SOTTO LA LENTE: dopo la politica ora e' la guerra a complicare la partita Mps
16/03/2022 16:51 - MF-DJ
MILANO (MF-DJ)--Non c''e'' pace per la messa in sicurezza del Monte dei Paschi di Siena. Dopo l''emergenza Covid-19 e dopo lo stop "politico" causato dalle elezioni suppletive a Siena, ora e'' l''invasione russa dell''Ucraina a complicare il contesto e di conseguenza anche il processo di rilancio. Non tanto perche'' Mps sia particolarmente esposta verso il Paese (le esposizioni dirette sono pressoche'' pari a zero, su quelle indirette non sono stati comunicati numeri al mercato), ma perche'' il conflitto bellico e finanziario in corso, come e'' normale che sia, altera le priorita'' del Governo, principale azionista dell''istituto, delle authority (impegnate a monitorare la situazione) e blocca i piani di crescita per linee esterne delle banche che potrebbero prendere (o riprendere) in mano il dossier. Le ragioni sono semplici. La volatilita'' dei mercati complica qualsiasi operazione; i timori di una esclation del conflitto hanno poi ridotto notevolmente la capitalizzazione degli istituti e stanno facendo slittare piani strategici. E allo steso tempo mettono in dubbio la distribuzioni di dividendi e buyback lasciando quindi poco spazio a operazioni onerose. Il Monte si trova poi in una fase di transizione. Il nuovo ad, Luigi Lovaglio, si e'' appena insediato e per il Piano strategico 2022-2026 serve l''approvazione dell''Ue. Al banchiere (66 anni, nato a Potenza, ex Unicredit ed ex timoniere del Creval) servono i tempi tecnici per esaminare la situazione. L''ammanco di capitale sara'' superiore ai 2,5 miliardi di euro indicati a dicembre ma manca ancora una cifra precisa e le valutazioni in proposito sono in corso. Lo shortfall potra'' essere superato con un aumento su base stand alone ma l''implementazione del piano industriale potrebbe essere soggetta a successivi aggiornamenti alla luce dell''evoluzione del mutato scenario economico e, comunque, subire modifiche, "anche rilevanti, qualora maturassero nuovamente i presupposti per la realizzazione di una eventuale soluzione strutturale attraverso un progetto aggregativo", come ha ricordato la banca nelle scorse settimane. Molte incognite pesano ancora. Senza contare il fatto che l''operazione dovra'' essere di mercato. Ma la guerra - e i timori dei suoi effetti a lungo termine - ha modificato la percezione degli investitori sulle banche europee, come ha ricordato ieri il capo della Vigilanza bancaria Ue Andrea Enria. Il primo passo da fare, in ogni caso, e'' trovare la quadra con la Commissione Ue. "Il dialogo con le autorita'' Ue prosegue in un clima di collaborazione", aveva annunciato il cfo di B.Mps, Giuseppe Sica, aprendo la conference call con gli analisti del 7 febbraio. Da allora non si hanno notizie su come il dialogo stia proseguendo. Non sono ancora chiari tuttavia ne'' gli eventuali passi avanti sulla revisione degli obiettivi ne'' le modalita'' e i tempi circa l''uscita del Mef (si ipotizza 18-24 mesi). "Come sempre, spetta agli Stati membri rispettare gli impegni e proporre modi raggiungere lo scopo", ha detto di recente un portavoce della Commissione Ue. "Spetta all''Italia - ha ribadito - proporre modi su come uscire dall''azionariato di Mps". La posizione ufficiale della Commissione e'' chiara, ma la trattativa e'' complessa e coperta da riservatezza. "Non siamo a conoscenza di scadenze precise" per il negoziato con le autorita'' Ue "ma la banca vuole procedere il piu'' rapidamente possibile", ha dichiarato il Cfo di B.Mps nei giorni scorsi. L''auspicio e'' che l''invasione dell''Ucraina da parte della Russia non faccia perdere a Mps posizioni nella lista delle priorita''.
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