Obbligazioni MPS (5 lettori)

Fabrib

Forumer storico
Millecinquecento assunzioni, a fronte di seimila esuberi. Se Montepaschi vorrà restare da sola, dovrà affrontare un piano di ristrutturazione, presentato mercoledì in Cda, che porterà a mille uscite soltanto nelle direzioni generali. Il cammino «stand alone» per la banca senese, che in questi giorni è tornata prepotentemente al centro del risiko finanziario, è complesso. Il progetto a quanto si apprende, prevede la razionalizzazione e la riorganizzazione delle funzioni delle direzioni e la chiusura di circa sessanta sportelli. Sono numeri che allarmano i sindacati e i partiti del territorio. Ma che potrebbe salire nel caso in cui la banca si fondesse con un altro istituto.
La maggior parte degli indizi, in questo caso, porta a Unicredit, ed è una strategia che non piace al Movimento 5 Stelle e al Pd toscano, convinti sostenitori dell’indipendenza della banca più antica d’Europa. Per scongiurare l’alleanza, i grillini hanno depositato due emendamenti alla manovra, che erano stati stralciati ma sono tornati in pista, tra i «segnalati». Dunque, guadagnando una sorta di corsia preferenziale. Il primo mira ad abbassare a 500 la «dote fiscale» destinata alle banche che si fondono. Il secondo, invece, incentiva gli aumenti di capitale. Un passaggio che, per Mps, sarebbe obbligato in ogni caso.
Per avere un dato più preciso sul fabbisogno di capitale della banca bisognerà aspettare il 17 dicembre, data in cui verrà ufficializzata la proposta di piano strategico dell'ad Guido Bastianini. «Lo scenario più probabile» per Equita è una ricapitalizzazione da 2,5 miliardi da parte del Ministero dell’Economia, «realizzabile senza burden sharing nell’ambito del temporary framework sugli aiuti di Stato, in vigore fino a settembre 2021». Dopo il varo del piano, la palla passerà nelle mani della Bce. E Francoforte potrebbe chiedere una fusione ai vertici senesi. A quel punto tornerebbe in ballo Unicredit, che sta accelerando sul dopo-Mustier. Ieri la Banca d'Italia ha identificato la banca come istituzione a rilevanza sistemica globale autorizzata in Italia. Una classificazione rimasta immutata rispetto a quella dell'anno precedente. Il gruppo dovrà mantenere dall'1 gennaio 2021 una riserva di capitale per le G-SII in termini di capitale di migliore qualità (Cet1) pari all'1% delle esposizioni complessive ponderate per il rischio.
La Stampa/Paolucci
 

NoToc

old style
The European Central Bank could ask the bailed-out Italian bank a capital increase of up to 2 billion euros to take place simultaneously with a merger, so that the money injected by the State will not be classified as State aid, Il Messaggero reported. The newspaper added that the merger, which is likely to take palce with UniCredit (UCG.MI), could take place by March.
 

Fabrib

Forumer storico
Rosario Dimito per “il Messaggero
Stretta nuovamente nella presa fra Bce, Dg Comp e Tesoro, Mps deve accelerare sul percorso prestabilito di riscrittura del capital plan che, visti i tempi ristretti, dovrebbe passare da un matrimonio con Unicredit - il principale istituto rimasto disponibile dopo lo screening compiuto dal Tesoro con le altre grandi banche italiane - in un'operazione contestuale, non più in due tempi (prima aumento, poi partner).
Infatti la novità emersa negli ultimi giorni dopo le interlocuzioni con le Autorità è che a seguito delle perdite di bilancio 2020, la Vigilanza europea potrebbe chiedere d'urgenza una ricapitalizzazione per rialzare il Cet1, che potrebbe essere fino a 2,5 miliardi: ma essa dovrà avvenire in tandem con il merger, come richiesto dall'Antitrust europeo e da Bce affinché il nuovo assegno staccato dal Mef (1,7 miliardi la sua quota-parte) non venga classificato come aiuto di Stato e quindi da restituire. Di questo passaggio c'è grande attenzione al ministero guidato da Roberto Gualtieri.
In tale contesto il cda di Rocca Salimbeni presieduto da Patrizia Grieco, come annunciato giovedì 17 varerà il nuovo piano strategico predisposto da Oliver Wyman e Mediobanca, contenente varie opzioni di rafforzamento patrimoniale ed efficientamento, negli scenari m&a e stand alone. Quest' ultima versione l'ad Guido Bastianinila sta facendo preparare anche per soddisfare quanti sono favorevoli al mantenimento della banca sotto le insegne statali: eventualità che in Via XX Settembre reputano poco realistica. L'aumento di capitale dovrà accompagnarsi ad un piano che prevede il taglio di costi per 500 milioni, mantenimento del marchio e di gran parte degli occupati, la tutela del territorio.
Per capire come andrà a finire bisogna partire dalla tarda primavera 2017 quando Bruxelles e Mef raggiunsero l'intesa sulla ricapitalizzazione condizionata: lo Stato versò 5,7 miliardi, all'interno di un piano di burden sharing (conversione dei bond in equity), di una ristrutturazione di costi e con la condizione appunto che l'intervento pubblico fosse sufficiente a confezionare un vendita, o fusione di una società risanata con il bilancio 2021. Si dà il caso che oggi la situazione si è deteriorata e il rendiconto 2020 potrebbe registrare una pesante perdita di oltre 2 miliardi, atteso che i nove mesi si sono chiusi in rosso per 1,5 miliardi per effetto delle rettifiche.
La Vigilanza Ue avrebbe già fatto intendere che a marzo con il capitale ridotto dalle perdite potrebbe essere indispensabile un adeguamento che il Tesoro dovrebbe coprire. Il ministero però è disponibile a sborsare altri soldi in un contesto definito di aggregazione, dove però alcune tessere devono ancora ancora andare al loro posto. Il partner sarebbe Unicredit che al di là delle posizioni attendiste, sarebbe disponibile a farsi avanti, con una operazione neutra sul capitale.
La banca milanese è alle prese con il nodo dell'ad, dopo l'addio annunciato da Jean Pierre Mustier e la ricerca di un successore, ancora ignoto, che si protrarrà per qualche altra settimana. Ma se entro gennaio il nome del nuovo ceo non fosse ancora uscito dal cilindro, toccherà a Mustier condurre l'operazione, visto tra l'altro che il suo passo indietro non sarebbe legato alla vicenda Mps bensì a divergenze più ampie aperte con il cda sulle strategie. Per rendere il merger neutrale, il Tesoro sta mettendo a punto la norma sulle Dta (i crediti di imposta) che potrebbe valere 3 miliardi circa per Mps. Per affrontare il cospicuo contenzioso da 10,2 miliardi Gualtieri e Alessandro Rivera hanno messo al lavoro la struttura tecnica per accelerarne lo smaltimento, anche impegnando Fintecna che ha esperienze specifiche.
L'operazione deve essere ancora messa a punto perché Fintecna avrebbe un contratto di servicing con responsabilità in solido e quindi in condivisione con Rocca Salimbeni. E' questo il punto limite oltre il quale non è possibile spingersi e che naturalmente va concordato con il nuovo partner. Il destino futuro di Montepaschi è dunque segnato, perché la maxi-perdita del 2020 provocherà l'aut aut di Bce: ricapitalizzazione, fusione o soluzioni più drastiche che si vogliono evitare.
 

Users who are viewing this thread

Alto