rocca Salimbeni, come la pensione che verrà percepita dalle 4.084 risorse che lasceranno l’istituto.

Lovaglio, pur senza disclosure evidenti per non violare le norme sulle notizie price sensitive, ha comunque condensato il piano industriale 2022-2026 varato dal cda a giugno, imperniato sull’aumento di capitale «funzionale ad abilitare l’evoluzione del modello di business, sostenendone l’efficienza operativa e gli investimenti in digitalizzazione, consentendo alla Banca di adeguare gli indicatori patrimoniali ai migliori standard di mercato», scrive il banchiere al Parlamento. La tempistica subordinata all’ok di «ECB, DG Comp e Consob prevede che l’assemblea sia convocata il 4 agosto e sia tenuta nella seconda decade di settembre», precisa Lovaglio. «Il calendario dell’offerta - la cui durata sarà di circa 3 settimane - non è ancora definito in dettaglio ma è previsto che l’operazione debba concludersi, al più tardi entro il 12 novembre». Questo significa che dovrebbe partire lunedì 24 ottobre.

Meno funding da Bce

Le iniziative sul capitale sono accompagnate dall’implementazione di una strategia di funding sostenibile. «E’ previsto il raggiungimento di una più stabile struttura, con rifocalizzazione verso depositi da clientela e raccolta istituzionale (previsti 12 miliardi di nuove emissioni in arco Piano e riduzione del ricorso a funding da banche centrali (funding BCE su totale passività atteso a ~13% entro il 2024, rispetto all’attuale ~22%)».

Sul fronte dei risparmi, c’è un piano di uscite basato sul Fondo di Solidarietà, su base volontaria, che consente la permanenza nel Fondo fino a 7 anni, con data ultima di accesso al 30/11/2022 per un totale di 3500 unità. Essi «avranno diritto ad un assegno mensile (cd. “assegno straordinario di sostegno al reddito”) fino alla prima finestra pensionistica utile - scrive Lovaglio -: l’importo di tale assegno è una percentuale significativa dello stipendio attualmente percepito, con una media stimata di ca. l’85%». Lovaglio scrive che l’età media è 60 anni con anzianità di servizio media di 34 anni e gli esuberi sono concentrati nelle funzioni centrali. Considerando che da 10 anni gli stipendi sono fermi e la media si attesta sui 50 mila euro, ai pensionandi toccheranno 42.500 euro circa.

Sempre tra i risparmi rientrano le filiali da chiudere: «Le analisi hanno portato ad una preliminare individuazione, fino al 2024, di 130 filiali, di cui il 46% al Nord, il 39% al Centro e per il 15% nel Sud Italia». Infine nessuna rivelazione sulla privatizzazione: «Riguardo la discussione sulla tempistica di valorizzazione della partecipazione detenuta dal MEF, i contenuti di tale confronto sono di esclusiva pertinenza della Commissione e dell’azionista di riferimento che è il destinatario dell’impegno».

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Mps, Lovaglio ci crede: tutto sull’aumento di capitale e anche su tonfo titolo. Quella frase: ‘c’era la coda..’
12/07/2022 15:35 di Laura Naka Antonelli
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Mps: una banca forte, sostenuta da un piano industriale altrettanto solido, che ha avuto riscontri “positivi” durante il road show, pronta a lanciare un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, che gode così tanto della fiducia del mondo della finanza al punto chec’era la coda delle banche che volevano supportarci (per partecipare al consorzio di garanzia), ve lo assicuro”. Luigi Lovaglio, amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena, mostra piena fiducia nei fondamentali della banca senese, partecipata per il 64% dal Mef, che si appresta a far fronte all’ennesima operazione di ricapitalizzazione, tanto attesa dai mercati, presupposto condizione sine qua non per essere poi magari, finalmente, privatizzata, attraverso una operazione di M&A.

Mps può stare da sola? – chiede e si chiede Lovaglio, nel corso dell’audizione alla Commissione bicamerale di inchiesta delle banche – Certo se facciamo 700 milioni (di utili) la banca è forte; però qualcuno dice Bami (Banco BPM) o Bper possono stare da sole? Allora ci mettiamo nella stessa logica: possiamo fare un progetto industriale con qualcuno? Beh sì, forse però ci sediamo al tavolo con pari dignità”.


Pari dignità: un concetto che l’ad tende a voler rimarcare: della serie, nessuna svendita di Mps.

Lovaglio fa il nome delle altre due banche italiane Banco BPM e Bper, riaccendendo l’ipotesi di un nuovo risiko delle banche. Ma solo a parole, visto che i titoli delle banche non si accendono affatto, così come conferma il suo ribasso superiore a -4%, per poi ridurre le perdite, il titolo Mps, complice il sentiment negativo presente a Piazza Affari, che ora fa i conti anche con l’ennesima crisi di governo.

Lovaglio ce la mette tutta a mostrare ottimismo verso il ‘nuovo’ Monte di Stato, così chiamato in quanto, a seguito della ricapitalizzazione precauzionale del 2017, la banca vede come azionista di maggioranza lo Stato, per la precisione il Mef, il Tesoro: la stessa banca che, secondo l’accordo tra l’Italia e il DG Comp Ue avrebbe dovuto essere restituita dallo Stato al mercato, ai privati, e che invece grava ancora sulle spalle dei contribuenti, dopo la falsa speranza delle nozze con UniCredit di Andrea Orcel (che ora, con la nuova struttura di UniCredit Italia e la decisione cruciale che attiene alla sua controllata russa, ha in mente ben altro).



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La fiducia riposta nelle prospettive di Mps è tale che, di fronte alla presidente della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, Carla Ruocco, Lovaglio afferma addirittura che Mps è la vera banca nazionale italiana”.

“Il network di questa banca è di una forza incredibile perché è riuscita, nonostante tutte le tempeste, a tenere i clienti”.


Lovaglio presenta anche la tempistica dell’aumento di capitale, comunicando la tabella di marcia che prevede, dopo l’approvazione da parte del cda della trimestrale, nel mese di agosto, la convocazione dell’assemblea, la riunione dell’assemblea degli azionisti e finalmente la ricapitalizzazione. Ricapitalizzazione che durerà tre settimane e che dovrà chiudersi entro il 12 novembre. E ricapitalizzazione che sarà tradizionale, nel senso che il diritto di opzione per gli attuali azionisti sarà presente .


Viene confermato anche il rospo tra i più difficili da ingoiare, quello che attiene alla forza lavoro. E’ quello a cui il ceo fa riferimento laddove dice, al cospetto della Commissione bicamerale, chesiamo all’ultimo miglio: perché se va in porto l’operazione di uscita entro il 30 novembre, con il fondo di solidarietà, dal 1° gennaio il Monte dei Paschi entra nel gruppo di testa della classifica delle banche del sistema italiano”.

Quella operazione è il piano che Mps ha comunicato ieri ai sindacati, che prevede l’attivazione del fondo di solidarietà e l’accesso, su base volontaria, di 3.500 dipendenti, che uscirebbero dalla banca, per l’appunto, il prossimo 30 novembre.


A tal proposito, il ceo ha detto che 800 milioni dei 2,5 miliardi dell’aumento di capitale verranno utilizzati per “per finanziare il prepensionamento dei colleghi”, ricordando le uscite volontarie.

Sull’aumento di capitale, la rassicurazione è anche sul fatto che l’operazione non avrà nessun effetto diluitivo sulla quota del Mef, che sottoscriverà “la quota di propria competenza dell’aumento”.


Sulla risposta che i privati daranno all’aumento, il ceo ha sottolineato che l’importante è “mettere sul campo tutta la credibilità che il team Mps può avere, in modo che gli investitori capiscano e partecipino per la quota che dobbiamo mettere sul mercato; poi se qualcuno prenderà un po’ di più o di meno lo vedremo alla fine ma sono fiducioso se saremo bravi a spiegare il valore della banca”.

Ma che dire del tonfo del titolo? Lovaglio spiega che “questo non deve essere visto con le metriche di un normale aumento di capitale”.

Il titolo è sottile – puntualizza il ceo – e bastano tre milioni di euro per farlo crollare ed è un titolo che, tra l’altro, è ancorato a sistemi di algoritmo per cui se lo spread sale, automaticamente partono le vendite”.


Detto questo, ammette l’ad, “anche a me spiace che il titolo scenda ma è previsto che scenda quando fai un aumento del genere, vedremo a settembre come andrà, sono molto fiducioso”.

LEGGI Mps, Lovaglio atteso al varco. Aumento capitale da 2,5 miliardi, rumor su tempi e su chi parteciperà

Ancora, rende noto Luigi Lovaglio, le trattative tra il Mef maggiore azionista e l’Unione europea attraverso la DG Comp “sono in fase conclusiva”.

Insomma, le notizie che riguardano la banca senese sembrano essere promettenti, a fronte degli ultimi rumor di mercato. Così è per la banca che ha visto ulteriormente crollare il proprio valore di mercato, tanto che il titolo, di recente, è sceso fino ai minimi assoluti di 0,454 euro, confermando il crollo da inizio anno che neanche il nuovo AD è riuscito a fermare.


Le azioni del Monte dei Paschi di Siena valgono meno della metà di una tazzina di caffé pagata al bar il cui prezzo, calcolato come media nazionale, si aggira attorno a 1,10 euro.

Se vuoi aggiornamenti su Mps, Lovaglio ci crede: tutto sull'aumento di capitale e anche su tonfo titolo. Quella frase: 'c'era la coda..' inserisci la tua email nel box qui sotto:
 

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